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Allegato B
Seduta n. 30 del 24/7/2006
TESTO AGGIORNATO AL 25 LUGLIO 2006
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
COTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Testo unico degli enti locali di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 stabilisce all'articolo 51, secondo comma, che «chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche»;
nella vigenza di tale divieto si è tuttavia determinata una diffusa contestazione di questa disposizione che si è tradotta, già nella scorsa legislatura, in un approfondito dibattito sul più generale problema della limitazione dei mandati elettivi ai diversi livelli dell'ordinamento; sul punto si sono svolte audizioni di costituzionalisti presso le competenti Commissioni parlamentari al fine di acquisire anche elementi offerti dal diritto comparato;
in particolare per quanto concerne la questione qui in oggetto, relativa al terzo mandato dei sindaci, il dibattito sopra accennato ha posto in rilievo la complessità e la pluralità dei nodi da affrontare: se sia giusto continuare a prevedere la limitazione dei mandati dei sindaci, se occorra rivedere tale disposizione nel limitato senso di consentire un terzo mandato, se il limite debba essere rimosso in toto, se sia preferibile lasciare sopravvivere la limitazione dei mandati per i comuni più grandi e rimuoverlo per i comuni meno popolosi;
pur nella varietà delle posizioni illustrate, uno schieramento politico trasversale approvò, verso la fine della scorsa legislatura, al Senato, una proposta di legge (A.S. 132 e abb.) che consentiva un terzo mandato consecutivo nei comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti; la proposta in esame, trasmessa alla Camera dei deputati il 1o aprile 2004, non giunse tuttavia a definitiva approvazione;
il quadro è reso ancor più complesso da alcune pronunce giurisprudenziali e soprattutto dall'avvenuta elezione in venti comuni di sindaci che hanno già svolto due mandati; la giurisprudenza sul punto lascia intendere che il Consiglio comunale non sia tenuto a contestare al sindaco il terzo mandato consecutivo, sicchè l'unica via per denunciare tale violazione di legge appare quella del ricorso giurisdizionale davanti al giudice ordinario, con conseguente dichiarazione di decadenza del sindaco;
alla luce di quanto illustrato nelle precedenti premesse appare ineludibile per il Governo assumere indirizzi chiari che consentano di affrontare ad un tempo le questioni aperte dall'avvenuta elezione dei sindaci al terzo mandato e le legittime richieste ed aspettative degli amministratori e delle comunità locali -:
se il Ministro non ritenga di doversi far promotore, presso il Governo, di una iniziativa legislativa in grado di mettere ordine in una situazione cosi complessa, al fine di garantire sicurezza, efficacia e continuità all'azione amministrativa degli enti locali.
(4-00658)
CARUSO, ACERBO, DE CRISTOFARO, SCOTTO e PELLEGRINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
venerdì 14 luglio 2006 intorno alle ore 9.30 i carabinieri dell'arma del comando provinciale di Napoli, accompagnati dai vigili urbani hanno fatto irruzione nel Centro Sociale Officina 99, sito a Napoli in Via Carlo di Tocco;
per entrare hanno forzato la porta d'ingresso ed una volta all'interno hanno forzato anche le altre porte dello spazio sociale che ospita diverse attività autogestite e gratuite a disposizione della cittadinanza, tra cui una radio ed una televisione di strada, un laboratorio di informatica, una serigrafia;
risulta agli interroganti che nessuno, nemmeno il proprietario ufficiale dello spazio - da circa un anno il Comune di Napoli, in attesa di affidarlo ufficialmente agli occupanti - è stato avvisato dell'operazione, se non quando essa era ormai conclusa per la riconsegna delle chiavi;
l'obiettivo dell'operazione, i cui contorni ad avviso degli interroganti sono ancora poco chiari visto il totale silenzio dell'Arma, è stato il sequestro di alcune piantine di canapa poste sul terrazzo del centro sociale e pubblicamente note, in quanto parte di una campagna antiproibizionista per la liberalizzazione delle
droghe leggere, condotte da anni dal centro sociale insieme altre associazioni cittadine;
durante l'operazione, i responsabili del centro hanno rilevato l'avvenuta asportazione del pannello elettrico centrale e la sottrazione di arnesi per la manutenzione dello stabile (trapano, flex e vari altri strumenti) che niente hanno a che fare con il motivo dell'irruzione;
episodi simili si sono verificati qualche mese fa presso un altro spazio sociale sito a Bologna e denominato «Livello 57»;
un'operazione del genere avrebbe potuto avere ben più gravi conseguenze in termini di ordine pubblico, per sequestrare poche, note piante di canapa, e che come rivendicato dagli stessi attivisti dovevano servire per eventi cittadini pubblici e di massa -:
se non ritenga opportuno assumere iniziative per abrogare la legge «Fini-Giovanardi», che può essere usata come uno strumento politico con cui infierire ed accanirsi a scopo punitivo contro un'area sociale e culturale di questo paese rappresentata dai centri sociali e non solo, che combattono apertamente contro il proibizionismo, invece di impegnare uomini e forze, in una città come Napoli, contro il traffico e lo smercio di pericolosissime sostanze stupefacenti, quali eroina, cocaina, ecstasi, cobret, che costituiscono una delle principali fonti di arricchimento illecito da parte delle organizzazioni criminali.
