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Allegato B
Seduta n. 275 del 19/2/2008
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SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
PORETTI, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il New York Times ha fatto analizzare i cibi serviti in 20 ristoranti prestigiosi della «grande mela» (New York, USA) e ha scoperto che i livelli di metallo presenti nel pesce sono fuori norma. In particolare è stato rilevato troppo mercurio nel sushi: oltre 49 microgrammi del pericoloso metallo in una porzione da sei, cioè 8,1 microgrammi per porzione;
la quantità di mercurio nei pesci è di 0,5 milligrammi per chilogrammo di prodotto ad eccezione di una serie di prodotti (aguglia imperiale, anguilla, granatiere, ipoglosso, luccio, lupo di mare, molva azzurra, mustella, palamita, palamita bianca, palombo, pesce sciabola, pesce spada, pesce specchio atlantico, pesce vela, ruvetto, rana pescatrice, razze, scorfano, spigola, tutti i tipi di squalo, storione, tirsite, tonno) il cui livello massimo si raddoppia al valore di 1 milligrammo per chilogrammo;
il mercurio può portare alterazioni nello sviluppo cerebrale dei bambini e, ad un livello più alto, alterazioni neurologiche negli adulti. La fonte principale di assunzione del mercurio è il pesce ed i prodotti della pesca;
riportando la notizia, l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha dichiarato di aver scritto una lettera al ministro della salute, Livia Turco, per sapere quanti e quali controlli sono stati effettuati in Italia e quali sono stati i risultati -:
se i ministri siano a conoscenza di questa situazione e quanti e quali controlli siano stati effettuati in Italia sui prodotti della filiera peschiera e con quali risultati;
se i ministri non ritengano di aumentare i controlli per verificare l'eventuale presenza di mercurio nei prodotti sopracitati.
(4-06290)
JANNONE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni i Nas, con un totale di 1.600 uomini, hanno svolto ispezioni in tutti gli ospedali d'Italia per verificare il rispetto della normativa vigente in ambito di rispetto dei parametri standard di igiene e di efficienze strutturali;
su 854 nosocomi visitati, ben 417 sano stati sanzionati. Disastrosa è la situazione del Sud con la Calabria (36 irregolari su 39) e la Sicilia (67 su 81), dove i rifiuti si accatastano nei corridoi, è stata rilevata muffa e ruggine nelle stanze e nei corridoi, gli impianti non sono a norma, le apparecchiature non funzionano, i medici risultano spesso assenti;
in Toscana, dove la sanità è considerata «fiore all'occhiello» della struttura regionale, la metà dei nosocomi non ha superato l'esame;
a titolo informativo:
è stata rilevata sporcizia nel Presidio di Brescia, agli ospedali Riuniti di Bergamo, nella struttura di Desenzano sul Garda;
sono sudici i locali dove si preparano i pasti per il Civile di Ascoli Piceno e per il Villa San Pietro di Roma;
al Civile di Gorizia piove nei reparti e sono state contestate le condizioni della farmacia interna;
carenze igienico-sanitarie per la Mangiagalli di Milano, il Niguarda e l'Istituto ortopedico Galeazzi;
all'azienda ospedaliera di Pavia e al Sant'Antonio Abate di Gallarate è stata contestata l'ordinaria pulizia della cucina;
muri scrostati e piastrelle rotte sono stati trovati a Medicina generale e Ostetricia del Civile all'Isola d'Elba;
al San Salvatore di Pesaro non funziona l'impianto antincendio;
al San Giacomo e all'Israelitico di Roma non è a norma l'impianto elettrico;
al Sud il quadro è ancora più catastrofico: dopo le ispezioni dei Carabinieri, sono state disposte numerose chiusure di reparti e sale operatorie per ordine delle stesse direzioni sanitarie. È accaduto al Civico, a Policlinico e al Cto di Palermo;
agli Ospedali Riuniti di Foggia sono state riscontrate carenze igienico strutturali quali infissi obsoleti, servizi igienici non adeguati, intonaci scrostati e tracce di umido, lavori in corso nei reparti di degenza in attività;
al Santobono di Napoli mancano i posti letto e così sono stati aggiunti letti in camere dove dovrebbero essere ricoverati solo quattro pazienti;
al Fatebenefratelli di Napoli è scomparso il locale malattie infettive, al Moscato di Aversa non sono disponibili i macchinari per lavare le «padelle»;
al Moscato di Castellammare di Stabia manca il carrello per la gestione delle emergenze con defibrillatore;
in Sardegna su 45 strutture ben 32 sono risultate fuori norma, nella maggior parte dei casi le contestazioni hanno riguardato l'omesso adeguamento strutturale dei reparti;
riguardo alla Clinica universitaria di medicina generale di Sassari, i Carabinieri verbalizzano testualmente: La struttura sarà segnalata all'assessorato per la mancanza dell'impianto di ossigeno centralizzato, servizi igienici carenti in relazione al numero dei degenti, le precarie condizioni igienico-sanitarie strutturali (riscontrata la presenza di insetti-blatte) di un deposito di materiali del centro ipertensivo nonché la presenza di rifiuti nel cortile -:
quali azioni siano allo studio per migliorare la situazione igienico-sanitaria e strutturale degli ospedali italiani così da poter garantire ai pazienti e agli operatori adeguati standard medico sanitari, in linea con le normative vigenti in materia.
