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Allegato B
Seduta n. 36 del 2/8/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta scritta:
FAVA, PINI e ALESSANDRI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è ormai imminente l'istituzione in Italia dell'Autorità nazionale per la sicurezza alimentare visto che il nostro paese è ormai l'unico in Europa a non avere tale organismo;
da notizie di stampa risulta che l'attuale Governo abbia già deciso l'ubicazione della costituenda Autorità, dimenticandosi della città di Parma;
nella città di Parma già è presente il massimo organismo europeo in materia denominato EFSA cioè l'Authority per la sicurezza alimentare;
l'ubicazione a Parma dell'autorità nazionale sarebbe molto vantaggiosa anche nell'ottica, sempre più stringente per il governo del Paese, di risparmiare importanti risorse in quanto città e territorio circostante si stanno già rendendo funzionali
per ospitare l'organismo europeo e quindi non occorrerebbe investire ulteriormente in altre sedi;
tale vantaggio deriverebbe anche da fatto che è già funzionante a Parma l'Ufficio periferico del Ministero della salute deputato a supportare l'attività di EFSA e coordinarla con le istituzioni nazionali e locali;
se a Parma avranno sede sia l'autorità europea sia quella nazionale per la sicurezza alimentare vi saranno sicuramente grandi possibilità che possano utilmente lavorare in sinergia;
Parma ha tutte le caratteristiche per poter ospitare questo organismo in virtù della sua grande cultura nel settore agroalimentare testimoniata dalla presenza di due grandi consorzi di produzione, formaggio Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, e di tante altre produzioni alimentari di elevata qualità, dal suo grande background di industrie fortemente legate all'agrindustria ed all'alimentazione, oltre che da enti particolarmente all'avanguardia nel controllo e nell'analisi della qualità dei cibi come la Stazione Sperimentale dell'industria delle Conserve Alimentari e l'Istituto Parma Qualità e da una prestigiosa sede universitaria e che tale sua propensione è stata riconosciuta a livello internazionale con l'insediamento dell'analogo organismo europeo denominato EFSA -:
se il Governo, in un ottica di razionalizzazione delle risorse disponibili e valorizzazione delle sinergie che sicuramente andrebbero a crearsi con le istituzioni europee, non intenda adoperarsi per l'assegnazione alla città di Parma dell'Autorità nazionale per la sicurezza alimentare.
(4-00802)
CIOFFI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 20 luglio 2006, il sindaco di Fiumicino Mario Canapini firmava un'ordinanza che disponeva il ripristino della balneazione nei tratti di costa di Fregene, Focene e Maccarese dato che nei giorni precedenti, in maniera precauzionale, tali tratti erano stati interdetti per il rischio di tossicità di alghe e per la presenza di valori di ossigeno disciolto oltre la norma;
il giorno 22 luglio la Regione Lazio invitava il sindaco Canapini a riattivare il divieto dopo che erano arrivati i risultati degli esami dell'Istituto Zooprofilattico sui campioni di acqua marina e alghe che avevano indicato un grado di tossicità non compatibile con la balneazione;
la Regione Lazio, a tal proposito, sottolineava il rischio di dermatiti, come era stato fatto notare dai tecnici ambientali della Regione, e non veniva esclusa l'ipotesi di possibili stati di intossicazione in caso di ingestione di acqua marina;
il giorno successivo il sindaco Canapini dichiarava di non voler adottare alcun provvedimento di ripristino del divieto di balneazione sulla costa restando in attesa dei dati richiesti all'Arpa Lazio;
il giorno 25 luglio il Prefetto di Roma Achille Serra convocava una riunione per esaminare soluzioni ed interventi per il pericolo della presenza di alghe tossiche a Fregene;
a tale riunione erano invitati il Vice Presidente della Regione Lazio Massimo Pompili, il sindaco di Fiumicino Canapini, i rappresentanti dell'Arpa Lazio e del Consorzio di Bonifica del Tevere e dell'Agro Romano;
alla conclusione del vertice in Prefettura il sindaco di Fiumicino comunicava la necessità di ripristinare il divieto di balneazione per circa due chilometri di costa di Fregene e che appena gli uffici avrebbe definito i tratti di mare inquinato avrebbe firmato la relativa ordinanza -:
quali iniziative si vogliano assumere in via corrente con la Regione ai sensi
dell'articolo 69 del decreto legislativo n. 112 del 1999, relativamente alla protezione dell'ambiente costiero;
quali iniziative normative, in particolare, intenda intraprendere per il sostegno degli operatori economici presenti nella zona che risultano danneggiati dalla non fruibilità delle coste.
