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Allegato B
Seduta n. 269 del 18/1/2008
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
PEDRINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 4 gennaio 2007, un aereo bimotore che trasportava otto turisti italiani verso l'isola di Gran Roque, nel Mar dei Caraibi, è scomparso a 83 chilometri dal piccolo aeroporto dell'isola;
il nostro ministero degli esteri, ha mantenuto contatti con i familiari dei nostri connazionali scomparsi fornendo loro informazioni sulle operazioni di ricerca condotte dalle autorità venezuelane che, comunque, sono risultate infruttuose;
data la vastità dell'area interessata dalla ricerca e la considerevole profondità delle acque, i mezzi impiegati dalle autorità venezuelane, si sono dimostrati assolutamente inidonei;
solamente dopo alcuni giorni di ricerche infruttuose il generale Antonio Rivero, direttore della protezione civile e comandante delle operazioni di soccorso venezuelane, data l'inidoneità dei mezzi a disposizione e il negativo esito delle ricerche, ha chiesto l'intervento di una nave oceanografica e di una nave cilena dotata di sonar laterali, con l'impiego di settimane per il raggiungimento del luogo della sciagura; sempre dopo alcuni giorni, lo stesso generale Rivero ha chiesto l'aiuto delle autorità delle Antille Olandesi per ottenere un aereo di pattugliamento;
viste le condizioni strutturali del velivolo che aveva alle spalle venti anni di attività con utilizzazione tempo addietro in URSS, come sono da prendere in considerazione le dichiarazioni di alcune fonti di stampa venezuelane le quali dichiarano che dopo l'SOS del pilota di una avaria nel motore del velivolo si sarebbe spezzato in due parti prima di precipitare in mare e nonostante ciò risulta incomprensibile
come mai nessun oggetto del velivolo, bagagli o detriti vari, sarebbe stato ancora ritrovato;
nonostante il ritrovamento di un corpo e di un giubbotto di salvataggio, la vicenda, a distanza di alcune settimane, risulta ancora avvolta dall'incertezza più inquietante: i rottami ritrovati in mare dall'elicottero della Guardia Nazionale sono risultati ufficialmente incompatibili a quelli dell'aereo sul quale viaggiavano i nostri connazionali; dopo circa 24 ore dalla scomparsa dell'aereo dai radar il cellulare di una passeggera italiana squillava libero e, a mille metri di profondità, è evidente che i cellulari non potrebbero funzionare; la stessa compagnia telefonica Movistar, informa di aver rilevato un possibile contatto con il cellulare di uno degli occupanti a distanza di otto ore dall'SOS lanciato dal pilota;
alla luce di quanto emerso in queste settimane e della totale incertezza di come sia avvenuto l'incidente, assolutamente aperte potrebbero restare le piste percorribili tra cui: il pilota potrebbe aver tentato un ammaraggio-atterraggio di emergenza in prossimità di una delle numerose isole, disabitate dell'arcipelago di Los Roques; l'aereo potrebbe essere stato dirottato o colpito da un attacco terroristico o di un atto di criminalità in genere o della criminalità legata al narcotrafico, attività criminale, quest'ultima, floridissima nella zona interessata dal disastro in cui dieci anni fa si è già assistito a un dirottamento ai danni di un bimotore in cui furono uccisi tutti i passeggeri presi in ostaggio, tra cui un'italiana;
otto nostri connazionali sono scomparsi ed a distanza di diverso tempo ancora non sono giunte delle spiegazioni circa la dinamica dell'incidente ed ancora nessuna traccia, seppur vaga, si ha del velivolo e del suo equipaggio;
da scongiurare deve essere il rischio che lo stato di lacerante disperazione che l'intera vicenda comporta per i familiari delle vittime venga acuito da uno stato di assoluta incertezza generato da queste ricerche le quali aumentino i tempi di ritrovamento dei corpi delle vittime, se ve ne fossero, con tutte le lacerazioni e le problematiche, sia di carattere emotivo che economico-legale, che lo status di disperso comporterebbe per i familiari -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per assicurare alle famiglie degli otto italiani dispersi nel mar dei Caraibi la costante prosecuzione delle ricerche e una piena comprensione dell'accaduto;
se l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, così come previsto dalla normativa internazionale in materia, abbia designato un proprio esperto nell'inchiesta tecnica avviata dalle competenti autorità venezuelane.
