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Allegato B
Seduta n. 36 del 2/8/2006
TESTO AGGIORNATO AL 25 SETTEMBRE 2006
...
SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
i sottoscritti hanno appreso che recentemente il Ministro della salute Sen. Livia Turco ha affidato all'onorevole Maura Cossutta il ruolo di verificare le fondamenta della legge n. 40 del 2004 inerenti alla fecondazione artificiale;
l'onorevole Maura Cossutta è stata nella XIV legislatura parlamentare del gruppo del PDCI ed ha guidato legittimamente la contrarietà di parte del Parlamento contro i progetti di legge poi concretizzatisi nella legge n. 40;
secondo gli interpellanti, risulta evidente, al di là della esperienza dell'onorevole Maura Cossutta, che tale decisione esprime contrasto circa l'applicazione della legge n. 40;
ad avviso degli interpellanti tale incarico mostra la volontà del Governo di ostacolare il voto della maggioranza del Parlamento nella passata legislatura e la stessa applicazione della legge n. 40 smantellandola nei fatti -:
se si ritenga la scelta di incaricare l'onorevole Maura Cossutta finalizzata, secondo gli interpellanti, a stravolgere le fondamenta della legge n. 40 del 2004, incoerente col dovere dell'Esecutivo di applicare non artificiosamente una legge dello Stato;
se non si reputi urgente riferire al Parlamento circa l'attuazione della legge n. 40, cosi come previsto dalla legge stessa.
(2-00106) «La Russa, Airaghi, Alemanno, Amoruso, Angeli, Armani, Ascierto, Bellotti, Benedetti Valentini, Bocchino, Bongiorno, Bono, Briguglio, Buonfiglio, Buontempo, Castellani, Castiello, Catanoso, Ciccioli,
Cirielli, Consolo, Giorgio Conte, Contento, Giulio Conti, Cosenza, De Corato, Filipponio Tatarella, Gianfranco Fini, Foti, Frassinetti, Gamba, Gasparri, Germontani, Alberto Giorgetti, Holzmann, Lamorte, Landolfi, Leo, Lisi, Lo Presti, Mancuso, Martinelli, Mazzocchi, Meloni, Menia, Migliori, Minasso, Moffa, Murgia, Angela Napoli, Nespoli, Patarino, Pedrizzi, Antonio Pepe, Perina, Pezzella, Porcu, Proietti Cosimi, Raisi, Rampelli, Ronchi, Rositani, Saglia, Salerno, Garnero Santanchè, Scalia, Siliquini, Taglialatela, Tremaglia, Ulivi, Urso, Zacchera».
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
in relazione alla questione diossina a Mantova già illustrata nella nostra interrogazione (4-00666) e nella successiva lettera inviataLe in questi giorni;
sussiste una grave preoccupazione suscitata nei cittadini mantovani dagli articoli di prima pagina dei quotidiani locali di domenica 30 luglio 2006, intitolati: «Diossina sopra la media, Mantova. Livelli elevati in 57 casi su 60» (Gazzetta di Mantova); «Diossina, sentenza capitale per tutti i valori oscillano da 2 a 9 volte quelli di norma. Stesse quantità nel sangue per chi sta vicino o lontano dal petrolchimico» (la Voce di Mantova);
negli articoli citati si legge «tutti i valori di diossina rilevati nei singoli campioni di sangue esaminati dal CdC di Atlanta sono superiori alla media nazionale: 17,6». «In 57 casi su 60, infatti, il livello di diossina raggiunto è considerato elevato dagli scienziati»;
tutto questo sta determinando grande apprensione sia tra coloro che si sono sottoposti volontariamente agli esami, che nel resto della popolazione mantovana;
tutto questo appare altresì non in sintonia con la relazione dell'Università di Milano e assunta dalla Regione Lombardia;
inoltre né l'ASL, né la Regione Lombardia hanno finora ritenuto necessario fornire alla popolazione mantovana una posizione autorevole sui dati forniti dalla stampa -:
quali misure urgentissime intenda assumere, al fine di tutelare i diritti alla salute dei nostri concittadini, per approfondire scientificamente e celermente la questione diossina a Mantova e fornire l'interpretazione ufficiale e corretta della gravità della presenza della diossina nelle persone componenti il campione studiato e degli eventuali rischi a cui è sottoposta l'intera popolazione mantovana alla luce delle indagini e dei contributi sin qui emersi.