(4-00661)
GRILLINI, OTTONE, CANCRINI, ZANELLA, MELLANO, DE SIMONE, LENZI, CHIAROMONTE, BOATO e MIGLIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sul territorio nazionale, ogni estate sono assai numerose le denunce, elevate dalle forze dell'ordine per «atti contrari alla pubblica decenza», articolo 726 c.p., nei confronti di persone che praticano il naturismo in luoghi isolati e tradizionalmente frequentati dai naturisti stessi;
anche quest'anno, non appena incominciata la stagione turistica, si sono registrati numerosi interventi repressivi ai danni di naturisti;
tra questi il caso, solo per citarne alcuni, quello portato alla luce da La provincia di Como, l'11 luglio 2006: «Rivolta - Due uomini denunciati per atti contrari alla pubblica decenza. È il risultato di un'operazione anti-nudismo condotta ieri pomeriggio dagli agenti della polizia locale di Rivolta guidati dal comandante Giambattista Garbelli» e, ancora, il 9 luglio 2006, La Nuova Venezia riportava un fatto del tutto simile: «Blitz dei carabinieri alla Laguna del Mort: cinque nudisti sono stati scoperti, presi e denunciati dai carabinieri, mentre molti altri sono riusciti a fuggire. I nudisti sono stati identificati sull'isola del Mort, in località Valle Ossi di Eraclea Mare, dove prendevano il sole integrale». Il 21 giugno è la volta di Bolzano: «Prendere il sole senza veli - racconta l'Alto Adige Trento» di un naturista denunciato - può provocare non pochi guai giudiziari anche se si pensa di essere al riparo da sguardi indiscreti. Ne sa qualcosa un meranese di 36 anni» e ancora il 19 giugno 2006 a Porto San Giorgio, secondo Il Messaggero (Pesaro): «Sabato pomeriggio, però, i circa cinquanta nudisti che affollavano la zona non avevano fatto i conti con i militari delle Stazioni dei carabinieri di Pedaso e Cupramarittima comandati dal maresciallo Antonio Russo. I militari si sono messi in borghese ed hanno iniziato a monitorare ogni metro di spiaggia»;
sono in vigore in numerosi comuni ordinanze repressive nei confronti del naturismo;
è il caso di Perla del Conero come ricorda Il Messaggero (Ancona) del 1o luglio 2006: «Il Comune della Perla del Conero infatti non ha cestinato l'ordinanza che vieta di prendere il sole come mamma ci ha fatto. Anzi, tutt'altro, non c'è tolleranza alcuna. E che multe, salate
quanto una vacanza in posti esotici. Per chi avesse l'intenzione di denudarsi nelle spiagge che ricadono nel territorio sirolese sappia che va incontro a 516,46 euro di multa»;
anche nel Comune di Manerba, in provincia di Brescia, è in vigore un'ordinanza simile come riporta «Vivimilano.it» il 3 luglio 2006: «Un'ordinanza di un anno fa vieta esibire «genitali maschili e femminili» per scoprire i trasgressori il comandante dei vigili Gianfranco Rossi aveva organizzato finte coppie di fidanzatini ha lasciato solo 8 multe da 250 euro più 7 denunce per atti osceni che dormono in procura a Brescia»;
la pratica della nudità in comune, in taluni luoghi, è il fondamento della filosofia naturista, diffusa, praticata e promossa da tempo in tutto il resto d'Europa e del mondo civile e che tale pratica, anche in Italia, ha radici ultra trentennali e rappresenta una occasione per il turismo;
nell'ottobre 2005, due diversi giudici di pace di La Spezia hanno accolto in pieno la richiesta di archiviazione avanzata dal Pm per il caso di due naturisti denunciati dai carabinieri per «atti contrari alla pubblica decenza». I giudici hanno ritenuto che non sussistevano responsabilità perseguibili penalmente da parte dei naturisti, giungendo alla conclusione che il nudismo, purché non ostentato, è lecito;
considerando che nel corso degli ultimi anni, la Corte di Cassazione ha emesso sentenze nelle quali viene affermato che la pratica del naturismo non ha rilevanza giuridica in quanto con il nudismo non si esplica un atto di rilevanza penale. Nelle sentenze 3557/2000 e 1765/2000 della predetta Corte, infatti, si afferma che «appare evidente che non può considerarsi indecente [...] la nudità integrale di un naturista in una spiaggia riservata ai nudisti o da essi solitamente frequentata»;
sono oramai numerosi i casi in cui per queste denunce i naturisti vengono regolarmente assolti con formula piena o i loro casi archiviati, in quanto tutti i giudici che si sono dovuti esprimere in materia di nudismo, hanno ritenuto che il comune senso del pudore, unico riferimento a cui ricondurre le valutazioni per stabilire la liceità o meno del naturismo, ha subito negli anni una dilatazione che di fatto si risolve nell'ammissibilità del nudismo, purché non ostentato. La giurisprudenza di merito cioè, si è ormai attesta a su univoche posizioni per le quali il nudismo, praticato in luoghi isolati e non tradizionalmente frequentati, perde qualsiasi carattere di offensività del sentimento di decoro o di riserbo;
