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Allegato B
Seduta n. 275 del 19/2/2008
TESTO AGGIORNATO AL 21 FEBBRAIO 2008
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con i 60 mila euro della Regione Lombardia, la Provincia di Lodi affiderà
all'ex terrorista Susanna Ronconi il progetto «Lavoro debole» per l'inserimento nel mondo del lavoro di detenuti ed ex detenuti presenti sul territorio lodigiano;
a tale progetto la Ronconi collaborerà come consulente tramite l'associazione «Lo scarcere», a sua volta diretta da un'altra protagonista degli anni di piombo, Maria Grazia Grena, ex Comunisti organizzati per la liberazione del proletariato;
un anno fa, il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero chiamò Susanna Ronconi a far parte della Consulta nazionale sulle tossicodipendenze, costringendo la Procura di Roma ad aprire un'indagine su Ferrero in quanto la designazione risultava «illegittima» poiché l'ex terrorista è interdetta dai pubblici uffici -:
condividendo la volontà di reinserimento nella società ispirata al rispetto dei principi costituzionali, quali misure siano state messe in atto a sostegno delle famiglie colpite da atti di terrorismo.
(4-06295)
BONELLI e FRANCESCATO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
l'ente nazionale protezione animali segnala l'esistenza di un sito internet, denominato www.huntineurope.com, che commercializza safari di caccia in tutto il mondo. Il sito, che fa capo all'agenzia «Safari nel Mondo», parte a sua volta di «International Corporation Safari», offre la possibilità di acquistare dei pacchetti di viaggi dedicati all'esercizio della caccia e della pesca;
in particolare, nella pagina principale del sito sono evidenti alcune categorie, come il «Big Game» - ovvero la caccia grossa, per animali di grandi dimensioni, e lo «Small game», destinato principalmente ad avifauna. Per quanto riguarda il «Big game», vi è da sottolineare come esso si svolga in moltissimi stati africani come Sud Africa, Mozambico, Namibia, Zimbabwe, Benin, Burkina Faso, dove sopravvivono specie di particolare importanza a livello di conservazione mondiale. Il sito internet offre la possibilità di eseguire il download dei pacchetti offerti, destinati ad un ceto sociale medio-alto: per fare alcuni esempi, in Mozambico il pacchetto per la caccia a leopardo, leone, elefante ha un costo medio di 75.000 dollari. In Camerun il programma che prevede caccia a ippopotami, elefanti e leoni si aggira sui 27.500 euro. Uccidere un leopardo con l'ausilio dei cani costa 13.800 dollari. La vita di un orso polare, specie il cui status di conservazione è ormai critico, costa 29.000 dollari. Molte delle specie di cui si organizzano battute di caccia sono particolarmente protette a livello internazionale e figurano negli allegati I e II degli allegati CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale di specie in pericolo), come ad esempio elefanti, leoni e orsi polari. Alcune forme di caccia promosse dal sito Huntineurope.com comprendono anche alcuni «trofei», ovvero parti di animali come ad esempio pelli e corna, il cui commercio è severamente regolamentato e vietato dalla stessa convenzione CITES. Il sito internet è anche corredato di gallerie fotografiche che ritraggono cacciatori con gli animali da loro uccisi: leoni, leopardi, orsi, eccetera;
la sede della società è in Roma, anche se non è possibile risalire tramite il numero telefonico, all'esatta ubicazione. A capo, come risulta dallo stesso sito internet, vi è il signor Srdjia Dimitrijevic, nome già noto alle cronache per essere stato implicato nel caso Telekom Serbia come mediatore di vendita, e i cui seguiti sono ben noti alle cronache. Sul quotidiano Repubblica del 2 marzo 2001 nell'articolo «Affare Telekom Serbia: c'è un nuovo mediatore», si può leggere: «17 miliardi e rotti di "rimborso spese" versati dal braccio finanziario di Stet finirono dunque non a Skopjie, in Macedonia, ma a Srdjia Dimitrijevic, Olgiata, professore di botanica e primo "facilitatore" dell'affare Telekom». Vi sono anche numerosi siti internet che riportano alcune sedute di tribunali, dove il nome di Srdjia Dimitrijevic viene più volte citato. Alla Camera dei
deputati, nella commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Telekom Serbia è agli atti un'intera audizione del signor Dimitrijevic, pubblicata sul sito della Camera dei deputati -:
se, anche tramite la polizia postale, intenda verificare quanto descritto nella presente interrogazione, e quali iniziative intenda assumere nel caso in cui quanto descritto in premessa venga riscontrato.
