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Allegato B
Seduta n. 276 del 20/2/2008
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SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
PORETTI, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 16 della legge 194/1978 «Norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria della gravidanza» recita: «Entro il mese di febbraio, a partire dall'anno successivo a quello dell'entrata in vigore della Presente legge, il Ministro della sanità presenta al Parlamento una relazione sull'attuazione della legge stessa e sui suoi effetti, anche in riferimento al problema della prevenzione. Le regioni sono tenute a fornire le informazioni necessarie entro il mese di gennaio di ciascun anno, sulla base di questionari predisposti dal Ministro. Analoga relazione presenta il Ministro di grazia e giustizia per quanto riguarda le questioni di specifica competenza del suo Dicastero»;
in data 18 febbraio 2008, il ministro della Salute in un comunicato stampa ha scritto: «La prossima relazione, con il
consuntivo 2006 e il provvisorio 2007 elaborati dall'Istituto Superiore di Sanità, sarà disponibile, come di prassi e in conseguenza dei tempi tecnici per la raccolta dei dati dell'anno precedente a quello della presentazione, non prima del mese di giugno-luglio. Spetterà quindi al prossimo Ministro della Salute inoltrarla al Parlamento. E ciò potrà avvenire, per l'appunto, non prima di quel periodo.»;
l'ultima relazione è stata presentata il 4 ottobre 2007, con i dati provvisori sulla sua applicazione relativi al 2006 e il consuntivo dell'attività del 2005. Purtroppo quelli raccolti non sono aggiornati e in particolare il dato dell'obiezione di coscienza presenta dati carenti: per la Liguria e la Campania i dati risalgono addirittura al 1999; per la Calabria al 2000; per il Lazio al 2001; per la Toscana, Marche, Molise, Puglia e Sicilia al 2002; per l'Abruzzo al 2003; inoltre nel caso della Sicilia e della Sardegna i dati raccolti non si riferiscono a tutte le strutture (Sicilia 66 su 88 e Sardegna 11 su 16) (tabella 28 allegata alla relazione);
anche i dati che apparentemente sono più attuali non appaiono attendibili. La Tabella contiene evidenti anomalie: risulta dalla sua lettura che nella Regione Basilicata sono obiettori di coscienza il 41,8 per cento dei ginecologi, il 45,8 per cento degli anestesisti e il 36,5 per cento del personale non medico quando le percentuali relative all'anno precedente (2004) erano, rispettivamente, 92,6 per cento, 73,5 per cento e 61,3 per cento; i dati numerici relativi alle tre categorie professionali hanno subito mutamenti insignificanti (come testimoniano, tra l'altro, le continue denunce del segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti); anomalie simili sono riscontrabili pure per quanto riguarda i dati della Provincia Autonoma di Bolzano e la regione Sardegna; i dati delle Regioni Liguria e Campania risalgono addirittura all'anno 1999; i dati della Regione Calabria risalgono all'anno 2000; i dati della Regione Lazio risalgono all'anno 2001; i dati delle Regioni Toscana, Marche, Molise, Puglia, Sicilia risalgono all'anno 2002; i dati della Regione Abruzzo risalgono all'anno 2003;
nella Tabella 29, allegata alla Relazione in oggetto, sono riportate le IVG effettuate in ciascuna Regione e il numero delle donne residenti in ciascuna Regione che hanno effettuato l'IVG; per quanto riguarda la Basilicata, sono state effettuate, nel 2005, 591 IVG ma sono state ben 1.041 le donne residenti in Basilicata ad aver abortito (sono escluse dal calcolo le donne straniere); dunque, ben 450 donne lucane hanno dovuto abortire in altre Regioni. La percentuale che ne deriva (76,14 per cento) rappresenta un record italiano senza concorrenti (al secondo posto la Regione Calabria con il 4,12 per cento; al terzo l'Abruzzo, con l'1,25 per cento; in tutte le altre Regioni e nelle due Province autonome le IVG effettuate in loco superano le IVG delle donne residenti); l'anomalia lucana era già presente, ancor più evidente, nella Relazione dell'anno passato (615 interventi in Regione, 1.239 IVG di donne residenti, rapporto percentuale 101,46);
quanto sopra ricordato può essere altresì integrato dagli elementi già rappresentati all'interrogazione n. 3-01337-:
quali siano i motivi del costante ritardo nella pubblicazione della Relazione di cui in premessa, ritardo che comunque non impedisce alla maggioranza delle regioni di fornire dati incompleti, non corretti e comunque superati;
se il Ministro intenda attivarsi presso le Regioni affinché esse forniscano dati corretti, completi e aggiornati;
se il Ministro intenda correggere nel più breve tempo possibile i dati errati contenuti nell'ultima Relazione presentata in Parlamento.
(4-06342)