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Allegato B
Seduta n. 36 del 2/8/2006
INTERNO
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
nel cimitero tedesco di Costermano in provincia di Verona riposano 21.917 militari caduti in terra italiana nel corso della Seconda guerra mondiale, in prevalenza soldati tedeschi che obbedirono a comandi loro impartiti;
tra questi defunti figurano anche dodici grandi criminali di guerra, capi e gregari della «Aktion Reinhard» (nome in codice dello sterminio degli ebrei nella Polonia orientale) che comandarono o fecero funzionare i campi di sterminio di Belzec, Sobibor, Treblinka, Majdanek e San Sabba, e che furono diretti responsabili di molte altre uccisioni di civili nel Friuli e in Istria; spiccano al riguardo i nomi di Franz Reichleitner, Gottfried Schwarz e Christian Wirth, tra i principali responsabili dello sterminio di centinaia di migliaia di ebrei e di civili inermi; nel 1988 la presenza di queste salme ha indotto il console generale tedesco a Milano, Manfred Steinkühler, venuto a conoscenza della circostanza, a rifiutarsi di deporre corone in quel cimitero;
emblematica appare in particolare la biografia di Christian Wirth: ispettore delle sei cliniche della morte coinvolte in Germania e in Austria nel programma di «eutanasia» dei malati di mente e dei portatori di handicap denominato «T4» (e nelle quali, tra il 1940 e il 1941, vennero messe a morte 70.273 persone), ideò e sperimentò le camere a gas a monossido di carbonio; quale ispettore della «Aktion Reinhard», organizzò i campi di sterminio di Belzec, Sobibor, Treblinka e Majdanek; dall'autunno 1943 al maggio 1944, comandò il lager della Risiera di San Sabba;
ulteriori ricerche hanno portato a conoscenza che tra i soldati tedeschi, vittime di una guerra non voluta, riposano a Costermano circa 550 ufficiali, sottufficiali e militi delle SS, gran parte dei quali membri del XVI Battaglione corazzato SS che, al comando di Walter Reder, si rese responsabile di una catena di stragi compiute lungo la Linea Gotica, a Vinca, Casaglia, Marzabotto, Caprara, Sant'Anna di Stazzema;
ogni anno - nella seconda domenica di novembre, in concomitanza con la «Giornata del lutto nazionale tedesco» - questi caduti vengono onorati, alla presenza di alte autorità militari italiane, con una cerimonia organizzata dal Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge (Lega tedesca per la cura dei cimiteri di guerra), associazione di diritto privato posta sotto il patrocinio della Presidenza della Repubblica federale tedesca e sovvenzionata dal Ministero degli esteri tedesco;
nel 1992, in seguito alle denunce e alle proteste di cittadini democratici, il governo italiano rivolse una protesta ufficiale al governo tedesco e decise, per qualche tempo, di sospendere la partecipazione di autorità italiane a tali cerimonie;
in una cosiddetta «sala d'onore» del cimitero di Costermano sono custoditi «Libri dei nomi» (definiti sino al 2004 «Albi d'onore»): otto monumentali volumi con pagine di metallo che sino ai primi anni Novanta comprendevano anche i nomi di Reichleitner, Schwarz e Wirth, e che tuttora presentano alla stregua di «vittime della guerra» - mescolati ai militari tedeschi che caddero per decisione dei tribunali militari nazisti e per mano dei plotoni d'esecuzione perché passati alla lotta partigiana - anche i nomi di fascisti italiani al servizio delle armi tedesche e di altri criminali di guerra tedeschi che, pur di rango inferiore ai tre comandanti, svolsero tuttavia funzioni rilevanti nella catena dello sterminio nazista, dal sistema delle camere a gas all'organizzazione dello smaltimento dei cadaveri;
nell'aprile del 2004 fu inviata al presidente del Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge,
signor Reinhard Führer, una lettera aperta «Contro la rimozione della storia e la retorica dell'onore» - sottoscritta da rappresentanti dell'Anpi e delle associazioni degli ex-deportati nei Lager nazisti e da figure eminenti della storiografia tra i quali Enzo Collotti e Frediano Sessi - nella quale si chiedeva di «rimuovere gli albi d'onore» e di «rinunciare all'uso di impropri linguaggi marziali»;
di recente il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge ha manifestato l'intenzione di apporre nel cimitero una nuova lapide con una iscrizione celebrativa -:
se i Ministri interpellati siano a conoscenza di tale situazione e in particolare delle motivazioni giuridiche in base alle quali il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge si occupi stabilmente della gestione del cimitero di Costermano;
se i Ministri interpellati prevedano di assumere provvedimenti affinché vengano rimossi tutti gli elementi apologetici ancora presenti nel cimitero, a cominciare dai «Libri dei nomi», nei quali si materializza, mal dissimulata da espedienti nominalistici, una pervicace volontà celebrativa; e se intendano prendere misure affinché in ogni luogo del cimitero di Costermano venga soppresso un linguaggio marziale incompatibile con il rispetto delle vittime civili e militari della guerra e della barbarie nazifascista;
quali misure i Ministri interpellati intendano assumere al fine di assicurare che le cerimonie commemorative - che concernono eventi luttuosi della storia italiana e atroci crimini contro l'umanità - si svolgano, possibilmente senza la partecipazione di rappresentanti delle Forze Armate italiane, comunque in forme rispettose dello spirito della nostra Costituzione repubblicana e antifascista e secondo modalità non offensive per la memoria delle vittime della ferocia nazista;
quali misure i Ministri interpellati intendano assumere affinché il testo della nuova lapide venga stabilito di comune accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica federale di Germania, chiarisca che tra i militari sepolti a Costermano figurano anche criminali di guerra responsabili di crimini contro l'umanità, risulti rispettoso del ricordo delle vittime della persecuzione nazista e tributi alle vittime della Shoah e del programma di «eutanasia» T4 e a quanti caddero nella lotta di Resistenza contro il nazifascismo il riconoscimento che loro compete.