alcune regioni stanno muovendosi per regolamentare la pratica del Naturismo, e alcuni comuni prevedono, con ordinanze zone per naturisti, tese alla creazione di strutture turistiche ricettive destinate al turismo naturista. È il caso del Lazio, con una proposta di legge regionale dell'Assessore Angelo Bonelli, depositata in Giunta;
sono circa 500.000 i cittadini italiani che praticano il naturismo come scelta di vita sana, rispettosa degli altri e dell'ambiente naturale;
nel corso di questa legislatura, sono state depositate tre proposte di legge per la depenalizzazione e il riconoscimento del diritto alla pratica del naturismo sia alla Camera dei deputati (Proposta di legge n. 276 «Depenalizzazione della pratica del naturismo e disciplina delle strutture turistico-ricreative riservate ai naturisti» dell'Onorevole Franco Grillini e altri) che al Senato (Progetto di legge S. 479 Depenalizzazione della pratica del naturismo e disciplina delle strutture turistico-ricreative riservate ai naturisti del Senatore Giampaolo Silvestri e altri e Progetto di legge S. 450 Norme per il riconoscimento del diritto alla pratica del naturismo del Senatore Piergiorgio Massidda) -:
quali siano le ragioni per le quali, con ingenti spese, le forze dell'ordine organizzano vere e azioni repressive verso comportamenti che non hanno alcuna rilevanza penale;
se il Ministero sia a conoscenza che alcuni interventi sono di agenti in borghese e se ciò sia ritenuto legittimo;
se Ella condivida che, a fronte di un arretratissimo «codice Rocco», il Parlamento debba prendere finalmente atto della necessità di una legge che regolamenta il naturismo e che escluda dall'articolo 726 c.p. la punibilità della nudità naturista;
se non ritenga di intervenire con apposita circolare del Ministero dell'interno alle Forze di polizia per chiarire che il naturismo che si pratica in luoghi isolati o tradizionalmente frequentati naturisti stessi non costituisci reato e non è da perseguire.
(4-00663)
BERTOLINI e PAOLETTI TANGHERONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che ci sono stati quattro arresti in seguito ad operazioni antiterrorismo, condotte dai carabinieri del Ros, nel Veneto, in Lombardia ed in Emilia-Romagna. L'obiettivo del blitz denominato Numidia, è quello di smantellare una cellula costituita da cittadini algerini, tutti accusati di appartenere a un'organizzazione terroristica;
numerose perquisizioni sono state effettuate nel vicentino e in altre zone d'Italia e la procura di Napoli ha disposto il fermo di un quinto algerino a Reggio Emilia. L'organizzazione denominata «Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento» (Gspc) avrebbe base logistica a Venezia, con collegamenti operativi a Brescia, Napoli, Salerno;
la cellula sosterrebbe lo «jihadismo globale» e sarebbe dedita al finanziamento e al proselitismo di nuovi militanti, fornendo falsi documenti d'identità e permessi di soggiorno. A carico del gruppo anche l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina;
nei piani degli algerini, ci sarebbero state la preparazione e l'esecuzione di azioni terroristiche o comunque violente da attuarsi in Italia - forse a Vicenza - o all'estero contro governi, forze militari, istituzioni e civili nel contesto del progetto di «Jihad» per l'affermazione universale dei principi dell'Islam;
gli arrestati usavano un phone center di Vicenza per consultare siti islamici e scaricare da internet materiale propagandistico (soprattutto filmati) contro l'Occidente e i regimi islamici ritenuti corrotti -:
se il Ministro in indirizzo non intenda prendere urgentemente iniziative volte a potenziare i controlli di pubblica sicurezza presso gli internet point ed i phone center, frequentati per la maggior parte da immigrati clandestini, irregolari o dediti al terrorismo, come già evidenziato dall'articolo 7 del decreto-legge n. 144 del 2005, convertito con modificazioni dalla legge 31 luglio 2005, n. 155 (cosiddetto pacchetto antiterrorismo);
se non ritenga utile ed opportuno un intervento non solo in riferimento alle questioni di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, richiamate dalla suddetta legge n. 155/2005, ma anche per la soluzione di problemi attinenti al degrado e disturbo alla quiete pubblica, connessi al forte e continuo assembramento, soprattutto nelle ore notturne, di immigrati extracomunitari nei pressi di questi phone center.
(4-00664)