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Allegato B
Seduta n. 34 del 31/7/2006
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanze:
La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il Ministro per il petrolio iracheno, Hussein al-Shahristani, ha dichiarato (23 maggio) che intende redigere al più presto una nuova legge sugli investimenti esteri nel settore del petrolio che «garantirà alle compagnie internazionali eque condizioni» e che intende procedere al più presto alla stipula di accordi con compagnie estere finalizzati allo sfruttamento di 11 campi petroliferi nel sud del paese;
la International Tax & Investment Center (ITIC), organizzazione lobbystica che ha tra i fini statutari il «consigliare ai governi politiche fiscali e economiche appropriate», ha pubblicato nel novembre 2004 lo studio Petroleum and Iraq's Future: Fiscal Options and Challenges nel quale si sostiene la opportunità di una sostanziale modifica della tradizionale politica dell'Iraq in merito agli investimenti esteri nel settore del petrolio (caratterizzata da investimenti diretti e contratti «di servizio» o di «sviluppo e produzione» con imprese estere) affinché si adottino contratti a lungo termine denominati Production Sharing Agreement (PSA), più vantaggiosi per le stesse compagnie, che «costituirebbe il miglior incentivo per spingere le imprese estere ad investire in Iraq»;
la società ENI spa, di cui lo Stato italiano detiene una quota azionaria del 32 per cento ed una Golden Share, risulta essere tra i membri fondatori dell'ITIC e alla presentazione del documento citato al governo iracheno erano presenti due manager dell'ENI: Roberto D'Amico e Ferdinando Cazzini lasciando presumere che la società Eni spa condivida questa impostazione;
è stato stimato che il maggior costo per l'Iraq dei Production Sharing Agreement, rispetto a quelli consentiti dalla tradizionale irachena politica di Service contracts o Production and development contrats, per i soli giacimenti che il governo iracheno ha annunciato di voler attivare, poterebbe ammontare da 74 a 194 miliardi di dollari;
è stato inoltre stimato che tali contratti garantirebbero alle società estere anormali tassi di ritorno dell'investimento tra il 42 per cento e il 162 per cento;
è stato stimato inoltre che nel caso di ipotetica stipula di un Production Sharing Agreement da parte dell'ENI per il giacimento petrolifero di Nassiria il maggior guadagno per la società italiana potrebbe ammontare sino a sei miliardi di dollari;
contro l'ipotesi di accordate contratti a lungo termine con la formula dei Production Sharing Agreement si sono pronunciati, con chiarezza, i sindacati dei lavoratori del petrolio iracheni, che vedono in ciò una cessione immotivata delle ricchezze nazionali;
tale eventualità si risolverebbe in una analoga minore entrata per l'erario iracheno proprio in un momento in cui l'Iraq ha bisogno di una grande quantità di fondi per provvedere alla ricostruzione del paese distrutto da una guerra definita illegale dal segretario generale dell'Onu;
l'Iraq ha bisogno di investimenti esteri per riavviare a pieno regime la produzione di petrolio, principale risorsa per finanziare la ricostruzione del paese;
l'Italia deve fare la propria parte mettendo a disposizione investimenti e know how finalizzato a favorire la ripresa della produzione petrolifera irachena e, per questa via, la ricostruzione del paese senza approfittare di un eventuale posizione negoziale debole del governo attuale iracheno imputabile alla situazione del paese;
una politica equa in materia di investimenti italiani nel settore del petrolio contribuirebbe alla ricostruzione del paese in misura notevolmente superiore a qualsiasi intervento di aiuti economici -:
se il Governo non intenda, in qualità di azionista di ENI spa e detentore della Golden share operare affinché la società prenda le distanze dalle posizioni espresse dalla ITIC, e sostenute da altre società petrolifere, in merito all'opportunità di una modifica, a favore delle società estere, della politica tradizionale irachena in materia di investimenti esteri nel settore del petrolio e se non intenda dichiararsi disponibile a negoziare con il governo iracheno i propri investimenti in Iraq sulla base della normativa vigente prima della guerra.
