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Allegato B
Seduta n. 30 del 24/7/2006
INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTARISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA
BELLOTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
martedì 2 maggio 2006, dalle ore 6 alle ore 8, è andata in onda, sulla rete televisiva «Canale Italia», una trasmissione condotta dalla giornalista Giuliana Lucà ed avente ad oggetto il voto degli italiani all'estero;
nel corso della trasmissione, sono stati invitati al dibattito l'ex onorevole dei DS Ruzzante, l'ex consigliere della Regione Veneto Mario Rossi nonché il sottoscritto;
durante lo svolgimento del programma televisivo, sono intervenuti alcuni italiani residenti all'estero che hanno reso la loro testimonianza in merito alle modalità di attuazione del voto e alle relative problematiche riscontrate;
sul finire della trasmissione, all'incirca alle 7,40, è giunta una telefonata da Montecarlo nella quale un cittadino italiano residente all'estero avrebbe dichiarato di aver ricevuto la scheda elettorale a casa corredata dalla propaganda elettorale del partito dell'Ulivo -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-00005)
Risposta. - Il Ministero degli Affari esteri non è a conoscenza del caso dell'elettore di Montecarlo sollevato dall'onorevole interrogante, né ha ricevuto segnalazioni di analogo tenore da parte di altri elettori della stessa sede.
Al riguardo si può ipotizzare che l'elettore avrebbe potuto ricevere allo stesso tempo il plico elettorale e il volantino propagandistico, equivocando sulla loro provenienza.
Si tiene ad assicurare che l'intera rete diplomatico-consolare ha inserito nel plico elettorale esclusivamente il materiale indicato dalla legge.
Il Viceministro degli affari esteri: Franco Danieli.
BIANCOFIORE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 21 maggio 2006 si è svolto nel comune italiano di Bressanone in Alto Adige, il tradizionale raduno degli Schützen al quale hanno partecipato oltre 6 mila così detti «Tiratori scelti»;
allo stesso era presente, accompagnato dalle compagnie degli Schützen dell'Austria e della Germania, il Presidente del parlamento austriaco Andreas Khol che, a giudizio dell'interrogante, si è distinto per affermazioni che hanno fatto ancora una volta trasparire una tendenza egemonica sull'Alto Adige e un certo disappunto sull'appartenenza stessa dell'Alto Adige allo Stato italiano. Uno dei tanto precedenti risale ai festeggiamenti per gli 800 anni di Colle Isarco, frazione del comune della città di Brennero, per i quali il Presidente Khol era prontamente (non si sa
a quale titolo), presente. Nel corso di quella cerimonia giunse ad ammonire l'economia locale a non cadere in non ben definiti «vecchi errori» e consigliò animatamente - pur cosciente di trovarsi in terra italiana - di non usare la denominazione «Porta Italia» per un nascente centro commerciale a Brennero, ma di usare quella di «Porta Südtirol»;
nel corso dell'adunata del 21 maggio 2006, di concerto con il Presidente della Giunta della Provincia autonoma di Bolzano - Luis Durnwalder -, il Presidente Khol si è spinto non solo a chiedere la libera circolazione in Europa delle armi (sciabole e fucili), perfettamente funzionanti degli Schützen ma anche che potessero essere introdotti in Italia, in palese violazione dell'ordinamento giuridico italiano, i fucili imbracciati dagli Schützen di oltrebrennero e cioè quelli in grado di fare fuoco;
nelle dichiarazioni seguite al raduno, il divieto sancito dalla legge italiana di venire in Italia con le loro armi agli Schützen di Austria e di Baviera è stato paradossalmente bollato dal Presidente della Giunta Provinciale Durnwalder come «antieuropeo»;
come riportato dalla stampa nei mesi scorsi, il Presidente del Parlamento austriaco parrebbe non essere stato solo il destinatario ma anche l'ispiratore della «sdegnosa» petizione dei 116 sindaci altoatesini che hanno chiesto di fatto l'annessione all'Austria;
egli è prontamente intervenuto attraverso i media altoatesini (mentre il Parlamento italiano discuteva la riforma costituzionale lo scorso ottobre) rendendosi sedicente difensore della Vaterland (terra dei padri) cioè dell'Alto Adige e, secondo l'interrogante, di fatto tentando indirettamente di influenzare il corso stesso della riforma -:
se non ritenga che dietro le iniziative in Italia del Presidente del Parlamento Austriaco Andreas Khol, acclamato dagli Schützen altoatesini come «presidente del parlamento nazionale» (con la suggestione che il Presidente Khol sia da considerare presidente di un neonato parlamento pantirolese) e accolto con tutti gli onori riservati ad un Capo dello Stato, si celi l'intenzione di riunire il Grande Tirolo secondo i confini antecedenti il 1918 nonostante la firma nel 1992 da parte dell'Austria della «Quietanza liberatoria» al Pacchetto di leggi per l'Alto Adige -:
cosa intenda fare il Governo italiano per difendere l'onore e l'unità dello Stato italiano e mettere fine a quelle che all'interrogante appaiono vere e proprie pericolose istigazioni politiche che - come è emerso sulla strada del corteo della parata degli Schützen - vengono respinte pacificamente ma non senza tensioni da parte della popolazione di tutti i gruppi linguistici caratterizzanti l'Alto Adige, mediante la spontanea simbolica esposizione e ostentazione del tricolore italiano;
se non ritenga che non sia accettabile una tale e continua intromissione da parte di un'istituzione di uno Stato straniero nelle «questioni interne» dello Stato italiano - così come venne definita la questione altoatesina dalla stessa segreteria generale della Farnesina;
se ritenga che possa essere consentito, al di là dei pretestuosi accordi internazionali eventualmente esistenti e che avrebbero comunque esaurito la loro funzione con la liberatoria da parte dell'Austria, che in Europa vi sia uno Stato membro che si ritenga «Potenza Tutrice» di una porzione di un altro Stato membro e che voglia consacrare tale funzione inserendola nel proprio testo di riforma costituzionale;
se non ritenga che il comportamento del Presidente del parlamento austriaco concreta violazioni di principi di trattati dell'Unione europea che si basano sul reciproco rispetto degli Stati nazionali e ovviamente sulla intangibilità dei relativi sistemi costituzionali;
se il Ministro interrogato intenda in particolare rappresentare - com'è d'uso
in circostanze del caso - la «sorpresa» del Governo italiano per questa iniziativa, nel presupposto che l'interrogante considera scontato che l'iniziativa stessa non fosse concordata col Governo italiano.
(4-00112)
Risposta. - Il raduno degli «Schuetzen» tenutosi il 21 maggio scorso a Bressanone in Alto Adige, a cui ha partecipato il Presidente del parlamento austriaco Andreas Khol, ripropone una questione evocata di frequente negli scorsi mesi, in relazione al dibattito interno in Austria su una possibile revisione della Costituzione (nel cui ambito alcune forze politiche vicine a Khol avrebbero voluto inserire un richiamo ad una funzione «tutrice» di Vienna sull'Alto Adige) ma verosimilmente anche all'attuale esercizio della Presidenza del Consiglio dell'Unione da parte austriaca.
Da parte italiana è stato a più riprese fatto presente al Governo di Vienna, in occasione di incontri bilaterali e tramite i canali diplomatici, come la insistenza con cui alcune personalità politiche austriache, tra cui in particolare il Presidente del Parlamento Khol, continuano ad affermare l'esistenza di un'asserita «funzione di tutela» (schutzfunktion) verso le minoranze alloglotte dell'Alto Adige, risulti sorprendente ed in palese contrasto sia con lo stato di eccellenza delle relazioni esistenti tra i due Paesi, sia con l'evoluzione del processo di integrazione europea, che ha profondamente mutato il contesto internazionale e l'ambito giuridico nel quale il regime di autonomia altoatesino si trova ad operare. A tal riguardo si ribadiscono le valutazioni più volte espresse da questo Ministero circa i rapporti tra ordinamento comunitario e regime di autonomia altoatesino. L'idea stessa del processo di integrazione europea (basata su una volontaria condivisione di sovranità fra Stati autonomi ed eguali) non appare compatibile con un'ipotetica tutela da parte di uno Stato membro su di un altro. Tali principi sono adesso inequivocabilmente affermati anche dal Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa (firmato e già ratificato da entrambi i Paesi, pur non essendo ancora entrato in vigore). In particolare, l'articolo I-5 menziona il rispetto dell'«identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali». Il rispetto delle minoranze è in ogni caso condizione necessaria per appartenere all'Unione in quanto elemento caratterizzante dei principi di libertà, democrazia, protezione dei diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali sui quali la stessa Unione si fonda (articolo 6 del Trattato vigente) e la cui violazione può dare luogo alle sanzioni di cui all'articolo 7. Il Trattato costituzionale conferisce quindi a tale sistema di garanzie una dignità rafforzata attraverso l'inserimento all'articolo I-2 di un riferimento ai «diritti delle persone appartenenti ad una minoranza» ma soprattutto grazie all'attribuzione alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione di forza giuridica vincolante. In tale ambito, gli articoli II-81 e II-82 contengono estesi divieti alla discriminazione tra i quali quello fondato «sulla appartenenza ad una minoranza nazionale» nonché il rispetto della diversità linguistica. Considerato che, qualora violazioni di questo tipo si verificassero, sarebbe il sistema dell'Unione nel suo complesso a reagire, appare quindi chiaramente privo di senso il concetto di affidare ad un altro Stato membro delle funzioni di controllo sul rispetto dei diritti delle minoranze esistenti in uno Stato membro.