(4-06297)
PORETTI, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
sul quotidiano La Stampa del giorno 5 febbraio 2008 nell'articolo «Odissea per una pillola» di Franca Amabile si legge che la giornalista prima di riuscire ad ottenere la pillola del giorno dopo si è
vista negare la prescrizione della ricetta per comprarla in farmacia più volte e in vari ospedali di Roma poiché i medici si dichiaravano obiettori di coscienza;
all'inizio dello scorso gennaio L'Aduc ha denunciato l'ostracismo di un medico nella prescrizione della pillola del giorno dopo, farmaco per la contraccezione d'urgenza. Un medico di guardia di Porto Empedocle (Agrigento) ne ha negato, infatti, la prescrizione dichiarandosi obiettore di coscienza. La persona che l'aveva richiesta lo ha aggredito ed ha ottenuto cosi' la ricetta ma, nel contempo, si e' beccata una denuncia per minacce, lesioni e violenza ad un incaricato di pubblico servizio;
non esistendo il diritto all'obiezione di coscienza per la prescrizione di un farmaco, il rifiuto, da parte di un persona in pubblico servizio, è - ad avviso degli interroganti - un reato (omissione di atti d'ufficio e soccorso) in quanto commesso al fine di realizzare un proprio interesse traendone un utile;
la cosiddetta pillola del giorno dopo, non è abortiva e la sua efficacia è massima nelle prime 12 ore dal rapporto e si dimezza ogni 12 ore;
per evitare il ripetersi di queste difficoltà a danno di numerose donne, specie immigrate e adolescenti, con un'interpellanza, un'interrogazione e con un emendamento nella precedente Finanziaria (http://www.donatellaporetti.it/comu:php?id=777) la prima firmataria del presente atto aveva chiesto e cercato di introdurre l'abolizione dell'obbligo di ricetta, non ripetibile, come già succede negli Usa e in gran parte dei Paesi Ue (Francia, Gran Bretagna, Belgio, Grecia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svezia). In molti Paesi, tra cui la Francia è addirittura disponibile gratuitamente nell'ambito di progetti specifici per le ragazze minorenni e a scuola;
la stessa proposta è divenuta una petizione dell'Associazione Coscioni per chiedere al Ministro della salute di abolire l'obbligo di ricetta medica per la pillola del giorno dopo;
anche nella mozione per la procreazione cosciente e responsabile (Mozione 1-00276 di lunedì 28 gennaio 2008: http://www.donatellaporetti.it/mozi.php?id=792), presentata a prima firma della prima firmataria del presente atto e sottoscritta da altri 14 deputati, si chiede l'impegno del Governo a eliminare l'obbligo di ricetta per la pillola del giorno dopo e prevedere la disponibilità gratuita per le adolescenti -:
quali provvedimenti il Ministro della salute ritenga di prendere per evitare le ripetute violazioni della legge da parte dei medici che si rifiutano di prescrivere la pillola del giorno dopo invocando l'obiezione di coscienza;
se non ritenga opportuno introdurre anche in Italia quello che ormai avviene in quasi tutti i Paesi d'Europa: l'acquisto della pillola del giorno dopo in farmacia senza ricetta medica, per chiunque in forma anonima e in distribuzione gratuita per le minorenni.
