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Allegato B
Seduta n. 33 del 27/7/2006
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta orale:
PAOLETTI TANGHERONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Medio Oriente vive in questi giorni momenti molto critici a causa di atti terroristici compiuti da forze estremiste volti a frustrare le aspirazioni dei popoli palestinese, israeliano e libanese alla democrazia ed alla pace;
su Israele continua a cadere una pioggia di razzi lanciati dai guerriglieri di Hezbollah la cui milizia libanese filoiraniana è sostenuta dall'Iran;
lo Stato di Israele ha reagito all'attacco intraprendendo un'azione militare nel sud del Libano, dove si presume sia il quartiere generale degli Hezbollah;
tale crisi ha provocato, e continua a provocare in queste ore, numerose vittime civili e militari;
anche un militare italiano, il Capitano Roberto Punzo è stato ferito e, secondo quanto riferisce un portavoce della missione Onu, Milos Strupar «era in corso un violento scontro a fuoco tra israeliani e Hezbollah, e lo stesso Punzo è stato ferito da proiettili partiti dal versante libanese»;
in una dichiarazione di domenica sera, il Sottosegretario di Stato agli Esteri con delega ai rapporti con l'Onu, On. Bobo Craxi, ha ipotizzato che la responsabilità
del ferimento del capitano Punzo, dovesse ricadere sull'esercito di Gerusalemme -:
se il Ministro in indirizzo non ritenga, alla luce dell'accaduto, doverose le immediate dimissioni del Sottosegretario agli esteri che, in un momento così delicato e durante un summit in corso a Roma per risolvere il conflitto in Medio Oriente, fa delle affermazioni del tutto inopportune;
se non ritenga opportuno sostituire il Sottosegretario con altra persona capace di garantire maggiormente i delicati equilibri e di adottare atteggiamenti quantomeno di «equivicinanza», per utilizzare le parole dello stesso Ministro;
se, altrimenti, non ritenga opportuno che il Sottosegretario porga le sue scuse.
(3-00170)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
III Commissione:
MANTOVANI, SINISCALCHI e KHALIL. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
gli interroganti esprimono la propria viva preoccupazione per il peggioramento della situazione in Eritrea, evidenziato proprio in questi giorni dal continuo e massiccio afflusso di giovani eritrei richiedenti asilo politico sul nostro territorio o di altri Stati europei;
informazioni sempre più insistenti e dettagliate, diffuse dalla stampa internazionale e da testimoni diretti, indicano un peggioramento costante delle condizioni di vita della popolazione, nei più diversi aspetti:
la violazione delle libertà di religione, stampa, opinione, associazione: si confrontino, tra gli altri, i rapporti 2005 di Amnesty International e di Reporters sans Frontiers;
le restrizioni di movimento imposte dal Governo eritreo agli stranieri, e in particolare al corpo diplomatico e agli operatori delle organizzazioni internazionali e non governative, che non consentono di monitorare l'emergenza umanitaria;
la cattiva distribuzione e l'accaparramento degli aiuti alimentari: inviati dalla comunità internazionale a fronte di un appello congiunto (Nazioni Unite e Governo eritreo) a favore di un milione di persone considerate a rischio all'inizio del 2005, sono stati distribuiti solo agli sfollati ancora nei campi (poco più di 72.000 persone) e poi stoccati; lo scorso maggio, l'inviato di Kofi Annan per gli affari umanitari nel Corno d'Africa, Mr. K.M. Bondevik era costretto a constatare che le possibilità di dialogo sul tema con le Autorità eritree erano estremamente limitate;
il crescente deterioramento della situazione economica, non solo a causa della congiuntura internazionale, ma anche di misure governative volte al controllo di ogni attività produttiva e commerciale, e alla limitazione delle attività private: ci si riferisce ad esempio, all'ingaggio delle forze produttive del paese nel servizio nazionale a tempo indeterminato, al ritiro delle licenze alle imprese di costruzione, al mancato rinnovo delle licenze di importazione ed esportazione;
preoccupazione desta inoltre il progressivo isolamento del paese voluto dal Governo eritreo, in particolare la limitazione delle attività della missione di pace dell'ONU, l'allontanamento degli osservatori dei paesi occidentali nel dicembre del 2005, le difficoltà poste al lavoro degli organismi internazionali e delle organizzazioni non governative, la chiusura di molte ONG internazionali, la maggior parte delle quali italiane, e locali, l'espulsione di cittadini occidentali, tra i quali anche il primo segretario dell'ambasciata italiana, per motivi mai dichiarati e chiariti sono segni di una deriva sempre più preoccupante, tanto più che si inserisce in
quella più vasta dei Paesi del Corno d'Africa, in cui il processo di destabilizzazione politica, di progressivo impoverimento economico e di disarticolazione sociale sembra preludere ad una crisi generalizzata, difficilmente controllabile;
a fronte dell'inquietante scenario delineato sopra, si deve rilevare che l'Eritrea è da sempre area privilegiata di interesse per la diplomazia e la cooperazione italiana e per diversi attori della società civile del nostro paese che vi mantengono legami di solidarietà -:
come il Governo italiano intenda impostare la sua azione politica e diplomatica per aiutare il paese ad uscire dalla crisi in cui si trova, in modo da garantire il pieno rispetto dei diritti umani, il soccorso alla popolazione colpita da penuria alimentare, l'azione delle agenzie internazionali e delle organizzazioni umanitarie, la stabilizzazione dell'area e il rispetto degli accordi di Algeri del dicembre 2000.