(2-00113) «Burgio, Migliore, Franco Russo, Sperandio».
Interrogazioni a risposta immediata:
MARONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, COTA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, POTTINO, PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a pochi mesi dall'insediamento del Governo autorevoli rappresentanti dell'Esecutivo tornano a manifestare la volontà dell'attuale maggioranza di procedere ad un completo smantellamento della cosiddetta «legge Bossi-Fini» sull'immigrazione;
mentre da una parte il Ministro interrogato dichiara che non è in discussione il collegamento tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, introdotto dalla citata legge, il Ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero ha espresso una ben diversa intenzione del Governo di procedere ad una revisione profonda dell'attuale disciplina dell'immigrazione, volta, in particolare, ad introdurre l'istituto dello sponsor o addirittura dell'«autosponsorizzazione». Sarebbe, perciò, lo stesso immigrato, privo di lavoro, a dare la garanzia, non si sa con quali mezzi, del proprio sostentamento nell'attesa di trovare un lavoro;
a queste dichiarazioni ne sono seguite altre, ancor più preoccupanti, formulate dallo stesso Ministro, secondo il
quale si dovrebbe introdurre nell'attuale disciplina l'erogazione da parte dello Stato di un contributo agli stranieri che intendano entrare nel territorio italiano, in modo da consentire di sostentarsi in attesa di un'occupazione e tagliando, così, i profitti delle organizzazioni criminali che controllano il traffico di clandestini;
il timore che si proceda realmente alla progressiva abrogazione della cosiddetta «legge Bossi-Fini» è rafforzato dai primi atti del Governo in materia di immigrazione che si sono tradotti nel varo di una sostanziale regolarizzazione per 350 mila immigrati, nell'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di due schemi di decreto legislativo che prevedono l'allargamento delle maglie dei ricongiungimenti familiari e l'abbassamento da sei a cinque anni del periodo necessario all'ottenimento della carta di soggiorno;
l'avvio di una politica di indiscriminata apertura all'immigrazione extracomunitaria avrà, secondo gli interroganti, effetti devastanti non solo sul piano della civile convivenza, ma anche sul piano dei costi, già elevatissimi, che lo Stato deve affrontare per questo fenomeno. Si riportano pochi significativi dati sui costi sociali dell'immigrazione: tra 600 e 900 milioni di euro (a seconda delle diverse stime) per l'assistenza sanitaria agli stranieri regolarizzati, erogata nel 2004; 500 milioni di euro per i centri di permanenza temporanea (nel periodo 1999-2004); 15 mila euro in media per ogni clandestino espulso; 328 milioni di euro di stanziamenti governativi per le politiche dell'immigrazione 2004-2006 -:
quale sia la posizione del Ministro interrogato, considerata la necessità che l'Italia assuma indirizzi univoci e coerenti in una situazione che vede continui sbarchi di clandestini sulle coste italiane e la creazione di aspettative di facile ingresso nel Paese, determinate da annunci come quelli citati del Ministro Ferrero.
(3-00187)
ZACCARIA, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, ALLAM, AMICI, D'ANTONA, DATO, DE MITA, FERRARI, GIOVANELLI, INCOSTANTE, LA FORGIA, MARONE, NACCARATO e NICCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere- premesso che:
come ogni estate degli ultimi anni, anche quest'anno arrivano giornalmente notizie di sbarchi di immigrati clandestini sulle coste italiane, in particolare in Sicilia e sull'isola di Lampedusa;
insieme alle notizie degli sbarchi giungono le notizie su quelli che non ce la fanno, centinaia di persone che muoiono in mare, che muoiono di stenti o perché le carrette su cui viaggiano affondano;
gli sbarchi dei clandestini con le tragedie che li accompagnano dimostrano che l'attuale normativa sull'immigrazione, voluta dal Governo Berlusconi, non funziona -:
quali iniziative intenda porre in essere per affrontare il problema degli sbarchi e per la modifica della normativa sull'immigrazione extracomunitaria.
(3-00188)
FRIAS e MIGLIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
quotidianamente nel Mediterraneo si consuma il dramma degli immigrati: migliaia di persone, tra le quali donne e bambini, nella scelta se morire o sopravvivere precariamente, si avventurano verso nord, consapevoli dei rischi ma decisi, nella speranza di garantire una vita dignitosa per sé e per i propri familiari;
le misure finora adottate di esternalizzazione della repressione non hanno dato risultato, né nell'ottica della diminuzione del fenomeno, né tantomeno della sicurezza delle persone che fuggono;
si continua a definire, sui mezzi di informazione, clandestini potenziali richiedenti asilo politico;
a questo Governo va riconosciuto il merito di aver bloccato i rimpatri in massa verso la Libia, Paese che non è firmatario della Convenzione di Ginevra;
lo scopo dei previsti pattugliamenti congiunti non dovrà essere quello di respingere gli immigrati in acque internazionali, mettendo a rischio la loro vita;
a parere dell'interrogante, in sede europea va posta la questione delle autorità maltesi, che non stanno attualmente prestando soccorso in mare -:
se nelle aree di sbarco siano stati previsti pool informativi plurilingue, con personale civile che prestino assistenza e informino gli immigrati sui diritti dei potenziali rifugiati.