(4-06308)
LONGHI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la Curia sta intervenendo pesantemente contro la legge sull'aborto approvata trent'anni fa dal Parlamento italiano e confermata dal popolo italiano, che ha respinto, a grande maggioranza, la richiesta di abrogazione formulata in un referendum;
il direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara ha proposto la moratoria sull'aborto e in questa crociata antiabortista è accompagnato dalla senatrice del Partito Democratico Paola Binetti;
ad avviso dell'interrogante da sempre la Chiesa cattolica ha operato ideologicamente e praticamente contro la legge 194/78;
in ospedali ad indirizzo cattolico spesso non si applica la 194/78;
negli ospedali genovesi a conduzione cattolica come il Galliera ed il Gaslini, pur
essendo presenti reparti di maternità e ostetricia, non si pratica l'aborto previsto da una legge dello Stato;
l'ospedale Galliera ha ricevuto nel 2007 ben 119 milioni di euro dalla Regione Liguria, e il Gaslini ben 121 milioni sempre dalla Regione Liguria e ne riceverà altri 40, così come previsto dal decreto fiscale collegato alla finanziaria 2008;
la Regione è intenzionata a finanziare la realizzazione del «nuovo Galliera»;
circola la notizia che, in tutte e due le strutture, i ginecologi siano obiettori di coscienza;
appare strano che «casualmente» tutti i ginecologi assunti nelle due strutture ospedaliere siano obiettori;
si potrebbe ipotizzare, se così fosse, che al momento dell'assunzione, siano state fatte indagini atte a conoscere le opinioni in materia di legge 194 o successivamente, siano state fatte pressioni atte ad indurli all'obiezione di coscienza;
all'interrogante risulta che almeno tre ginecologi del Galliera non siano obiettori di coscienza, mentre non si conosce la situazione del Gaslini;
il Ministro Turco, secondo notizie di stampa, ha recentemente manifestato l'esigenza di garantire - attraverso un accordo Stato-Regioni - la presenza «in ogni distretto di almeno un medico non obiettore» -:
quali e quanti siano gli ospedali in Italia in cui di fatto non si applica la legge 194/78;
quali di questi ospedali siano ispirati o gestiti dalle gerarchie ecclesiastiche cattoliche;
se ritenga che in questi ospedali siano garantiti i livelli essenziali di assistenza;
se le «eventuali» discriminazioni nei confronti di medici non obiettori, possano essere oggetto di indagini da parte del Ministero della salute e/o della magistratura ordinaria;
se vi sia rispetto della privacy nell'assunzione dei ginecologi nelle strutture sanitarie;
perché al Galliera non si applichi la legge 194/78, nonostante esista il personale idoneo;
se ritenga giusto che lo Stato finanzi presidi sanitari, che, di fatto, ad avviso dell'interrogante, non applicano le leggi dello Stato.
(4-06320)
PORETTI, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è attualmente in corso un'iniziativa nonviolenta, che vede diverse decine di persone impegnate in un digiuno di dialogo rivolto al Ministro della salute, tra cui l'europarlamentare Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni e Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani. L'iniziativa è volta a sollecitare il ministro ad emanare urgentemente il decreto di aggiornamento delle linee guida della legge 40 un atto dovuto nei confronti dei pazienti e delle cliniche di fecondazione assistita, un atto possibile anche nella fase in cui le Camere sono sciolte e il Governo è dimissionario, ma che resta in carica per gestire il disbrigo degli affari correnti;
l'iniziativa era stata sospesa dopo un incontro con il Ministro della salute, avvenuto il 7 febbraio 2008, ed è poi ripresa dopo 48 ore per continuare a sollecitare il ministro;
la legge 19 febbraio 2004, n. 40 concernente norme in materia di procreazione medicalmente assistita (pubblicata su Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004) al comma 3 dell'articolo 7 prevede che: «Le linee guida sono aggiornate periodicamente, almeno ogni tre anni, in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica, con le medesime procedure di cui al comma 1.»;