(5-00142)
CIOFFI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'Italia sta svolgendo un ruolo strategico a livello internazionale alla ricerca di una soluzione che consenta il cessate il fuoco nei drammatici scontri attualmente in corso fra Israele e Libano;
l'unità della marina militare italiana, la nave San Giorgio, ha attraccato tempestivamente nel porto di Beirut portando tonnellate di cibo, ambulanze e generatori mandati a civili libanesi;
il buon esito di tale missione è un primo positivo esperimento di «corridoio umanitario» condotto con successo dal Governo Italiano -:
quali iniziative siano previste per continuare concretamente ad aiutare i civili che sono stati così drammaticamente colpiti dalla guerra ed in particolare quali provvedimenti si intendano adottare nei confronti dei numerosi rifugiati che ormai rappresentano una delle emergenze più drammatiche del conflitto fra Israele e Libano e quali aiuti saranno destinati ai civili italiani che vivevano e lavoravano in Libano e che sono stati costretti, a causa del conflitto, a lasciare il Paese.
(5-00143)
DE ZULUETA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni drammatici per il Libano decine di cittadini libanesi legati da vincoli familiari con cittadini italiani stanno cercando di uscire dal Libano per raggiungere i parenti in Italia;
malgrado la situazione di eccezionale pericolo, dovuta ai continui bombardamenti, queste persone devono attenersi ad un estenuante iter burocratico presso l'Ambasciata italiana a Beirut per reperire documenti e certificati ritenuti necessari al loro ingresso in Italia;
il nostro Paese si è distinto per avere tempestivamente realizzato un programma urgente di assistenza umanitaria alla popolazione civile del Libano, diretto dal Ministero degli esteri e coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile con il sostegno logistico del Ministero della difesa, comprendente la consegna di materiale d'emergenza che è stato trasportato a Beirut dalla nave San Giorgio;
l'Italia si è in generale distinta per avere assunto subito importanti iniziative di tipo politico e diplomatico, volte a consentire la cessazione delle ostilità, prima fra tutte la convocazione di una Conferenza Internazionale per il Libano, che si è tenuta ieri a Roma presso la Farnesina;
in situazioni di grave emergenza umanitaria la cooperazione internazionale significa anche riuscire a fornire risposte commisurate ai bisogni della popolazione provvedendo a facilitare le procedure amministrative -:
se non ritenga opportuno porre in essere con urgenza ogni iniziativa utile ad ottenere un sensibile snellimento delle procedure burocratiche connesse all'ottenimento
del visto di ingresso in Italia per cittadini libanesi che ne facciano richiesta nel perdurare della situazione di conflitto armato e dunque di pericolo di vita.