(3-00189)
MISTRELLO DESTRO, MILANATO, ZORZATO, GARDINI e LEONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel quartiere Anelli di Padova si è creata nel tempo una situazione gravissima sotto il profilo dell'ordine pubblico per la presenza di consistenti comunità di cittadini extracomunitari, che spesso si contrappongono per motivi anche religiosi;
si è verificata, in particolare, alcuni giorni fa una furibonda rissa tra nigeriani e maghrebini, che si sono combattuti con uso di spranghe e coltelli per oltre 5 ore, in quanto i nigeriani erano decisi a devastare un sottoscala eletto a moschea dai musulmani e i maghrebini erano decisi a vendicare l'offesa;
il predetto quartiere da circa quindici anni è oggetto di un degrado strisciante. Gradualmente il quartiere è diventato la centrale dello spaccio della droga, con miliardi di euro di fatturato all'anno, della prostituzione e della ricettazione e di fronte a questa situazione l'azione dell'attuale amministrazione comunale appare del tutto inadeguata alle necessità: in particolare, l'idea di chiudere al traffico il quartiere e di chiudere alcune palazzine non può che creare ulteriori condizioni favorevoli per una ghettizzazione delle comunità extracomunitarie ivi insediate e che per tali ragioni costituiranno una base ideale per lo sviluppo ulteriore della criminalità -:
quali interventi urgenti si intendano adottare per ripristinare la legalità e l'imperio della legge anche nel quartiere Anelli di Padova e per contrastare con maggiore efficacia l'aggressività e l'arroganza della criminalità piccola e grande che prospera specie in tale quartiere, che attualmente appare agli interroganti sfuggito letteralmente di mano alle forze dell'ordine, e quali misure, inoltre, si intendano varare per restituire tranquillità e sicurezza alla cittadinanza di Padova e per contrastare i fenomeni diffusi di violenza e di illegalità.
(3-00190)
Interrogazioni a risposta orale:
MISURACA. - Al Ministro dell'interno, Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dopo l'assegnazione, a seguito dell'espletamento di gara d'appalto da parte dell'ATO (Ambito Territoriale Ottimale) Idrico di Caltanissetta, della gestione del servizio idrico integrato di tale Provincia per i prossimi trent'anni, al raggruppamento di imprese Aqualia, rimasto unico concorrente a causa dell'esclusione per una questione formale del concorrente raggruppamento d'imprese IBI, si sono verificati fatti di difficile spiegazione ed interpretazione;
in sostanza sarebbe stata realizzata, secondo notizie di stampa, un'intesa tra la società spagnola Aqualia, aggiudicataria del consistente appalto per la gestione del servizio idrico integrato e l'IBI che per tale ragione avrebbe rinunciato al ricorso innanzi al TAR rimanendo nel gruppo che gestirà il servizio e di cui Aqualia manterrebbe solo la quota di controllo del 51 per cento;
la conferma di quanto sopra è stata ribadita dall'Amministratore Delegato della Società Acque di Caltanissetta, società costituita ai sensi del disciplinare di gara per la gestione del servizio;
tale procedura, se attuata, secondo l'interrogante, è espressamente vietata dall'articolo 37, commi 9 e 10, del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 recante «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE». La normativa citata recita testualmente: «9. È vietata l'associazione in partecipazione. Salvo quanto disposto ai commi 18 e 19 in caso di fallimenti, è vietata qualsiasi modificazione alla composizione dei raggruppamenti temporanei e dei consorzi ordinari dei concorrenti rispetto a quella risultante dall'impegno presentato in sede di offerta. 10. L'inosservanza dei divieti di cui al comma precedente comporta l'annullamento dell'aggiudicazione o la nullità del contratto, nonché l'esclusione dei concorrenti riuniti in associazione o consorzio ordinario di concorrenti, concomitanti o successivi alle procedure di affidamento relativi al medesimo appalto». Tali commi, a loro volta, confermano una analoga norma previgente e precisamente l'articolo 19 della legge 19 marzo 1990, n. 55;
l'anomalia degli affidamenti è confermata dal Presidente del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, il quale nella relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici per l'anno 2005 relativamente all'attuazione della riforma del servizio idrico integrato e della delimitazione degli ATO afferma: «Gli attuali affidamenti delle gestioni risultano quasi sempre non conformi alla normativa comunitaria e nazionale, dando luogo all'instaurarsi di procedure d'infrazione ed al rischio di perdita di quei fondi pubblici - destinati agli investimenti strutturali - che, se correttamente attivati, potrebbero positivamente concorrere ad ammodernare reti ed impianti tenendo bassa la tariffa»;
è previsto inoltre dalla legislazione vigente un potere di controllo del Ministero dell'Ambiente sugli ATO -:
se alla luce di quanto illustrato in premessa non si ritenga opportuno avviare verifiche circa la presunta anomalia dell'intesa successiva all'aggiudicazione dell'appalto di che trattasi dato che lo stesso è particolarmente rilevante sotto il profilo economico.
(3-00178)
BELLILLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
IL Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco soffre da anni di una carenza di organico, come conferma l'ISPRO Istituto di studi e ricerche sulla protezione e difesa civile, secondo il quale tale Corpo resta in proporzione il più piccolo d'Europa, nonostante l'Italia sia uno dei Paesi d'Europa a più grave rischio ambientale;
Nel corso degli anni più volte sono stati banditi concorsi per il completamento dell'organico, senza che tuttavia tale obiettivo venisse raggiunto;
il 6 marzo 1998 è stato bandito con decreto un concorso pubblico per mestieri a 184 posti di vigile del fuoco; su circa 120.000 i giovani che presentarono domanda di partecipazione al concorso, ne risultarono idonei solo 5.100;
il 5 novembre del 2001 è stato bandito un nuovo concorso per titolo (costituito dal numero di giornate prestate come discontinuo nel Corpo nazionale) a 173 posti di vigile; di fatto si assiste ad un «affiancamento» degli idonei dei due concorsi con una confusione nelle graduatorie, soprattutto per la frequenza dei corsi, alcuni dei quali posticipati per mesi;
nel 2004 fu deciso che entrambe le graduatorie sarebbero scadute, ma una proroga prevede la nuova scadenza il 31 dicembre 2006;
alla fine del 2005, nonostante la perdurante carenza di organico risultano assunti
solo 3.500 idonei del concorso a 184 posti e 1.500 idonei del concorso a 173 posti;
intanto il Ministero dell'interno ha bandito due nuovi concorsi attualmente in svolgimento: uno riservato ai vigili ausiliari che si sono congedati dal Corpo nel 2004 (Gazzetta Ufficiale n. 42 del 27 maggio 2005) da cui sono risultati 55 vincitori (e una nuova graduatoria); l'altro riservato ai vigili ausiliari congedatisi nel 2005 (Gazzetta Ufficiale n. 15 del 24 febbraio 2006);
infine, nell'ambito della legge 21 febbraio 2006, n. 49, recante misure urgenti in occasione delle Olimpiadi invernali, all'articolo 3, comma 1 bis, è previsto l'incremento della dotazione organica del Corpo di 50 unità e il Ministero è autorizzato a bandire un nuovo concorso per 25 posti di vigile del fuoco per l'Aeroporto di Cuneo -:
per quali motivi siano stati indetti così tanti nuovi concorsi mentre sono ancora in itinere le graduatorie precedenti;
se non ritenga urgente prorogare per un altro lasso di tempo le graduatorie derivate dai concorsi del 1998 e del 2001;
se non ritenga più opportuno che nelle chiamate dei corsi di addestramento sia rispettata una gerarchia cronologica che preveda l'estinzione delle graduatorie esistenti a partire da quella del 1998;
per quale motivo le donne, pur essendo venuta meno la condizione di partecipazione alle attività del Corpo riservata ai soli militari di leva, non possano partecipare a questi concorsi, contravvenendo di fatto all'articolo 3 della Costituzione che prevede che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, e all'articolo 51 che garantisce a tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso l'accesso agli uffici pubblici in condizioni di eguaglianza, e promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.