il Ministero della salute con decreto del 21 luglio 2004, pubblicato in Gazzetta Ufficiale
n. 191 del 16 agosto 2004, ha adottato le linee guida contenenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita;
il Ministro della salute ha preannunciato di avere già acquisiti i pareri tecnici dell'Istituto superiore, di sanità e del Consiglio superiore di sanità;
il termine dei tre anni risulta ampiamente scaduto;
il divieto della diagnosi preimpianto e l'impianto obbligatorio dei tre embrioni non sono presenti nella legge ma nelle sue attuali linee guida;
già lo scorso settembre il tribunale civile di Cagliari con decisione ha ammesso la diagnosi preimpianto nel pieno rispetto del principio intangibile della tutela della salute (articolo 32 della Costituzione italiana), accogliendo l'istanza di una donna, portatrice sana di betatalassemia, per la diagnosi preimpianto nel suo embrione congelato e disponendone l'esecuzione in un centro ospedaliero, ritenendo illegittime le linee guida della legge 40/04, e disapplicando le stesse;
il 19 dicembre 2007, il tribunale di Firenze, con un'ordinanza ha rilevato che «l'articolo 7 della legge 40 delegava al Ministro della sanità la emanazione di un decreto di definizione di linee guida contenenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, e non lo autorizzava ad introdurre nuove disposizioni di legge ulteriori alle disposizioni contenute nella legge 40 stessa. Si trattava cioè di un tipico atto di normazione secondaria emanato dal Ministro a carattere non innovativo ma esecutivo»: Ritenendo che «per i principi che governano la normazione secondaria tale regola creata ex novo col regolamento ministeriale abbia costituito una fattispecie di divieto non previsto dalla legge, in contrasto coi principi della legge stessa, in contrasto coi principi costituzionali e da disattendere ex articolo 5 legge 20 marzo 1865 n. 2248 allegato E». Il Giudice di Firenze ha ordinato di eseguire la diagnosi preimpianto e di crioconservare gli embrioni malati di una coppia che rischiava di trasmettere una grave malattia genetica (la esostosi, malattia che porta all'accrescimento della cartilagine delle ossa);
la citata Ordinanza di Firenze, ha inoltre, sottolineato che «Il Ministro viceversa ha creato un ulteriore divieto normativo aggiungendo ulteriori commi all'articolo 13 con ciò violando il principio di legalità nonché le regole che presiedono alla gerarchia delle fonti e ai limiti del potere regolamentare ministeriale (articolo 17 legge 400 del 1988) oltrechè ledendo il principio di tassatività che sovrintende la creazione del precetto penale (l'articolo 13 infatti qualifica come reato il comportamento violativo dei precetti contenuti nello stesso articolo);
la recente Sentenza Tar del 21 gennaio 2008 n. 398, ha annullato le linee Guida ministeriali (decreto ministeriale 21 luglio 2004) recante norme attuative della legge sulla fecondazione assistita, sono ritenute illegittime per eccesso di potere e vengono pertanto disapplicate con effetti erga omnes. Più precisamente la parte delle linee guida che prevede una indagine osservazionale sull'embrione risulta illegittima perché contraria alla legge 40/04 che secondo l'interpretazione dei giudici amministrativi consentirebbe al contrario anche l'indagine genetica sull'embrione;
da recenti notizie di stampa risulta che il Ministero della salute ha espresso l'intenzione di presentare urgentemente le nuove linee guida, ma allo stato non appare chiaro se e come si stia procedendo sulla materia -:
quali provvedimenti il ministro intenda assumere affinché sia rispettata la legge nel contenuto e nell'applicazione, alla luce della giurisprudenza citata che allo stato attuale annulla le linee guida vigenti, nella tutela di tutti i soggetti coinvolti nelle tecniche di fecondazione assistita, e in virtù delle norme esistenti e principali nel nostro ordinamento a cui la legge 40/04 deve attenersi.