(3-01552)
Interrogazioni a risposta scritta:
PELLEGRINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il giorno 11 gennaio 2008, la redazione del Tg3, ha trasmesso durante l'edizione delle ore 19:00, un servizio di Romolo Sticchi e Carlo Ruggiero in cui, grazie ad una testimonianza anonima, si evidenziava come nel corso degli anni ci sia stato uno scarico abusivo di scorie tossiche e nocive nel territorio di Pianura (Napoli), verosimilmente si tratta di scorie chimiche;
il deposito illegale dei rifiuti tossici, avveniva ad un passo dalla Riserva Naturale degli Astroni ed a pochi metri dalle prime abitazioni, dando vita ad un ingente flusso economico che arricchiva la criminalità organizzata a danno della salute dei cittadini;
infatti, lo scarico abusivo che si è susseguito per circa quattro anni, ha provocato gravi malattie tra i cittadini ed ha aumentato notevolmente l'incidenza tumorale in questo territorio;
inoltre, come evidenziato nel servizio, questi rifiuti nocivi provenivano dalla città di Bologna ed una volta trasportati con dei camion a Pianura, venivano smaltiti in un
piccolo deposito, mischiati con il terreno, pesati e registrati come rifiuti normali anche essendo tossici -:
se, il Governo, intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di quanto anzi premesso e se confermato, ritenga opportuno avviare tutte le misure tese ad individuare i responsabili;
se, intenda procedere alla bonifica e alla messa in sicurezza del territorio, garantendo l'incolumità e la salute dei cittadini.
(4-06138)
PORETTI, MELLANO, BELTRANDI, D'ELIA e TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria 2008 ha previsto l'introduzione nell'ordinamento italiano dell'azione giudiziaria collettiva a tutela dei consumatori;
in data 17 gennaio 2008 il quotidiano Libero, nel supplemento LiberoMercato a pagina 3 pubblicava un articolo dal titolo «Filo diretto Prodi-banche-Class action neutralizzata» a firma di Francesco De Dominicis, nel quale si rendeva nota l'esistenza di un dossier aperto dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, sulla class action, per impedire (con eventuali decreti interpretativi o disegni di legge-lampo) la proposizione di class action in merito a diritti sorti prima della sua entrata in vigore;
se così fosse, il Governo cederebbe alla richiesta, dell'ABI e delle associazioni di categoria degli imprenditori, di lasciare di fatto impunita la miriade di illeciti contrattuali cagionati ai consumatori negli ultimi anni (si pensi agli scandali finanziari Cirio, Bond Argentina, Parmalat, MyWay/4You), impedendo di ottenere con il nuovo strumento i risarcimenti dovuti;
se così fosse ciò equivarrebbe ad un vero e proprio condono alle banche per quanto compiuto negli anni passati e su cui la magistratura, col rito processuale individuale attuale, si è ampiamente espressa, così come documentato dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) sul suo specifico sito internet: http://investire.aduc.it;
una simile modifica, che appare come un piacere alle banche protagoniste dei più clamorosi scandali finanziari, significherebbe ammettere una sudditanza dell'economia del Paese a questo modo di gestione della finanza da parte delle banche. Riconoscere questa situazione di fatto e tutelarla con una norma ad hoc andrebbe contro gli interessi del consumatore che con l'introduzione della class action si voleva tutelare;
la possibilità della non retroattività era già stata ampiamente discussa e vagliata dal Parlamento, poche settimane fa, in sede di approvazione della finanziaria, ed era stata esclusa -:
se la notizia riportata sia vera e se il Governo intenda promuovere una simile modifica.
(4-06140)
VACCA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il contenzioso tributario, già regolato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 636 del 1972, è stato oggetto di una riforma culminata con l'emanazione del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, recante disposizioni sul processo tributario, che attribuisce la giurisdizione tributaria alle Commissioni Tributarie provinciali e regionali in sostituzione delle vecchie Commissioni di primo e secondo grado;
è stato recentemente disposto lo smantellamento parziale della sezione distaccata di Sassari della Commissione Tributaria regionale, ricollegando il provvedimento all'accumulo di ricorsi arretrati, causa la carenza di giudici; in realtà tale disfunzione organizzativa verificatasi a Sassari è riconducibile al momento stesso
della costituzione della sezione avendo la stessa recepito anche il contenzioso tributario dei processi di primo grado della provincia di Nuoro; situazione che in tempi ragionevoli si sarebbe altrimenti stabilizzata;
la decisione è stata peraltro assunta senza la dovuta concertazione né con gli enti locali né con i soggetti interessati alla modifica, come operatori di uffici finanziari o categorie professionali e imprenditoriali che avrebbero potuto avere interesse a che la giurisdizione fosse mantenuta a Sassari piuttosto che a Cagliari in ragione di una razionale organizzazione del contenzioso tributario e in ottemperanza del principio di decentramento amministrativo;
il provvedimento, datato 23 ottobre 2007 a firma del Presidente della Commissione, disponendo il trasferimento, ha identificato nel capoluogo di regione l'unica sede idonea ai fini della competenza e della validità degli atti e ha relegato le sezioni distaccate a ruoli marginali e secondari in forza di un principio di centralizzazione di servizi che è causa di ulteriore congestione burocratica;
la vastità del territorio e le conseguenti difficoltà nelle comunicazioni e negli spostamenti rendono ancor più incomprensibili le motivazioni poste a supporto di tale decisione -:
se intenda acquisire, ai sensi dell'articolo 29 del decreto legislativo 31 dicembre 1995, n. 545 ogni informazione sul funzionamento della giustizia tributaria in Sardegna;
quali iniziative intenda adottare al fine di ripristinare in tempi ragionevoli la citata sezione di Sassari, nel rispetto del principio di decentramento amministrativo che ha per obiettivo agevolare gli adempimenti di coloro che operano sul territorio;
se sulla base delle informazioni di cui il Presidente del Consiglio dispone tale trasferimento non si inserisca in una più ampia strategia volta ad implementare il lavoro della Commissione tributaria di Cagliari e delle relative sezioni che altrimenti avrebbero rischiato la soppressione perché prive di lavoro;
quali iniziative intendano adottare allo scopo di evitare ulteriori trasferimenti o soppressioni di enti o istituzioni che concorrono ad offrire utili servizi e rendono il territorio del nord della Sardegna conforme per efficienza e per funzionalità a quello del resto del paese.
