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Allegato B
Seduta n. 30 del 24/7/2006
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in data 16 luglio 2006 alle ore 22.19 un'agenzia stampa comunicava: «Unipol: azzerati i vertici GDF della Lombardia» e che alle ore 23.32 il Viceministro dell'Economia Vincenzo Visco smentiva che tale «azzeramento» fosse in riferimento al caso Unipol;
in data 17 luglio 2006 la stampa nazionale ha riportato notizie dettagliate circa la rimozione dei vertici della Guardia di Finanza di Milano dando ampio risalto circa presunte pressioni del Viceministro Vincenzo Visco;
in data 17 luglio 2006 agenzie di stampa riportavano notizie di colloqui tra il Comandante Generale, il Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza ed il Procuratore Generale della Repubblica di Milano ove si confermavano le pressioni esercitate dal Viceministro Visco;
in data 17 luglio 2006, alle ore 18, il Viceministro Visco dichiarava di trattarsi di «normali avvicendamenti dovuti ad esigenze di servizio» -:
quali siano i tempi normali di pianificazione ed esecuzione dei trasferimenti degli Ufficiali della Guardia di Finanza;
se sia «normale» il trasferimento dell'intero vertice della Guardia di Finanza di una Regione non avente alcun procedimento disciplinare o penale in corso e non rientranti nella normale pianificazione annuale;
se sia conforme alla prassi e alla normativa vigente che un Ministro o Viceministro «delegato» (sempre che una «delega» di questo tipo sia costituzionalmente legittima o comunque legittima, tenuto conto del dettato normativo della Legge 189 del 1959 ove si prevede che il Corpo della Guardia di Finanza dipende dal Ministro) possa intervenire su specifici trasferimenti soprattutto in assenza di fatti eccezionali che li possano giustificare;
quali siano le «esigenze di servizio» di cui alla dichiarazione del Viceministro Visco delle ore 18 del 17 luglio 2006 ed, in specie, a che titolo se ne occupi il Viceministro Visco. Tanto più se davvero si tratta di «normali avvicendamenti», come tali, esclusi da ogni intervento politico;
se il comportamento del Viceministro corrisponda alla legislazione vigente ovvero costituisca un abuso, di cui il Ministro dell'Economia ha comunque la responsabilità politica;
se non intende ritirare la delega al Viceministro dell'Economia il quale, comunque, dovrebbe dimettersi, a tutela dell'immagine delle Istituzioni.
(2-00079)
«Elio Vito, Bondi, Cicchitto, Leone, Gianfranco Conte».
Interrogazione a risposta scritta:
ROSSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
circa 230 tonnellate di combustibile irraggiato proveniente dalle ex centrali nucleari italiane sono tuttora depositate nelle piscine di vari impianti ubicati sul territorio nazionale (Centrale Enrico Fermi a Trino Vercellese; Impianto EUREX e Deposito Avogadro a Saluggia; Centrale di Caorso nell'omonimo comune);
nel 1999 l'allora Ministro dell'industria Bersani sanciva, nel documento «Indirizzi strategici per la gestione degli esiti del nucleare» trasmesso al Parlamento in data 21 dicembre del medesimo anno, che si dovesse interrompere la pratica dell'invio al «Riprocessamento all'estero» del combustibile irraggiato - pratica che fino ad oggi ha consentito di allontanare dal territorio italiano ben 1.500 tonnellate di
materiale - e che invece per il suddetto residuo quantitativo di 230 tonnellate si dovesse procedere con la soluzione «Immagazzinamento a secco» in contenitori metallici da depositare in apposite infrastrutture da realizzare nei rispettivi siti. Ciò in attesa di inviare tutto il materiale ad un deposito nazionale;
a giudizio dell'interrogante, si trattava di una soluzione non supportata da alcuna seria valutazione tecnico-economica e di fattibilità pratica e che, come unica certezza, prefigurava la necessità di avere in Italia un oneroso duplice sistema di gestione temporaneo e definitivo dei materiali ad alta radioattività: quello relativo allo stoccaggio a secco delle anzidette 230 tonnellate di combustibile irraggiato e quello riguardante lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi vetrificati provenienti dal riprocessamento delle 1.500 tonnellate già inviate all'estero;
fortunatamente proprio i grandi elettori del Ministro Bersani, e cioè le autorità regionali e locali dell'Emilia Romagna, opponendosi alla realizzazione del previsto deposito nel sito di Caorso, bocciavano senza appello la soluzione dell'«Immagazzinamento a secco» fatta burocraticamente propria, con decreto 7 maggio 2001, anche dall'On. Enrico Letta, succeduto nel frattempo a Bersani al Dicastero competente per l'industria;
preso atto del totale fallimento della scelta Bersani/Letta, a partire dal 2002 il problema è stato affrontato con la prospettiva giusta.