(4-06296)
PEZZELLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da un decennio il cimitero consortile dei Comuni di Arzano-Casoria-Casavatore, ubicato sul territorio di Arzano, «scoppia» per mancanza di loculi nel camposanto. Tale emergenza, che rischia di diventare nel tempo emergenza sanitaria, è stata denunciata da anni in tutte le sedi istituzionali;
il Comune di Arzano, a tal proposito, sin dal 2001 ha deliberato e previsto nel cosiddetto piano di fabbricazione, la realizzazione di un cimitero autonomo;
nello stesso periodo, i comuni di Casoria e Casavatore furono anche invitati ad attivarsi per provvedere autonomamente in merito. Nel 2005 il Comune di Arzano approvò un project financing per la realizzazione del nuovo cimitero. Sul progetto, in odore di camorra, intervenne subito la Direzione distrettuale antimafia con un'inchiesta, tuttora in corso, che vede indagati amministratori ed imprenditori;
a seguito dell'inchiesta, il progetto venne «affossato» e accantonato, pur lasciando inalterata la volontà dell'Ente di costruirsi un proprio ed autonomo cimitero. Alla fine del 2005 e l'inizio del 2006, però, con l'approvazione del nuovo Prg, il Comune di Arzano decise di destinare l'area precedentemente prevista per la costruzione del nuovo cimitero, che è adiacente a quella del cimitero consortile ed i cui terreni sono parte integrante dell'inchiesta della Dda, alla cosiddetta «fascia di rispetto cimiteriale» del nuovo piano regolatore;
sull'«area-criminis», quindi, al di là degli aspetti relativi ad eventuali speculazioni e infiltrazioni della camorra, allo stato non è possibile costruire nulla. Nonostante, quindi, palesi e insormontabili problemi di tipo urbanistico che comporterebbe uno stravolgimento del Prg e, soprattutto in presenza di un'inchiesta della Dda non ancora ultimata, s'intende costruire su quest'area-criminis;
come riportato, infatti, in data 4 gennaio 2008 dal quotidiano Il Mattino, il Consorzio cimiteriale dei comuni di Arano-Casoria-Casavatore, ha approvato l'ampliamento del camposanto per una superficie di circa 12.600 mq e la realizzazione di nove campi di inumazione per complessivi 2.011 posti con la costruzione di 1.390 nuovi loculi, nonché la creazione di un parcheggio esterno di circa 2.250 mq. L'ampliamento del cimitero consortile ingloba praticamente tutta l'area, in territorio arzanese, destinata al project financing. In pratica, anche se con forme e modalità differenti, e soprattutto giustificando il tutto con un'emergenza creata ad hoc in questi anni, si intende realizzare sulla stessa area-criminis quello che non si è riusciti a fare con il project financing; tale progetto, ovviamente, deve ancora essere approvato dal Comune di Arzano, nel cui territorio insiste l'area cimiteriale. Questi aspetti, ed altri nebulosi aspetti che legano a doppio filo la politica arzanese sia al project financing che alla gestione del consorzio cimiteriale, sono stati già denunciati ripetutamente in varie interrogazioni parlamentari da diversi deputati e, più di recente, anche in due relazioni inviate dall'ex Ministro della sanità alla Commissione parlamentare antimafia;
