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Allegato B
Seduta n. 275 del 19/2/2008
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
ZANOTTI e TRUPIA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito con modificazioni dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, al comma 2-bis dell'articolo 29, prevede che la riforma della Fondazione Onaosi - Opera Nazionale per l'Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani, ente gestore di forme obbligate di assistenza con personalità giuridica privata ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994 - debba assicurare «la democraticità della vita associativa, prevedendo la partecipazione al voto di tutti i contribuenti»;
il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Onaosi nella seduta dell'11 e 12 gennaio 2008 ha deliberato il nuovo Statuto, in fase di approvazione presso i Ministeri vigilanti, nel quale si prevedono 48 componenti tra Comitato di Indirizzo, Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale;
complessivamente, più del 40 per cento dei componenti del Comitato di Indirizzo non sono eletti in modo paritario da tutti i contribuenti, ma assumono la connotazione di designati-garantiti: in totale 14 componenti designati-garantiti, rispetto a 20 democraticamente eletti;
al comma 3 dell'articolo 9 si prevede la garanzia della elezione nel Comitato di Indirizzo di 2 veterinari e 2 farmacisti, all'articolo 9 comma 9 - sempre nella composizione del Comitato di Indirizzo - 1 componente è designato dalla Commissione Albi Odontoiatri della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, 1 dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari, 1 dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Farmacisti, e 3 dalla Commissione Medica della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della FNOMCeO (di cui 1 iscritto all'Ordine di Perugia), 2 designazioni sono da parte dei Ministri dell'interno e della difesa, 2 designazioni sono da parte dei due Ministri vigilanti, tra i quali il Ministro del lavoro già designa un altro proprio rappresentante nel Collegio sindacale;
il Consiglio di Amministrazione - nominato da un Comitato di Indirizzo dove i contribuenti eleggono liberamente
meno del 60 per cento dei propri rappresentati - vede garantiti 3 componenti su 9;
la maggioranza delle organizzazioni sindacali dell'area medico-veterinaria (AAROI - AIPAC - ANPO - FEDERAZIONE CISL MEDICI - FEDERAZIONE MEDICI UIL FPL - FESMED - FP CGIL MEDICI - SIMET - SNR), rappresentative dei contribuenti obbligatori, hanno scritto al Governo ed al Parlamento, ritenendo il nuovo Statuto lesivo del diritto di rappresentanza dei propri iscritti -:
se non valuti illegittimo uno Statuto che, contrariamente alle indicazioni della legge n. 222 del 2007, condiziona pesantemente la democrazia elettiva, predeterminando, con il sistema dei componenti designati-garantiti, circa il 40 per cento del Comitato di Indirizzo e lasciando alla libera elezione solo il 60 per cento, e con 3 componenti su 9 comunque garantiti nel Consiglio di Amministrazione;
se non ritenga eccessivo un numero totale di ben 48 componenti negli organi statutari, con spese gestionali sproporzionate rispetto alle finalità ed alla funzionalità dell'Ente;
se non ritenga che la doppia designazione del Ministro del lavoro contemporaneamente sia di un componente nel Comitato di Indirizzo sia di un componente nel Collegio Sindacale, non configuri un conflitto di interesse;
se non ritenga le designazioni nel Comitato di Indirizzo da parte dei Ministri dell'interno e della difesa immotivate ed ingiustificate ai fini istituzionali della Fondazione.