(2-00092) «De Zulueta».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in data 29 novembre 2005, l'onorevole Silvano Moffa, nella sua qualità di Sindaco di Colleferro, rivolgeva istanza al Ministro della giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura per denunziare i metodi persecutori posti in essere dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, dottor Giovanni Travaglini, nei confronti degli amministratori e dei funzionari del Comune di Colleferro, concernenti in metodi di indagine, delegate al Corpo Forestale dello Stato, tali da ripercuotersi negativamente sull'attività amministrativa, stante gli accessi pressoché quotidiani agli uffici comunali e le modalità ingiustificate con le quali veniva trattato il personale dell'amministrazione in occasione di detti accessi, null'affatto comprensibili a fronte della disponibilità che il personale stesso ha sempre prestato costantemente al riguardo;
per quanto risulta agli interpellanti si è in sostanza verificato, proprio in ragione di questi metodi secondo gli interpellanti, persecutori e ingiustificati, un vero e proprio blocco dell'attività amministrativa con l'effetto, ancor più grave, di gettare discredito ingiustificato su tutte le iniziative dell'amministrazione, «terrorizzando» - è proprio il caso di dirlo - gli imprenditori locali e quelli che sono giunti dal nord Italia ad investire sul territorio grazie ai programmi di rilancio e sviluppo portati avanti dall'amministrazione, nuovamente premiata alle recenti elezioni amministrative che hanno confermato, per la quinta volta consecutiva, la fiducia degli elettori;
della ingiustificata e incomprensibile vessatorietà di tali metodi è ennesima riprova la circostanza, gravissima, che, da ultimo, in singolare coincidenza con le elezioni politiche che hanno visto l'onorevole Silvano Moffa prima candidato e poi eletto tra le fila di Alleanza Nazionale, con in più la responsabilità della stesura del programma politico elettorale, il su menzionato sostituto procuratore della Repubblica di Velletri, indagando su fatti remoti e in relazione a procedimento avviato da tempo, abbia richiesto nei confronti dell'onorevole Silvano Moffa e di altri indagati l'estrema misura cautelare ovvero la detenzione in carcere, giungendo a ravvisare gli estremi del reato di corruzione (che, com'è noto, consente l'applicazione di detta misura cautelare) sulla scorta di elementi che già documentalmente portavano ad escludere qualsiasi configurabilità di attività corruttive;
in definitiva l'oggetto della vicenda processuale era ed è tutt'ora da collocarsi nell'ambito della mera valutazione di legittimità o meno di atti amministrativi ai fini della ravvisibilità o meno di eventuale reato di abuso di ufficio - che pure è da ritenersi insussistente - la qual cosa non avrebbe consentito né l'applicazione né ovviamente la richiesta di misure cautelari;
l'eclatanza della richiesta del dottor Travaglini, ampiamente riportata sulla stampa locale e nazionale, ha avuto seguito da parte del GIP presso il Tribunale di Velletri, dottor Morgigni, con l'applicazione della misura afflittiva ma, secondo gli interpellanti, egualmente ingiustificata del divieto di dimora a Colleferro, e ciò proprio nel pieno della campagna elettorale andando così a impedire all'onorevole Silvano Moffa la esplicazione dell'attività politica costituzionalmente garantita nel collegio elettorale di appartenenza;
di tale vicenda è stato investito il Tribunale della Libertà di Roma che ha radicalmente annullato la misura disposta dal GIP di Velletri e, ancor di più, sancito che nella fattispecie non sussistono neppure gli indizi minimali per poter ravvisare una ipotesi delittuosa quale la corruzione tale da giustificare la richiesta di applicazione di alcuna misura cautelare;
più specificatamente il Tribunale ha concluso che nella fattispecie non solo non vi è alcun indizio in relazione al pagamento di somme corruttive, ma che tale circostanza non è neanche logicamente ipotizzabile;