(2-00108) «Burchiellaro, Ruggeri».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MANCUSO, LISI, ANGELA NAPOLI e GIULIO CONTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da poco più di dieci anni è stata individuata una patologia altamente invalidante e rara, ma in costante aumento e che prende il nome di «Sensibilità Chimica Multipla (MCS)»;
questa patologia comporta reazioni multiorgano nei malati quando vengono in contatto con sostanze chimiche, anche in quantità minime;
ad oggi la MCS è riconosciuta solo da quattro Regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana e Lazio), ma in nessun caso è stato attivato alcun centro sanitario di
riferimento, né è stato addestrato il personale sanitario a fronteggiare questa sindrome;
in attesa del pronunciamento dell'Istituto Superiore di Sanità sul protocollo diagnostico, sono stati bloccati tutti i centri pubblici che prima del riconoscimento della malattia effettuavano regolarmente diagnosi e nel frattempo centinaia di pazienti rimangono in attesa;
grazie a tale blocco, i malati, soprattutto i più gravi, non hanno la possibilità di accedere alle strutture pubbliche tranne pochissimi casi che hanno ottenuto dalle proprie aziende sanitarie locali il rimborso per curarsi in Germania o far arrivare dall'estero medici esperti della materia;
altri paesi della Comunità europea ed extraeuropei (USA, Canada), hanno già da tempo riconosciuta la MCS come malattia invalidante e sono in corso studi sull'eziopatogenesi della malattia;
la salute dei cittadini è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione della Repubblica italiana -:
se sia intenzione del Governo di attivarsi affinché vengano adattate le strutture sanitarie pubbliche per l'accoglienza dei soggetti affetti da MCS e contestualmente sensibilizzare gli enti competenti sulla necessità di formare il personale medico ed infermieristico (con particolare riguardo ai pronto soccorso ed alle unità di emergenza-Urgenza 118);
se sia allo studio una campagna informativa volta a promuovere la sensibilizzazione della popolazione, sui rischi legati ad un uso eccessivo ed indiscriminato di sostanze chimiche presenti in molti prodotti di uso quotidiano.
(5-00163)
ULIVI e CIOCCHETTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la legge 29 ottobre 2005, n. 229 disponeva un indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze irreversibili a causa delle vaccinazioni obbligatorie espletate a partire dal 1960 ma a tutt'oggi, nonostante sia stata nominata una Commissione ministeriale per la definizione degli importi ai sensi dell'articolo 2 della medesima legge, non si ha notizia alcuna dei previsti indennizzi -:
se risponda al vero la notizia secondo la quale il ministero avrebbe deciso di limitare a soli dieci anni di arretrati l'assegno una tantum previsto dalla legge 229 eludendo i principi enunciati dalla sentenza 118/96 della Corte costituzionale che ha imposto il computo a partire dal momento del fatto;
se inoltre sia volontà di questo ministero escludere ogni emolumento per gli anni precedenti al decimo ovvero considerare gli importi da corrispondere a partire dalla data di entrata in vigore della legge 229 del 2005 e non dalla data di inizio della patologia.