In passato, talune concrete disposizioni di attuazione dell'autonomia legislativa ed amministrativa del Trentino-Alto-Adige hanno richiamato l'attenzione della Commissione sotto il profilo della loro compatibilità con il diritto comunitario (segnatamente il censimento linguistico nella Provincia di Bolzano e le modalità di affidamento preferenziale delle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico). Nei casi in questione, peraltro, non si trattava di un problema di discriminazione a danni di minoranze quanto piuttosto dell'attribuzione di regimi preferenziali a vantaggio della minoranza alloglotta, maggioritaria nel territorio altoatesino, ed ai danni degli «italiani».
Si sottolinea, altresì, che la posizione italiana è stata da ultimo ribadita anche in occasione dell'incontro che il Segretario generale del Ministero degli affari esteri, Ambasciatore Paolo Pucci di Benisichi, ha avuto il 7 giugno 2006 a Roma con il suo omologo austriaco, Ambasciatore Johannes Kyrle, nell'ambito di quelle «consultazioni rafforzate» cui Italia ed Austria hanno dato vita fin dal 2000 e che molto hanno contribuito alla crescita ed al consolidamento delle relazioni bilaterali. Nel corso dell'incontro sono stati inoltre richiamati alla parte austriaca i termini della Dichiarazione comune sottoscritta dai Capi di Stato italiano ed austriaco, i Presidenti Ciampi e Klestil, il 24 settembre 2002, nel decimo anniversario della così detta «Quietanza liberatoria», ove si afferma che «la questione dell'Alto Adige/Sudtirol (...), da complesso problema, si è trasformata in una storica opportunità di arricchimento per Austria ed Italia», ed ove lo Statuto speciale di Autonomia dell'Alto Adige viene definito come «modello di tutela delle minoranze e di serena coabitazione tra gruppi linguistici diversi» che i due Paesi additano ad «esempio alla comunità internazionale».
Per quanto concerne infine le esternazioni e le iniziative di questa o quella personalità politica, per quanto autorevole, detta Dichiarazione costituisce anche per il Governo di Vienna un punto di riferimento fondamentale per il dialogo e la collaborazione tra Italia ed Austria.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Famiano Crucianelli.
CONTENTO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
da tempo la galleria che collega i comuni di Andreis e di Barcis (Pordenone) risulta soggetta a pericoli di vario genere;
la struttura, parte integrante della Strada Statale n. 251 della Valcellina-Val di Zoldo, è stata al centro di un principio di intossicazione a causa del malfunzionamento dei ventilatori interni (aprile 2006), dell'improvviso crollo di un impianto di aerazione (settembre 2005) e di alcuni episodi di vandalismo che hanno portato all'inutilizzabilità per lungo tempo delle sbarre di sicurezza poste nei due imbocchi del tunnel;
solo la buona sorte ha voluto che nessuno di questi eventi provocasse vittime o feriti tra gli utenti della strada;
in particolar modo, si rende necessaria l'installazione all'interno del traforo di un adeguato sistema di telefonia che consenta agli automobilisti in transito di allertare prontamente i soccorsi in occasione di eventuali incendi o incidenti;
la richiesta di installare delle colonnine di soccorso o, in difetto, un impianto che permetta la ricezione dei segnali per telefonia mobile anche all'interno del tunnel è stata più volte sollecitata dalla stessa Amministrazione Comunale di Andreis, preoccupata per lo stato di scarsa manutenzione in cui versa la galleria in esame -:
se sia a conoscenza dello scarso livello di sicurezza che si registra lungo il tratto in galleria compreso tra il comune di Andreis e quello di Barcis (Pordenone);
se intenda sollecitare un rapido intervento dell'ente gestore della Strada Statale n. 251 della Valcellina-Val di Zoldo al fine di installare all'interno del tunnel in questione delle colonnine di soccorso per una tempestiva richiesta di ausilio in occasione di eventuali sinistri;
se ritenga fattibile che le colonnine di soccorso di cui al precedente punto possano essere piuttosto sostituite da un impianto di ricezione che consenta l'utilizzo dei telefoni cellulari anche all'interno del traforo.
(4-00211)
Risposta. - L'Anas S.p.A. ha fatto conoscere che, sull'episodio relativo al distacco di un impianto di elettroventilazione installato nella galleria tra Andreis e Barcis (PN) lungo la strada statale n. 251 «della Val di Zoldo e Val Cellini», causato da un
atto vandalico, sta attualmente indagando la Procura della Repubblica di Pordenone. Le semisbarre di sicurezza danneggiate sono state prontamente ripristinate senza pregiudizio per la circolazione.
Il competente Compartimento della viabilità Anas, cui fa carico la manutenzione degli impianti nella galleria in questione, ha proceduto, previa accurata e completa verifica degli impianti stessi, che non ha evidenziato alcuna carenza strutturale, a potenziare ulteriormente i dispositivi di sicurezza mediante posa in opera di staffe aggiuntive di sostegno ai ventilatori.
È inoltre allo studio un progetto, attualmente oggetto di verifica con i Vigili del fuoco, volto a migliorare gli impianti di sicurezza e di illuminazione. Tale progetto riguarda anche l'installazione di apparecchiature per l'utilizzo della telefonia mobile.
Il Ministro delle infrastrutture: Antonio Di Pietro.
FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nel piano finanziario 2006-2010 predisposto da Satap, attualmente in fase di approvazione da parte di Anas, è inserito il progetto definitivo riguardante lo svincolo autostradale con l'ex Strada Statale 412 in località Castel San Giovanni, già trasmesso da Satap ad Anas in data 7 febbraio 2005 con il seguente riferimento A21 1472/U.DG -:
se risulti approvato il predetto piano finanziario e se contenga il progetto prospettato nel presente atto ispettivo.
(4-00075)
Risposta. - L'Anas S.p.A. ha richiesto alla società Satap la riproposizione del Piano finanziario con le prescrizioni indicate in quanto quello precedentemente presentato non risultava in linea con quanto richiesto.
Per quanto attiene lo svincolo autostradale con la ex strada statale 412 in località Castel San Giovanni, è stata chiesta alla società Satap la valutazione per l'inserimento dell'intervento in questione all'interno del Piano finanziario sia sotto l'aspetto tecnico trasportistico sia sotto quello finanziario. Ad oggi, l'Anas è in attesa di riscontro da parte della società concessionaria.
Il Ministro delle infrastrutture: Antonio Di Pietro.
FOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere quale sia lo stato della pratica di pensione privilegiata ordinaria intestata a Massimo Cirilli, residente a Rivergaro (Piacenza), in Via Fabio Filzi 2, considerato che la pratica in questione è stata inviata in data 19 febbraio 2001 dalla direzione generale per il personale militare del Ministero della difesa al Comitato pensioni privilegiate ordinarie (dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri) e competente ad esprimersi in merito è la XX commissione del predetto comitato.
(4-00079)
Risposta. - In merito alla questione sollevata con l'atto in esame, la Difesa ha svolto, per quanto di competenza, tutte le azioni necessarie ad una sollecita definizione dei provvedimenti spettanti al signor Cirilli.
L'articolato iter procedurale, costituito da diverse fasi, si è concluso, con il parere favorevole reso dal competente Comitato di verifica per le cause di servizio e conseguentemente con l'emissione del decreto ministeriale n. 934 del 17 novembre 2005, concessivo di pensione privilegiata ordinaria di 8a categoria a decorrere dal 14 gennaio 2001 - data di scadenza dell'assegno rinnovabile per 4 anni sempre di 8a categoria, attribuito con decreto n. 159 del 23 febbraio 2004.