(5-01953)
Interrogazioni a risposta scritta:
SCOTTO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
La legge n. 326 del 24 novembre 2003 riconosce anche al personale marittimo esposto a fibre di amianto per un decennio il diritto alla concessione dei benefici previdenziali;
due anni dopo la legge n. 266 del 23 dicembre 2005 ha trasferito dall'Inail all'Ipsema il compito di provvedere all'accertamento dell'esposizione all'amianto dei lavoratori marittimi;
l'Inail allora ha trasferito le domande presentate per il riconoscimento dell'esposizione;
ad oggi sono circa 30.000 le domande censite dall'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo;
l'Ente ha, da tempo, segnalato la difficoltà di poter applicare al settore marittimo la disciplina generale prevista dalla legge n. 326 del 2003 e dai decreti attuativi;
le attività lavorative elencate nel decreto ministeriale, infatti, non sono riconducibili al lavoro svolto a bordo delle navi, nonostante l'esposizione all'amianto sia stata probabile, anche se ovviamente da accertare in concreto, in relazione alle tecniche di costruzione largamente impiegate in passato nella cantieristica navale;
i marittimi italiani hanno aspettato dieci anni più degli altri lavoratori per vedere riconosciuto un diritto ed ora che sembrano arrivati ad un passo dalla concessione dei benefici previdenziali, rischiano il rigetto della domanda per non poter riuscire a ricostruire la propria vita lavorativa (il curriculum di cui parla la legge) a causa della difficoltà insita nell'attività del marittimo: luogo e rapporto di lavoro diversi negli anni, residenza diversa dal compartimento marittimo in cui è iscritta la società armatoriale;
il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell'Ipsema con un Ordine del Giorno del luglio scorso ha chiesto al Ministero del Lavoro di dar corso alla proposta, a suo tempo avanzata dall'amministrazione dell'Ente, di utilizzare l'estratto matricolare o la fotocopia del libretto di navigazione, quale documento probante di presunta esposizione all'amianto da parte del marittimo;
sul totale di casi denunciati all'Istituto Ipsema per malattia professionale, il 72 per cento deriva dal rumore (ipoacusia) mentre la seconda malattia professionale più frequentemente denunciata è l'asbestosi polmonare (il 10,5 per cento) che è connessa proprio all'esposizione all'amianto -:
quali provvedimenti si intende promuovere e adottare per dare soluzioni, amministrative o legislative, alle problematiche sollevate che impediscono di poter dare una risposta concreta alle attese legittime dell'utenza marittima.
(4-06277)
SCOTTO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
i lavoratori marittimi, in Italia sono circa centomila e subiscono in media 4 infortuni al giorno;
secondo i dati sugli infortuni nel comparto marittimo forniti dall'Ipsema, l'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo, gli infortuni mortali hanno subito nel tempo un notevole balzo in avanti: 7 decessi nel 2005, 12 nel 2006 e gli incidenti mortali avvenuti nel 2007 faranno segnare un altro triste rialzo;
è il settore della pesca ad essere particolarmente rischioso: la quasi totalità dei decessi, l'83 per cento nel 2006, risulta infatti concentrato in questa attività tanto che nella classifica dei comparti maggiormente a rischio la pesca si colloca al terzo posto, preceduta soltanto dall'edilizia e dall'agricoltura;
i dati assestati e riferiti agli infortuni, a dicembre 2005, fanno registrare 1.802 eventi, con un decremento dell'11 per cento, rispetto alla stessa data del 2004; però, si passa ad un incremento delle giornate lavorative perse pari a + 0,56 per cento, come dire che il numero assoluto degli eventi infortunistici sono sì diminuiti ma, al contempo, è aumentata la gravità dell'infortunio tanto da far lievitare le assenze dei marittimi;
la categoria di naviglio delle navi passeggeri fa registrare il tasso di infortuni più elevato: 45 per cento, il carico del 25 per cento e la pesca del 16 per cento;
la categoria del diporto è il genere di naviglio che, stando ai dati ufficiali, soffre meno infortuni: solo l'1,3 per cento del totale: questo dato sottostimato rispetto alla consistenza e al costante sviluppo del settore della nautica da diporto, fa ipotizzare, all'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo, possibili sacche di evasione contributiva attribuibili a questa categoria di naviglio;
riguardo poi alle malattie professionali l'Istituto ha evidenziato che l'ipoacusia da rumore è la patologia che affligge maggiormente i marittimi: sul totale di casi denunciati all'Istituto, infatti, per malattia professionale, il 72 per cento deriva dal rumore mentre le altre malattie professionali più frequentemente denunciate sono l'asbestosi polmonare (il 10,5 per cento), il mesotelioma pleurico o peritoneale (il 5 per cento) e la lombosciatalgia da discopatia (il 4,1 per cento);
è fondamentale promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e, soprattutto nel lavoro più globalizzato che esista, l'attività marittima;
la specificità del lavoro marittimo consiste infatti principalmente nel luogo di lavoro, la nave appunto che per sua natura è esposta ad ogni condizione meteomarina e idrodinamica che rende l'attività lavorativa a bordo particolarmente pericolosa -:
quali provvedimenti intenda adottare per ridurre il numero e soprattutto la gravità degli incidenti sul lavoro nonché l'incidenza delle malattie professionali nel settore marittimo.