nella generale situazione delle vicende arzanesi, appare comunque incredibile, oltre che illegittima, e paradossale, anche la gestione del cimitero consortile, dove in questi anni ci sono colate e colate di cemento senza che il Comune di Arzano,
competente per territorio, abbia mai rilasciato alcuna autorizzazione o licenza edilizia, né tanto meno, allo stato, esiste una sola deliberazione consiliare, un solo atto ufficiale o statuto con il quale il Comune di Arzano abbia delegato ogni potere e responsabilità di tipo urbanistico, oltre che gestionale, al Consorzio cimiteriale. Un'anarchia nell'applicazione delle norme in materia urbanistica che esula dalle competenze del Consorzio e dall'autonomia che allo stesso viene riconosciuto dalle leggi vigenti;
su questi delicati e particolari aspetti, tra l'altro, il Governo - per il tramite dell'apposita commissione di accesso- avrebbe il dovere di attivare subito gli organi preposti, in primis la Magistratura, per l'accertamento dei fatti e di ogni eventuale responsabilità. Si sottolinea, inoltre, che la gestione del Consorzio cimiteriale, per la parte di competenza del Comune di Arzano, dipende da un amministrazione la cui complessiva gestione dell'ente è tutt'ora al vaglio della Commissione d'accesso per infiltrazione della camorra. Altresì, sulla gestione del cimitero consortile, si annoverano anche le ombre relative ad un'inchiesta della Guardia di finanza per reati ambientali, le denunce alla Procura per il concorso di alcuni posti per amministrativi e, soprattutto, le tante segnalazioni e denunce per la compravendita di loculi fatte dai cittadini dei tre comuni interessati;
senza contare, infine, che nel 2007 ad Arzano è stato ucciso uno dei boss della camorra considerato il factotum nel cimitero consortile ed attivo «protagonista» in quel consiglio comunale scandalo che approvò il project financing del nuovo camposanto. Al di là, quindi, della pur oggettiva carenza di loculi e dei timori per i rischi igienico-sanitari derivanti dalla situazione che si è venuta a creare, il cimitero consortile è in emergenza, ma sotto altri aspetti, va considerato anche che dei tre comuni che vi partecipano, il Comune di Casoria è stato già sciolto da due anni per infiltrazione della camorra, quello di Arzano è tuttora al vaglio di una Commissione d'accesso per gli stessi motivi, così come riflettori sono puntati anche su quello di Casavatore -:
quali azioni intendano adottare i ministri interrogati per evitare eventuali speculazioni edilizie in violazione delle leggi vigenti o in odore di camorra, e nel contempo, per scongiurare tutti i rischi derivanti da possibili emergenze igienico-sanitarie;
se il Ministro dell'interno dopo aver preso visura presso la Procura e la Dda, di tutte le inchieste sulla gestione cimiteriale, voglia valutare l'opportunità di un commissariamento del Consorzio cimiteriale Arzano-Casoria-Casavatore;
se il Ministro dell'interno intenda sensibilizzare il Commissario prefettizio del Comune di Casoria ed il sindaco di Casavatore ad attivarsi ed attrezzarsi per individuare sul loro territorio nuove aree per la costruzione di autonomi cimiteri, nel pieno rispetto della volontà popolare dei comuni interessati.