Detti provvedimenti sono stati ammessi al visto di legittimità da parte dell'Ufficio di controllo pensioni militari della Corte dei conti.
Quanto alla riscossione del beneficio concesso, l'interessato potrà rivolgersi al
competente Dipartimento provinciale del tesoro di Piacenza.
Il Ministro della difesa: Arturo Mario Luigi Parisi.
GIUDITTA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il Commissario Straordinario del Governo ha già attivato la procedura, di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione delle opere di completamento della galleria diValico Caposele - Conza della Campania, denominata Pavoncelli Bis, interrompendo i lavori della Conferenza dei Servizi convocata per l'acquisizione di tutti i dovuti pareri;
detto progetto, pertanto, risulta privo dei necessari pareri e nulla osta ambientali, oltre i pareri negativi già espressi dall'Ente d'Ambito Calore Irpino, dall'Amministrazione provinciale di Avellino, dall'Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Sele e dell'Ente Parco regionale dei Monti Picentini, soggetti preposti alla tutela ambientale e territoriale delle risorse idriche dell'area considerata; la mancanza di detti pareri ne rende impossibile la prosecuzione;
avverso la suddetta procedura commissariale l'Ente di Ambito «Calore Irpino», ha prodotto ricorso innanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, che si discuterà nei prossimi giorni, chiedendo di non dare corso alla procedura concorsuale e di non assumere ulteriori determinazioni;
va evidenziata la carenza di una effettiva verifica di compatibilità idrologica, di accurate investigazioni sull'impatto dell'opera stessa (soprattutto in considerazione dello stress ambientale indotto al bacino idrografico e sul sistema idrogeologico) e la mancata valutazione del bilancio idrico;
va infine sottolineato, come ulteriore e decisivo elemento di irregolarità, l'insufficiente copertura finanziaria del progetto che ne determinerebbe l'impossibilità di procedere legittimamente in via attuativa -:
si richiede di conoscere quale sia l'avviso dell'On.le Ministro interrogato circa i fatti esposti in premessa, e in particolare quali provvedimenti ritenga opportuno adottare al fine di bloccare e sospendere le procedure di gara irritualmente avviate dal Commissario Straordinario.
(4-00146)
Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, si forniscono i seguenti elementi di risposta comunicati dal Commissario straordinario per la Galleria Pavoncelli bis ex articolo 13 della legge 135 del 1997.
In merito alla lamentata interruzione della Conferenza dei servizi convocata per l'acquisizione dei dovuti pareri e alla presunta mancanza dei pareri e nulla osta ambientali, il Commissario straordinario ha fatto conoscere di aver disposto, con ordinanza n. 18 del 12 dicembre 2005, l'interruzione della Conferenza dei servizi in quanto l'iter procedurale autorizzativo del progetto è risultato già interamente percorso, per la parte principale dell'opera, con esito positivo e, quindi, nessuna ulteriore approvazione doveva essere recepita in sede di Conferenza dei servizi.
La Conferenza dei servizi sarà utilmente riconvocata ove risultasse opportuno realizzare la prevista centrale idroelettrica e, quindi, acquisire le necessarie ulteriori autorizzazioni relative a tale parte dell'opera sulla base delle proposte rivenienti dal progetto ritenuto meritevole di aggiudicazione.
In tale ottica, come previsto dal bando di gara, ci si è riservati di procedere all'affidamento di tale parte accessoria delle opere che non ne condiziona la funzionalità ed il funzionamento rappresentando meno del 2 per cento dell'intervento, solo a seguito dell'acquisizione delle relative autorizzazioni.
Relativamente alla presenza di ricorsi proposti innanzi al Tribunale superiore delle Acque pubbliche, il Commissario
straordinario fa presente che è stata inviata all'Avvocatura generale dello Stato apposita relazione e che la stessa è stata pienamente condivisa, tanto da essere recepita come memoria difensiva. In ogni caso, la presentazione dei ricorsi non può determinare alcun effetto sospensivo del procedimento di appalto e di realizzazione dell'opera in quanto alla stessa, individuata quale «opera strategica», si applica quanto in tali casi previsto dal decreto legislativo 190 del 2002 e successive modifiche intervenute.
Relativamente alla valutazione del bilancio idrico, il Commissario straordinario fa presente che l'attuale assetto idrogeologico non può essere intaccato dall'esercizio della nuova opera destinata a trasportare la risorsa idrica nella stessa entità attualmente derivata. La problematica è stata peraltro già presa in considerazione dal Commissario anche per quanto attiene alla fase esecutiva delle opere avendo inserito nel disciplinare di gara l'onere per i concorrenti di verificare e garantire che le soluzioni proposte non alterino con la loro realizzazione l'attuale assetto.
Circa il riferimento alla valutazione del bilancio idrico, si ritiene che ci si debba piuttosto riferire al bilancio idrico di bacino la cui formulazione costituisce una delle competenze precipue dell'Autorità di Bacino, nella fattispecie quella del fiume Sele.
In merito, infine, alla copertura finanziaria dell'opera, esiste una disponibilità pari ad euro 108.025.221,80 sufficiente per provvedere all'esecuzione di uno stralcio funzionale che verrà completato quando sarà reso disponibile, da parte del CIPE, il completamento del finanziamento dell'opera inserita tra quelle strategiche con delibera CIPE n. 3/2005 con una previsione di spesa di ulteriori 72 milioni di euro.
Il necessario completamento del finanziamento, tenendo conto del ribasso d'asta e considerando le economie di gara, ammonta, attualmente a circa 32 milioni di euro.
Il Ministro delle infrastrutture: Antonio Di Pietro.
LENNA, TONDO e DI CENTA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
con Convenzione ANAS-Regione Friuli Venezia Giulia n. 7194 del 16 dicembre 1999 venne decisa la progettazione esecutiva per procedere all'appalto di alcuni lavori di adeguamento del piano viabile in tratti saltuari della statale 52, che interessa i Comuni di: Ampezzo, Enemonzo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Preone, Raveo, Sauris, Socchieve e Villa Santina;
detti lavori attengono rispettivamente la progressiva 26+150 e la progressiva 39+900, nei comuni di Socchieve e di Ampezzo, per un importo complessivo di 3.600.000,00 euro e il tratto di progressiva 20+300-22+200, nei comuni di Villa Santina e di Enemonzo per un importo di 3.040.000,00 euro;
visto che i progetti, in tutti gli stadi previsti sono stati regolarmente redatti ed approvati, i piani di sicurezza pure, l'inserimento delle rettifiche stradali è avvenuto nei rispettivi PRGC dei Comuni interessati;
visto che, da informazioni recenti, sembrerebbe che i lavori non possano essere appaltati per carenza di fondi;
ricordato che appare illogico rinviare l'esecuzione dei lavori di un tratto stradale molto pericoloso che attende da oltre trenta anni l'esecuzione di rettifiche di curve ed un allargamento della sede stradale in segmenti che non hanno le caratteristiche previste per le strade statali interregionali, nella fattispecie il collegamento Carnia-Cadore;
atteso che per i lavori in parola è prevista la compartecipazione finanziaria regionale;
ritenuto che le attese, sedimentatesi nel corso di lunghi anni dalla popolazione non possono essere ulteriormente disattese -:
se non ritenga opportuno e urgente, pur nella consapevolezza delle difficoltà,
sollecitare l'ANAS a provvedere al più presto, alla cantierabilizzazione tramite le gare di appalto perlomeno dei due punti neri, il cui costo d'intervento non è esorbitante rispetto alla strategicità dell'arteria SS52 che il DGL dichiara di interesse statale.
(4-00305)
Risposta. - L'ANAS S.p.A. ha fatto conoscere che l'iter progettuale relativo ai lavori di adeguamento del piano viabile in tratti saltuari lungo la strada statale 52 «Carnica» dal Km 20+300 al Km 22+200 nei comuni di Villa Santina ed Enemonzo, è stato integralmente completato dal Compartimento della viabilità ANAS di Trieste.
Per quanto riguarda invece l'iter progettuale relativo ai lavori di adeguamento del piano viabile in tratti saltuari dal Km 26+150 al Km 33+900 sulla medesima strada nei comuni di Socchieve e Ampezzo, questo è stato trasmesso agli enti competenti per l'acquisizione delle relative autorizzazioni ed approvazioni.
Allo stato, l'Anas è in attesa dell'atto comprovante l'accertamento della conformità urbanistica ai sensi e per gli effetti dell'articolo 89, comma 3, della legge regionale 52/1991 modificato dalla legge regionale 34/1997, in corso di redazione da parte dell'ufficio pianificazione territoriale della regione.