(5-00175)
Interrogazioni a risposta scritta:
ZANELLA e PELLEGRINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 26 luglio scorso, si è tenuta presso il Ministero della salute una riunione della «Task Force "Aviaria"», al fine di valutare la situazione delle misure messe in atto e gli interventi da programmare per il prossimo futuro, per il contrasto e la prevenzione dell'influenza aviaria;
in una nota congiunta le associazioni Lipu, WWF, Animalisti italiani, Enpa, hanno evidenziato con estrema preoccupazione una serie di forti perplessità, e che riportiamo:
a) il tentativo emerso nel corso della Task force, di riaprire la questione dell'utilizzo dei richiami vivi di caccia che, in linea con le decisioni europee, risultano vietati da ordinanza ministeriale fino al 31 dicembre 2007. La decisione 734/2005/CE, evidenzia infatti la pericolosità di tale pratica ai fini della propagazione del virus e la vieta nettamente, fatte salve deroghe
che siano rigide e sostenute da motivazioni inoppugnabili (ad oggi, oggettivamente, inesistenti), le quali deroghe dovrebbero peraltro avvalersi di un sistema di controlli talmente costante, capillare e dettagliato da apparire ad oggi del tutto impraticabile. Viene ricordato a tal fine, che è lo stesso Ministero della Salute, nella nota (Influenza aviaria, Richieste/Osservazioni) consegnata ai membri della TFA nel corso della suddetta riunione, a specificare che un'eventuale concessione di deroghe rappresenterebbe comunque un carico insostenibile per i Servizi Veterinari delle ASL;
b) le perplessità circa la decisione di non adottare immediatamente - cioè ad avvenuto isolamento del virus H5N1 in un esemplare di uccello selvatico - le misure elaborate dagli Istituti scientifici di referenza, ovvero il meccanismo della sospensione dell'attività venatoria in base ai macroareali, così come illustrato nelle precedenti riunioni dai medesimi Istituti;
c) la decisione di non riproporre il divieto di immissione di fauna selvatica da allevamento a fini venatori, scaduto lo scorso mese di maggio, subordinandolo eventualmente all'isolamento di un caso positivo al virus, con evidente ribaltamento del principio precauzionale. Evidenziandosi, in questo come del resto in altri degli aspetti riportati nella presente, un arretramento delle posizioni atte ad affrontare, contrastare e prima ancora prevenire problemi da diffusione del virus H5N1;
d) il preoccupante ritardo nell'acquisizione di dati nelle aree (zone nord-euroasiatiche, Russia, Kazakhstan ecc.) attualmente occupate dagli uccelli migratori che nella stagione autunno-invernale raggiungeranno i quartieri di svernamento europei e sud-europei, Italia inclusa. Da tali dati dipende infatti la possibilità di delineare uno scenario attendibile sulla situazione che potrebbe verificarsi nel nostro Paese nei prossimi mesi. Inoltre, a partire da tali dati, ovvero dalla situazione epidemiologica che da essi emergerà, dovrebbero scaturire una serie di decisioni opportune, ivi inclusa quella relativa all'eventuale rinvio o annullamento dell'apertura della stagione venatoria 2006/07 o la limitazione di quest'ultima;
e) la parziale divergenza che a giudizio dell'interrogante sembra emergere tra le decisioni che il Ministero della salute intende assumere e i pareri degli Istituti scientifici di referenza, che pure hanno rappresentato fino ad ora il riferimento tecnico-scientifico per i lavori della TFA così come, ancor di più, per l'Unità di Crisi Aviaria -:
se vi sia piena sintonia tra l'azione del Ministero della Salute nell'ambito dell'influenza aviaria e i pareri degli Istituti scientifici di referenza;
se non ci sia il rischio di un abbassamento del livello di guardia nell'attività di prevenzione e contrasto su un problema così importante e delicato quale quello dell'emergenza aviaria, e in particolare se non si ritenga:
di adottare immediatamente, ossia ad avvenuto isolamento del virus H5N1 in un esemplare di uccello selvatico, le misure elaborate dagli Istituti scientifici di referenza, ovvero il meccanismo della sospensione dell'attività venatoria in base ai macroareali;
di riproporre il divieto di immissione di fauna selvatica da allevamento a fini venatori, scaduto lo scorso mese di maggio;
indispensabile adoperarsi urgentemente nell'acquisizione di dati nelle aree (zone nordeuroasiatiche, Russia, Kazakhstan ecc.) attualmente occupate dagli uccelli migratori che nella stagione autunno-invernale raggiungeranno i quartieri di svernamento europei e sudeuropei, compreso il nostro Paese.