(3-00193)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MINASSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un crescendo di truffe telefoniche a danno di un consistente numero di cittadini;
alcuni dipendenti di società che dichiarano di operare a nome della Polizia di Stato, della Guardia di finanza o dell'Arma dei carabinieri, contattano gli utenti proponendo loro abbonamenti a riviste cartacee e telematiche che trattano approfondimenti di diritto e di economia;
l'esborso medio di questi finti abbonamenti si aggira attorno ai 120 euro, che riprodotto per migliaia di casi, diventa una cifra considerevole;
si tenga presente che i truffati non sempre sono professionisti facoltosi ma spesso sono giovani studenti che utilizzano queste riviste come supporto agli esami o anche pensionati che tentano di ottenere notizie utili per comprendere meglio le leggi vigenti, soprattutto in materia pensionistica e del lavoro;
in altri casi si tratta di piccole aziende con bilanci non sempre floridi per le quali anche poche centinaia di euro costituiscono una somma importante -:
se sia al corrente della situazione sopra descritta;
se non creda opportuno inviare una lettera a tutti i cittadini, per informarli che le forze di polizia, comprese l'Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza, non offrono servizi di abbonamento di nessun genere, se si escludono le riviste ufficiali per le associazioni di categoria, inviate solo a chi appartiene a tale settore e abbia fatto esplicita richiesta di abbonamento;
se non reputi utile istituire un numero verde da comunicare nell'informativa, a cui il cittadino possa rivolgersi per chiedere indicazioni e ricevere assistenza;
se non giudichi altresì efficace, in alternativa o in aggiunta all'ipotesi precedente, predisporre degli spot televisivi che si ritiene avranno un impatto comunicativo maggiore e una più rapida diffusione tra la popolazione.
(5-00165)
Interrogazioni a risposta scritta:
LEONI e AMICI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Latina, secondo quanto emerso nelle relazioni semestrali al parlamento presentate dalla Direzione investigativa antimafia e secondo la relazione di minoranza della commissione parlamentare antimafia, operano agguerrite consorterie mafiose quali il clan Bardellino, attivo nelle zone di Formia e il clan dei casalesi presente in tutta la provincia;
la relazione conclusiva di minoranza della commissione parlamentare antimafia nella precedente legislatura afferma: «A Fondi, Formia e Gaeta, si è registrata la presenza di nuclei affiliati ad organizzazioni campane e calabresi attivi nel traffico di stupefacenti, estorsioni e riciclaggio: i gruppi familiari Bardellino e Tripodo, i casalesi, i clan casertani Iovine, Schiavone e La Torre. Le loro attività illecite nel corso degli anni hanno provocato il progressivo inquinamento del tessuto sociale. Sono stati riscontrati tentativi di condizionare consultazioni elettorali nelle zone di infiltrazioni in settori della pubblica amministrazione»;
il 24 agosto 2004 un ordigno artigianale danneggiava gravemente il cancello della villetta del consigliere comunale di Forza Italia di Formia (già candidato alla carica di sindaco di Formia) nonché capo di gabinetto del presidente della provincia di Latina Armando Cusani;
il 22 novembre 2004 la Polizia di Stato eseguiva diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di soggetti vicini al clan Bardellino, si trattava dell'operazione «Formia Connection»;
tra gli arrestati risultava Giovanni Luglio - secondo quanto pubblicato da Il Messaggero del 23 novembre 2004 - candidato per An al consiglio comunale di Formia;
nell'ambito della suddetta indagine venivano perquisite le abitazioni di alcuni esponenti politici tra i quali spiccavano - secondo quanto riportato dal quotidiano La Provincia del 23 novembre 2004 - l'assessore provinciale di Latina Silvio D'Arco - delegato alle attività produttive - e appartenente al Nuovo Psi e il consigliere comunale di Minturno Maurizio Faticoni;
il 25 novembre 2004 il quotidiano Latina Oggi pubblicava la notizia relativa ad un sms intercettato il 3 giugno 2004 - proveniente dal cellulare di Massimo Giovanchelli, attuale assessore provinciale all'ambiente di Latina, indirizzato a Giovanni Luglio arrestato nell'ambito dell'indagine «Formia Connection» per associazione a delinquere finalizzata all'estorsione;
il 17 gennaio 2005 il ROS dell'Arma provvedeva ad eseguire un imponente sequestro a carico del clan Bardellino nel Lazio ed in altre regioni;
secondo quanto pubblicato sul La Provincia il 23 novembre del 2004 anche la procura distrettuale antimafia della capitale avrebbe aperto un fascicolo sulle vicende connesse all'operazione «Formia Connection»;
il 5 ottobre 2005 Angelo Bardellino secondo quanto pubblicato da Il Mattino di Caserta veniva rinviato a giudizio per estorsione aggravata;
lo scioglimento del consiglio comunale di Nettuno per accertato condizionamento mafioso, con deliberazione del Consiglio dei ministri del 24 novembre 2005,
ha confermato come la criminalità organizzata nel Lazio si sia già infiltrata in una amministrazione locale -:
se i Ministri competenti siano a conoscenza dei fatti suesposti;
quali misure il Governo intenda adottare per contrastare l'espandersi delle iniziative criminali di stampo mafioso nel territorio di Latina.