(4-06301)
SAMPERI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'interno, d'intesa con il Ministero della giustizia, individua i Comuni quali responsabili delle spese di mantenimento dei minori immigrati non accompagnati cui è stata assegnata la tutela e per i quali non è stata avanzata richiesta dì asilo;
per tali minori è previsto l'inserimento in istituti o Case alloggio aventi - quanto alla regione siciliana - i requisiti di cui alla legge regionale n. 22 del 1986 con una retta giornaliera pari ad euro 1.375,69 quale quota fissa ed euro 23,69 quale quota giornaliera per 330 giorni con un costo annuo complessivo di euro 24.320,583 per ogni minore;
tali spese, basate su progetti elaborati dagli enti locali, sono inoltrate, per il tramite della Prefettura, ad una apposita commissione del Ministero dell'interno la quale delibera annualmente il conferimento
diretto delle risorse disponibili su apposito capitolo del Fondo nazionale per le politiche e servizi d'asilo;
la succitata direttiva e la conseguente circolare hanno allarmato fortemente l'interrogante in quanto data l'entità del fenomeno, molti enti locali rischiano il dissesto finanziario, essendo costretti ad anticipare somme per conto dei vari Ministeri (esperienza dei tribunali docet) senza avere certezza né dei tempi né dell'entità dei relativi trasferimenti nazionali;
è angosciante la situazione di tanti Comuni ove insistono diverse comunità alloggio e altre ne stanno sorgendo ad hoc;
molti virtuosi Comuni italiani, dopo il lavoro effettuato per ridurre i ricoveri dei minori residenti, dopo i successi ottenuti in tal senso grazie all'implementazione di azioni innovative per la famiglia, si ritroveranno ad affrontare un problema dalle dimensioni indefinite e comunque crescenti che vanificherà tutti gli sforzi sinora fatti -:
quali misure il Ministro intenda adottare affinché tale direttiva venga rivista e modificata.
(4-06306)
DE ANGELIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il tre e il quattro aprile 2005 si tennero in Ercolano le consultazioni elettorali per l'elezione diretta del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale;
per la lista n. 10 (Partito dei Comunisti Italiani) risultava eletto il signor Impagliazzo Leonardo, nato a Ercolano il 19 novembre 1945;
al fine di procedere alla convalida degli eletti il predetto, in data 11 maggio 2005, sottoscriveva «dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà», autenticata da pubblico ufficiale, nella quale dichiarava, tra l'atro, «di non trovarsi in alcuna delle condizioni di ... incompatibilità previste dal decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000 ... » (v. allegato n. 1);
nella prima seduta del Consiglio Comunale del 16 maggio 2005, il Presidente dell'Assemblea, nel mettere ai voti la proposta di deliberazione di convalida degli eletti, evidenziava ai presenti che «dagli atti risulta che il Sindaco e tutti i Consiglieri eletti hanno sottoscritto la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà relativa all'insussistenza di motivi che determinano l'ineleggibilità, l'incompatibilità e la nullità dell'elezione a consigliere comunale» (v. premessa della deliberazione di convalida degli eletti del 16 maggio 2005);
soltanto sulla base di tale «dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà», senza ulteriori accertamenti, il Consiglio Comunale, «visto che nessun Consigliere risulta trovarsi nelle condizioni di ineleggibilità, incompatibilità e nullità», deliberava di convalidare la elezione alla carica di consigliere comunale di quelli proclamati eletti dall'Ufficio Centrale e, tra essi, del suddetto Impagliazzo;
invece, alla data in cui veniva resa da quest'ultimo la menzionata dichiarazione pendeva tra il medesimo e il Comune di Ercolano giudizio innanzi al TAR Campania-Napoli, avente ad oggetto l'annullamento del bando di selezione pubblica per la copertura di n. 8 posti di specialista di vigilanza P.M ... nonché della delibera di G.M., n. 431/2000 e delle determine dirigenziali n. 2202/00 e 1570/00 e, quindi, tale pendenza di lite concretizzava la ipotesi di incompatibilità di cui all'articolo 63, comma 1, n. 4) del decreto legislativo n. 267 del 2000;