Lo studio fatto in proposito dalla SOGIN ha esaminato le diverse alternative praticabili, concludendo sulla base di un'analisi costi/benefici che anche per le residue 230 tonnellate fosse conveniente procedere con il «Riprocessamento all'estero».
L'opzione «Riprocessamento», infatti, a fronte di un maggiore onere economico da sostenere sul breve termine, permette innanzitutto il ben più rilevante vantaggio di realizzare un sistema di gestione unico, riguardante esclusivamente i rifiuti radioattivi vetrificati;
in secondo luogo, consente di eliminare in tempi relativamente brevi una situazione di rilevante rischio costituita dal mantenere materiale altamente radioattivo in strutture, quali le piscine, obiettivo internazionalmente considerato di massima vulnerabilità nei riguardi di azioni terroristiche.
Infine, nel caso della piscina di EUREX, elimina le serie preoccupazioni relative alla circostanza che trattasi di vecchia infrastruttura nella quale si manifestano evidenti segni di precarietà strutturale e conseguenti rischi di disastro ambientale in caso di spargimento nella falda dell'acqua contenuta in tale piscina;
in favore della scelta «Riprocessamento all'estero» si sono pronunciati il Commissario delegato per la sicurezza dei materiali nucleari (per ultimo Ordinanza del 16 dicembre 2004), le regioni interessate (il 17 e 30 settembre 2004 rispettivamente la regione Piemonte e la regione Emilia Romagna), la Commissione tecnico scientifica operante presso il Dipartimento della protezione civile (delibera del 29 settembre 2004) e il Ministro delle attività produttive Marzano (decreto del 2 dicembre 2004);
la gara internazionale lanciata dalla SOGIN individuava nella francese COGEMA l'operatore estero a cui inviare le 230 tonnellate di combustibile da riprocessare. Il relativo contratto è stato del tutto definito nei suoi vari aspetti tecnico-economici e il Ministro Scajola ha prontamente avviato la richiesta procedura di accordo intergovernativo con il suo omologo francese;
peraltro, appare sempre più evidente l'atteggiamento che l'interrogante giudica dilatorio, se non addirittura ostruzionistico nei riguardi dell'opzione «Riprocessamento all'estero» da parte del Ministro Bersani che, rioccupato il dicastero competente per l'industria, non effettua alcun atto concreto per portare a conclusione la vicenda -:
se non ritenga di far cessare l'atteggiamento, secondo l'interrogante, dilatorio
assunto in merito alla conclusione con la controparte francese della procedura relativa all'invio al riprocessamento all'estero del combustibile irraggiato ancora giacente in territorio nazionale, protraendo così una situazione di rilevante rischio per l'ambiente e le popolazioni;
se non ritenga di dover avocare direttamente alla Presidenza del Consiglio il
compito di definire le questioni intergovernative attinenti il riprocessamento del combustibile irraggiato, considerata l'avversione che il Ministro Bersani ha finora dimostrato per tale operazione.
(4-00670)