L'Anas ha fatto infine conoscere che ambedue i progetti sono previsti nella convenzione del 16 dicembre 1999 stipulata tra la società e regione Friuli-Venezia Giulia per la progettazione e realizzazione di un piano straordinario di interventi finalizzato all'eliminazione delle criticità (punti neri) della rete stradale di competenza statale nel territorio regionale.
Il Ministro delle infrastrutture: Antonio Di Pietro.
LUCCHESE. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
l'ANAS ha improvvisamente deciso di non realizzare lo svincolo del Grande Raccordo Anulare di Roma sulla via Cassia, la mancanza del quale causa incidenti tutti i giorni e provoca ingorghi di auto giganteschi;
per moltissime ore al giorno si creano chilometriche code sia in entrata che in uscita dalla città e con forzosi attraversamenti trasversali per chi da nord vuole immettersi sul raccordo e chi, in uscita dallo stesso, vuole avviarsi verso il centro -:
se la mancata realizzazione dello svincolo sia dovuta ad errori di progettazione o invece allo scopo di salvaguardare proprietà private;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, e se intenda attivarsi presso l'ANAS affinché sia disposta la realizzazione immediata dello svincolo sulla Cassia per evitare che ancora in futuro possano accadere incidenti, addirittura mortali.
(4-00152)
Risposta. - L'Anas S.p.A. ha fatto preliminarmente presente che l'originaria conformazione della svincolo «Cassia» con le due rampe non è mai stato oggetto di variazione alcuna. In seguito ai lavori di ammodernamento, tale svincolo resterà inalterato salvo eventuali integrazioni progettuali di dettaglio determinate dall'interramento in galleria del nuovo Grande Raccordo Anulare rispetto alla giacitura attuale non modificando il progetto approvato.
La società stradale fa conoscere, inoltre, che il progetto definitivo dei lavori di adeguamento a tre corsie per ogni senso di marcia del GRA, dal Km 0+450 al Km 18+800, è stato esaminato nel settembre del 2000 in Conferenza dei servizi e nel luglio del 2001 ha ottenuto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio parere favorevole in merito alla compatibilità ambientale con prescrizione per il tratto Cassia-Flaminia, dal Km 11+250 al Km 18+800, di eliminare i tratti di strada a doppio senso di marcia di collegamento tra Trionfale e Cassia.
La successiva progettazione esecutiva posta a base di gara e, ad oggi, in corso di esecuzione ha recepito le suddette indicazioni.
Va sottolineato, altresì, che parte del traffico della consolare «Cassia» verrà assorbito dal nuovo svincolo da realizzarsi in corrispondenza di Via Trionfale.
Peraltro, l'Anas fa presente che il nuovo Piano regolatore del comune di Roma prevede un significativo potenziamento della via Trionfale stessa, dove è ubicata la stazione ferroviaria Roma-Viterbo con relativo parcheggio all'Ipogeo degli Ottavi, con conseguente scambio intermodale (gomma-ferro) del traffico pendolare diretto al centro di Roma.
Il Ministro delle infrastrutture: Antonio Di Pietro.
LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
le società a capitale pubblico non inserendo nei siti internet nessuna e-mail, addirittura neanche i nomi dei vertici, non consentono di sapere chi sia il presidente, chi il direttore generale, chi il consigliere, che il capo di un servizio, nulla;
per quanto concerne regioni ed enti locali (tranne la Sicilia, che sul suo sito evidenzia l'e-mail del presidente, degli assessori e di tutti i deputati regionali) non si riesce ad avere un contatto via e-mail con alcuno;
tutti possono scrivere ai deputati ed ai senatori, ma agli assessori o consiglieri regionali o comunali no, così pure ai capiservizio, consiglieri e amministratori delle società ed aziende pubbliche;
in una democrazia è necessaria la trasparenza in tutto, ed il cittadino deve potere contattare via e-mail chi riveste funzioni pubbliche o è addetto ad un pubblico servizio -:
se non intendano attivarsi affinché le società e le amministrazioni pubbliche inseriscano l'e-mail dei vari capiservizio nei propri siti, tutto ciò per permettere ai cittadini di avere un contatto, di potere chiedere ed ottenere in breve tempo la risposta.
(4-00186)
Risposta. - È volontà dell'intero Esecutivo favorire con ogni sforzo il diffondersi - nella Pubblica Amministrazione intesa nella sua accezione più ampia - di ogni strumento volto a rafforzare il rapporto tra questa, le sue numerose dirette e indirette articolazioni e i cittadini.
Ovviamente i mezzi tecnologici connessi alle potenzialità di internet, rappresentano, allo stato, il principale e più importante ausilio a tale ferma volontà politica.
Su quanto è stato fin qui realizzato a riguardo dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica va dato certamente un giudizio positivo.
Con particolare riguardo all'oggetto dell'interrogazione, il fatto che attraverso i portali del Parlamento sia possibile scrivere e dialogare on-line con tutti gli Onorevoli Deputati, rappresenta una importante tappa nella costruzione di quella e-Democracy che resta obiettivo fondamentale della nostra azione di governo e, nello specifico, delle linee guida che il Dipartimento delle riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione intende perseguire.
Chiunque rivesta funzioni pubbliche, istituzionali o di servizio, deve poter essere interpellato dai cittadini e deve poter con essi interagire.
Questo modus operandi della politica e dell'amministrazione rappresenta, e sempre più dovrà rappresentare in futuro, da un lato una grande conquista di trasparenza, dall'altro uno stringente impegno politico sorretto da una solida impostazione culturale innovativa, inclusiva, partecipata.
In questa cornice nella veste di Ministro per le riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione, d'intesa con l'intero Governo, ho in programma, anche in vista della prossima scadenza dell'obbligo di cui all'articolo 47, comma 3, del Codice dell'amministrazione digitale, l'emanazione di una direttiva che chieda alle amministrazioni pubbliche e alle società a prevalente controllo pubblico di istituire all'interno dei rispettivi siti internet specifiche caselle di
posta elettronica quantomeno per le rappresentanze istituzionali o le funzioni di direzione apicali, nonché negli altri casi previsti dallo stesso codice.
Il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione: Luigi Nicolais.
LUCCHESE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
alcuni cani chiusi sui balconi abbaiano in continuazione, provocando nei vicini un vero tormento spesso anche di notte;
malgrado gli episodi giornalieri di cronaca, molte persone lasciano i cani liberi per strada addirittura senza guinzaglio, oltreché sprovvisti di museruola e tutto ciò atterrisce i bambini e i loro genitori -:
se intendano adottare iniziative volte a far rispettare il divieto di suoni molesti e l'abbaiare dei cani, che costituiscono il tormento di chi abita in condominio;
se intendano adoperarsi affinchè i commissariati di polizia ed i carabinieri intervengano in modo più rapido ed efficace, se chiamati dai cittadini, ed elevino forti contravvenzioni, garantendo così maggiore vigilanza e rigore.
(4-00187)
Risposta. - Non vi è, da parte delle Forze di polizia, alcuna disattenzione rispetto a quei comportamenti che, pur non rivestendo connotazioni criminali, sono comunque suscettibili di turbare la serena e civile convivenza e, anzi, in taluni casi, possono originare illeciti più gravi, mettendo a rischio anche la sicurezza pubblica.
A questo riguardo, gli interventi degli operatori di polizia per risolvere pacificamente dissidi tra privati, prevenendo conseguenze ulteriori, o per sanzionare illeciti lesivi di diritti e libertà altrui, costituiscono una parte importante dell'attività istituzionale delle Forze dell'ordine e sono piuttosto frequenti, benché la loro stessa natura ne impedisca una rilevazione statistica.
Rientrano in questo contesto, ove non si tratti di questioni di competenza delle guardie zoofile, anche gli interventi relativi alle fattispecie cui fa riferimento l'interrogante, specie quando esse integrino ipotesi di reato, quali, ad esempio, la contravvenzione prevista dall'articolo 659 del codice penale (disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone) o quella prevista dall'articolo 727 dello stesso codice (abbandono di animali).
Per quanto concerne i profili legati alla cura dei cani e degli altri animali «di affezione», si ricorda che la legge quadro n. 281 del 1991 affida alle competenze delle Regioni e degli enti locali la programmazione e l'attuazione degli interventi volti a prevenire il fenomeno del randagismo e dell'abbandono degli stessi animali da parte dei loro proprietari.
Il Viceministro dell'interno: Marco Minniti.
