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Allegato B
Seduta n. 276 del 20/2/2008
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il giorno 13 febbraio 2008 sul canale satellitare Rai International, è andata regolarmente in onda la puntata della trasmissione televisiva «Porta a Porta» che ha ospitato Walter Veltroni;
il giorno antecedente non è accaduta la stesso con la puntata di «Porta a Porta» che ospitava Silvio Berlusconi sebbene fosse inserita nel palinsesto alla medesima ora;
dopo la fine della fiction «Don Matteo», sarebbe dovuta andare in onda l'intervista a Silvio Berlusconi ma lo schermo è apparso inispiegabilmente oscurato per tutta la durata della trasmissione di Bruno Vespa, che è stato possibile vedere solo per brevissimi tratti.
Rai international è il canale satellitare più visto dagli italiani all'estero che hanno diritto di voto in Italia -:
se non intenda intervenire urgentemente - anche ai sensi dell'articolo 9 del contratto di servizio e della convenzione con Rai international - affinché nelle trasmissioni televisive per l'estero sia garantita la parità di trattamento fra le diverse forze politiche.
(4-06339)
TURCO, BELTRANDI, D'ELIA, PORETTI e MELLANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il 18 febbraio 2008 il Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha dichiarato che «Le sentenze della Corte di Giustizia europea devono essere rispettate. La Corte ha detto che si deve ristabilire la legalità: ridare a Europa 7 quello che è di Europa 7 e trasferire Retequattro sul satellite»;
il 20 novembre 2002 la Corte costituzionale, con la sentenza n. 46, bocciò la legge Maccanico del 1997, affermando che la stessa, oltre a non aver dato seguito alla sentenza n. 420 del 1994, che aveva dichiarato illegittimo il duopolio Rai-Fininvest, aveva peggiorato la situazione «con effetti ulteriormente negativi sui principi del pluralismo e della concorrenza, e con aggravamento delle concentrazioni». Secondo i giudici costituzionali, la legge Maccanico «non garantisce l'attuazione del principio del pluralismo informativo, che rappresenta uno degli imperativi ineludibili» stabiliti dalla Costituzione e da quattro direttive europee, e Retequattro, uno dei tre network berlusconiani, avrebbe dovuto trasferirsi sul satellite, liberando le frequenze nell'etere a vantaggio di nuovi editori, entro il 31 dicembre del 2003;
in seguito, una serie di leggi e decisioni giudiziarie, ignorando le decisioni della Consulta, ha permesso a Retequattro di proseguire le sue trasmissioni; in particolare la legge Gasparri, firmata dal Governo Berlusconi, ha permesso a Retequattro di rimanere al suo posto;
la Quarta Sezione della Corte di Giustizia del Lussemburgo ha stabilito che il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva «è contrario al diritto comunitario» e «non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati». La sentenza, pubblicata , ha stabilito che: «L'articolo 49 CE e, a decorrere dal momento della loro applicabilità, l'articolo 9, n. 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/21/CE, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva "quadro"), gli articoli 5, nn. 1 e 2, secondo comma, e 7, n. 3, della direttiva del Parlamento
europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/20/CE, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva "autorizzazioni"), nonché l'articolo 4 della direttiva della Commissione 16 settembre 2002, 2002/77/CE, relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, devono essere interpretati nel senso che essi ostano, in materia di trasmissione televisiva, ad una normativa nazionale la cui applicazione conduca a che un operatore titolare di una concessione si trovi nell'impossibilità di trasmettere in mancanza di frequenze di trasmissione assegnate sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati»;
il Centro Europa 7 s.r.l. sin dal 1999, avendo vinto la gara per ottenere la concessione, avrebbe dovuto poter trasmettere su tutto il territorio nazionale, ma non ha potuto farlo, perché Retequattro, emittente del gruppo Mediaset, di proprietà dell'ex Presidente del Consiglio e attuale leader dell'opposizione Silvio Berlusconi, ha illegittimamente continuato ad occupare le frequenze -:
quali misure il Governo intenda adottare per dare seguito alla sentenza della Corte di Giustizia e per ripristinare tempestivamente la legalità violata, ponendo riparo ad una situazione che nega i principi dello Stato di diritto e che ipoteca la possibilità di un futuro democratico per il nostro Paese.
(4-06341)