la conclusione positiva innanzi al Tribunale del riesame di tale assurda vicenda non può che evidenziare, secondo gli interpellanti, che il dottor Travaglini abbia commesso un clamoroso errore, dimostrando un incomprensibile ed ingiustificato spirito persecutorio nei confronti personali dell'onorevole Silvano Moffa e nei confronti dell'attività amministrativa di Colleferro, con enorme dispendio di energie, persone, mezzi e fondi pubblici ormai da anni, senza ottenere mai alcun provvedimento giurisdizionale che avallasse tali teoremi accusatori;
al contrario si rammenta al Ministro della Giustizia che finora tutti i provvedimenti giurisdizionali che hanno vagliato l'operato dell'amministrazione comunale, negli anni in cui l'onorevole Moffa ha ricoperto l'incarico di Sindaco - sia in sede penale che in sede civile e amministrativa - si sono conclusi sempre positivamente, accertando l'assoluta legittimità dei provvedimenti e degli atti dell'amministrazione:
il GIP del Tribunale di Velletri, proprio agli inizi del novembre scorso, ha ordinato l'archiviazione del procedimento aperto nei confronti di numerosi amministratori comunali in relazione al Piano Integrato di Intervento elaborato dal Comune di Colleferro, dopo che il Tar Lazio si era pronunciato positivamente al riguardo;
il GUP del Tribunale di Velletri, a fine ottobre, ha assolto altrettanto numerosi amministratori comunali dall'accusa di abuso di ufficio in relazione a varie delibere di programmazione urbanistica per la localizzazione delle sedi della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, della Polizia, dei Vigili del Fuoco e dell'INPS, dopo che la Procura aveva dispiegato risorse pubbliche evidentemente ingenti per varie consulenze di ufficio;
tutti gli altri procedimenti penali, nei quali atti e provvedimenti dell'amministrazione sono stati tacciati di abuso d'ufficio, si sono risolti positivamente e con le formule più ampie in sede penale (concessioni edilizie, apertura di strade, diniego di autorizzazioni di passo carrabile etc.);
i Giudici amministrativi hanno costantemente riconosciuto la legittimità dell'operato dell'amministrazione in materia ambientale, sia in relazione alle ordinanze assunte a tutela della salute e dell'ambiente per l'emergenza ambientale del fiume Sacco, sia in relazione alla gestione
pubblica della discarica comunale, sia in relazione alla localizzazione di importanti opere pubbliche quali lo SLOI (Sistema logistico di offerta integrata), sia in relazione ad appalti pubblici che in relazione all'affidamento di pubbliche concessioni;
anche i giudici civili hanno finora riconosciuto la bontà dell'operato dell'amministrazione, respingendo sempre le pretese formulate in quella sede contro il Comune -:
pur rinnovandosi da parte degli interpellanti la fiducia nella giustizia e nella capacità della magistratura di riportare nell'ambito della verità le prospettazioni accusatorie, secondo gli interpellanti, ingiustificate e vessatorie da parte di una Procura, quale quella di Velletri, evidentemente alla costante ricerca della eclatanza e della visibilità mediatica, si chiede se e quali iniziative ispettive si intendano assumere nei confronti di detta Procura, a fronte dei più volte denunciati metodi di indagine assolutamente vessatori e persecutori, indagini che tutt'oggi, nonostante il provvedimento del Tribunale della Libertà, continuano e sono riprese con pervicacia ancora maggiore alla ricerca, evidentemente, di elementi che possano giustificare una ipotesi che è già stata esclusa dall'organo competete;
secondo l'opinione degli interpellanti, in sostanza, si piegano i fatti alle ipotesi criminose che l'Ufficio del Pubblico Ministero ritiene di ipotizzare;
non si comprende, infine, come mai il Consiglio Superiore della Magistratura abbia finora omesso di dare riscontro a quanto esposto nel novembre dello scorso anno. Secondo gli interpellanti la Magistratura può e deve trovare nella propria autonomia ed indipendenza gli strumenti per evitare gli eccessi fin qui denunciati e, soprattutto, fare chiarezza sulle motivazioni che spingono alcuni suoi appartenenti ad esercitare l'iniziativa penale in modo così incomprensibile per l'intera collettività, chepure quando è stata chiamata ad esprimersi alle recenti elezioni, ha eletto l'onorevole Silvano Moffa alla Camera dei Deputati ed ha riconfermato per la quinta volta consecutiva la maggioranza di centrodestra alla guida del Comune di Colleferro.