pertanto, nella dichiarazione su citata, l'Impagliazzo aveva falsamente dichiarato la insussistenza di cause di incompatibilità, integrando, tale comportamento, il delitto di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, previsto e punito dall'articolo 483 del codice penale (cfr. ex plurimis Cass. Pen, sez. I. n. 22888/2006, Cass. Pen. n. 35163/2005); né l'abrogazione delle disposizioni contenute nella legge n. 15/1968 (attuata, da ultimo, dall'articolo 77 del decreto
legislativo n. 445/2000), in seguito alla quale la sottoscrizione della dichiarazione sostitutiva di atto notorio non deve più essere autenticata dal pubblico ufficiale, non fa venir meno il citato reato di falso laddove, come nel caso che ne occupa (v. allegato n. 1), vi sia stata comunque l'autenticazione della firma da parte del pubblico ufficiale (cfr. Cass. Pen. n. 24872/2005);
con nota del 16 maggio 2005 - e, quindi, undici-giorni dopo la proclamazione degli eletti da parte dell'Ufficio Centrale - l'Impagliazzo dichiarava di rinunziare al ricorso pendente innanzi al TAR Campania, con espressa riserva «di formalizzare l'atto relativo nella competente sede giudiziaria» (v. allegato n. 2);
tale formalizzazione giammai avveniva nel corso del processo per cui il giudice amministrativo non ne dichiarava l'estinzione per avvenuta, rinunzia nei confronti dell'Impagliazzo, anzi nella sentenza che definiva il giudizio (n. 802/07 del 25 gennaio 2007 - v. allegato n. 3) veniva indicato come «parte» anche questi;
l'articolo 46 del regio decreto n. 642/1907, espressamente richiamato dall'articolo 19 della legge istitutrice dei TAR n. 1034/1971, prescrive che la rinuncia al ricorso deve essere effettuata «mediante dichiarazione sottoscritta dalla parte o dall'avvocato munito di mandato speciale e depositata nella segreteria» dei giudice della lite. In proposito il Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria, con sentenza n. 8 del 24 giugno 2004, ha precisato che «stante la necessità di assicurare certezza alle posizioni processuali, nel giudizio amministrativo la lite va ritenuta pendente fin quando la rinuncia alla stessa, pur ritualmente notificata alle parti, depositata in segreteria, non si sia perfezionata con la sentenza di presa d'atto (detta rinunzia), da parte del giudice»;
avverso la predetta sentenza del TAR Campania proponeva appello l'Ente Locale, per cui, attualmente, tra l'Impagliazzo e il Comune di Ercolano pende giudizio innanzi al Consiglio di Stato e tale pendenza di lite concretizza ulteriormente la condizione di incompatibilità prevista dall'articolo 63 del TUEL n. 267/200;
in data 11 luglio 2007 e, quindi, dopo sei mesi dal deposito della sentenza succitata, l'Impagliazzo notificava al Comune di Ercolano atto di rinunzia, che veniva depositato presso la segreteria del giudice che aveva pronunziato la predetta sentenza, con il quale dichiarava di rinunziare al ricorso «già pendente» (!), di rinunziare agli effetti della sentenza stessa e di rinunziare alla costituzione nel giudizio pendente innanzi al Consiglio di Stato;
tale rinunzia non può avere alcun efficacia in ordine alla eliminazione della incompatibilità su menzionata, dal momento che: a) il giudizio non era più pendente perché definito con la sentenza citata; b) l'Ente Locale, con determinazione dirigenziale n. 01/21/60 del 2 marzo 2007 (v. allegato n. 4) - e, quindi, due mesi prima della rinunzia -, aveva dato esecuzione alla sentenza del TAR n. 802/07 quindi, la stessa aveva già prodotto i suoi effetti; c) la rinuncia alla costituzione in appello non è rimedio idoneo a rimuovere la lite pendente e, quindi, a far venir meno la situazione di incompatibilità (per un caso identico cfr. Cass. Civ. n. 415/1989);
allo stato, quindi, pende lite tra il Comune di Ercolano e l'eletto Impagliazzo -:
se, sussistendo la ipotesi di incompatibilità di cui all'articolo 63, comma 1, n. 4) del decreto legislativo n. 267 del 2000, ritenga legittimo che Impagliazzo Leonardo continui ad esercitare la funzione di Consigliere Comunale di Ercolano;
quali provvedimenti si intendano adottare anche ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del testo unico degli enti locali perché cessi tale stato di illegittimità e illegalità e, quindi, venga ripristinato lo stato di corretto funzionamento del Consiglio Comunale di Ercolano.
