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Allegato B
Seduta n. 27 del 18/7/2006
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COMMERCIO INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta scritta:
ROMAGNOLI, GIRO, CASTIELLO, OLIVA, TONDO, BRUSCO, FASOLINO e FERRIGNO. - Al Ministro del commercio internazionale. - Per sapere - premesso che:
si focalizza ripetutamente l'attenzione sul fenomeno che avviene via mare nel sud del nostro continente ma mai si analizza o si discute sulla vulnerabilità delle frontiere dell'Unione Europea e/o sui continui richiami da parte del Consiglio e della Commissione Europea che richiedono
maggiore sorveglianza ai Paesi membri, i quali, puntualmente non raccolgono queste raccomandazioni;
si verificano, infatti, incessanti episodi di banditismo nei confronti di autotrasportatori, turisti, tra i quali talvolta anche nostri connazionali, da parte della criminalità organizzata che sempre più controlla e gestisce attività illecite che vanno dal traffico di clandestini che entrano e escono dal territorio dell'Unione fino a far infiltrare materiale illegale di ogni genere tipo armi o droghe;
il contrasto al fenomeno dell'immigrazione illegale ed in particolare da est a ovest ha destato e continua a destare allarmismi da tutti i partners europei e l'ingresso di Bulgaria e Romania per il 2007 è considerata una problematica assai seria e delicata da affrontare;
se si vuole contrastare efficacemente l'immigrazione clandestina dobbiamo rendere più sicure le nostre frontiere data anche la posizione geografica particolarmente sensibile del nostro Paese;
l'Italia non può permettersi di doversi trovare in condizioni di scarsa sicurezza dovute anche alla facile violabilità dei confini e alle minacce relative al possibile infiltrarsi di esponenti affiliati ad organizzazioni terroristiche ben ramificate nei Balcani;
l'arrivo di clandestini non è da considerare solo un «accidente» che colpisce le nostre società, ma anche un danno forte alle reali possibilità di questi immigrati di rendersi veramente utili allo sviluppo equilibrato delle società di accoglienza;
la clandestinità è fortemente penalizzante proprio nei confronti degli stessi stranieri che, oltre a foraggiare una criminalità organizzata sempre più forte e sempre più senza scrupoli, li pone in una condizione di «soggezione» (manodopera in nero, sfruttamento minorile, manovalanza per la microcriminalità, eccetera) verso le popolazioni indigene. Alla debolezza propria di colui che è alla ricerca di migliori condizioni di vita si aggiunge dunque la debolezza della sua situazione di clandestinità (o di irregolarità), sommando disagio a disagio in un rapporto falsato con il Paese di accoglienza e non agevolando, di certo, quel processo di progressiva integrazione e di auspicabile reciproca accettazione;
allargare o restringere frontiere non determina, di per sé, mutamenti delle dinamiche migratorie ma impone invece la ricerca di strumenti organizzativi migliori per tramutare i flussi di irregolarità in flussi di migrazione gestita e ordinata -:
quali siano le misure urgenti che intenda adottare per contrastare efficacemente il fenomeno dell'immigrazione illegale proveniente soprattutto da quei paesi oramai prossimi all'ingresso nell'Unione Europea come la Bulgaria e la Romania;
se non intenda opportuno attivarsi affinché il Consiglio dell'Unione europea e la Finlandia quale presidente di turno dell'Unione europea sollecitino i nuovi Paesi ad intensificare i controlli sui confini territoriali dell'Unione ed incrementino la interazione fra i nuovi Paesi aderenti affinché la gestione integrata delle frontiere sia una realtà che possa garantire maggiori risultati in materia di contrasto all'immigrazione clandestina.
(4-00591)