(2-00094) «La Russa, Airaghi, Alemanno, Amoruso, Angeli, Armani, Ascierto, Bellotti, Benedetti Valentini, Bocchino, Bongiorno, Bono, Briguglio, Buonfiglio, Buontempo, Castellani, Castiello, Catanoso, Ciccioli, Cirielli, Consolo, Giorgio Conte, Contento, Giulio Conti, Cosenza, De Corato, Filipponio Tatarella, Gianfranco Fini, Foti, Frassinetti, Gamba, Gasparri, Germontani, Alberto Giorgetti, Holzmann, Lamorte, Landolfi, Leo, Lisi, Lo Presti, Mancuso, Martinelli, Mazzocchi, Meloni, Menia, Migliori, Minasso, Murgia, Angela Napoli, Nespoli, Patarino, Pedrizzi, Antonio Pepe, Perina, Pezzella, Porcu, Proietti Cosimi, Raisi, Rampelli, Ronchi, Rositani, Saglia, Salerno, Garnero Santanchè, Scalia, Siliquini, Taglialatela, Tremaglia, Ulivi, Urso, Zacchera».
Interrogazioni a risposta scritta:
SPINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
atteso che nel 2000 l'allora presidente del Consiglio on.le Massimo D'Alema firmò, il 20 marzo 2000, Intese a norma dell'articolo 8 della Costituzione con i Testimoni di Geova e con l'Unione Buddista Italiana;
atteso che nella scorsa legislatura, l'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dr. Gianni Letta, siglò testi di Intese con la Chiesa Greco-Ortodossa, con la Chiesa Apostolica, con l'Unione Induista
italiana con l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, e con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni;
sempre nella precedente legislatura sono state firmate dal governo Berlusconi due modifiche a precedenti Intese con la Tavola Valdese e con l'Unione delle Chiese Cristiane Avventiste rispettivamente il 27 maggio 2005 e il 23 aprile 2004;
i predetti nove documenti non portarono, per vari motivi, a conclusione il loro iter parlamentare;
quali siano gli intendimenti del governo in materia e come intenda provvedere a continuare l'opera di applicazione dell'articolo 8 della Costituzione, iniziata dal Governo Craxi nel 1984.
(4-00747)
GRILLINI, AZZOLINI, BARANI, BELLILLO, BIMBI, BONDI, BONIVER, BUCCHINO, BURGIO, CANCRINI, CARBONELLA, CARTA, CICCHITTO, CRAXI, DE SIMONE, DE ZULUETA, DELLA VEDOVA, DANIELE FARINA, FEDI, FLORESTA, FOLENA, FRIAS, FORLANI, FUMAGALLI, GAMBESCIA, GIACHETTI, GIORDANO, GIRO, GRASSI, GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA, LENZI, MANCINI, MELLANO, MIGLIAVACCA, MORONI, OTTONE, PIRO, PIZZOLANTE, PORETTI, RAMPI, RANIERI, MARIO RICCI, RIVOLTA, SANNA, SASSO, SGOBIO, TRUPIA, UGGÈ e VERDINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
Aldo Braibanti si è distinto per un altissimo impegno civile e culturale. Già a sedici anni fonda un gruppo studentesco antifascista a Firenze. Nel 1943 entra nel Partito Comunista Clandestino e combatte da partigiano nella guerra di Liberazione;
Aldo Braibanti è studioso di mirmecologia, poeta, saggista, traduttore. Artista di fama internazionale di arte plastica e figurativa. Ha esposto le sue ceramiche e i suoi collages nelle principali capitali europee. Ha anche esercitato una costante e riconosciuta attività di poeta, autore e regista teatrale e si è fatto apprezzare per un'interessante produzione di video d'arte. Ha curato delle trasmissioni radiofoniche per la Rai, ha scritto e messo in scena spettacoli teatrali ed è stato regista di alcuni film sperimentali;
Aldo Braibanti nel 1964 secondo gli interroganti è stato vittima di una delle più eclatanti discriminazioni ai danni di un omosessuale che la recente storia italiana ricordi. Fu denunciato per plagio nei confronti di due giovani maggiorenni e riconosciuto colpevole nel 1968, è stato condannato a nove anni di carcere, commutati a sei in appello. Braibanti è stato e sarà il solo cittadino italiano ad essere condannato per il reato di plagio in epoca repubblicana. Nel 1981 il reato di plagio, una fattispecie creata dal legislatore fascista dai contorni assai nebulosi tesa a colpire chi non si conformava all'ordine stabilito, è stato cancellato dal codice con una sentenza della Corte costituzionale e Braibanti resta l'unico condannato in Italia per questo reato;
ad Aldo Braibanti è stato comunicato lo sfratto dall'appartamento di via del Portico D'Ottavia a Roma dove vive e conserva un archivio di 7.000 volumi e di innumerevoli opere artistiche;
lo stesso Braibanti vive con una modesta pensione sociale che non gli consente di trovare una sistemazione abitativa alternativa né di condurre una vita dignitosa -:
se non ritenga che Aldo Braibanti presenti i requisiti richiesti dalla cosiddetta Legge Bacchelli per l'assegnazione di un vitalizio «destinato a quei cittadini che abbiano dato lustro alla patria e che versino in stato di necessità» e che il suddetto vitalizio rappresenti anche una forma di risarcimento morale per la vicenda giudiziaria nella quale è stato vittima anche perché lo Stato italiano, in virtù della cancellazione del reato per cui Braibanti fu stato condannato, ha riconosciuto come ingiusta la sua detenzione;
se non ritenga che la pratica di assegnazione, da tempo giacente presso la
Presidenza del Consiglio, venga riaperta immediatamente, e ne sia accelerato l'iter, in virtù del grave stato di salute nel quale versa il Braibanti.