(4-06317)
SCOTTO e DE ANGELIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nelle elezioni amministrative del 28 e 29 maggio 2006 è stato rieletto sindaco di Pignataro Maggiore (Caserta) Giorgio Magliocca che è riuscito a prevalere per soli 7 voti sul candidato sindaco di «Unione popolare per Pignataro», Raimondo Cuccaro;
il sindaco Magliocca risulta fortemente implicato in una serie di fatti e circostanze che fanno fortemente dubitare della correttezza e trasparenza della sua gestione della cosa pubblica, in particolare nel settore della rimozione dei rifiuti;
Magliocca, infatti, risulta che già nella precedente campagna elettorale del 2002, abbia incontrato presso il ristorante Ebla di Tiflisco il camorrista Lello Lubrano (successivamente assassinato in un agguato camorristico) per presumibilmente, patteggiare sulla futura attività amministrativa;
Magliocca, poi, risulta in stretti rapporti politici e di affari con il presidente della società «ECO/4» Giuseppe Valente, recentemente arrestato per truffa;
infatti è noto che l'attuale sindaco, l'attuale vicesindaco Piergiorgio Mazzacuollo, che pure precedentemente aveva accusato Magliocca di collusione con la camorra, si sono incontrati a Mondragone (Caserta) con il presidente «ECO/4» prima della campagna elettorale del 2006 per concordare le condizioni dell'appoggio politico al candidato sindaco da parte di Valente;
già in precedenza la società «ECO/4» aveva ottenuto, attraverso affidamento diretto, senza cioè gara di appalto, il servizio di raccolta rifiuti a Pignataro per un ammontare di spesa di 550.000 euro, ritenuto comunemente così esagerato che persino il commissario prefettizio Paolino Maddaloni, che pure era candidato sindaco di Forza Italia e Polo delle Libertà a Caserta, subentrato nella gestione del comune nel 2003, ritenne opportuno dimezzare la spesa per la raccolta dei rifiuti portandola a 255.000 euro;
nel maggio 2006, appena rieletto Magliocca, la spesa ritorna a 550.000 euro e il servizio viene affidato alla ex «ECO/4» divenuta nel frattempo consorzio «CE 4 Egea spa», mentre nel vicino comune di Calvi Risorta, lo stesso servizio, affidato dopo la liquidazione della «ECO 4» ad una ditta di Orta di Atella, costa la metà per una città di pari caratteristiche;
poco prima della campagna elettorale del 2006, nel novembre 2005 la «ECO 4» che era già in stato di dissesto, opera alcune assunzioni, senza selezione pubblica, di persone di Pignataro Maggiore come il nipote dell'assessore Magliocca Giovanni;
l'affidamento diretto del servizio alla società «ECO 4» prima e «Egea» poi viene operato attraverso ordinanze palesemente illegittime;
infatti a quanto consta all'interrogante in particolare l'ordinanza sindacale n. 100 del 1o ottobre 2006 è stata emessa: in difetto del carattere di urgenza; in mancanza della valutazione tecnica di congruità o/e del parere del competente ufficio tecnico; senza prevedere garanzie per la correttezza del servizio; senza richiedere la dimostrazione della capacità tecnica e finanziaria (esempio Iscrizione all'albo dei trasportatori di merci per conto terzi);
come prevedibile, il servizio è stato inefficiente e discontinuo tanto che il comune ha incaricato altre ditte per la rimozione dei rifiuti, sopportando un ulteriore onere economico di decine di milioni, tra l'altro affidando ancora una volta il servizio senza fare ricorso a gare, invocando una straordinarietà inesistente per il ripetersi costante dell'evento;