(4-00807)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Bologna al principio del mese di luglio un gruppo di nomadi rom già sgomberati da altro sito risulta aver occupato abusivamente i locali dell'ex Istituto Galileo Galilei;
tale struttura risulta pericolosa per l'incolumità fisica degli occupanti ed è notoriamente priva di qualsiasi servizio igienico-sanitario funzionante;
i locali del predetto ex Istituto Galilei risultano evidentemente inadatti ad ospitare le numerose persone che lo hanno illegittimamente occupato e sono da ritenersi particolarmente inadeguati per i bambini;
nelle intenzioni del comune di Bologna, i locali del vecchio Galilei dovevano essere ristrutturati ed adibiti a sede del prestigioso archivio della cineteca bolognese;
quanto accaduto deteriora ulteriormente le condizioni del quartiere in cui si trova l'ex Istituto Galilei, una zona degradata in cui da tempo imperversano prostituzione e spaccio di droga, secondo l'interrogante, anche a causa del disinteresse dell'Amministrazione comunale bolognese -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti generalizzati nella premessa e quale sia l'opinione dell'Esecutivo su quanto sta avvenendo nei locali dell'ex Istituto Galileo Galilei di Bologna;
se il Governo intenda in qualche modo adottare iniziative di prevenzione rispetto alla prassi sempre più diffusa delle occupazioni illegali di proprietà pubbliche e private da parte di clandestini e rom.
(4-00812)
HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la scorsa notte ignoti vandali hanno imbrattato la tomba del senatore Ettore Tolomei a Montagna (Bolzano) tracciando la scritta «NON HAI VINTO» e la firma «TIROL»;
questo grave atto fa seguito ad altri avvenuti nei giorni scorsi che hanno riguardato altri monumenti, come la Statua dell'Alpino di Brunico (Bolzano);
a parere dell'interrogante, questi atti denotano, nonostante l'ampia autonomia concessa alla provincia di Bolzano e gli ingentissimi trasferimenti finanziari, il permanere in alcune fasce della popolazione di lingua tedesca di atteggiamenti anti italiani che si palesano in atti di sfregio alla memoria storica -:
se siano state aperte indagini e quali iniziative abbia in animo di adottare per scongiurare episodi di tal gravità.
(4-00825)
BERTOLINI e PAOLETTI TANGHERONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è in atto un conflitto che vede la democrazia israeliana rispondere all'attacco dalle milizie Hezbollah insediate in territorio libanese;
l'Unione delle Comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii) invita i musulmani che risiedono in Italia a scendere in piazza per dire «no alla guerra israeliana sul Libano»;
questo invito, che travisa ampiamente la realtà, sarebbe enunciato in una circolare che sarà inviata ai 51 membri del
parlamentino Ucoii, composto dai rappresentanti delle principali moschee d'Italia e a tutti i centri islamici del paese;
il documento, a firma del portavoce e presidente del Consiglio consultivo (in arabo majlis shura) Ucoii, Hamza Roberto Piccardo, contiene le linee guida che i musulmani dovranno seguire nei prossimi giorni per protestare contro quelli che si definiscono gli attacchi israeliani sul Libano;
i leader islamici italiani dovranno organizzare manifestazioni per «far cessare immediatamente l'aggressione sionista»;
è evidente come questa considerazione da cui parte l'invito rappresenti una visione distorta dello scenario mediorientale che potrebbe condurre ad una preoccupante escalation di manifestazioni di antisemitismo/antisionismo nel nostro Paese;
a ragione possiamo ipotizzare la presenza nel nostro Paese di cellule dormienti del terrorismo islamico;
esistono prove dell'opera di reclutamento fatta da imam o sedicenti tali, legati a movimenti radicali islamici, in alcune moschee presenti nel nostro Paese;
a giudizio degli interroganti, tutta la circolare di Piccardo induce a sostenere una guerra santa, in particolare destano timori le parole «...quello che sta succedendo in Libano e a Gaza è esattamente il tentativo di distruggere l'umanità positiva che si estrinseca per moltitudini di uomini e donne nella menzione del Nome di Dio. È il tentativo orribile e reiterato di sostituire quella comunanza nel bene con una comunanza nell'odio, nella vendetta, nella volontà di annichilire l'avversario utilizzando lo strapotere militare e mediatico», dove per «umanità positiva» non è difficile intravedere la comunità musulmana, mentre quella «dell'odio» quella che le si contrappone;
è preoccupante il post-scriptum della circolare che, a giudizio degli interroganti, potrebbe essere di portata devastante, poiché, rivolgendosi alle moschee, Piccardo raccomanda di dare la massima diffusione del documento e di farlo leggere dopo la khutba (il sermone) del venerdì e durante le sedute di studio in moschea -:
se il Governo sia a conoscenza di tale iniziativa e come la giudichi, anche in considerazione del fatto che l'Ucoii fa parte della Consulta islamica costituita presso il Ministero dell'interno;
se non ritenga opportuno di intervenire prendendo contatto con l'Ucoii per far ritirare il documento in modo da prevenire qualsiasi possibile manifestazione che possa provocare disordini o manifestazioni di matrice antisemita/antisionista;
se non ritenga che si debba invitare la comunità islamica in Italia a non fomentare ulteriormente la situazione con inviti anche sottintesi che inducono all'odio ed alla guerra santa.
