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Allegato B
Seduta n. 273 del 28/1/2008
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
è in atto un'insensata distruzione di 14 zuccherifici italiani, ciò in forza del nuovo Regolamento comunitario che impone la totale rottamazione, con demolizione anche dei fabbricati, per poter accedere al contributo di 730 euro a tonnellata di quota di produzione di zucchero dimessa;
anche la sorte dei 5 che rimangono in essere per la campagna di produzione 2008 è quanto mai incerta;
si distrugge un patrimonio impiantistico di grande valore (costruire oggi uno zuccherificio costerebbe non meno di 400 milioni di euro);
gli zuccherifici italiani erano stati ammodernati ed aggiornati, non avendo nulla da invidiare a quelli degli altri partners europei, anzi in certi casi si ponevano in posizione più avanzata;
la dismissione della produzione di zucchero, come già avvenuto per l'acciaio, per la chimica, per il nucleare, rende sempre più l'Italia dipendente da importazioni, con la conseguenza di un sempre maggiore aggravio della nostra bilancia commerciale;
l'Italia non avrà più strutture di produzione di questa importante derrata alimentare, quando le mutate condizioni del mercato mondiale (in forza dei crescenti consumi dei Paesi in via di sviluppo, Cina eccetera) faranno aumentare i prezzi e daranno possibilità all'Europa di incrementare ancora la produzione;
chi ne trarrà vantaggio saranno i «soliti furbi» della Comunità, mentre l'Italia potrà solo versare lacrime amare;
le auspicate promesse di riconversione, soprattutto quelle attinenti alla produzione di energia elettrica da biomasse non decollano, ciò a più di due anni dall'adozione della nuova O.C.M. zucchero;
non si è voluto prendere in esame la possibilità di produrre bioetanolo da barbabietola, per un rifiuto di parte industriale e, una insipienza di parte agricola, il tutto supportato da uno studio errato e strumentalmente fuorviante (si consideri che il consumo energetico della produzione di alcool da bietole è coperto per oltre il 70 per cento da fonti rinnovabili provenienti dalla materia prima stessa);
se si fosse seriamente presa in esame la produzione di bioetanolo da barbabietola (la Francia, ad esempio, ne produce 800 milioni di litri all'anno), gli zuccherifici si sarebbero potuti utilizzare per gran parte e comunque, anche nell'ipotesi di bioetanolo da cereali, l'impianto saccarifero era già dotato di infrastrutture utilizzabili;
si è distrutta una filiera che rappresentava una risorsa, per occupazione, diretta ed indotta, valutabile in 77.000 unità;
con il bioetanolo da barbabietola si sarebbe potuto salvare, almeno in parte, occupazione diretta ed indotta, mentre, con la sola produzione energetica da biomasse, il contributo all'occupazione è minimo -:
quale giustificazione il Ministro dia all'attuazione di un tale sperpero di risorse
impiantistiche ed umane, senza che ancora si intravedano alternative concrete;
se non ritenga il Ministro di fermare la distruzione degli stabilimenti, contrattando con la U.E. una moratoria, in attesa che si concretizzino alternative colturali concrete per il mondo agricolo e riconversioni produttive apportatrici di vera occupazione;
se il Ministro non senta il dovere, di commissionare uno studio serio per verificare la possibilità di produzione di etanolo da barbabietola, tenendo conto che da un ettaro coltivato a bietole si ottengono dai 4500 ai 5500 litri di alcool, mentre da un ettaro coltivato a mais se ne ottengono al massimo 2700 e da un ettaro a grano non più di 1800;
se il Ministro non ritenga ormai improcrastinabile fare chiarezza sul trattamento fiscale da riservare al bioetanolo carburante con provvedimenti che abbiano stabile durata nel tempo e siano tali da rendere economicamente conveniente la produzione di tale fonte di energia rinnovabile. La Svezia, per esempio, detassa al 100 per cento, così come la Spagna, la Germania, la Repubblica Slovacca, eccetera; la Francia detassa dal 60 all'80 per cento ci si chiede infatti quali iniziative assuma l'Italia, a meno che tutto ciò non costituisca una riprova della debolezza contrattuale del Governo italiano in ambito U.E. e, peggio, una totale acquiescenza per incapacità di scelta e di programmazione.
(2-00933) «Rosso».
Interrogazione a risposta scritta:
MIGLIORI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'UNIRE è l'Ente tecnico preposto all'organizzazione delle corse dei cavalli in Italia, sottoposto al controllo e alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole e forestali;
l'UNIRE ha tra i propri fini istituzionali, come risulta dal suo Statuto, il controllo e la sorveglianza tecnica e disciplinare delle corse;
l'UNIRE per effettuare tale suo compito istituzionale si avvale della collaborazione di numerosi (circa quattrocento) collaboratori, che non sono suoi dipendenti né sono previsti dalla sua pianta organica;
detti collaboratori sono inseriti in un apposito elenco, in base ai vigenti Regolamenti delle Corse, al quale possono essere iscritti solo coloro che abbiano comprovata esperienza e specifica professionalità in un settore così peculiare e delicato quale è quello del controllo disciplinare delle corse dei cavalli;
detti collaboratori svolgono le proprie prestazioni professionali in regime contrattuale di collaborazione coordinata e continuata;
il rapporto contrattuale tra gli addetti al controllo tecnico e disciplinare delle corse è regolato da contratti individuali stipulati nell'anno 2004, validi fino al 31 dicembre 2004 e in seguito tacitamente rinnovati sino all'anno 2008, avendo, da ultimo, l'UNIRE incaricato i suddetti collaboratori di svolgere le loro funzioni fino a tutto il 31 gennaio 2008;
la legge finanziaria per il 2008 prevede in diverse disposizioni la stabilizzazione dei lavoratori precari della pubblica amministrazione;
i vertici dell'UNIRE hanno più volte riferito verbalmente ai rappresentanti degli addetti al controllo tecnico e disciplinare delle corse che l'ente non potrà più provvedere ad assegnare loro gli incarichi a partire dalla data del 1o febbraio 2008;
gli addetti al controllo tecnico e disciplinare delle corse hanno proclamato in data 10 gennaio 2008 lo stato di agitazione, indicendo per i giorni 27 e 29 gennaio l'astensione dal lavoro;
l'eventuale astensione dal lavoro da parte degli addetti al controllo tecnico e
disciplinare delle corse provocherebbe un notevole danno a tutto il comparto ippico italiano, già in un momento di crisi, oltre che al mancato incasso da parte dell'AAMS degli introiti sulle scommesse ippiche -:
se, e con quali modalità, l'UNIRE intenda procedere alla stabilizzazione degli addetti al controllo tecnico e disciplinare;
quali siano, in alternativa, le proposte per la risoluzione del problema relativo alla regolamentazione del rapporto di lavoro tra gli addetti al controllo tecnico e disciplinare delle corse e l'UNIRE;
quali iniziative abbia assunto od intenda assumere urgentemente il Ministero delle politiche agricole e forestali per garantire la conservazione del lavoro agli addetti al controllo tecnico e disciplinare delle corse.
(4-06201)