è anche interessante notare che l'amministratore delegato della ex società ECO 4 era, nel periodo preelettorale, l'attuale consigliere di maggioranza D'Alonzo Francesco, il quale si è dimesso da amministratore
delegato solo dopo che è stato eletto, in palese violazione, dell'articolo 60 del decreto legislativo n. 267 del 2000 che prevede ai fini dell'eleggibilità l'obbligo di dimissioni in società controllate dal comune almeno 30 giorni prima delle elezione proprio per evitare un indebito vantaggio politico;
tra l'altro D'Alonzo è anche, attualmente, dirigente di una società di vigilanza privata detta Proter, la quale è riuscita a collocare il proprio personale di vigilanza presso ditte alle quali ha dato incarichi diretti il comune, in particolare nel settore rifiuti, come la «cosmer» e la stessa «ECO 4»;
anche le somme pagate dal comune per i siti di trasferenza dei rifiuti sono ingiustificate perché le pesate dei rifiuti non avvengono su pesa pubblica e molte pesate superano di gran lunga la portata massima indicate dalle carte di circolazione dei mezzi di trasporto -:
se, non ritenga, come appare evidente all'interrogante, alla luce dei fatti esposti in premessa, che sussistano le condizioni previste dalla legge affinché la prefettura di Caserta debba disporre l'invio di una commissione di accesso presso il comune di Pignataro Maggiore, per verificare l'operato dell'Amministrazione Magliocca ai fini previsti dall'articolo 143 del testo unico degli enti locali.
(4-06319)
DI SALVO, LEONI, FUMAGALLI, BANDOLI, BUFFO, ZANOTTI, NICCHI, SASSO, TRUPIA, D'ANTONA, SCOTTO, AURISICCHIO, ATTILI, LOMAGLIO, MADERLONI, PETTINARI, ROTONDO e CIALENTE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
dalla stampa si apprende che in un ospedale napoletano ha fatto irruzione la polizia - l'11 febbraio 2008 - in occasione di una interruzione di gravidanza praticata ai sensi della legge 194;
l'iniziativa ha avuto caratteri di inusitata durezza, tali da non rispettare nemmeno i canoni minimali della tutela della privacy, della riservatezza del rapporto tra medico e paziente, del rispetto umano di chi si trova certo in condizioni di grave difficoltà psicologica;
l'irruzione si sarebbe addirittura conclusa - a quanto risulta - con il sequestro del feto;
l'iniziativa si è mostrata totalmente priva di fondamento, essendo state rispettate nella fattispecie le prescrizioni di legge;
l'iniziativa dell'irruzione e delle sue modalità peraltro risale - a quanto è dato sapere - all'ordine del magistrato più che all'autonoma iniziativa delle forze dell'ordine;
appare agli interroganti di essere di fronte a comportamenti di un oscurantismo medioevale e venati di uno spirito inquisitorio più ossequiente verso veri o presunti interrogativi morali più che all'osservanza e all'applicazione della legge dello Stato;
si segnala la pressante esigenza di tutelare la laicità dello Stato, come elemento fondativo e strutturale di una serena e civile convivenza;
è preoccupante il clima che si avverte nel Paese, segnato da continue e pesanti interferenze delle gerarchie ecclesiastiche;
la preoccupazione aumenta ancora all'avvicinarsi di una difficile campagna elettorale -:
quale sia la valutazione sull'accaduto;
quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare che in futuro siffatti episodi abbiano a ripetersi;
se il Ministro della giustizia non intenda disporre una immediata ispezione, e comunque assumere tutte le iniziative utili ad evitare che in futuro i magistrati
agiscano o irrompano su terreni così delicati e privati in contrasto aperto, secondo gli interroganti, con lo spirito e la lettera delle leggi dello Stato.