(4-00838)
GALANTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la «Convenzione Internazionale sulla difesa dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei componenti delle loro famiglie» è stata adottata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1990, ma è entrata in vigore solo il 1o luglio 2003;
la Convenzione è uno strumento giuridico importante per la difesa dei diritti umani, con l'obiettivo primario di lottare contro lo sfruttamento e le violazioni dei diritti umani dei migranti e di garantire l'uguaglianza dei diritti tra lavoratori migranti e nazionali;
la Convenzione rafforza l'impatto di altri testi esistenti e vi apporta novità importanti come il rispetto dei diritti umani fondamentali di tutti i lavoratori migranti sia regolari che irregolari e delle loro famiglie, la necessità di stabilire misure precise in favore del ricongiungimento familiare, l'attenzione alle vittime del traffico di esseri umani combattendo le
condizioni di vita e lavoro inumane, gli abusi fisici e sessuali, i trattamenti umilianti e offensivi e garantendo la libertà di opinione, di espressione e di religione e una protezione effettiva contro ogni violenza;
i flussi migratori contribuiscono alla crescita della società e i migranti rappresentano quasi il 3 per cento della popolazione mondiale, mentre alcuni governi, soprattutto quelli d'Europa, si preoccupano essenzialmente di proteggersi contro i migranti, a volte con misure di espulsioni senza la minima considerazione e rispetto per la persona umana;
la Convenzione è oggi applicabile nei 34 paesi che l'hanno ratificata, ma tra questi non vi sono i «grandi» paesi, come l'America del nord, i paesi europei, Italia compresa, ove vive il 60 per cento dei migranti -:
se intenda adoperarsi perché l'Italia ratifichi al più presto la Convenzione.
(4-00840)
BIANCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi 10 giorni si sono verificati 2 distinti attentati contro le cooperative Orizzonti Nuovi e Agorà, enti dell'area di Crotone e operanti nelle attività di riabilitazione psichiatrica, di recupero di tossicodipendenti, di accoglienza degli immigrati e dei minori disagiati, con ingenti danni alle cose. Nell'episodio che ha riguardato la cooperativa Agorà, in particolare, un giovane ha riportato gravissime ustioni su tutto il corpo;
sempre nell'area del crotonese nella metà dello scorso luglio vi è stato un altra attentato ad un cooperativa, la Cosec, che svolge il servizio di catering per l'ospedale civile San Giovanni di Dio di Crotone;
tale recrudescenza criminale ha generato notevole allarme sociale nelle comunità locali perché ad essere colpite sono state cooperative ben radicate sul territorio con una forte vocazione per le attività sociali ed assistenziali a sostegno degli stati di disagio;
la valenza di queste istituzioni è molto sentita e apprezzata dalla comunità del crotonese per la preziosa opera che svolgono in un'area caratterizzata da sensibili criticità socio-economiche;
su tali attentati sono in corso indagini da parte dei competenti organi di giustizia -:
si chiede al Ministro in indirizzo di conoscere quali iniziative intenda intraprendere per fronteggiare il preoccupante aumento degli episodi di criminalità organizzata verificatisi nel territorio della provincia di Crotone.
(4-00853)
FEDI, NARDUCCI, BUCCHINO, GIANNI FARINA e BAFILE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 73 del 28 marzo la legge 8 marzo 2006 n. 124, «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992 n. 91, concernenti il riconoscimento della cittadinanza italiana ai connazionali dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia e ai loro discendenti»;
la legge prevede, all'articolo 1, l'inserimento dell'articolo 17-bis, dopo l'articolo 17 della legge 5 febbraio 1992 n. 91: «il riconoscimento della cittadinanza italiana ai soggetti che siano stati cittadini italiani, già residenti nei territori facenti parte dello Stato italiano successivamente ceduti alla Repubblica jugoslava in forza del trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 ovvero in forza del Trattato di Osimo del 10 novembre 1075, alle condizioni previste e in possesso dei requisiti per il diritto di opzione»;
la circolare K. 60.1 del 22 maggio 2006 - del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno - interpreta la legge in maniera restrittiva limitando la possibilità del riconoscimento unicamente a coloro i quali, in possesso dei requisiti previsti dai trattati
di Parigi e Osimo, non si avvalsero delle facoltà di opzione perdendo la cittadinanza italiana, la circolare limita il riconoscimento della cittadinanza italiana ai soli connazionali residenti nei territori della ex-Jugoslavia escludendo gli optanti emigrati che, pur esercitando il diritto di opzione, persero la cittadinanza italiana perché costretti dall'IRO international refugee organization che li ha documentati come Jugoslavi e/o apolidi;
la legge non fa differenza alcuna fra gli ex cittadini italiani già destinatari del diritto di opzione che non si sono avvalsi di dette facoltà e fra quelli che hanno optato, come gli esuli: tutti sono «in possesso dei requisiti per il diritto di opzione di cui all'articolo 19 del Trattato di pace di Parigi e all'articolo 3 del Trattato di Osimo»;
la legge e la circolare dispongono che le richieste di riconoscimento della Cittadinanza Italiana possono essere presentate anche alla competente autorità consolare italiana, nel caso di residenza all'estero, cioè anche dagli esuli/emigrati e non solo dai connazionali residenti in Croazia o Slovenia -:
se intenda procedere ad un riesame della circolare K.60.1 del 22 maggio 2006 consentendo l'istruzione della pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana, indipendentemente dall'esercizio del diritto di opzione, anche agli esuli residenti all'estero e confermando in tal modo la volontà del legislatore risultante dalla lettura della legge 8 marzo 2006 n. 124.
(4-00857)
FALOMI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Calabria da diversi giorni le ditte private concessionarie del servizio di trasporto pubblico locale stanno effettuando una vera e propria serrata;
la sospensione del servizio sta creando enormi disagi alle fasce più deboli della popolazione calabrese e sta danneggiando la stagione turistica in pieno svolgimento;
le suddette ditte starebbero inviando ai loro dipendenti lettere di sospensione dal servizio e dallo stipendio;
l'esistenza di un contenzioso di natura contrattuale tra la regione Calabria e le ditte concessionarie del servizio di trasporto pubblico locale non può giustificare in alcun modo l'interruzione di un servizio pubblico;
altro è il comportamento delle aziende pubbliche di trasporto locale che hanno scelto responsabilmente di non scaricare sui cittadini i problemi insorti con la regione Calabria;
nonostante inviti ed appelli, alle autorità prefettizie e alle istituzioni locali a intervenire finora nulla si è mosso -:
se non si ritenga opportuno intervenire rapidamente per evitare il prolungarsi di una situazione generatrice di gravi tensioni sociali e di seri danni all'economia calabrese.
