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Allegato B
Seduta n. 269 del 18/1/2008
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta orale:
LUCCHESE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Catania ha partecipato ai bandi di selezione per il finanziamento dell'ampliamento della rete gas metano, ottenendo due finanziamenti;
il primo per «la realizzazione dell'ampliamento della rete gas metano 2o lotto», a valere sui fondi del ministero dello sviluppo economico, già ministero delle attività produttive, nell'ambito della legge n. 784 del 1980, modificata dall'articolo 9 della legge n. 266 del 1997 - Delibera CIPE 30 giugno 1999. Con tale bando ha avuto approvato il progetto per complessivi euro 25.570.190,00 per i quali ha avuto concesso un finanziamento a fondo perduto per euro 4.459.650,00, assistito da un mutuo obbligatorio da concedersi presso la Cassa depositi e prestiti per euro 10.405.850,00, e la restante quota da coprirsi con un ulteriore mutuo o con l'estensione dello stesso a copertura totale della spesa;
il secondo per «la realizzazione dell'ampliamento della rete gas metano 4o lotto», a valere sui fondi concessi dall'Assessorato regionale industria nell'ambito dell'APQ energia linea 2 stipulato tra la Regione Sicilia ed il ministero dello sviluppo economico. Tale progetto dell'importo di euro 25.186.530,00, è cofinanziato per euro 7.572.367,00 a fondo perduto e per la restante quota con mutuo ordinario a carico del Comune di Catania;
per entrambi i mutui il Comune di Catania, conformemente alle vigenti disposizioni di legge, ha fatto richiesta di contrazione alla Cassa depositi e prestiti con nota protocollo 224446 del 28 novembre 2007 e protocollo 224456 del 28 novembre 2007 alla quale ha allegato tutte le certificazioni sulla capacità di indebitamento del Comune stesso, nonché il bilancio anno 2005 consuntivo approvato, per come previsto dall'articolo 203 del decreto legislativo n. 267 del 2000 (Testo Unico enti locali);
in data 11 dicembre 2007 la Cassa depositi e prestiti, con nota protocollo 228/DFP a firma del responsabile della Direzione finanziamenti pubblici (dottoressa Tamassia), ha risposto che la pratica non era istruibile in quanto mancava l'approvazione del bilancio consuntivo dell'anno precedente, evitando, pertanto di portare all'attenzione del Consiglio di Amministrazione della Cassa depositi e prestiti la richiesta di finanziamento;
in data 12 dicembre 2007 il Comune di Catania ha scritto una nota alla dottoressa Tamassia protocollo 2252, e per conoscenza al Presidente (dottor Iozzo) ed al Direttore generale (dottor Turicchi), con la quale si ribadisce che l'operato dell'amministrazione comunale è conforme alle previsioni di legge -:
se il comportamento tenuto dagli organi dirigenti della Cassa depositi e prestiti sia nel rispetto della vigente legge;
se quanto richiesto al Comune di Catania sia prassi consolidata alla Cassa depositi e prestiti o se, viceversa, la Cassa depositi e prestiti abbia concesso mutui ad enti senza che questi ultimi abbiano prodotto il bilancio consuntivo dell'ultimo anno regolarmente approvato.