(4-06278)
JANNONE. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
In Italia, i due enti maggiori che si occupano di previdenza, sono l'Inps e l'Inpdap;
i cittadini che hanno lavorato nel pubblico inpiego, riceveranno la pensione dall'Inpdap, chi ha prestato la propria opera di qualità di lavoratore autonomo o privato, la riceverà dall'Inps;
chi ha lavorato in entrambi i settori, pubblico e privato, dovrebbe fare una domanda di ricongiunzione ovvero, sommare i contributi versati nei due ambiti di appartenenza;
normalmente per istruire e concludere questa pratica occorrono dai 4 ai 5 mesi;
secondo un'inchiesta del programma televisivo «Le Iene», c'è chi attende l'esito finale del ricongiungimento da 10 anni, con una conseguente notevole perdita economica -:
quali azioni sono allo studio per facilitare il descritto ricongiungimento.
(4-06281)
D'AGRÒ. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
il signor Ampelio Meda, di 64 anni, residente in Malo (Vicenza), è disoccupato e vive con la pensione minima della moglie;
nel maggio del 2001 ha dato inizio ad una vertenza davanti al Tribunale di Vicenza-Sezione del lavoro, chiedendo l'accertamento del diritto alla costituzione della rendita ex articolo 13 della legge n. 1338 del 1992;
la causa si è conclusa con sentenza n. 61 del 7 marzo 2006, con la quale il Giudice ha così stabilito: 1) accerta che il ricorrente ha diritto a vedersi costituita la rendita vitalizia ex articolo 13 della legge n. 1338 del 1992 e conseguentemente accerta l'obbligo per l'INPS di costituire la relativa rendita consentendo l'esecuzione delle formalità di legge necessarie affinché questa possa essere costituita; 2) accerta che il ricorrente ha diritto al pagamento dell'indennità di mobilità ex articolo 7, comma 6, della legge n. 223 del 1991 e per effetto la illegittimità della sospensione della stessa da parte dell'INPS dal 18 dicembre 1999; 3) accerta il diritto del ricorrente a godere su tale importo degli interessi di legge;
da allora, all'interessato, non è stato ancora riconosciuto il diritto accertato dal Tribunale e il relativo pagamento del dovuto -:
quali iniziative intenda adottare affinché, in tempi rapidi, trovi applicazione, da parte dell'INPS, il dispositivo della sentenza in premessa citata.
(4-06286)
BORGHESI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
anche recentemente, e in diverse occasioni, i mezzi di informazione si sono interessati del perdurante stato di illegalità che affligge il settore della fornitura di servizi in appalto, nel settore pubblico e privato;
dalle notizie che arrivano dagli operatori del settore perdura, se non è addirittura in crescita, un stato di evasione contributiva e fiscale da parte di soggetti consorziati e cooperativi che operano nel settore della fornitura di servizi in appalto;
sovente si ricorre alla costituzione di consorzi di impresa di interposizione, ove la società di riferimento si limita ad assumere il contratto di fornitura al solo scopo di usufruire delle agevolazioni di legge, ma senza aver l'organizzazione lavorativa appropriata e dovendo necessariamente subappaltare l'effettuazione della commessa a piccole imprese e/o cooperative (a tal unico fine coinvolte nel consorzio medesimo): questo malcostume di fatto crea strutture che operano radicalmente al di fuori di qualunque indice di congruità, con evidente disapplicazione del CCNL di categoria;
per l'appunto, ultimamente si è constatato che primarie aziende stanno formando esse stesse simili tipologie di consorzi, invitando in un secondo momento le
società di servizi - senza le quali non sarebbero in grado di effettuare la prestazione prevista - ad aderirvi e richiedendo in contropartita il 20 per cento del costo dell'appalto;
tale perdurante situazione è fattore di potenziale aumento del numero di illeciti penali (riciclaggio di denaro e corruzione su tutti), civili e amministrativi, favorendo la delinquenza e al contempo rendendo più gravosa l'attività degli operatori onesti -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti;
se sono stati avviati controlli o fornite indicazioni particolari agli organi Ispettivi nazionali, regionali e provinciali, onde verificare e reprimere tale situazione di illegalità;
se gli organi del Ministero hanno in proposito valutato di estendere, con gli opportuni adattamenti, la normativa sugli appalti pubblici pure a quelli privati, al fine di contrastare il fenomeno dell'evasione contributiva e fiscale;
se siano in essere iniziative tese a strutturare, per i principali settori ed opere, gli indici di congruità relativi al rapporto tra quantità/qualità della prestazione (diretta o in appalto) e quantità delle ore lavorate e del numero di lavoratori, in modo da:
a) orientare gli interventi ispettivi delle diverse Istituzioni;
b) definire la genuinità dell'appalto stesso (con la conseguente possibile relativa revoca);
c) premiare con qualsivoglia beneficio economico e normativo coloro che operano nella piena legalità e nel completo rispetto delle regole paritarie del marcato.
