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Allegato B
Seduta n. 278 del 9/4/2008
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SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in seguito alle note vicende accadute a Napoli al Nuovo Policlinico l'undici febbraio di quest'anno, vicende che hanno visto per protagonisti sette agenti delle forze dell'ordine che si sono presentati nella Clinica Ostetrica per indagare su una presunta illecita interruzione di gravidanza effettuata su una trentanovenne che
aveva in grembo un feto malformato, il direttore del Policlinico ha avviato un'indagine interna -:
se tale indagine sia terminata e, nell'eventualità positiva, se e quando la Camera dei deputati sarà informata dei risultati a cui si è pervenuti.
(4-06359)
TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'agenzia Agi, in data odierna ha riportato la seguente notizia: «tumori: Mario Negri, farmaci non sperimentati abbastanza. Alcuni farmaci anticancro hanno ottenuto la licenza alla commercializzazione prima che si concludesse la fase naturale della sperimentazione, che consente anche di studiare gli eventuali effetti collaterali a lungo termine.
È l'allarme lanciato da uno studio italiano condotto dall'Istituto Mario Negri e pubblicato sulla rivista Annals of oncology, che ha analizzato 25 studi clinici, che sono stati fermati in anticipo tra il 1997 e il 2007. Troppo in anticipo, secondo l'Istituto, senza cioè che venissero certificati gli impatti a lungo termine. Mentre per le case farmaceutiche, che si difendono dall'accusa, concludere in anticipo lo studio su un farmaco «significa salvare più vite». Fatto sta che, secondo la ricerca, dei 25 studi scelti casualmente, 14 erano stati stoppati nel corso degli ultimi tre anni. E di questi, 11 sono stati utilizzati a sostegno delle domande di autorizzazione all'immissione in commercio.
Una strategia, attacca il capo dei ricercatori Giovanni Aplone, che ha consentito alle case farmaceutiche di immettere più rapidamente i prodotti sul mercato avvalendosi di risultati clinici intermedi, quindi necessariamente non definitivi.
Questo malgrado "i dati sulla efficacia e sui potenziali effetti collaterali possano essere incompleti interrompendo un test in anticipo". Anche perché, ha spiegato, interrompere un trial ai primi risultati positivi può non dare garanzie, visto che questi ultimi potrebbero anche essere casuali. Il team ha rilevato che la durata media di uno studio clinico è stata di 30 mesi, quando l'impatto a lungo termine può essere valutato solo negli anni.
Secondo i ricercatori occorre una regolamentazione necessaria per considerare lo stop precoce a uno studio clinico nel momento in cui si prendono decisioni sulle licenze. Magari attraverso un comitato di controllo indipendente. Tanto più che secondo il professor Stuart Pocock, esperto di statistica medica presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine, il problema non esiste solo per i farmaci anticancro, ma per tutti i tipi di trattamenti.
"Prima di arrestare precocemente un trial - sottolinea Pocock - c'è bisogno di prove oltre ogni ragionevole dubbio".» -:
se sia a conoscenza dei fatti, se essi corrispondano a realtà e, nell'eventualità positiva, quali misure urgenti intenda predisporre per dare soluzione al caso in oggetto.
(4-06385)
PALUMBO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'attribuzione fatta dai commi 357, 358 e 359 dell'articolo 2 della legge finanziaria del 2008 (legge 24 dicembre 2007 n. 244) all'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali dei compiti di gestione amministrativa del programma di educazione continua in medicina (ECM), nonché del supporto alla Commissione nazionale per la formazione continua, come stabilito dall'Accordo Stato-Regioni del 1o agosto 2007, determina un notevole ampliamento delle funzioni dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali;
dato il notevole rilievo scientifico, amministrativo e finanziario delle nuove funzioni appare del tutto incongruo e inappropriato, a parere dell'interrogante, che un Governo dimissionario proceda a Camere sciolte, a nomine in una agenzia con compiti così rilevanti, come reso noto da fonti di stampa del 17 e 18 marzo 2008;
risulta evidente, ad avviso dell'interrogante, che tali nomine non rientrano
affatto nei compiti di ordinaria amministrazione che la Costituzione assegna ad un Governo dimissionario per cui un atto di questo tipo rappresenterebbe una grave ed inammissibile forzatura, sia sotto il profilo giuridico, sia sotto il profilo politico -:
quale sia l'orientamento del Ministro in ordine alla questione illustrata in premessa e se non si ritenga assolutamente indispensabile rinviare decisioni su nomine di tale rilievo ad un governo nella pienezza dei propri poteri come quello che scaturirà dall'imminente consultazione elettorale politica.
(4-06399)