(4-00862)
BENZONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in occasione delle ultime elezioni amministrative 20 sindaci sono stati eletti per terzo mandato consecutivo in evidente e manifesta violazione dell'articolo 51 comma 2 del T.U. ordinamento EE.LL.;
i consiglieri di minoranza dei suddetti comuni, riunitisi a Roma, hanno indirizzato una nota al Ministro dell'interno per chiedere il ripristino della legalità e il rispetto della legge nei comuni dove tali sindaci esercitano in questo momento il loro mandato, in aperta violazione della norma suddetta, su cui si è anche recentemente pronunciata la Corte di Cassazione con sentenza n. 11895/2006. Gli stessi hanno ribadito anche, in caso di modifica dell'articolo 51 (di cui appare in ogni caso utile una ridefinizione, per colmare una lacuna normativa che è all'origine
della anomala situazione in atto), che la stessa non dovrà avere valore retroattivo, anche perché ciò si configurerebbe come inopportuna sanatoria e determinerebbe una situazione di disparità nei confronti dei sindaci (e delle rispettive amministrazioni) che allo scadere del secondo mandato consecutivo, in osservanza del dettato di legge, non si sono candidati alle elezioni;
in particolare, in provincia di Como, nel comune di Novedrate, è stato eletto sindaco Serafino Grassi, che ha già svolto ininterrottamente due mandati; la sua elezione è stata convalidata dal Consiglio Comunale nella prima seduta;
in tale comune, i consiglieri di minoranza ed alcuni elettori, hanno presentato ricorso ex articolo 70 decreto legislativo n. 267 del 2000 e articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 570 del 1960 al Tribunale Ordinario;
in data 27 luglio 2006 il Tribunale di Como ha pronunciato una sentenza di decadenza non divenuta esecutiva in quanto il sindaco ha presentato ricorso;
nel comune di Novedrate il sindaco esercita pertanto tale funzione in contrasto con l'articolo 51 comma 2 del TUEL e nonostante una sentenza contraria del tribunale ordinario -:
quali iniziative intenda adottare in relazione alla situazione esposta.
(4-00874)
FUGATTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la recente approvazione da parte del Parlamento della legge di indulto, determinerà l'uscita dalle carceri di un numero consistente di detenuti in applicazione dello sconto di pena recato dalla citata legge;
considerato che ad usufruire di tale indulto sarà anche una quota consistente di immigrati extracomunitari che si trovano rinchiusi nelle carceri italiane in esecuzione di una sentenza di condanna;
poiché si stima che attualmente circa un terzo dei detenuti nelle carceri italiane siano stranieri extracomunitari è prevedibile che per effetto dell'applicazione dell'indulto ritorneranno in libertà molti extracomunitari che hanno commesso reati in condizione di clandestinità o si trovano in carcere proprio in ragione della loro condizione di clandestini e a seguito della reiterata violazione di provvedimenti di espulsione -:
si chiede al Ministro interrogato quale sia il numero degli stranieri che ritorneranno in libertà nella Provincia di Trento per effetto dell'indulto appena approvato dal Parlamento, quanti di costoro si trovino privi di un titolo di soggiorno in Italia e quali iniziative il Ministro intenda assumere al fine di garantire l'effettività delle espulsioni degli irregolari tornati in libertà.
(4-00876)
DE ANGELIS, PAGLIARINI, TRANFAGLIA e NAPOLETANO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la società Jacorossi Imprese S.p.A., ha preannunciato in data 24 luglio 2006 l'avvio delle procedure di licenziamento per 380 lavoratori ex L.S.U. (Lavoratori Socialmente Utili) della Regione Campania. I lavoratori in questione furono assunti in seguito ad una Convenzione delle attività di bonifica e tutela ambientale, sottoscritta con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Commissariato di Governo per l'emergenza rifiuti in Campania, gli Assessorati al lavoro ed all'ambiente della Regione Campania;
la possibilità di assumere i 380 lavoratori, prevista dalla Convenzione sopraccitata, derivava dall'Accordo programmatico del 22 maggio 2001 che disponeva il progetto e l'esecuzione di lavori per bonificare ripristinare il sito «Litorale dominio
Flegreo e dell'Agro Aversano», con l'obiettivo di regolarizzare a tempo indeterminato i medesimi lavoratori;
la Jacorossi Imprese S.p.A. ha usufruito di un trasferimento di risorse provenienti dalla Regione Campania ed erogate attraverso il Commissariato di Governo per l'emergenza rifiuti, poi per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque, per oltre 65 milioni di euro;
a quanto risulta agli interroganti si apprende da alcune amministrazioni locali, in particolare dalle Province di Caserta e Napoli, dell'esistenza di irregolarità a carico della Jacorossi Imprese S.p.A. relativamente al processo di smaltimento dei rifiuti -:
quale utilizzo sia stato fatto delle risorse trasferite alla società Jacorossi Imprese S.p.A. dal Commissariato di Governo e quali provvedimenti il Governo intenda adottare per garantire le operazioni di bonifica e di risanamento del sito «Litorale dominio Flegreo e dell'Agro Aversano» date le condizioni di precarietà a cui sono stati e sono costretti i lavoratori;
se la Jacorossi Imprese S.p.A. abbia rispettato la Convenzione sottoscritta con i soggetti istituzionali;
se il Governo sia informato di eventuali irregolarità a carico della Jacorossi Imprese S.p.A.;
quali aziende abbiano operato in subappalto per la Jacorossi Imprese S.p.A., e se le stesse siano estranee a collegamenti con organizzazioni criminali;
quali mansioni abbiano ricoperto i 380 lavoratori, e se risponda al vero che sono stati «parcheggiati» in container montati all'interno di un cantiere senza che fosse loro consentito di svolgere attività alcuna;
quali siano state le iniziative poste in essere dai Prefetti di Napoli e Caserta per accertare eventuali interessi di aziende legate alla criminalità organizzata dell'Agro Aversano in relazione alle operazioni di bonifica in questione;
se l'avvio delle procedure di riduzione del personale annunciate dall'azienda non costituiscano una violazione della Convenzione e dell'Accordo programmatico, e se siano previste penali a carico della medesima società.