(4-00820)
PAGLIARINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il proprietario di Wind Telecomunicazioni SPA ha recentemente esposto le linee-guida sul futuro dell'azienda riguardanti le risorse da reperire dal collocamento in Borsa, le strategie sulla telefonia mobile e fissa, la necessità di regole e il ruolo dell'Authority;
attraverso la «rete» transitano servizi di comunicazione nevralgici inerenti sia alla pubblica sicurezza sia ai sistemi di telecontrollo della trasmissione elettrica;
in seguito all'incontro con l'Amministratore Delegato di Wind Telecomunicazioni SPA, le Organizzazioni Sindacali hanno dapprima espresso la necessità di definire e confermare i «perimetri» operativi finora garantiti a Network e a IT (Information Technology), la stabilità dell'area Customer ed una maggior certezza complessiva e negli assetti territoriali, e poi auspicato sessioni di confronto tra le parti sul rispetto dei diritti sindacali;
da indiscrezioni di stampa si apprende che la proprietà intenderebbe creare una nuova «newco», nella quale confluirebbero la rete mobile di Wind Telecomunicazioni SPA con il personale tecnico e la ENSI (azienda del gruppo Ericsson che ha acquisito i lavoratori di H3G), e che fornirebbe i servizi tecnici sia a Wind sia a H3G;
la principale impresa di fornitura energetica pubblica italiana, ENEL, detiene una quota del 26 per cento, nella Weather investment, azienda capogruppo all'interno di Wind Telecomunicazioni SPA e potrebbe pertanto valutare l'eventualità di esercitare il potere di veto rispetto a scelte aziendali che si ponessero in contrasto con l'interesse pubblico connesso all'impresa energetica e comportassero gravi ripercussioni sui lavoratori -:
se il Governo intenda intervenire su ENEL al fine di esercitare un opportuno controllo su scelte aziendali che - oltre a suscitare perplessità in ordine agli interessi perseguiti in un settore di particolare delicatezza -, rischiano di mettere in serio pericolo i livelli occupazionali presso Wind SPA.
(4-00827)
CAPARINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'industria tessile italiana sta attraversando una fase di gravissima crisi dovuta, in massima parte, alla concorrenza sleale dei paesi asiatici. Oltre il 70 per cento circa della produzione mondiale di contraffazioni proviene dal sud-est asiatico: Cina, Corea, Thailandia e Taiwan. Il 30 per cento circa della produzione mondiale di contraffazioni proviene dal bacino mediterraneo dove il nostro paese detiene il triste primato seguito dalla Spagna, Turchia e Marocco;
il fenomeno della contraffazione si presenta come un insieme complesso di violazioni a leggi, norme e regolamenti, vincoli contrattuali che regolano i diritti di proprietà intellettuale e di sfruttamento commerciale dei prodotti di ogni genere;
contraffazione ed importazioni parallele costituiscono un giro d'affari enorme ed in continuo sviluppo che alimenta, spesso senza saperlo, un'industria criminale che sfrutta questo mercato per reinvestire nel traffico di droga e nello sfruttamento della prostituzione;
il fenomeno ha raggiunto le dimensioni allarmanti in quanto l'industria della contraffazione vale, in termini di produzione sommersa, il 25 per cento del Pil e sottrae quattro milioni di lavoratori al mercato regolare (Il Sole 24 Ore, 17 novembre
2005). Nella classifica delle vendite di merci contraffatte spiccano gli articoli di abbigliamento (72 per cento), gli accessori (14 per cento), i dvd, i cd e le videocassette (4 per cento). L'area di Napoli, l'hinterland milanese e la provincia di Prato sono i principali centri di produzione del falso italiano;
i danni prodotti dalla contraffazione sono molteplici, i nocumenti all'erario e alle aziende sono enormi: ogni anno 12 mila posti di lavoro scompaiono solo in Italia e sottrae alle imprese manifatturiere 6 miliardi di euro in evasione Iva. Sono stimati in 250 mila i posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni a livello mondiale, a causa della contraffazione, di cui 120 mila circa nella sola Unione europea;
è stato stimato che il giro d'affari di questo fenomeno si attesta oltre i 100 miliardi di dollari l'anno in tutto il mondo pari al 5-6 per cento dell'intero commercio mondiale;
il fenomeno della contraffazione indebolisce la posizione di mercato dei legittimi produttori, mette a rischio il settore della distribuzione autorizzata, inganna i consumatori e si abbassa gli standard di qualità con un rischio notevole per la sicurezza in quanto vengono immessi sul mercato articoli potenzialmente pericolosi;
il preoccupante fenomeno colpisce indistintamente le aziende titolari di grandi marchi come le piccole aziende, che trovano nel prodotto contraffatto un temibile concorrente, per non parlare del fatto che dietro al commercio di questi prodotti si nascondono reati gravi, come lo sfruttamento minorile, le vendite senza licenza, l'evasione fiscale;
spesso accade che le aziende italiane intraprendano azione di risarcimento del danno per la contraffazione subita, ma la stessa non ha esito alcuno o nel peggiore dei casi non è nemmeno possibile intraprendere un'azione legale poiché, per l'ordinamento cinese la società che per prima deposita il marchio ne è titolare;