(4-06142)
SALERNO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno della criminalità organizzata a Monfalcone esce allo scoperto nella sua gravità nel 2002 in seguito all'arresto di 25 camorristi effettuato nella notte del 5 aprile. L'operazione - chiamata «Torre Annunziata» - veniva condotta da Carabinieri e Polizia con il coordinamento del Gip distrettuale antimafia di Trieste dottor Nunzio Sarpietro. I reati associativi comprendevano anche il voto di scambio;
nel novembre 2003 spariva Paolo Grubissa, noto in città non solo per la sua attività di p.r., ma anche per precedenti penali legati al traffico di sostanze stupefacenti. Veniva trovato ucciso con un colpo di pistola alla testa e «cementificato» in un bidone di materiale per costruzioni. Per questo fatto, il dottor Raffaele Tito - pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste - faceva arrestare Salvatore Allia - imprenditore catanese - e lo imputava per traffico di armi e di droga nonché per riciclaggio di denaro sporco. Allia sarà condannato a vent'anni per omicidio «passionale» (una possibile gelosia per uno «sgarro» di Grubissa a causa della moglie dello stesso imputato), non riconoscendo nel reato ascrittogli altra motivazione criminale;
in un periodo successivo veniva anche arrestato a Monfalcone in un albergo centralissimo un latitante della Sacra Corona Unita;
gli episodi riportati, seppure slegati nella loro contingenza temporale e motivazione specifica (camorra, mafia, sacra corona unita), hanno aperto un dibattito acceso in città sul problema della sicurezza, e specificamente sull'influenza di Fincantieri nel cambiamento dell'assetto legale e della tranquillità nell'area di Monfalcone;
i responsabili della Giustizia sono tutti concordi nel ritenere che lo sviluppo del «trasfertismo» presso i Cantieri Navali abbia facilitato l'infiltrazione massiccia dei gruppi criminali nell'organizzazione di lavoro e nello sviluppo delle imprese, attraverso il fenomeno del «caporalato» e la facilitazione allo smercio delle sostanze stupefacenti, assieme all'aumento delle rapine e alle estorsioni. Tutti, per altro, condividono, documentatamente, che tale deriva sia stata determinata dall'uso dei subappalti a ditte del Meridione ed in maggior numero della Campania. Lo stesso giudice Raffaele Tito ha detto testualmente che questo è «un fenomeno ormai consolidato»: una struttura organizzata criminale che influisce - e determina - un modello produttivo illegale;
le istituzioni politiche, oltre ad avere annullato qualunque valore relativo all'attività del consulente dell'antimafia del Ministero degli interni Gioacchino Basile (dimessosi dopo due mesi nel 2004 per impossibilità ad agire con serietà ed efficacia), hanno messo insieme dei «teatrini sulla legalità» continuando a magnificare Monfalcone come un'isola felice in cui tutto funziona e tutto è sotto controllo;
la situazione rischia di aggravarsi, soprattutto per ciò che riguarda lo smercio delle sostanze stupefacenti, dalla recente caduta dei confini con la Slovenia -:
quali siano i criteri di affidamento degli appalti da parte di Fincantieri;
se si sia a conoscenza della modalità diffusa dei subappalti;
se corrisponda al vero che oltre mille pregiudicati per reati associativi gravitino attorno alle ditte di Fincantieri;
se corrisponda al vero che un numero altrettanto elevato di pregiudicati per reati comuni (dalla droga, ai furti, alla ricettazione, eccetera) siano nella sfera lavorativa delle stesse ditte appaltanti e/o subappaltanti;
quali siano al momento attuale i pregiudicati che con varie motivazioni (collaboratori, a domicilio obbligato, eccetera) risiedano nel territorio monfalconese e con quali modalità;
se esista un apparato di controllo che valuti i costi delle committenze e i costi reali delle ditte;
quali siano i controlli amministrativi, e politici preposti a monitorare questa situazione esplosiva;
se vi sia un rapporto accessibile sul fenomeno della criminalità organizzata di recente edizione.
(4-06143)