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Allegato B
Seduta n. 30 del 24/7/2006
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta scritta:
CASTAGNETTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
giovedì 20 luglio 2006, Silvano Pannozzo, di 52 anni, titolare della ditta che si stava occupando dei lavori, e Lucian Bogda, di 16 anni, romeno, sono morti a Terracina (Latina) folgorati da una scarica
elettrica di 20.000 volt mentre spostavano un ponteggio usato per tinteggiare un fabbricato;
malgrado i dati forniti dall'Inail registrino una diminuzione degli infortuni dell'8 per cento tra il 2001 e il 2005, il quadro complessivo è sconfortante, in Italia muoiono ancora sul lavoro mediamente tre persone al giorno;
molte di queste vittime sono immigrati senza permesso di soggiorno, che lavorano in condizioni indegne per un Paese civile;
il Governo, consapevole della gravità della situazione, ha annunciato l'adozione di misure urgenti, sia sul piano della prevenzione che su quello del controllo, funzionali al rispetto della normativa sulla sicurezza ed al contrasto del lavoro nero (vedi il sottosegretario Antonio Montagnino su Europa, giovedì 20 luglio 2006). Alcuni di questi interventi sono già all'esame del Parlamento, inseriti nel «decreto legge Bersani»;
è fondamentale, in particolare, potenziare l'attività di vigilanza effettuata dagli ispettori del lavoro e dagli speciali nuclei dei Carabinieri, in sinergia con gli organi ispettivi degli enti previdenziali e delle altre amministrazioni -:
quali interventi siano allo studio per assicurare sul territorio e nei luoghi di lavoro una maggiore presenza degli ispettori del lavoro, considerati i tagli alle risorse operati con la Finanziaria 2006.
(4-00659)
SGOBIO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
il 18 luglio scorso, a Roma, in un cantiere edile di via Anagnina, in un infortunio mortale sul lavoro, un lavoratore edile di 50 anni, dipendente della ditta Sorac Srl, è precipitato nella tromba dell'ascensore di una palazzina in costruzione, dall'altezza del quarto piano, ed è morto sul colpo;
sempre il 18 luglio scorso, in provincia di Messina, un operaio, Giuseppe Scibilia, 50 anni, dipendente della ditta «Fratelli Santamaria» di Torregrotta, è morto, «ucciso» da due lastroni di marmo che lo hanno schiacciato;
il 19 luglio scorso, a Rocca Piemonte, in provincia di Salerno, in un incidente mortale ha perso la vita un operaio edile di 58 anni, Carmine Lombardi, che è morto dopo essere caduto dal tetto di una casa che stava ristrutturando;
sempre il 19 luglio scorso, un operaio sedicenne è caduto dal tetto di un edificio in costruzione in località Barcuzzi di Lonato, sul Garda, rimanendo seriamente ferito; il ragazzo è ora in ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Desenzano;
il 20 luglio scorso, in via lungo Sisto a Terracina, il titolare di una ditta di ristrutturazioni, Silviano Pannozzo, e un operaio rumeno di 16 anni sono rimasti folgorati da una scarica elettrica di ventimila volt mentre spostavano un ponteggio di cinque piani da un'abitazione a un'altra di una villa bifamiliare; l'operazione di trasferimento è stata eseguita anche con una terza persona, un altro operaio rumeno di 20 anni che è rimasto miracolosamente illeso;
il drammatico e triste elenco di morti e feriti sul lavoro nei tre giorni che vanno dal 18 al 20 luglio scorso, riportato in premessa, è l'ennesima, ulteriore e tragica conferma che il tema della sicurezza sul posto di lavoro, del diritto dei lavoratori a non dover mettere a rischio la propria vita per portare a casa un salario, troppo spesso misero, sia una grande priorità nazionale;
a parere dell'interrogante è quanto mai opportuno che si metta a punto una strategia di contrasto, controllo e prevenzione del fenomeno delle morti sul lavoro che coinvolga le regioni, gli enti locali e gli organi preposti dello Stato;
come affermato dallo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in più occasioni, è sempre più urgente
e necessario affrontare concretamente questa terribile e insostenibile piaga sociale -:
se e quali atti di sua competenza ritenga opportuno mettere in campo al fine di potenziare il numero degli ispettori preposti al controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro, attivarsi per prevedere maggiori finanziamenti, mettere mano alla legislazione in materia di politiche del lavoro, intervenendo radicalmente sulla precarietà e sui contratti atipici, tutelando a dovere i diritti e la sicurezza dei lavoratori e facendo emergere le sacche di lavoro nero presenti nel nostro Paese;
se non ritenga, altresì, opportuno istituire al più presto un tavolo di lavoro, tra enti locali, sindacati, forze imprenditoriali per delineare una strategia di intervento e iniziative operative che siano in grado di dare una risposta positiva al dramma delle morti bianche.