(4-00817)
CARRA, CALGARO, FOGLIARDI, MOSELLA, BIANCHI, DELBONO, LUSETTI e PISCITELLO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 40 del 2004 «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita»
è stata approvata in data 19 febbraio 2004 e pubblicata in data 24 febbraio dello stesso anno sulla Gazzetta ufficiale;
in seguito sono stati emanati i seguenti atti: decreto del Ministero della salute 9 giugno 2004 per l'individuazione dei criteri di ripartizione delle somme, di cui all'articolo 18 della legge n. 40 del 2004; le linee guida, di cui all'articolo 7 n. 3 legge n. 40 del 2004, emanate con decreto del Ministero della salute in data 21 luglio 2004 e pubblicate in data 16 agosto 2004 sulla Gazzetta Ufficiale; i decreti n. 200 del 4 agosto 2004, pubblicato in data 26 agosto 2004, individua le tipologie di embrioni crioconservati, di cui all'articolo 17, comma 3 legge 40, e il decreto 16 dicembre 2004, n. 336 (regolamento recante norme in materia di p.m.a.), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 42 del 21 febbraio 2005, di cui all'articolo 6 della stessa legge; infine in data 7 ottobre 2005 il decreto ministeriale recante l'istituzione del Registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita;
il 12 e 13 giugno 2005 si è svolto il referendum abrogativo di alcuni articoli della legge n. 40 del 2004, che ha visto riconfermare la legge con il non voto del 75 per cento dei cittadini italiani;
l'articolo 7 comma 3 della legge n. 40 del 2004, stabilisce che «Le linee guida sono aggiornate periodicamente, almeno ogni tre anni, in rapporto all'evoluzione tecnico scientifica, con le medesime procedure di cui al comma 1», ovvero avvalendosi dell'Istituto Superiore di sanità e previo parere del Consiglio superiore di sanità;
prima dell'aggiornamento delle linee guida occorrerebbe una documentazione sullo stato dell'applicazione della legge, sui risultati ottenuti e sulla eventuale necessità di cambiare alcune procedure applicative e tecniche della procreazione medicalmente assistita, senza stravolgere la ratio legis;
in data 20 luglio 2006 la dottoressa Maura Cossutta ha annunciato, alle agenzie di stampa, che il Ministro in indirizzo le ha affidato il compito di revisionare le linee guida della legge n. 40 del 2004 e che tramite le stesse si possono «trovare soluzioni a tutti i punti critici che la legge ha attualmente»;
la dottoressa Cossutta, come è noto, aveva votato alla Camera contro l'approvazione della legge e si era poi impegnata nella campagna referendaria per l'abrogazione della stessa;
in data 1o agosto 2006, la stessa Cossutta ha affermato su un noto quotidiano «ci sono punti nevralgici di cui le linee guida si occuperanno»;
le linee guida non hanno funzione di interpretazione della legge, ma devono fornire chiare indicazioni agli operatori delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, affinché sia assicurato il pieno rispetto della legge;
il Ministro della salute in data 15 giugno 2006, presso il Senato della Repubblica, riferiva alle Commissioni VII e XII quanto segue: al Ministro della salute competeva prima e compete oggi una rigorosa e puntuale applicazione della legge n. 40.». Ed ancora: «Il dibattito parlamentare sulla Relazione - è una richiesta di aiuto che vi anticipo - potrà altresì valutare la congruenza e l'efficacia delle linee guida applicative delle normative medesime...»;
non risultano agli interpellanti atti, documentazioni, report, dossier, relazioni, né tantomeno un confronto parlamentare, in grado di riferire sullo stato attuale dell'applicazione della legge, unico documento è la relazione -:
se il Ministro in indirizzo intenda riferire in Parlamento lo stato di attuazione della legge n. 40 del 2004, documentando
la relazione (doc. CCXX n. 1) trasmessa alla XII Commissione della Camera e del Senato, prima di modificarne le linee guida, ottemperando a quanto comunicato alla Commissione VII e XII in Senato, in data 15 giugno 2006;
quale incarico è stato conferito alla dottoressa Cossutta e se nell'incarico rientra mandato di valutare l'ipotesi di modifica della legge n. 40;
se all'interno di tale incarico rientrano le ipotesi di modifica delle linee guida, come mai si è affidato tale compito a chi non condividendo la ratio della legge, potrebbe incontrare gravi difficoltà ad operare in armonia con la stessa legge;
se il Ministro in indirizzo, intenda istituire un comitato tecnico scientifico, rappresentativo degli aspetti etici-giuridici e scientifici per l'applicazione della legge, al fine di aggiornare le linee guida della stessa, come previsto dall'articolo 7 comma 3, sottolineando che attraverso le linee guida non è possibile modificare una legge.
