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Allegato B
Seduta n. 33 del 27/7/2006
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta orale:
COMPAGNON. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
da anni i viticoltori chiedono uno snellimento delle procedure per l'impiego di manodopera occasionale, soprattutto
per agevolare l'impiego di categorie particolari quali gli studenti ed i pensionati;
gli obiettivi della sperimentazione sulle «Prestazioni occasionali di tipo accessorio», individuati dalle legge «Biagi» e successivamente dal decreto legislativo n. 276 del 2003 per regolamentare prestazioni di lavoro saltuarie e di breve durata, sono quelli di: 1) offrire nuove opportunità di lavoro a persone con difficoltà di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro; 2) fare emergere il lavoro nero, con le dovute tutele previdenziali ed assicurative per chi lavora senza garanzie; 3) permettere ai datori di lavoro di ricorrere a prestazioni occasionali in modo trasparente, semplice e conveniente;
a partire dal 20 marzo 2006 nella Provincia di Treviso è iniziata la sperimentazione secondo la quale le aziende che intendono avvalersi del lavoro accessorio possono acquistare dei voucher, comprensivi della copertura assicurativa e previdenziale, con cui si possono pagare le prestazioni dei vendemmiatori;
con il decreto del ministero del lavoro e politiche sociali del 1o marzo 2006 che modifica il decreto ministeriale 30 settembre 2005, la Provincia di Udine veniva inserita tra le aree nelle quali si poteva avviare una prima fase di sperimentazione del lavoro accessorio per le vendemmie di breve durata e a carattere saltuario -:
se si intenda, tenuto conto della imminenza delle prossime vendemmie, procedere affinché si completi rapidamente l'iter burocratico per l'effettiva applicazione del lavoro accessorio nelle province indicate nel decreto, con particolare riferimento a quella di Udine;
se e in quali tempi si preveda l'allargamento anche alle altre province vocate a viticoltura.
(3-00173)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MUSI e MOTTA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
una ventina di dipendenti della Banca del Monte Parma S.p.A. si sono visti respingere dagli enti previdenziali la richiesta dell'incentivo al posticipo del pensionamento disposto dall'articolo 1, commi 12 e seguenti, della legge 23 agosto 2004, n. 243, sulla base dell'infondato presupposto che si tratterebbe di dipendenti di amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e come tali iscritti all'INPDAP, malgrado la Banca del Monte sia stata trasformata da ente pubblico a S.p.A. il 1o novembre 1991;
la tesi, a parere dell'interrogante, immeritevole, sostenuta dagli enti previdenziali è che i lavoratori in questione, pur essendo dipendenti del settore privato e, pur avendo regolarmente maturato i requisiti minimi di età anagrafica e di anzianità contributiva richiesti per la pensione di anzianità, non possiederebbero il terzo requisito richiesto, consistente nell'essere iscritti all'assicurazione generale obbligatoria o a forme sostitutive della medesima;
in realtà i detti lavoratori non sono iscritti all'INPDAP per la semplice ragione che tale Istituto è stato creato non prima del 30 giugno 1994 e che nel 1991, al momento della privatizzazione della Banca del Monte Parma, ai dipendenti è stata concessa l'opzione fra l'originaria Cassa pensione gestita dall'allora Ministero del tesoro e l'INPS;
i dipendenti che legittimamente hanno optato nel 1991 per il mantenimento dell'iscrizione alla Cassa pensione si trovano dunque, secondo l'interrogante, capziosamente esclusi, con discriminazione rispetto a tutti gli altri, dal beneficio dell'incentivo al posticipo del pensionamento;
a giudizio dell'interrogante, si tratta di un'ingiustizia, fondata su sofismi formalistici
e sicuramente contraria allo spirito del legislatore nonché all'interesse pubblico -:
quali iniziative intenda adottare, in via interpretativa o normativa, per sanare la discrepanza descritta in premessa e consentire ai lavoratori dipendenti della Banca del Monte Parma ed a quanti versano nelle medesime condizioni di usufruire regolarmente dell'incentivo al posticipo del pensionamento, di cui all'articolo 1, commi 12 e seguenti, della legge 23 agosto 2004, n. 243.
(5-00145)
Interrogazione a risposta scritta:
DE ANGELIS. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 25 luglio scorso, un operaio, Domenico Iodice, di 51 anni, di Casapulla, sposato e padre di tre figli, alle dipendenze di una ditta che ha in appalto lavori per conto della Rfi (Rete ferroviaria italiana), è rimasto folgorato da una scarica elettrica urtando la linea aerea dell'alta tensione, ed è morto sul colpo;
sulla tragedia sono state aperte tre inchieste dalla Magistratura, dall'Ispettorato provinciale del lavoro e dalla Rfi, società del gruppo Fs che controlla la rete;
il giorno dopo la terribile tragedia, le organizzazioni sindacali di categoria, hanno indetto un presidio per rilanciare il tema della sicurezza sul lavoro;
non è ancora chiaro se l'operaio lavorasse in nero e se durante i lavori fossero state rispettate le misure minime di sicurezza;
a parere dell'interrogante, è quanto mai opportuno che si metta a punto una strategia di contrasto, controllo e prevenzione del fenomeno delle morti sul lavoro che coinvolga le Regioni, gli enti locali e gli organi preposti dello Stato;
come affermato dallo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in più occasioni, se sempre più urgente e necessario affrontare concretamente questa terribile e insostenibile piaga sociale -:
se e quali atti di loro competenza ritengano opportuno mettere in campo al fine di accertare le reali responsabilità del tragico evento;
se non ritengano opportuno potenziare il numero degli ispettori preposti al controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro, prevedendo maggiori finanziamenti, mettendo mano alla legislazione in materia di politiche del lavoro, intervenendo radicalmente sulla precarietà e sui contratti atipici, tutelando a dovere i diritti e la sicurezza dei lavoratori, anche al fine di far emergere le sacche di lavoro nero presenti nel nostro Paese.
(4-00733)