(5-00144)
Interrogazioni a risposta scritta:
BARANI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
una cittadina italiana di 27 anni, M.F., laureata in giurisprudenza e residente a Santo Stefano al Mare (La Spezia) è stata vittima di un grave atto di prevaricazione da parte di agenti della dogana francese a Nizza;
in effetti il 14 luglio scorso è stata prelevata dagli agenti della dogana francese di Nizza, non appena sbarcata da un volo proveniente da Boston alle ore 14,15, accompagnata in ufficio e trattenuta senza alcuna spiegazione per diverse ore;
come pubblicato dal quotidiano Il Secolo XIX di mercoledì 19 luglio «era per lei vietato fare e ricevere telefonate, trattata come una terrorista o trafficante di droga, perquisita, derisa, insultata»;
ad attenderla all'aeroporto c'era la madre ma anche per la signora c'è stato analogo atteggiamento riservato alla figlia: si è rivolta più volte alla polizia e le è stato risposto che non c'era alcun problema, ma che non avrebbe potuto vedere o parlare con la figlia;
alla fine, per giustificare l'accaduto i doganieri francesi non hanno trovato di meglio che pretendere 169 euro di multa per la mancata dichiarazione di quattro magliette di cotone che la giovane aveva acquistato negli Stati Uniti per fare un regalo alle amiche;
dalla testimonianza della madre: «mi sono rivolta diverse volte alla polizia, ma mi è stato ordinato di stare zitta. Allora ho tentato di farmi ricevere dagli agenti della dogana: stesso trattamento. Ero preoccupata, non sapevo più cosa fare. Verso le cinque ho finalmente visto arrivare mia figlia. Era stravolta, in lacrime, faceva fatica a spiegarsi e a spiegare quello che le era capitato»;
poi è finalmente riuscita a raccontare l'accaduto. L'hanno costretta a restare in piedi e in silenzio. Le hanno sequestrato il cellulare senza dare spiegazioni, poi hanno cominciato a curiosare tra la biancheria intima, facendo commenti da caserma;
la ragazza e la madre hanno sporto denuncia alla prima caserma dei Carabinieri che hanno trovato e il rapporto è stato inviato alla Prefettura di Imperia;
si sottolinea che non è la prima volta che all'Aeroporto di Nizza viaggiatori italiani subiscono simili umiliazioni -:
quali iniziative formali intenda attivare il Ministro presso il Governo francese affinché simili abusi nei confronti di cittadini italiani possano cessare.
(4-00729)
SGOBIO e GALANTE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da quanto segnalato, tramite lettera aperta al Parlamento italiano, dall'iniziativa italo-tedesca «Per la memoria di Costermano», si apprende che nel cimitero militare tedesco a Costermano in provincia di Verona, sono sepolti 22.000 soldati tedeschi fra cui almeno dodici capi ed un numero per ora inquantificabile di militi delle SS dell'«Aktion Reinhard» e dell'«Aktion T 4», meglio conosciuta come «Eutanasia nazista», membri della Wehrmacht e delle SS responsabili di stragi perpetrate fra le popolazioni civili italiane, nonché cinque soldati tedeschi che, nell'intento di allearsi alla resistenza, sono stati passati per le armi;
non tutti questi militari condivisero i progetti e le pratiche criminali del nazismo in quanto alcuni di essi, pur essendo contro le loro convinzioni, furono costretti a divenire strumento di una guerra di aggressione;
i suddetti caduti, ciononostante, vengono indistintamente presentati come «vittime della guerra» e onorati insieme ai carnefici, dando luogo, quindi, ad una distorsione della memoria sulle stragi nazifasciste che hanno insanguinato anche l'Italia;
fino all'estate 2004, i caduti venivano menzionati in «albi/libri d'onore» che, grazie all'intervento della suddetta iniziativa, sono divenuti «libri dei nomi»;
i rappresentanti dell'Iniziativa italo-tedesca «Per la memoria di Costermano», inoltre, sostengono che il VDK («Lega per la cura dei cimiteri di guerra tedeschi»), associazione sovvenzionata dal Ministero degli esteri tedesco, avrebbe l'intenzione di porre nel cimitero una lapide con un'unica iscrizione recante l'ambigua epigrafe «alle vittime della guerra, dell'ingiustizia e della persecuzione», anziché nominare esplicitamente in essa la differenza fra vittime e carnefici, falsificando di fatto la verità storica;
nonostante le proteste della suddetta Associazione, il VDK ha continuato, inoltre, a mantenere aperte le cosiddette «Sale d'Onore», ivi custodendovi i suddetti «albi/libri d'onore», contravvenendo, quindi, al precedente accordo (estate 2004) raggiunto riguardo alla menzione di questi ultimi come «libri dei nomi» -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra descritti;
come intenda, secondo le proprie prerogative, intervenire presso il Governo della Repubblica Federale tedesca affinché il testo previsto per la nuova ed unica iscrizione sia stabilito di comune accordo tra Italia e Germania;
quali iniziative il Governo intenda mettere in atto al fine di allontanare i «libri d'onore» dal cimitero militare di Costermano.
(4-00732)