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Allegato B
Seduta n. 271 del 22/1/2008
SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
le farmacie in Calabria raggiungono complessivamente il ragguardevole numero di 750 con circa 1.700 dipendenti dei quali 1.200 farmacisti e 500 addetti generici;
da più di 15 anni la Regione Calabria per il rimborso dei costi delle medicine alle farmacie convenzionate segue quasi sistematicamente i criteri del rinvio, degli eccessivi ritardi e addirittura del non pagamento;
tali criteri sono fuori ogni logica di seria e sana gestione ed ovviamente creano enormi danni economici e pesanti disfunzioni organizzative;
ad esempio nella sola ex ASL n. 10 di Palmi (Reggio Calabria) devono ad oggi essere rimborsati ben 16 mensilità su 24 per gli anni 2006 e 2007;
i farmacisti per ottenere quanto anticipato sono costretti normalmente a ricorrere alle azioni legali con l'inevitabile aumento dei costi a causa dei forti interessi di mora e delle spese legali;
le azioni legali in media si impongono per 7 mensilità su 12 nell'ex ASL di Locri, per 10 mensilità su 12 nell'ex ASL di Reggio Calabria, per 12 mensilità su 12 nell'ex ASL di Palmi;
i costi riguardanti gli interessi di mora e di spese legali a carico delle aziende sanitarie calabresi ammontano annualmente, secondo quanto si evince dai dati pubblicati dal giornale Sole 24 Ore il 23-29 maggio 2006 a pagina 22 e l'8-14 maggio 2007 a pagina 26 e, dalla lettera aperta del Presidente dei farmacisti della Provincia di Reggio Calabria in data 17 novembre 2006, a circa 65 milioni di euro;
tale cifra se moltiplicata per soli 6 anni e non per 15, porta ad un importo equivalente al deficit complessivo della sanità calabrese;
sia la Corte dei conti con numerose sentenze che la Corte di cassazione a sezioni unite con sentenza n. 7024 del 28 marzo 2006 (causa assessore alla sanità Regione Calabria contro Procuratore Generale presso la Corte dei conti) hanno stabilito che l'inerzia della pubblica amministrazione nell'adottare delle scelte ad essa alternative al fine di fare fronte agli obblighi assunti nei confronti dei farmacisti convenzionati e alla conseguente lievitazione della spesa pubblica per interessi e spese legali sono causa di responsabilità per danno erariale;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 dicembre 2007 è stato dichiarato fino al 31 dicembre 2009 lo stato di emergenza economico-sanitario nel territorio della Regione Calabria -:
se non ritenga opportuno intervenire con urgenza per inserire nell'emergenza economica la suddetta grave situazione, considerando anche l'ipotesi di un contributo straordinario, allo scopo non solo di porre fine ad una gestione secondo gli interpellanti irragionevole, fallimentare ed irresponsabile, ma principalmente di bloccare l'enorme spreco di denaro pubblico e nel contempo di garantire alle farmacie calabresi e ai loro 1.700 dipendenti la necessaria tranquillità gestionale con regole certe.
(2-00928) «La Russa, Rositani».