OLIVERIO e LAGANÀ FORTUGNO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nel luglio 2005, il CIPE, con delibera 98, finanziava 450 milioni di euro, a valere sul Fondo Aree Sottoutilizzate, a copertura di due urgenti interventi relativi ai lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, rispettivamente il lotto dal km 47,8 al km 53,8 (valore 300 milioni di euro) ed il lotto dal km 222,0 al km 225,8 (valore 150 milioni);
i due suddetti lotti, a luglio 2005, risultavano prioritari poiché le rispettive gare per l'affidamento dei lavori risultavano da tempo pubblicate anche in assenza di specifica copertura finanziaria. Ad oggi, benché la copertura finanziaria sia intervenuta da un anno, non risultano consegnate, ne tanto meno avviate, da parte dell'ANAS, le attività di realizzazione per i citati interventi;
dette somme sono state parzialmente impegnate a copertura di urgenti necessità (singoli lotti), per un totale di 414 milioni di euro;
pertanto il cofinanziamento ANAS per il macrolotto 2 si riduceva a 207 milioni di euro, che sommati ad ulteriori 50 milioni di euro di residui attesi, divenivano 257 milioni di euro complessivi;
in funzione del suddetto cofinanziamento, il CIPE, a marzo 2006, dava copertura finanziaria al citato macrolotto 2;
l'ANAS, pur disponendo di 414 milioni di euro liberi, a copertura di urgenti necessità per la Salerno-Reggio Calabria, non risulta abbia reso pubblico un piano di appaltabilità, per l'anno 2006, comprendente lavori urgenti interessanti l'autostrada per un importo complessivo pari a 414 milioni di euro;
addirittura nelle previsioni di appaltabilità dell'ANAS, per l'anno 2006 risulterebbero presenti altre infrastrutture, meno urgenti della Salerno-Reggio Calabria, ad oggi scoperte di finanziamento;
si tratta di situazioni gravissime che, oltre a generare ulteriori ingiustificati ritardi nel complicato processo dei lavori di ammodernamento dell'autostrada, rischiano di ledere sia la trasparenza cui necessita il controllo del pubblico investimento, sia l'immagine stessa e la credibilità dell' ANAS -:
se non ritenga urgente e necessario intervenire affinché i citati interventi vengano sbloccati quanto prima e sia avviata la realizzazione dei progetti, relativi ai lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, coperti di finanziamento.
(4-00264)
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, l'Anas S.p.A. ha fornito le seguenti indicazioni sullo stato dell'arte del generale progetto di ammodernamento dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Lavori ultimati.
Ad oggi risultano ammodernati e interamente fruibili al traffico n. 19 lotti, dovendosi per n. 2 lotti, dei detti 19, essere ancora da realizzare marginali opere di finitura.
Lavori in corso.
Attualmente sono in corso di esecuzione n. 10 lotti (escludendo i 3 macrolotti di cui si tratterà a parte) che verranno ultimati, in successione e per la quasi totalità, entro fine 2007.
Lavori di imminente consegna.
Tronco 2o Tratto 4o - Lotto 3o. Stralcio 1o e 2o dal Km 222+000 al Km 225+800: il progetto definitivo è stato approvato per un importo lordo complessivo di 150 milioni di euro. In data 29 novembre 2004 ed è stato pubblicato il bando di gara.
In data 25 gennaio 2006 è stata emessa l'aggiudicazione provvisoria. Sono state peraltro già avviate tutte le attività propedeutiche alla consegna dei lavori.
Lavori in gara.
Tronco 1o Tratto 5o - Lotto 4o dal Km 47+800 al Km 53+800 (Sicignano-Contursi).
Il progetto esecutivo è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Anas per un importo lordo pari ad euro 300.005.000, di cui euro 199.617.162 per lavori, compresi gli oneri per la sicurezza. La gara è stata espletata ed attualmente è stata effettuata l'assegnazione provvisoria dei lavori.
Svincolo di San Mango dal Km 4+500 al Km 5+500.
Il progetto esecutivo è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Anas per un importo lordo pari ad euro 6.344.290, compresi gli oneri per la sicurezza.
Lavori in progettazione.
Nuovo svincolo di Pontecagnano alla progressiva Km 17+750 (località Pagliarone)
per un importo lordo di progetto pari a circa 3,60 milioni di euro.
Il progetto è in fase di approvazione e potrà essere posto in gara entro il 2006.
Tronco 1o Tratto 1o - Lotto 2o dal Km 22+400 al Km 23+000 (svincolo di Battipaglia) per un importo lordo di progetto pari a circa 28,80 milioni di euro.
Il progetto è stato approvato in Conferenza dei Servizi in data 22 luglio 2005 ed è in corso la sua stesura, a livello di definitivo, per la messa in gara ad appalto integrato.
Tronco 3o Tratto, 1o - Lotto 5o dal Km 337+800 al Km 348+600 (tratta compresa tra gli svincoli di Pizzo e Sant'Onofrio) per un importo lordo di progetto pari a circa 221,70 milioni di euro.
Lavori di completamento e lavori vari di rinaturalizzazione dei tratti dismessi per un importo lordo di circa 100,00 milioni di euro.
Macrolotti.
Macrolotto n. 1, tra il Km 53+800 (svincolo di Sicignano degli Alburni incluso) ed il Km 82+330 (svincolo di Atena Lucana escluso); per un'estesa complessiva di Km 28,530. Importo dell'investimento è pari a 597,041 milioni di euro di cui euro 151,760 per somme a disposizione. Dopo la consegna al Contraente Generale CMC ed espletate le attività propedeutiche (espropri, bonifiche belliche, eliminazione interferenze, autorizzazioni antimafia, etc.) i cantieri di lavoro hanno avuto concreto inizio nella primavera del 2004. I lavori sono in corso su tutta l'estesa del Macrolotto ed hanno raggiunto la produzione di circa 190 milioni di euro.
Macrolotto n. 2, tra il Km 108+000 (svincolo di Padula-Bonabitacolo escluso) ed il Km 139+000 (svincolo di Lauria Nord incluso), per un'estesa complessiva di 31,000 Km. Importo dell'investimento 1.038,986 milioni di euro, finanziati nella seduta Cipe del 22 marzo 2006. Lavori aggiudicati provvisoriamente. Sono in corso le operazioni di contrattualizzazione, propedeutiche all'inizio delle attività.
Macrolotto n. 3, tra il Km 139+000 (svincolo di Lauria Nord incluso) ed il Km 206+500 (svincolo di Tarsia escluso), per un'estesa di 67,500 Km. Importo dell'investimento è pari a 1.121,476 milioni di euro. È in corso di avanzata esecuzione la progettazione definitiva che verrà sottoposta all'approvazione del Cipe per il finanziamento.
Macrolotto n. 4a, tra il Km 259+700 (svincolo di Cosenza escluso) ed il Km 286+000 (svincolo di Altilia-Grimaldi incluso), per un'estesa complessiva di 26,300 Km. Importo dell'investimento è pari a 531,500 milioni di euro. È in corso di avanzata esecuzione la progettazione definitiva che verrà sottoposta all'approvazione del Cipe per il finanziamento.
Macrolotto n. 4b, tra il Km 286+000 (svincolo di Astili-Grimaldi escluso) ed il Km 304+200 (svincolo di Falerna incluso), per un'estesa complessiva di 18,200 Km. Importo dell'investimento 444,801 milioni di euro. La relativa procedura di gara si è conclusa con aggiudicazione in data 28 dicembre 2005. All'attualità è in corso di stipula il contratto.
Macrolotto n. 5, tra il Km 393+500 (svincolo di Gioia Tauro escluso) ed il Km 423+300 (svincolo di Scilla escluso), per un'estesa complessiva di 29,800 Km. Importo dell'investimento 1.033,554 milioni di euro di cui euro 258,167 per somme a disposizione. Dopo la consegna avvenuta il 12 luglio 2004, espletate le attività propedeutiche (espropri, bonifiche belliche, eliminazione interferenze, autorizzazioni antimafia, etc.) ed approvato il progetto esecutivo redatto dal Contraente Generale, l'attività è iniziata e all'attualità i lavori sono in corso.
Macrolotto n. 6, tra il Km 423+300 (svincolo di Scilla incluso) ed il Km 442+920 (svincolo di Reggio Calabria incluso), per un'estesa complessiva di 19,620 Km. Importo dell'investimento 601,026 milioni di euro di cui euro 169,480 per
somme a disposizione. I lavori sono stati aggiudicati e consegnati. Sono in corso le attività propedeutiche (espropri, bonifiche belliche, eliminazione interferenze, autorizzazioni antimafia, etc.) e la redazione del progetto esecutivo da parte del Contraente Generale; l'inizio delle opere è previsto a breve.
Lavori in presenza di criticità.
