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Allegato B
Seduta n. 31 del 25/7/2006
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AFFARI ESTERI
Interrogazioni a risposta scritta:
DEIANA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo italiano nel decidere di ritirare il contingente militare dal territorio iracheno ha più volte sottolineato come questo non significa abbandonare il Paese al suo destino, ma, al contrario, ha rilanciato i rapporti con il governo iracheno attraverso la messa a punto di un programma di cooperazione a livello politico, economico e umanitario;
il nuovo ministro iracheno del petrolio Hussein Al-Shahrisatani ha più volte manifestato l'intenzione di giungere al più presto alla redazione di una nuova legge sullo sfruttamento petrolifero e di avvalersi per tale attività della consulenza dell'Usaid, l'agenzia statunitense per gli aiuti allo sviluppo;
alcuni mesi fa, grazie al contributo di una ong biritannica Platform (ong che si occupa di monitorare il comportamento delle multinazionali del petrolio nel mondo) e ad una serie di organizzazioni italiane (Un ponte per..., Campagna per la riforma della Banca mondiale, Lunaria ed Arci) che ne hanno curato la traduzione italiana, è venuto alla luce un dossier che solleva una serie di punti critici sul rapporto tra il nuovo Governo iracheno e le multinazionali del petrolio;
da tale dossier emergerebbe la volontà del nuovo Governo iracheno di siglare accordi con le più grandi compagnie petrolifere occidentali per avviare la produzione in 11 campi petroliferi nel sud del Paese avvalendosi di particolari- forme «contrattuali»;
in particolare si fa riferimento ai cosiddetti Psa (Production sharing agreement) accordi per la divisione della produzione, cioè accordi in base ai quali sotto il profilo strettamente tecnico le riserve petrolifere restano di proprietà statale, mentre dal punto di vista pratico le compagnie ottengono maggiori benefici rispetto a quelli che avevano con gli accordi precedenti. Molto spesso questi accordi esonerano le compagnie petrolifere dalla soggezione a qualsiasi nuova legge che possa inficiare i loro profitti, e spesso il contratto stabilisce che eventuali controversie non sono di competenza dei tribunali nazionali, ma di organi internazionali di risoluzione delle dispute la cui procedura si incentra sull'investimento e le cui decisioni sono adottate in virtù di considerazioni commerciali e non prendono in considerazione l'interesse o le normative nazionali;
in questo modo i profitti che derivano dal petrolio verrebbero sottratti al Governo iracheno rendendo vana ogni altra azione di cooperazione e aiuto allo sviluppo;
contro questa ipotesi si sono pronunciati i sindacati dei lavoratori del petrolio iracheno che vedono nei PSA una svendita delle ricchezze nazionali;
tali accordi sono destinati ad incidere in maniera significativa per moltissimi anni sull'economia irachena;
del cartello che le multinazionali utilizzano in Iraq (Itic) fa parte anche l'ENI -:
se il Governo ha notizie sullo stato d'attuazione di tali intese e quale ruolo abbia svolto o stia svolgendo l'ENI;
se il Governo non intenda porre in essere, anche attraverso il suo ruolo nell'Eni, una politica che sia in linea con le considerazioni in premessa, in particolare attraverso una trattativa che poggi sulle condizioni che l'Iraq proponeva prima della guerra.
(4-00678)
SGOBIO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
secondo il New York Times del 22 luglio scorso, l'amministrazione Bush si sta dando da fare per consegnare al più presto le bombe ad alta precisione comandate a distanza richieste da Israele già la settimana scorsa secondo l'interrogante per poter cominciare al più presto i bombardamenti aerei di precisione sugli obiettivi militari Hezbollah in Libano;
le bombe satellitari e guidate al laser fanno parte di un pacchetto di fornitura di armamenti che ammonta a molti milioni di dollari e che è stato approvato lo scorso anno, ma secondo fonti militari statunitensi, prosegue il New York Times, l'accelerazione di consegne richiesta da Israele sarebbe insolita e potrebbe provare l'intenzione di colpire ancora molti obiettivi Hezbollah nei prossimi giorni in Libano;
le nuove consegne di armamenti non sono state annunciate pubblicamente dall'amministrazione e il quotidiano statunitense sottolinea che le fonti militari hanno richiesto l'anonimato prima di dare queste informazioni;
a parere dell'interrogante, la vicenda è preoccupante e inquietante, perché come scrive il prestigioso quotidiano Usa, la decisione «rischia di irritare i governi arabi e non solo, dando l'impressione che gli Stati Uniti stiano attivamente aiutando la campagna di bombardamenti di Israele»;
sempre a parere dell'interrogante, la notizia la dice lunga sul ruolo che gli Usa stanno avendo in tutta la terribile vicenda medio orientale e prefigura anche possibili scenari di guerra lunga -:
se non ritenga opportuno adoperarsi, presso l'amministrazione americana, al fine di ricevere informazioni dettagliate al riguardo.
(4-00682)