(4-00748)
BRUSCO e FASOLINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'emergenza ambientale per i rifiuti resta grave nella regione Campania, e in particolare nella zona del Cilento, con evidenti problemi non solo per la salute degli abitanti, ma anche in termini di immagine negativa per le località turistiche dell'intera costiera a sud della città di Salerno;
la situazione, ormai insostenibile, ha indotto il sindaco di Castellabate, comune della provincia di Salerno, ad interessare della delicata vicenda il Presidente del Consiglio dei ministri, invitandolo ad attivarsi in ogni maniera per raggiungere una quanto mai urgente soluzione;
il primo cittadino di Castellabate denuncia che ogni giorno il suo comune produce 24 tonnellate di rifiuti solidi urbani, di cui solo la metà viene smaltita regolarmente con evidenti conseguenze negative igienico-sanitarie che rischiano di colpire seriamente l'intera cittadinanza;
la decisione di concedere la precedenza a Salerno e Napoli nel conferimento dei rifiuti a discapito delle municipalità costiere, sovraffollate in queste settimane d'estate, come contestato dallo stesso sindaco di Castellabate, sta provocando enormi danni di immagine e, come ricordato, gravi pregiudizi igienico-sanitari -:
quali urgenti iniziative intendano assumere, per intervenire sul problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani che ogni anno, nel pieno della stagione estiva, puntualmente, si ripresenta in tutta la sua gravità, nel Cilento e, in particolare, nell'intera costiera salernitana;
se non ritengano di dover modificare tempestivamente la strategia del conferimento dei rifiuti, degli impianti di smaltimento, dando la priorità ai comuni della costa del Cilento, sottoposti ad una altissima pressione demografico-turistica, al fine di salvaguardare gli aspetti igenico-sanitari e l'offerta turistica, prevalente risorsa economica del vasto territorio della Provincia di Salerno.
(4-00782)
BERTOLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
un ordigno è esploso nella notte del 25 luglio 2006 davanti alla sede dell'Agenzia delle entrate di Sassuolo, in provincia di Modena;
fortunatamente non ci sono stati feriti ma solo danni ai locali, poiché l'esplosione è avvenuta intorno alle ore 2;
l'episodio sarebbe collegato alla scoperta - di pochi giorni fa - da parte dei funzionari dell'Agenzia di Sassuolo, di una truffa milionaria;
il sindaco di Sassuolo, Graziano Pattuzzi, nel condannare l'accaduto ha sottolineato la necessità di ottenere dal Governo il potenziamento degli organici delle forze dell'ordine;
l'attentato presso l'ufficio delle entrate di Sassuolo e l'illegalità diffusa derivante dalla presenza incontrollata sul territorio e nelle zone ghetto di centinaia di immigrati extracomunitari, stanno generando tra la popolazione un forte allarme sociale;
negli ultimi mesi si è venuto a creare un clima di tensione tale da far ricordare i tremendi episodi degli anni di piombo, nei quali la città non desidera più ricadere -:
quali iniziative intende intraprendere e con la massima urgenza il Ministro interrogato;
se il Governo non ritenga di doversi assumere le proprie responsabilità mettendo in campo, da subito, azioni concrete volte al potenziamento degli organici delle
forze dell'ordine ed all'aumento dei controlli sul territorio, al fine di evitare che si ripetano altri simili, gravi episodi.
(4-00784)