(4-06289)
PELLEGRINO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la Keymat Industrie è una società appartenente al gruppo Parinvest SpA, operante nella progettazione e realizzazione di prodotti di tecnologia a schermo piatto e riproduzione digitale con nuova sede di produzione nella zona industriale di Nola (Napoli);
molteplici sono state le persone assunte dall'azienda per l'apertura della nuova sede di produzione di Nola sia attraverso un colloquio con i responsabili dell'azienda sia tramite la società di servizi Margf service srl con sede a Casoria (Napoli);
dal mese di dicembre 2006, i neo-dipendenti della Keymat Industrie, iniziarono ad essere retribuiti con enormi ritardi e dal mese di aprile 2007, non percepirono più lo stipendio ma solo degli acconti di 100/150 euro mensili;
nel mese di giugno 2007, l'organizzazione degli operai effettuò il primo sciopero, il quale subito rientrò in seguito alle rassicurazioni dei vertici dell'azienda che si impegnarono a pagare immediatamente gli stipendi arretrati. Impegno non mantenuto;
infatti, il 24 luglio 2007, i dipendenti effettuarono un nuovo sciopero e allo stesso tempo per essere tutelati si rivolsero al sindacato, il quale il 26 luglio 2007 aprì una vertenza con la Keymat Industrie attraverso l'invio di un primo fax;
lo sciopero e la vertenza, non graditi ai vertici aziendali, si conclusero con dei licenziamenti sui quali consta all'interrogante che siano sorte ulteriori controversie: in particolare, ai dipendenti così licenziati è stato impedito l'ingresso in azienda dagli uomini del servizio di vigilanza della Keymat -:
se il Governo intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di quanto anzi premesso e se confermato, ritenga opportuno disporre quanto necessario al fine di tutelare i diritti essenziali dei lavoratori.
(4-06299)
CASSOLA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
40 ex-impiegati di cui 23 italiani, residenti in Belgio, di Cit Sa Belgio licenziati in seguito al fallimento di CIT SA Belgio avvenuto il 30 maggio 2005 non hanno ad oggi ricevuto il pagamento degli ultimi stipendi e delle indennità di rottura contratto previste dalla legislazione Belga;
Cit Belgio Sa aveva fino al momento in cui fu sottoposta ad una situazione di tensione finanziaria, delle attività commerciali con un ottimo potenziale concentrate su tre rami: il Tour operator che organizzava viaggi verso l'Italia (15.000 clienti/anno), le agenzie business con varie società clienti e soprattutto con rappresentanze ufficiali presso le istituzioni europee (Commissione, Parlamento, eccetera) e le agenzie leisure ben impiantate nel territorio;
la Cit SpA è stata di recente acquistata ed è in fase di ristrutturazione -:
quali iniziative intendano assumere, secondo le rispettive competenze affinché, gli ex-dipendenti (alcuni dei quali ancora oggi senza lavoro) siano indennizzati come la legge belga prevede.
(4-06318)