(4-00660)
AMORUSO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel 2004 il ministero del lavoro e delle politiche sociali bandì un concorso pubblico (Gazzetta Ufficiale n. 93 del 23 novembre 2004) per esami a complessivi 795 posti di ispettore del lavoro, area funzionale C, posizione economica C2, per i suoi uffici periferici ubicati in sedici regioni;
la procedura concorsuale determinò 795 vincitori e 446 idonei non dichiarati vincitori. Questi ultimi furono collocati nelle rispettive graduatorie regionali di partecipazione;
da allora, pur svolgendo con perizia il loro compito, i 795 nuovi ispettori del lavoro sopra richiamati non hanno potuto materialmente sopperire all'emergere dilagante del fenomeno del lavoro nero che ha ormai assunto caratteristiche cancerose, e per questo appare urgente rinforzare l'organico degli ispettori del lavoro ricorrendo a coloro che nel 2004 risultarono idonei dichiarati non vincitori -:
se intenda intraprendere - e in caso di risposta negativa rendendone noto il perché - le opportune iniziative regolamentari, in base alle leggi n. 400 del 1988 e n. 3 del 2003, per far affluire i 446 idonei dichiarati non vincitori presso le strutture periferiche del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e presso gli Enti strumentali dello stesso dicastero.
(4-00665)
AMICI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nelle prime ore della mattina del 20 luglio 2006 in via Lungo Sisto a Terracina, in località Borgo Vodice, durante i lavori di restaurazione di una abitazione, il titolare della ditta di pitture edili e un operaio rumeno di sedici anni sono morti folgorati mentre spostavano un ponteggio mobile che ha urtato i fili dell'alta tensione, con loro c'era anche un altro operaio ventenne il quale è riuscito a mettersi in salvo staccandosi dal ponteggio;
questo fatto è solo l'ultimo di una serie di gravi incidenti sul lavoro accaduti in questi ultimi anni e di cui l'Italia detiene il non invidiabile record: secondo dati Inail, nel 2005 si è registrata una media di 3 morti al giorno, quasi 1.200 all'anno, a fronte di 940.000 incidenti, di cui un alta percentuale verificatasi nel campo dell'edilizia;
solo nel Lazio sono 15 le vittime delle cosiddette «morti bianche» dall'inizio dell'anno e, nonostante l'impegno della Regione Lazio, la quale ha provveduto ad incrementare le risorse per la prevenzione degli incidenti sul lavoro, da tempo emerge una situazione di grave precarietà delle
condizioni di sicurezza sul lavoro, in particolare nei cantieri edili, dove spesso si fa ricorso a subappalti e ad uso di manodopera improvvisata e non regolarizzata -:
quali provvedimenti si intendano assumere da parte del Ministro del Lavoro al fine di garantire il rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, per adeguare le misure di controllo e di prevenzione e per rafforzare la tutela a favore dei lavoratori.
(4-00672)