(4-06322)
ZANELLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'11 febbraio 2008 alcuni agenti del Commissariato Arenella hanno fatto irruzione, senza alcun mandato per quanto risulta all'interrogante, nel reparto di IVG del II Policlinico di Napoli, motivando di aver notizia di reato di «feticidio»;
si trattava di un aborto terapeutico alla IV settimana regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito l'intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto;
nella relazione del primario, Carmine Nappi, si legge che «il feto presentava un'alterazione cromosomica», dunque se la gravidanza fosse stata portata a termine ci sarebbe stato il 40 per cento di possibilità di un deficit mentale e la donna ha presentato un certificato psichiatrico della stessa struttura universitaria sul rischio di «grave danno alla salute psichica», che ha autorizzato l'intervento;
i medici, presi forse alla sprovvista da quell'inedito agire della forza pubblica, hanno tentato di tutelare la donna, senza però riuscire ad evitarle l'interrogatorio nella delicata fase del risveglio dall'anestesia (momento ancor più difficile dal punto di vista psicologico a causa dell'operazione eseguita), ed, inoltre, non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente;
gli agenti hanno poi chiesto alla vicina di letto della donna di testimoniare in quel momento, altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice -:
se il Governo non consideri urgente attivarsi affinché siano fatti immediatamente tutti gli accertamenti per individuare quali siano le responsabilità di questa irruzione priva di fondamento e delle sue modalità aggressive ed eccessivamente invasive;
se il Governo non ritenga necessario intervenire nei modi che gli sono propri, affinché questo fatto non capiti più e venga ripreso il filo di un confronto più serio e responsabile sulla salvaguardia della libertà delle donne e della concezione laica dello Stato, in modo da dissipare, nel più breve tempo possibile, il clima inquisitorio che fatti come questo stanno diffondendo in questi ultimi mesi.
(4-06323)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dei trasporti, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa dell'11 febbraio 2008 si viene a conoscenza dell'ennesimo episodio di patenti di guida false in possesso di automobilisti che circolano liberamente sulle nostre strade;
l'ultimo episodio in ordine di tempo vede coinvolto un cittadino albanese che, residente a Montecchio con regolare permesso di soggiorno e un impiego stabile, dopo essere stato fermato per un controllo dalla polizia municipale della Val D'Enza è stato trovato in possesso di una patente di guida abilmente falsificata senza segni evidenti di falsificazione;
l'automobilista, è stato trovato in possesso di patente rilasciata in Albania completamente falsa, anche se contraffatta in modo perfetto;
in seguito, è scattata nei confronti del giovane albanese una denuncia per guida senza patente, falso in atto pubblico e ricettazione in concorso;
poco tempo prima è scattata analoga denuncia nei confronti di un altro cittadino del Ghana in possesso di regolare permesso di soggiorno, impiegato, in una ditta della zona e con residenza fissa;
generalmente i conducenti dei veicoli sono stranieri residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno;
lo scorso anno, nel solo comune di Montecchio, sono state ritirate ben 15 patenti false e lo stretto susseguirsi degli episodi farebbe supporre l'esistenza di una centrale di contraffazione;
il fenomeno della contraffazione dei documenti, secondo quanto riferiscono gli inquirenti, è in forte espansione, in particolare tra gli extracomunitari che in questo modo pensano di regolarizzare la loro posizione o di trovare facili scappatoie per affrontare problemi come quello della patente di guida, importante per loro, ma assai pericoloso, con queste soluzioni, per gli altri-:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle reali dimensioni del fenomeno denunciato;
quante denunce siano state fatte negli ultimi tre anni per possesso di patenti false e il numero percentuale delle denunce a carico di cittadini italiani e di stranieri;
quanti centri di contraffazione siano stati smantellati e quante agenzie o autoscuole siano risultate coinvolte nelle operazioni di falsificazioni e quali misure siano state adottate;
se i Ministri in indirizzo ritengano sia necessario riservare una particolare attenzione agli extracomunitari al volante e quali concrete misure ritengano di poter intraprendere al riguardo per quanto di competenza.
(4-06330)