Le situazioni di criticità riguardano soltanto 2 lotti, per i quali si sta già procedendo alla stesura dei progetti definitivi per il riappalto delle opere. In dettaglio: Tronco 1o Tratto 6o - Lotto 3o dal Km 88+657 al Km 103+840 e Tronco 3o Tratto 2o - Lotto 3o. Stralcio A dal Km 369+800 al Km 378+500.
Finanziamenti.
Le fonti di finanziamento ad oggi impegnate per la copertura economica dei progetti relativi ai lavori di ammodernamento dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria, in fase gara o di esecuzione, risultano le seguenti:
a) 1.374,085 milioni di euro stanziati dal Cipe attraverso quattro diverse delibere, successivamente unificate nella delibera n. 49 del 21 aprile 1999;
b) ulteriore quota di finanziamento integrativa pari a 126,015 milioni di euro stanziati dal Cipe con delibera n. 84 del 4 agosto 2000;
c) 158,600 milioni di euro provenienti dal Quadro Comunitario di Sostegno 1994-1999;
d) 240,000 milioni di euro provenienti dal Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006;
e) 464.811 milioni di euro a valere sul Piante Triennale Anas 2002-2004;
f) 700,000 milioni di euro a valere sulla legge obiettivo stanziati da Cipe con delibera n. 96 del 31 ottobre 2002;
g) 1.193,679 milioni di euro a valere sulla legge obiettivo stanziati dal Cipe con delibera n. 14 del 27 maggio 2004;
h) 200,020 milioni di euro a valere sulla legge obiettivo stanziati dal Cipe con delibera n. 95 del 20 dicembre 2004;
i) 372,000 milioni di euro a valere sui fondi Fas (Fondo Aree Sottoutilizzate) stanziati dal Cipe con delibera n. 95 del 20 dicembre 2004.
L'importo complessivo finanziato per i lavori d'ammodernamento dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria ammonta, al 31 dicembre 2005, a complessivi 4.829,210 milioni di euro, cui si debbono aggiungere, ad oggi, i seguenti importi:
450,136 milioni di euro, a valere sui fondi Fas (Fondo Aree Sottoutilizzate), assegnati dal Cipe nella seduta del 2 dicembre 2005 con delibera in corso di registrazione alla Corte dei Conti;
781,180 milioni di euro assegnati nella seduta Cipe del 22 marzo 2006.
L'importo totale ad oggi assentito ammonta così a complessivi 6.060,526 milioni di euro.
Tale importo copre tutti i lavori in esecuzione e quelli posti in gara; stimandosi in circa 2,6 Miliardi di Euro l'entità dell'ulteriore finanziamento dei tratti in corso di progettazione.
Il Ministro delle infrastrutture: Antonio Di Pietro.
RAISI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 23 aprile 2006 alle ore 1.30 del mattino due giovani visibilmente alterati urinavano contro il portone di via Giuseppe Petroni 32 a Bologna;
i medesimi si producevano in schiamazzi che considerata l'ora tarda, disturbavano la quiete pubblica;
la signora V.P.G. residente in via Giuseppe Petroni 32, svegliata dalle urla, scoprendo i due soggetti sopra citati compivano
l'atto indecente in luogo pubblico contro il portone della propria casa, li richiamava a maggior senso civico e per tutta risposta riceveva gravi insulti;
la signora per lo stato di shock dovuto all'aggressione verbale dei due figuri, lanciava due tuberi verso i due teppistelli;
dopo appena un'ora una volante della questura di Bologna suonava nell'appartamento della signora P.G. alla quale veniva notificato un verbale di identificazione allegato alla presente interrrogazione in cui le si contestava la violazione dell'articolo 704 del codice penale -:
ci si chiede come sia possibile che quando i cittadini di via Petroni, quotidianamente molestati da schiamazzi notturni, chiamano le forze di polizia, non ci sia mai una vettura disponibile per portare aiuto e soccorso e che al contrario, nell'immediatezza del suddetto gesto, legalmente errato ma sicuramente giustificato dall'esasperazione di chi è impossibilitato a dormire, una volante si rechi nella casa della signora P.G. che viene immediatamente identificata e accusata di un reato specifico;
se i due soggetti che hanno urinato davanti al portone e hanno commesso tale baccano siano stati identificati e denunciati in maniera così solerte come si è verificato nel caso della signora P.G.
(4-00004)
Risposta. - L'intervento di una pattuglia della Polizia di Stato la notte del 23 aprile 2006, in via Petroni, a Bologna, è avvenuto a seguito di una chiamata al 113 di una automobilista la cui vettura era stata colpita al parabrezza da un oggetto lanciato verosimilmente da una finestra mentre transitava in quella via.
Grazie anche alla testimonianza di una terza persona, è stato possibile individuare l'autrice del gesto, una inquilina dello stabile al numero civico 32, che ha ammesso di avere lanciato alcune patate dalla finestra nel tentativo di colpire due ragazzi da lei sorpresi nell'atteggiamento descritto all'interrogante. Secondo la versione della signora, che è stata doverosamente segnalata all'Autorità giudiziaria per il danneggiamento dell'autovettura colpita e per il reato di getto pericoloso di cose, i due avevano reagito al suo richiamo con offese pesanti.
Invitata a fornire elementi utili a rintracciare i due ragazzi, la signora non è stata in grado di dare alcuna indicazione, né lo sono state le persone presenti in quel momento in via Petroni, tutte interpellate dagli agenti, compresa quella che aveva assistito al lancio degli oggetti dalla finestra.
Il Viceministro dell'interno: Marco Minniti.
REALACCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi un servizio del TG2 e un articolo a firma di Aldo Grasso, pubblicato dal quotidiano nazionale Il Corriere della Sera, hanno ripercorso la vicenda dello scandalo del metanolo. Che causò la morte di 19 persone e la perdita della vista a decine di poveri consumatori;
questo scandalo è stato un colpo durissimo per il vino italiano. In soli 12 mesi le esportazioni crollarono del 37 per cento, ed è stato un colpo durissimo per l'Italia intera: ci furono delle vittime, e una perdita di prestigio incalcolabile;
l'indagine che ne seguì rivelò che a partire da dicembre 1985 circa 30 aziende vinicole del Nordovest italiano avevano iniziato a tagliare i loro vini con dosi eccessive di metanolo, una sostanza che veniva usata in piccole quantità per aumentare il contenuto alcolico;
la stessa inchiesta individuò poi il principale responsabile nel commerciante di vini di Narzole, Giovanni Ciravegna. Alla fine del processo, Ciravegna fu condannato per omicidio colposo plurimo a 14 anni di reclusione, di cui 4 condonati;
oggi, venti anni dopo, siamo il primo esportatore di vino al mondo, è nostro un quarto del fatturato globale del mercato, e le etichette italiane sono tra le più quotate e apprezzate ai quattro angoli del pianeta. Cos'è accaduto in questi venti anni? Da quel 18 marzo 1986 il vino italiano ha imboccato la via della qualità: ridurre le quantità per aumentare il pregio e il valore, riallacciare i legami coi territori, enfatizzare i talenti unici legati al clima, ai terreni, ai vitigni, ai saperi, e insieme avere il coraggio di tornare ad innovare, a sperimentare;
inoltre la trasmissione del TG2 ha evidenziato un fatto gravissimo, le vittime di quella immane vigliaccata, rappresentate dall'Associazione Vittime del Metanolo, non sono ancora state risarcite -:
quali iniziative anche normative si intendano adottare affinché sia riconosciuto un indennizzo in favore delle vittime dello scandalo del metonolo.
(4-00021)
Risposta. - L'interrogazione in esame pone l'accento su una vicenda lo «scandalo del vino al metanolo», che nel 1986 colpì duramente molte famiglie.
In breve tempo, infatti, l'immissione da parte di alcuni sofisticatori di alcol metilico in quantità letali nel vino portò a 19 le vittime, mentre altri consumatori subirono gravi danni dalla sofisticazione.
La tragica vicenda ha rappresentato per il vino un punto di svolta, che se non serve a lenire il dolore dei familiari delle vittime ha portato nel tempo a rasserenare i consumatori ed ha fatto sì che il vino italiano imboccasse la strada della qualità attraverso la riconversione dell'intero settore.
Da allora, infatti, il vino made in Italy ha puntato all'eccellenza, le produzioni di qualità sono cresciute ed è sempre più stretto il legame con il territorio, non tralasciando di menzionare le azioni sempre più incisive di prevenzione e repressione delle sofisticazioni alimentari.