(3-01548)
MAZZONI, ZINZI e CIRO ALFANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le cronache degli ultimi giorni, purtroppo non solo nostrane, ci consegnano l'immagine di un Paese, l'Italia, in cui il problema dei rifiuti assurge al rango di insoluta questione, e di una Regione, la Campania, in cui tale questione assume i toni di una emergenza assoluta, conclamata e, ahinoi, annunciata;
corrisponde a dato inconfutabile, poiché purtroppo sorretto dalla oggettiva lapidarietà dei fatti, il rilievo mosso da quei cittadini che chiedono oggi ragione, alla classe politica che ne è stata artefice, di quelle scelte improvvide ed inconcludenti con cui, senza addivenire ad alcuna soluzione concreta e dilapidando miliardi di euro prelevati dai contribuenti, si è trascinata per oltre quattordici anni un'inammissibile defezione dei principi costituzionali di efficienza, buon andamento
e imparzialità cui l'azione amministrativa dovrebbe invece essere costantemente informata;
l'aver affidato la competenza dell'intero ciclo dei rifiuti a società rivelatesi incapaci di ben svolgere il proprio lavoro, l'aver procurato l'assunzione di alcune migliaia di unità per l'assolvimento di mansioni che non hanno trovato attuazione pratica nella realtà, l'aver disatteso la costruzione - o comunque l'attivazione - di quegli impianti che avrebbero consentito di evitare l'autentico disastro ambientale che oggi ci ritroviamo a subire e l'aver preferito, piuttosto, depositare milioni di tonnellate di rifiuti in discariche che sono state reperite al di fuori di ogni logica pianificatoria e che hanno avvelenato un territorio dotato di ben altre vocazioni, non costituiscono solo il presupposto di un giustificato disagio che nei recentissimi fatti di Pianura trova la sua risonanza più immediata, ma devono essere considerati, giocoforza, come la dimostrazione dell'oggettiva iniquità di un'imposizione contributiva priva di fondamento poiché non accompagnata dalla necessaria prestazione di un servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti che, in conformità all'articolo 238 del vigente decreto legislativo n. 152 del 2006, e stanti le deroghe della legge n. 87 del 2007, ne giustifichi l'ammontare e l'esistenza stessa;
tutto ciò depone per una deprecabile caduta del senso di legalità, che è pratica attiva della legge oltre che rispetto passivo della stessa, e si traduce in una pericolosa mancanza di regole di convivenza chiare e legittime che, nel compromettere la condizione essenziale di uno Stato democratico, contravviene a quel principio di cooperazione tra amministrazione e cittadino-contribuente cui risponde la nuova lettura del contenuto precettivo dell'articolo 97 della Costituzione, posta in relazione all'articolo 3 ed attuata dal legislatore con il varo della legge n. 212 del 2000 nella consapevolezza che il cittadino, più cosciente dei propri diritti e dei propri doveri, partecipa più pienamente all'organizzazione politica, sociale ed economica del proprio Paese -:
se, stante la situazione di sostanziale calamità patita dalla Campania, attesi i presupposti cui è improntata la disciplina del sistema tariffario ed in conformità alla ratio della vigente normativa in materia ambientale, non ritenga opportuno dare applicazione alla previsione di cui all'articolo 9, comma 2, della legge n. 212 del 2000, e per l'effetto provvedere all'emanazione di un apposito decreto d'urgenza mediante il quale venga a disporre la sospensione, da parte dei cittadini della Regione Campania, del pagamento delle tariffe per i servizi di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
(3-01550)
Interrogazione a risposta scritta:
MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe prossima l'emanazione di un decreto concernente la riorganizzazione del ministero dell'economia e delle finanze;
tale riorganizzazione sembrerebbe prevedere notevoli tagli di organico al personale;
in particolare, risulterebbe prevedere sia la soppressione di quaranta sedi periferiche delle attuali Direzioni provinciali del Tesoro, sia l'accorpamento e la soppressione di molte posizioni dirigenziali nelle sedi centrali e periferiche;
alla probabile messa in opera di tali tagli, si aggiungerebbe la notizia che sarebbe prossima l'emanazione di bandi di concorso per l'assunzione di nuovi dirigenti presso il Dipartimento delle politiche fiscali del ministero dell'economia e delle finanze;
l'espletamento di tali procedure concorsuali risulterebbe essere anteriore rispetto all'attuazione della sopra menzionata riorganizzazione;
tale situazione presenterebbe, dunque, a parere dell'interrogante, delle gravi incongruenze ove si consideri che l'emanazione di tali procedure concorsuali mal concilia con le riduzioni di organico;
in particolare, si rischierebbe che i nuovi assunti vengano assegnati a posizioni dirigenziali che diverrebbero vacanti ope legis da parte degli attuali titolari per effetto della decadenza dagli incarichi a seguito dell'emanazione del nuovo regolamento;
risulterebbe a parere dell'interrogante, più logico ed opportuno prima ricollocare i lavoratori a seguito della riforma e, solo successivamente, ove si verificassero delle carenze di organico, procedere all'assunzione di nuovi addetti -:
se i fatti corrispondano al vero. E, in caso affermativo, tenuto conto della situazione testé prospettata, se non ritenga opportuno procrastinare l'emanazione dei suddetti bandi ad epoca successiva all'avvenuta riorganizzazione del ministero dell'economia e delle finanze ottemperando, in tal modo, per intero al piano di riassetto interno di mobilità degli attuali esuberi che deve necessariamente essere negoziato con le forze sociali.
(4-06132)