(4-00818)
DIOGUARDI e MIGLIORE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
dopo la denuncia di numerose donne, in attesa di interrompere la gravidanza, nella provincia di Palermo, sulle difficoltà che stanno incontrando, in questo periodo, per usufruire di un servizio previsto da una legge dello Stato, abbiamo potuto riscontrare la seguente situazione:
a) Ospedale di Partinico: non servizio di IVG;
b) Ospedale di Termini Imerese: non servizio di IVG;
c) Ospedale di Corleone: non servizio di IVG;
d) Ospedale di Palazzo Adriano: non servizio di IVG;
e) Ospedale di Petralia Sottana: servizio sospeso nei mesi di luglio e agosto;
f) Ospedale Ingrassia: servizio sospeso nel mese di agosto;
g) Ospedale Cervello: due sedute nel mese di agosto;
h) Istituto materno infantile: servizio attivo nei mesi di luglio e agosto;
i) Ospedale Villa Sofia: servizio sospeso nei mesi di luglio e agosto;
j) Clinica Ostetrica: una seduta nel mese di agosto;
risulta agli interpellanti che all'ospedale civico di Palermo, il servizio è attivo, ma i responsabili dichiarano che sono impossibilitati ad affrontare le situazioni di emergenza che stanno precipitando tutte sulla loro struttura e che, di conseguenza, rischiano di dover chiudere il reparto che pratica l'interruzione volontaria di gravidanza;
per sopperire a questa situazione, già in passato, era stata avanzata una proposta, dalla ASL 6 di Palermo, di costituire una «equipe mobile» di ginecologi e anestetisti non obiettori, disposti ad eseguire interventi di IVG presso le strutture della provincia, ma tale iniziativa è rimasta solo sulla carta;
in questa situazione, molte donne residenti nella provincia di Palermo, che già debbono affrontare una scelta difficile e spesso dolorosa, sono costrette a recarsi a Palermo, affrontando difficoltà logistiche ed organizzative, nella speranza di trovare un posto letto libero;
quanto sta accadendo, di fatto, rischia di rendere inapplicata una legge dello Stato e favorisce il ricorso a pratiche clandestine di interruzione della gravidanza;
tutto ciò si inquadra in una situazione più generale che ha visto, negli ultimi anni, diminuire sia il numero dei consultori pubblici sul territorio nazionale che gli operatori, cosicché solo per l'encomiabile dedizione degli operatori sociali
e sanitari addetti al servizio si è potuto continuare ad erogare un servizio previsto da una legge dello Stato -:
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali dati si hanno, a livello nazionale, sulle strutture disponibili, soprattutto nei mesi estivi, ad eseguire interventi di interruzione volontaria della gravidanza;
cosa intenda fare, nei limiti delle proprie competenze, affinché nella provincia di Palermo, come in tutta Italia, sia consentito a tutte le donne, che scelgano volontariamente di interrompere la gravidanza, di potere usufruire di un servizio previsto dallo Stato, senza dover subire umiliazioni e ritardi;
come intenda operare per garantire la totale ed adeguata applicazione della legge n. 194 del 1978 e se non ritenga necessario che siano potenziati, su tutto il territorio nazionale, i consultori pubblici, in quanto strutture insostituibili per un'adeguata e corretta assistenza nel campo dell'educazione alla prevenzione e al controllo della nascite, nell'assistenza al percorso nascita, al dopo parto, nella consulenza per l'interruzione volontaria della gravidanza.