Ciò sicuramente non basta e non può bastare a chi è stato così duramente colpito negli affetti ed attende da anni un risarcimento; risarcimento di cui devono farsi carico i diretti responsabili dei fatti una volta accertata la responsabilità.
Quanto ad ipotesi di forme di indennizzo, si fa presente che non sono al momento previste iniziative governative in tal senso.
Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: Paolo De Castro.
SCHIRRU. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la Sardegna è sottoposta in alcune realtà territoriali ad una presenza qualitativamente e quantitativamente superiore, all'insieme di altre regioni italiane, di basi e poligoni militari dove insistono attività di armamento e munizionamento di diversa tipologia;
tali attività, peraltro oggetto di indagine conoscitiva del Consiglio regionale sardo con apposita commissione parlamentare per le dismissioni e la sperimentazione di nuovi e diversi interventi da svolgersi nei poligoni militari, richiedono azioni di concertazione con i rappresentanti delle amministrazioni locali per l'impatto economico e sociale che produrranno nei territori interessati;
in particolare, nella base aerea di Decimomannu, che occupa un'estensione di superficie di circa 684 ettari, 70 lavoratori sono impegnati con riduzione di orario di lavoro nei sevizi di pulizia e mense, cosi come in altre strutture militari della Sardegna, in situazione di precarietà e con salari ridotti;
nella scorsa Legislatura, a seguito di una specifica iniziativa parlamentare venne affrontata la situazione dei lavoratori della base militare di Decimomannu e successivamente, con atto interno del Ministero della Difesa, assunti impegni finanziari finalizzati al recupero delle prestazioni e dei servizi di pulizia e manutenzione della base medesima;
a tutt'oggi, pur disponendo del provvedimento d'urgenza e delle risorse necessarie, nulla è seguito agli impegni assunti e non è stato dato avvio a nessuna delle attività operative tese a ridare continuità occupazionale ai lavoratori della base di Decimomannu e sostegno ad una comunità locale già compromessa dalle drastiche riduzioni di occupati avvenute e ancora in corso -:
quali iniziative urgenti intenda assumere, l'onorevole ministro della Difesa, per dare seguito, con atti formali, agli impegni assunti per fare uscire dalla precarietà i lavoratori della base e ridare fiducia alle popolazioni che, unitamente a sindaci e amministratori, si interrogano sul futuro del proprio territorio con o senza le basi militari.
(4-00176)
Risposta. - La presenza di basi e poligoni sul territorio nazionale è indispensabile per lo svolgimento delle attività addestrative delle Forze armate e, quindi, per conseguire quella capacità operativa che è requisito imprescindibile di uno strumento militare moderno ed efficace, il cui mandato di difesa della nazione, dei suoi confini e della collettività, discende direttamente dal dettato costituzionale e dagli accordi internazionali.
Ricordo che tutte le regioni del Paese danno il loro contributo alla Difesa, mettendo a disposizione una parte del proprio territorio.
Al riguardo, tuttavia, per compensare i riflessi che lo svolgimento delle attività addestrative può avere sul contesto territoriale e ambientale, sotto diversi aspetti, la Difesa opera attraverso vari istituti, organismi e procedure per mitigarne l'impatto sulla cittadinanza.
Quanto alla regione Sardegna, premesso che l'azione della Difesa è costantemente indirizzata ad armonizzare i molteplici aspetti che attengono alla sicurezza, all'impatto ambientale ed allo sviluppo turistico ed economico dell'area, nel rispetto dell'autonomia politica ed amministrativa della regione, le decisioni concernenti le servitù militari e l'uso dei poligoni, sono assunte in seno al Comitato misto paritetico, ove le realtà regionali e le esigenze militari trovano il corretto alveo di confronto per il raggiungimento di decisioni concordate.
A tal riguardo, tuttavia, ritenendo di prioritaria importanza la trattazione delle problematiche militari attinenti alla Sardegna, alla quale riconosciamo un contributo che è superiore a quello fornito dalle altre regioni, ho incontrato il 20 giugno ultimo scorso il presidente della regione Sardegna, onorevole Soru, per affrontare congiuntamente le questioni di comune interesse, con particolare riferimento alle servitù militari.
Quanto, invece, alla situazione di precarietà di alcuni lavoratori della base di Decimomannu, ed in particolare a quei rapporti di lavoro intercorrenti tra le ditte fornitrici dei servizi di pulizia e mensa ed il loro personale dipendente, si sottolinea come le riduzioni di stanziamento apportate dalla finanziaria 2006 sui consumi intermedi e sugli investimenti fissi lordi abbiano inciso significativamente sulle risorse disponibili per l'esercizio e l'investimento, comportando una sostanziale riduzione delle spese del settore su tutto il territorio nazionale.
Al riguardo, è indubbio che una dotazione adeguata di stanziamenti che consenta di assicurare continuità, stabilità ed equilibrio al sistema, è obiettivo prioritario per la Difesa in quanto presupposto fondamentale per l'assolvimento della propria missione di interesse nazionale.
Il Governo ne è ben consapevole e, per tale ragione, intende fermamente perseguire l'individuazione di quelle misure idonee a garantire la prosecuzione delle prestazioni di manutenzione, manovalanza, pulizia e mensa e dei relativi livelli occupazionali. Esso è altresì consapevole della notevole importanza che tali attività rivestono per il buon funzionamento degli Enti e dei Reparti delle Forze armate, ed anche in chiave di continuità e stabilità del rapporto di lavoro per il personale interessato.
A tal fine, il Governo non lascerà nulla di intentato per recuperare alla Difesa nuovi stanziamenti da destinare ai consumi intermedi e agli investimenti che consentirebbero
di indirizzare adeguate risorse ai settori citati dall'onorevole interrogante.
Il Ministro della difesa: Arturo Mario Luigi Parisi.
ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
ancora gli ultimi episodi di cronaca hanno sottolineato la difficoltà di identificare sollecitamente centinaia di clandestini che cercano di entrare nel nostro Paese - soprattutto quando giungono in gruppi numerosi - per identificare persone già espulse e/o anche scoprire chi, tra di essi, siano gli «scafisti» che indegnamente speculano su questo traffico di esseri umani;
a vario titolo circa un milione di visti vengono emessi ogni anno dalle nostre autorità diplomatiche all'estero ed è estremamente difficile seguire poi l'iter delle pratiche, ma anche verificare il comportamento di chi ha avuto il visto, con il rischio che si effettuino scambi di persona;
è estremamente difficile identificare - da parte delle forze dell'ordine - persone extracomunitarie non in possesso di visti di ingresso o di documenti, oppure di visti apparentemente regolari e che si presentano anche con documenti validi, se si è operata all'origine una sostituzione di persona;
purtroppo è comune il fenomeno di richiedere visti con nominativi diversi nonché quello di fornire generalità false o irregolari o non confrontabili al momento della identificazione da parte dell'autorità competente -:
se non ritenga il Ministro interrogato che tutta la nostra rete diplomatica dovrebbe celermente essere dotata di un apparecchio piuttosto semplice e già operativo (ed ora pure realizzato in dimensioni portatili) che consente di identificare ogni persona che richieda il visto con un confronto delle proprie impronte digitali che restano elettronicamente in memoria e collegabili ad una memoria centrale;
se si ritenga che in questo modo non si sarebbe sempre in grado di riconoscere l'identità della persona dentro e fuori l'Italia, sia a posti di blocco che a valichi di frontiera, sia per ogni necessità amministrativa;
se non si ritenga fatto interessante che con una spesa ridotta e assolutamente in modo conforme alle norme in vigore, si creerebbe una maggiore sicurezza per tutti i cittadini nel rispetto della privacy personale di tutti;
se il ministero abbia già avviato sperimentazioni in questo senso, dove e con quali esiti, quali siano i risultati e - ove ciò non fosse stato attivato - il perché di questo ritardo, tenuto conto che imprese italiane risultano in questo campo tra le più affidabili del mercato mondiale e che quindi questa scelta potrebbe dare anche un importante impulso alla nostra tecnologia in campo di identificazione e sicurezza.
(4-00008)
Risposta. - Il Ministero degli affari esteri è da tempo attivamente coinvolto nella realizzazione del progetto comunitario Visa information system (VIS), autorizzato con decisione 512/CE/2004 dell'8 giugno 2004 dal Consiglio dell'Unione europea. Tale sistema prevede lo sviluppo di una Banca dati comunitaria nella quale immettere i dati alfanumerici e biometrici (fotografia ed impronte digitali) dei cittadini extracomunitari che presentano domanda di visto Schengen.