(4-00885)
NICOLA COSENTINO, COSENZA, TAGLIALATELA, CESARO, PAOLO RUSSO, CIRO ALFANO, ALFREDO VITO, AZZOLINI, BRUSCO, GIOACCHINO ALFANO, CASTIELLO, CARFAGNA, NESPOLI e CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la Regione Campania è in stato di emergenza al fine della gestione del ciclo dei rifiuti;
il Consorzio Napoli3 sito in provincia di Napoli comprende 45 Comuni;
nell'area del Consorzio Napoli3 si registra la performance più alta di raccolta differenziata che mediamente supera il 25 per cento con picchi nell'area nolana di oltre il 50 per cento;
Pomigliano ambiente, società di diritto privato di proprietà pubblica a maggioranza del Comune di Pomigliano che opera nel settore dei rifiuti è stata oggetto di interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Napoli per presunte infiltrazioni e condizionamenti da parte della criminalità organizzata;
la Società Pomigliano Ambiente è ad oggi impossibilitata quindi all'esercizio delle proprie attività di servizio nei confronti dei comuni committenti dell'hinterland;
la società Pomigliano Ambiente ha sempre lavorato su commesse privatistiche del Commissariato di Governo per l'emergenza di rifiuti in Campania e su commesse proprio del Consorzio Napoli3;
risulta agli interroganti che il presidente del suddetto Consorzio si sarebbe dimesso o sarebbe stato invitato o costretto alle dimissioni;
invece di consentire una ordinaria elezione di un nuovo presidente a seguito delle improvvise dimissioni di un presidente peraltro in scadenza si sarebbe piuttosto attivato un anomalo strumento di commissariamento adducendo come motivazione lo scarso risultato nel raggiungimento di dignitosi livelli di raccolta differenziata ove viceversa proprio in quell'area la raccolta differenziata brilla;
tale operazione, a giudizio degli interroganti maldestra, impedirebbe ulteriori azioni ed indagini tese a valutare profili ben più gravi di infiltrazione criminale nei rapporti di quell'azienda con altri soggetti privati oggetto ripetutamente di interdittiva antimafia;
l'imbarazzo sembrerebbe evidente per il fatto che il Commissariato di Governo come il Consorzio ha utilizzato quell'azienda: la Pomigliano Ambiente che a sua volta utilizzava per commesse di centinaia di migliaia di euro società oggetto di azione interdittiva da parte della Prefettura di Napoli;
il previsto nuovo Commissario indicato sarebbe omologo dal punto di vista politico al Presidente dimissionario;
a giudizio degli interroganti questo testimonierebbe la gravità della maldestra azione tesa evidentemente a coprire interessi ed attività a tutto danno dei territori e dell'ambiente -:
se non intenda intervenire presso il Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti affinché sia revocata la nomina del commissario del consorzio.
(4-00887)
GIBELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il terrorismo internazionale «Jihadista» ha messo sotto scacco l'Europa con gli attentati terroristici di Madrid dell'11 marzo 2004 e l'ultimo gravissimo episodio avvenuto a Londra il 7 luglio 2005;
la sfida lanciata dal fondamentalismo islamico è particolarmente seria in quanto affonda il colpo in un'Europa che rifiuta di riconoscere le proprie radici;
è necessario ricordare che più volte il nostro Paese è stato indicato come prossimo obiettivo per una operazione di terrore se possibile ancora più eclatante di quelle di Madrid e Londra;
stiamo vivendo giorni di grande preoccupazione per l'acuirsi del conflitto in medio oriente e per le possibili conseguenze geopolitiche internazionali;
nel nostro Paese, le indagini sul terrorismo internazionale, hanno portato a numerosi arresti e hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza in Italia di cellule eversive del terrorismo islamico legate al movimento di Al Qaeda;
al termine del processo in Corte d'assise di Cremona il signor Laagoub Abdelkader, già condannato previo patteggiamento nel 2003 ad una pena di sei mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e contraffazione di documenti, arrestato nel 2004 per terrorismo internazionale con richiesta di estradizione da parte del Marocco perché indagato nel Paese di provenienza come esponente di spicco del movimento Jihadista (Gruppo Islamico Marocchino Combattente), è stato assolto dal reato imputatogli perché commesso prima dell'entrata in vigore del 270-bis;
il signor Khalid indagato per terrorismo internazionale e di seguito assolto dalla Corte di assise di Cremona (con motivazioni secondo l'interrogante quantomeno originali) è attualmente in libertà dopo aver scontato una pena a 2 anni e 4 mesi di reclusione per violazione alle leggi dell'immigrazione;
nei confronti dei signori Laagoub Abdelkader e Khalid, pur considerati i motivi, secondo l'interrogante comprovati, di pericolosità sociale per l'ordine e la sicurezza pubblica, non è stato mai emesso un decreto di espulsione;
attualmente il signor Abdelkader e il signor Khalid vivono nella città di Cremona dove sono, paradossalmente, assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica dell'ALER (Azienda Lombarda per l'Edilizia Residenziale);
a giudizio dell'interrogante, una politica non attenta, ha contribuito al brulicare del fondamentalismo islamico -:
se il Ministro non ritenga opportuno prevedere delle misure atte alla immediata espulsione di tutti i possibili fiancheggiatori di Al Qaeda presenti in Italia, procedendo a controlli severi anche sugli ingressi temporanei nei confronti di chi proviene da Paesi islamici.
(4-00889)