(4-00833)
MANCUSO, ULIVI, ANGELA NAPOLI, LISI e PORCU. - Al Ministro della salute, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i cani che vanno in Sardegna non sono più soggetti alla vaccinazione antirabbica obbligatoria;
il Ministero della salute ha recentemente risposto ad una lettera di chiarimenti inviata dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (A.N.M.V.I);
in particolare il Ministero della salute ha risposto che il territorio italiano è indenne da rabbia dal 1995 e la ordinanza ministeriale 27 settembre 1963 si intende superata dal regolamento comunitario 998/2003, direttamente applicabile;
i cani che si muovono nell'ambito del territorio nazionale non necessitano di vaccinazione antirabbica -:
se i regolamenti interni delle compagnie aeree e navali, che garantiscono i collegamenti tra la Sardegna e il resto del territorio nazionale, siano stati aggiornati relativamente al decaduto obbligo di vaccinazione antirabbica;
se il Governo ritenga di fare una verifica in tal senso, poiché ai medici veterinari italiani continuano a pervenire richieste di vaccinazioni per i propri cani da parte di persone che intendono recarsi in Sardegna, specialmente nel periodo estivo che registra un notevole aumento del flusso turistico.
(4-00854)
SCOTTO e IACOMINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il presidio ospedaliero «A. Maresca» di Torre del Greco è l'unica struttura ospedaliera dell'area vesuviana costiera immediatamente a sud di Napoli con un bacino di utenza di circa 300.000 abitanti e rientra nell'ambito dell'A.S.L. NA 5;
il PO Maresca versa in gravi condizioni per una serie di motivi tra i quali si segnalano:
numero di posti letto non adeguato al bacino di utenza (l'ospedale possiede n. 112 posti letto di cui solo 24 per la medicina);
assenza sul territorio di assistenza sociale e sedi appropriate di accoglienza per senza tetto, gracili mentali, portatori di handicap, eccetera;
area di emergenza in condizioni di totale abbandono, con aumento del rischio personale/professionale;
in particolare, per quest'ultimo settore, che svolge un compito estremamente delicato per la salute pubblica, si segnalano le seguenti gravi deficienze:
carenza di personale sanitario e parasanitario con grave carico di lavoro,
difficoltà del personale a godere ferie, impossibilità ad avviare l'attività di triage, con ulteriore disagio del paziente e aumentata difficoltà lavorativa;
personale più esposto a rischio di aggressioni per la carenza di personale di Guardie Giurate e di Pubblica Sicurezza (il drappello è presente solo in alcune ore diurne);
lavori di ristrutturazione dei locali non completati (vedi Habitat del codice rosso);
igiene degli ambienti poco garantita da turni non sufficienti delle squadre di pulizia;
scarso numero di sedie a rotelle e di barelle a disposizione;
scarso personale specialistico (esempio ORL e ortopedico) con aggravio del lavoro sul personale di P.S.;
numero di linee telefoniche non sufficiente e maldistribuito (con gravi difficoltà per le richieste di aiuto);
la situazione precedentemente descritta costituisce motivo di grave frustrazione professionale per il personale e, soprattutto, di grave preoccupazione per i rischi conseguenti per la salute dei cittadini che hanno bisogno di interventi di pronto soccorso e/o di cure ospedaliere -:
quali interventi urgenti si intendano attivare per garantire adeguate o quantomeno minime condizioni di sicurezza nel P.O. «Maresca» al fine di rendere effettivo un fondamentale diritto costituzionale dei cittadini qual è il diritto alla salute.
(4-00872)