La finalità del Vis è in particolare quella di migliorare la cooperazione consolare comune in materia di visti, consolidando la funzione di identificazione dello straniero, con positive ricadute anche in materia di sicurezza. Saranno inoltre facilitate le verifiche alle frontiere comuni dei titolari di visto, nonché i controlli sul territorio per l'identificazione degli immigranti illegali ad opera delle competenti autorità di polizia.
Francia e Belgio stanno intanto conducendo con apposite apparecchiature presso
alcuni Uffici consolari e posti di frontiera una sperimentazione in materia di prelievo e di controllo dei dati biometrici, nell'ambito di un progetto-pilota denominato Biodev, co-finanziato dalla Commissione ai sensi del programma Argo. L'Italia è stata invitata a parteciparvi ma, per problemi di bilancio, ha dovuto mantenere finora uno status di osservatore.
Per quanto concerne il nostro Paese, il decreto-legge n. 35 del 14 marzo 2005 (cosiddetto decreto Competitività) convertito in legge n. 80 del 14 maggio 2005, ha già stanziato per il triennio 2005-2007 le somme richieste dal Ministero degli affari esteri, Ministero dell'interno e Ministero della giustizia, per la realizzazione del sistema nazionale e si è in attesa che il Ministero dell'economia e delle finanze trasferisca effettivamente i fondi necessari a questo Ministero ed alle altre Amministrazioni interessate.
È previsto che il nuovo sistema venga avviato entro marzo 2007 dagli Uffici consolari Schengen in Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria e Libia (solo Tripoli) e coinvolga poi, gradualmente, gli Uffici consolari nelle altre aree geografiche. A tal fine, è necessaria la previa adozione della base legale del Regolamento Vis attualmente all'esame delle competenti istanze comunitarie.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Famiano Crucianelli.
ZACCHERA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in linea con la disciplina della trasformazione progressiva dello strumento militare in professionale, a norma dell'articolo 3, comma 1, della legge n. 331 del 2000, il decreto legislativo 8 maggio 2001 n. 215, ha previsto, fra l'altro, anche per le FF.AA. la nuova categoria degli ufficiali in ferma prefissata, nello specifico, della Marina Militare;
l'attuale normativa prevede le seguenti novità:
a) all'articolo 23 del decreto legislativo n. 215 del 2001, integrato dal decreto legislativo n. 236 del 31 luglio 2003, la durata della ferma, all'inizio di 18 mesi, è stata, col succitato decreto-legge n. 236 del 2003, fissata in due anni e sei mesi;
b) l'articolo 24 del decreto legislativo n. 215 del 2001, concernente lo stato giuridico ed avanzamento degli ufficiali in ferma prefissata, prevede, tra l'altro, che agli stessi si applichino le norme di stato giuridico previste per gli ufficiali di complemento raffermati;
c) gli ufficiali in ferma prefissata possono essere ammessi, a domanda, ad un'ulteriore ferma di dodici mesi;
gli ufficiali in ferma prefissata, ausiliari del Ruolo Speciale, sono giovani diplomati con ottimi voti, laureati o in procinto di laurearsi; mentre tutti gli ufficiali in ferma prefissata, ausiliari del Ruolo Normale, sono giovani laureati e la maggior parte di essi è in possesso di titoli di specializzazione post laurea, se non di abilitazione professionale;
gli stessi ufficiali già ricoprono posizioni di rilievo nell'ambito degli organici di appartenenza: gli ausiliari del Ruolo Speciale assumono normalmente il ruolo di Comandante di plotone, di compagnia, insegnano materie professionali presso le scuole di sottufficiali eccetera nell'ambito dell'organizzazione addestrativa, mentre gli ausiliari del Ruolo Normale ricoprono il ruolo di Capo Sezione (per la specialità Amministrazione, a titolo esemplificativo, Capo Sezione Gestione Denaro, Capo Sezione Gestione Materiali, Capo Sezione Distaccamenti o Capo Sezione Approvvigionamenti);
un allievo ufficiale in ferma prefissata costerebbe all'Amministrazione, per il solo iter formativo di circa quattro mesi, circa 11.000,00 euro;
il costo sostenuto per (uno) dei sei corsi AUFP della Marina fino ad oggi espletati, per la formazione di 240 allievi ufficiali ausiliari del Ruolo Speciale e
Normale risulterebbe pertanto di circa 2.500.000,00 euro -:
se il transito in servizio permanente, garantirebbe all'Istituzione:
1) la possibilità di assumere definitivamente nel proprio organico personale non solo già selezionato, ma anche professionalmente qualificato;
2) un margine di risparmio, garantito dalla riduzione dei costi necessari all'indizione dei concorsi utili a coprire le normali, periodiche, esigenze di arruolamento e di addestramento di ufficiali in servizio permanente effettivo dei predetti ruoli;
3) l'ulteriore risparmio derivante dalla possibilità di ridurre sensibilmente la durata dell'iter formativo attualmente previsto per un ufficiale in servizio permanente effettivo, considerando che un ufficiale in ferma prefissata, all'atto del predetto transito, vanterebbe un'esperienza professionale diretta di trenta/quarantadue mesi, a seconda dei casi, con risorse che potrebbero essere reinvestite nella qualificazione del personale e nell'acquisizione delle tecnologie;
se non intenda il Ministro interrogato adottare iniziative atte a consentire il transito diretto nel servizio permanente degli ufficiali in ferma prefissata, già in servizio nella Marina Militare, considerando che gli stessi sono stati arruolati in seguito ad un concorso pubblico a tutti gli effetti.
(4-00038)
Risposta. - La figura dell'Ufficiale ausiliario in ferma prefissata (UAFP) è stata istituita a seguito dei provvedimenti di trasformazione delle Forze armate in senso interamente professionale, per sostituire quella dell'ufficiale di complemento in servizio di prima nomina, scomparsa con l'intervenuta sospensione del servizio di leva obbligatorio.
La normativa di riferimento (decreto legislativo n. 215/2001) sancisce, infatti, che il reclutamento degli Ufficiali ausiliari in ferma prefissata «... può avvenire solo al fine di soddisfare specifiche e mirate esigenze delle singole Forze armate connesse alla carenza di Professionalità tecniche nei rispettivi ruoli ovvero alla necessità di fronteggiare particolari esigenze operative...».
In buona sostanza, il ricorso all'Uafp come già era avvenuto in passato con l'ufficiale di complemento, conferisce flessibilità alle Forze armate, in quanto consente di disporre, per un predeterminato e limitato periodo temporale, di professionalità tecniche atte a fronteggiare rapidamente particolari esigenze operative. Ciò può avvenire, ad esempio, per far fronte ad improvvise carenze organiche che non sarebbe possibile colmare in tempi brevi attraverso le più articolate procedure concorsuali del servizio permanente (le procedure di reclutamento e formazione iniziale degli Uafp sono molto più snelle e rapide di quelle del servizio permanente).
La norma, tuttavia, ha previsto per l'Uafp precise limitazioni sia alla durata della ferma che alla possibilità di eventuali rafferme.
Tali condizioni, che caratterizzano la temporaneità del rapporto di impiego che lega l'Uafp all'Amministrazione, sono state poste dal legislatore al fine di evitare che un eccessivo prolungamento della ferma possa tradursi di fatto in un «precariato senza limiti», alimentando negli interessati ingiustificate aspettative di una stabilizzazione del rapporto stesso.
Il legislatore, comunque, ha previsto per essi specifiche percentuali di «riserve di posti» per l'accesso al servizio permanente, analogamente a quanto già applicato per altre categorie di personale.
In articolare, la normativa di riferimento prevede riserve di posti agli Uafp nei concorsi per Ufficiali dei ruoli normali delle Forze armate (80 per cento) e per gli Ufficiali del ruolo tecnico logistico e ruolo speciale dell'Arma dei carabinieri (rispettivamente 80 per cento e 40 per cento), pur nei limiti dei moduli di alimentazione previsti per i ruoli interessati.
Un'eventuale soluzione nel senso auspicato dall'onorevole interrogante, determinerebbe invece ricadute negative sia per
quanto riguarda il corretto funzionamento dei ruoli, sia in termini di legittime rivendicazioni di un analogo trattamento da parte di altre categorie di personale militare non appartenente al servizio permanente.
In conclusione, pur riconoscendo l'importanza del ruolo rivestito dagli Uafp nonché il loro qualificato livello di competenza professionale, si ritiene che non sussistano i presupposti per l'adozione di eventuali iniziative atte a consentirne il transito diretto nel servizio permanente, tenuto conto che una simile prospettiva risulterebbe in contrasto con i predetti principi ispiratori della normativa di riferimento.
Il Ministro della difesa: Arturo Mario Luigi Parisi.