Interrogazione a risposta in Commissione:
PORETTI, MELLANO, BELTRANDI, D'ELIA, TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il decreto del ministro della sanità 7 settembre 2000, adottato in attuazione della legge 4 maggio 1990, n. 107, ha
riconosciuto (articolo 5) il diritto di esportare e conservare all'estero, per uso autologo, le cellule staminali del cordone ombelicale, previa autorizzazione, volta per volta, del ministero della sanità;
dal 2002 sono state reiterate una serie di ordinanze ministeriali, recanti «Misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale», con le quali è stato disciplinato nel dettaglio il procedimento per il rilascio della prescritta autorizzazione ministeriale;
l'ultima ordinanza del maggio 2007 disciplina l'esportazione all'estero per uso autologo dei cordoni ombelicali agli articoli 3 e 4. L'ordinanza prevede tra l'altro l'obbligo per i richiedenti di allegare alla richiesta di autorizzazione una documentazione attestante l'avvenuto counselling (mediante colloquio telefonico) con il Centro nazionale per i trapianti;
sono molte le persone che hanno denunciato le difficoltà crescenti nello svolgimento del counselling con il Centro nazionale trapianti. Sono stati registrati lunghi tempi di attesa (anche in casi dichiarati di parto imminente), tempi di durata dei colloqui estremamente lunghi (in alcuni casi di ore) e discutibilità delle informazioni fornite (sotto l'aspetto della fondatezza e dell'obiettività scientifica in merito alla pratica della conservazione autologa);
un altro grave ostacolo, che in caso di parto prematuro rende impossibile l'esportazione del cordone è il rifiuto da parte del Centro nazionale trapianti di svolgere il conseulling prima del 30o giorno antecedente la data presunta del parto -:
come sia individuato, selezionato e formato il personale addetto al counselling da parte del Centro nazionale trapianti e quali requisiti professionali abbia;
quale sia il costo sostenuto dal Centro nazionale trapianti per sostenere l'attività di counselling, includendo in ciò sia i costi per il personale e la sua eventuale formazione che i costi di struttura e di esercizio dell'attività (uffici, costi telefonici, costi per l'archiviazione dei dati, eccetera);
quale sia la finalità del counselling previsto dall'ordinanza;
quali siano i risultati del counselling in termini di cittadini convinti a procedere alla donazione del cordone invece che alla conservazione privata, e quante donazioni siano conseguentemente andate a buon fine;
se esista una normativa che stabilisce che il counselling debba essere effettuato entro i 30 giorni antecedenti al parto e in caso negativo per quali ragioni i cittadini non vengano ammessi in un momento precedente;
per quale ragione al counselling vengono ammesse solamente le future madri e non i futuri padri che lo richiedano.
(5-01929)
Interrogazione a risposta scritta:
PEZZELLA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
come riportato in data 19 gennaio 2008 dal quotidiano Roma nell'inserto interno de Il Giornale di Napoli, un altro incredibile, e paradossale, caso di malasanità si è registrato a Napoli, in uno degli ospedali cittadini;
così come si evince dettagliatamente dall'articolo di stampa, confermato da riscontro investigativo seguito ad un blitz della polizia, nel reparto di cardiologia dell'ospedale San Gennaro dei Poveri a Napoli, sono state rinvenute una ventina di buste piene di confezioni di medicine scadute, addirittura alcune del 2001, pronte per l'uso e la regolare somministrazione ai pazienti. A far scoprire l'incredibile vicenda è stato tale signor Ciro Di Vaio, nipote di un'anziana donna ricoverata presso il nosocomio napoletano. L'uomo, che da tempo assiste la nonna in una odissea di trasferimenti tra vari nosocomi cittadini, si è infatti accorto una
mattina, durante il ricovero al sopraccitato reparto ed ospedale, che, non solo peggioravano le condizioni dell'anziana donna, ma alla stessa le stavano somministrando una flebo contenente farmaci scaduti (nella fattispecie scaduti, nell'ottobre 2007). Il familiare della paziente, incredulo e legittimamente infuriato, dopo aver chiesto spiegazioni e delucidazioni al personale dell'ospedale, si è recato immediatamente al vicino Commissariato di polizia ed ha denunciato l'accaduto. Nel giro di brevissimo tempo è scattato un blitz della polizia in ospedale che ha confermato la gravità del fatto, con il rinvenimento di numerose confezioni di medicinali scaduti pronti per l'uso -:
quali urgenti misure e provvedimenti intenda assumere il Ministro interrogato nei confronti di chi, a vario titolo, si è reso responsabile di questa incredibile e scandalosa vicenda che ha messo a repentaglio la salute di cittadini napoletani.
(4-06157)