(4-06324)
FAVA. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'Osservatorio epidemiologico dell'ASL di Mantova e la Sezione di Epidemiologia e Statistica Medica dell'Università di Verona hanno di recente concluso uno studio finalizzato a valutare se abitare o andare a scuola in prossimità delle «industrie del legno» sia associato a un aumentato rischio di disturbi respiratori e irritativi e ad un aumentato carico socio-sanitario nella popolazione pediatrica (3-14 anni) nel Distretto sanitario di Viadana (comprendente i Comuni di Bozzolo, Commessaggio, Dosolo, Gazzuolo, Marcaria, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, S. Martino dell'Argine, Viadana). Lo studio è stato reso noto durante un incontro pubblico presso il comune di Viadana tenutosi il 13 febbraio 2008;
tra i Comuni del distretto sanitario oggetto di indagine epidemiologica, due Comuni (quello di Viadana e Pomponesco) sono sede di fabbriche ad alto tasso di emissioni inquinanti, mentre tre Comuni (Dosolo, Gazzuolo e Sabbioneta) ospitano fabbriche a medio/basso livello di emissione; i restanti Comuni risultano invece non esposti al rischio di emissioni;
obiettivo dello studio di cui sopra era effettuare un confronto sulla prevalenza di determinati sintomi (principalmente relativi ai disturbi di tipo respiratorio) tra Comuni esposti e non esposti al rischio di emissioni;
i dati emersi dallo studio sul Distretto di Viadana rilevano una prevalenza significativamente più elevata di sintomi asmatiformi nei Comuni esposti (37,8 per cento) rispetto a quelli non esposti (31,1 per cento) in relazione al campione analizzato (la popolazione pediatrica);
anche per i sintomi delle vie aree e della bocca si registra una prevalenza del 44,3 per cento nei Comuni esposti, nettamente superiore alla prevalenza del 36,6 per cento rilevata nei Comuni non esposti;
analoghi risultati emergono dal confronto della prevalenza in relazione ai sintomi tosse e catarro (12,7 per cento nei Comuni esposti, 9,6 per cento nei Comuni non esposti) e ai sintomi degli occhi (35,2 per cento nei Comuni esposti, 29,4 per cento nei Comuni non esposti);
in sostanza, lo studio condotto sul Distretto di Viadana ha evidenziato come i bambini che vivono nei «comuni esposti» presentino sempre una prevalenza di sintomi superiore agli altri bambini; tale differenza è sempre statisticamente significativa eccetto che per la sintomatologia cutanea;
sempre dallo studio in esame è emerso come la prevalenza dei sintomi e il carico socio-sanitario tendano a decrescere all'aumentare della distanza dalle industrie del legno; tale associazione è prevalentemente dovuta alle fabbriche ad alta emissione di formaldeide e polveri;
nello specifico, nei bambini il rischio di avere sintomi aumenta al crescere del numero di fabbriche presenti nel raggio di 2 chilometri dalla loro casa o dalla loro scuola;
l'associazione di cui sopra vale per tutti i sintomi considerati ed è prevalentemente dovuta alla presenza di fabbriche ad alta emissione: l'incremento della prevalenza dei sintomi si verifica, infatti, prevalentemente per i bambini che vivono in prossimità (meno di 2 chilometri) delle fabbriche ad alta emissione, ma un eccesso di sintomi asmatiformi e di carico socio-sanitario è presente anche nei bambini che vivono in prossimità delle fabbriche a media/bassa emissione;
in termini percentuali, lo studio evidenzia che i bambini che vivono in prossimità delle fabbriche ad alta emissione presentano un incremento sostanziale della prevalenza (dal +5 per cento al +10 per cento) dei sintomi respiratori, delle prime vie aeree, dell'occhio e del sistema neurovegetativo; i bambini che vivono in prossimità di industrie a bassa/media
emissione presentano invece un limitato eccesso (+5 per cento) relativo esclusivamente ai sintomi asmatiformi;
in conclusione, lo studio ha chiaramente evidenziato come il vivere nelle vicinanze delle industrie del legno sia associato a un aumento di sintomatologia respiratoria, delle prime vie aeree, degli occhi e neurovegetativa nei bambini del distretto di Viadana, principalmente attribuibile al vivere in prossimità alle industrie ad alta emissione;
le conclusioni pubblicate nello studio in titolo impongono l'adozione di specifiche misure preventive finalizzate da un lato a ridurre l'impatto ambientale delle imprese inquinanti, dall'altro lato a contrastare l'aumento della sintomatologia respiratoria rilevata nella popolazione in età pediatrica -:
se il Ministro della salute non ritenga opportuno sollecitare un'apposita indagine dell'Istituto Superiore di Sanità sul problema di cui in premessa, al fine di fornire alle autorità sanitarie interessate gli strumenti scientifici necessari a definire politiche di prevenzione mirate ed efficaci;
quali misure il Ministro dell'ambiente intenda adottare al fine di ridurre l'impatto delle emissioni inquinanti delle industrie del legno, che sono causa dell'incremento della sintomatologia respiratoria nella popolazione pediatrica del Distretto di Viadana.
(4-06333)