un altro paradosso è rappresentato dal fatto che spesso le imprese italiane che vorrebbero registrare il proprio marchio si trovano nell'impossibilità di farlo perché questo è già stato registrato in maniera abusiva ed illegale da società estere;
la contraffazione consiste nell'apposizione da parte delle imprese truffatrici di false indicazioni di provenienza, nell'imitazione del prodotto o del suo imballo;
l'industria della contraffazione in Cina ha un giro d'affari di oltre 16 miliardi di dollari l'anno, che costa alle aziende occidentali decine e decine di miliardi di dollari di mancate vendite;
molte aziende si preoccupano, altresì, del calo di immagine dovuto all'immissione sul mercato di imitazioni di pessima qualità dei loro prodotti;
diverse fonti confermano, che si tratta di un fenomeno in espansione, che, invece, è più incentrato sulla realizzazione e sulla vendita di beni di largo consumo;
l'enormità e la capillarità delle attività di contraffazione in Cina rendono vani anche gli sforzi più cospicui delle singole imprese, tutto ciò a causa dell'insufficiente legislazione cinese in tema di marchi e brevetti;
la Confartigianato sulla base di un sondaggio condotto su un campione di 1.500 realtà made in Italy ha stilato una classifica dei motivi della crisi che sta minacciando le piccole e medie aziende: dalla concorrenza dei prodotti a basso prezzo (indicato dal 51,5 per cento degli imprenditori), alla delocalizzazione in paesi a basso costo di manodopera (14,5 per cento), alla copiatura di brevetti e marchi al mancato rispetto delle direttive internazionali (7 per cento). La risposta delle piccole e medie imprese è che il 34,4 per cento non ritiene di dover attuare alcun cambiamento nelle proprie politiche imprenditoriali, il 31,7 per cento intende puntare sulla diversificazione del prodotto, il 14,9 per cento sulla ricerca di nuovi mercati e il 7,9 per cento pensa di ridurre la produzione;
il Ministero del commercio cinese ha dichiarato che la Cina avrà nel 2007 il 31,4 per cento del mercato tessile europeo, quota che riguarderà le dieci categorie di prodotti contemplate nei recenti accordi con l'Unione europea. Nel 2004, la quota cinese sugli stessi prodotti era del 12,4 per cento. Secondo le ultime statistiche, le esportazioni del tessile cinese verso l'Ue sono aumentate nel primo semestre 2005 del 130 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per una cifra complessiva di 8,65 miliardi di dollari (Ansa, 22 agosto 2005);
il Governo con la finanziaria per il 2004 è intervenuto a difesa dei prodotti italiani ed europei, preoccupato del confronto di questi con la concorrenza sleale dei Paesi orientali ipotizzando l'introduzione di dazi a difesa dei prodotti made in Italy -:
quali iniziative siano allo studio al fine di tutelare la merce prodotta dalle aziende italiane nel rispetto della normativa vigente;
quali misure finalizzate al controllo della liceità della filiera di provenienza della merce prodotta nei paesi orientali e venduta nel mercato italiano siano allo studio;
se il Ministro intenda adottare idonee iniziative, anche di natura normativa, al fine di fronteggiare la concorrenza sleale subita dai prodotti del tessile-abbigliamento da parte dei produttori extra UE che invadono il nostro mercato con una crescente quantità di beni contraffatti in spregio a qualsiasi normativa sui brevetti.
(4-00831)
LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la multinazionale svedese Ericsson, da circa un secolo, ha in Italia il suo terzo mercato e al Sud, in particolare in Sicilia, ha quasi il monopolio degli impianti di centrali telefoniche di tecnologia svedese;
la Ericsson ha, da alcuni anni, lanciato un piano di ridimensionamento degli organici nel mercato italiano riducendo e quasi annullando gli investimenti e chi ne è maggiormente penalizzato è il Mezzogiorno dove è stata annunciata la chiusura delle sedi di Catania e di Palermo;
il disimpegno era iniziato con le esternalizzazioni di attività di installazione presentate come una strategia che doveva preludere al lancio e allo sviluppo di piccole imprese locali alle quali la Ericsson avrebbe assicurato con continuità commesse, sia nel settore tradizionale che in altre attività;
risulta che la Ericsson abbia beneficiato di contributi governativi per l'insediamento nel meridione;
successivamente ancora una esternalizzazione fu affidata al Gruppo Infotel Italia che doveva assicurare di essere il fornitore unico e permanente dell'intero ciclo di installazione e collaudi di tutte le apparecchiature Ericsson nel territorio nazionale;
la Infotel da 250 addetti, nel 2004 ha raggiunto 2.500 dipendenti;
al cambio di direzione Ericsson, le missioni precedentemente affidate alla Infotel vengono date a Site (impresa bolognese) e Alpitel (impresa torinese) e Infotel snellisce il gruppo con l'uso di tutti i tipi di ammortizzatori sociali e i circa 500 addetti residui vengono presi in carico dalla nuova proprietà alla quale Ericsson aveva assicurato continuità di commesse;
le scelte della Ericsson hanno prodotto in una prima fase la formazione e la specializzazione di personale meridionale e in una seconda fase, per il venir meno di investimenti, la fuga dal sud di tale personale;
tali scelte hanno impoverito il Mezzogiorno che ha, invece, bisogno di insediamenti produttivi e tecnologie avanzate;
negli ultimi anni il Sud, ed in particolare la Sicilia ha registrato il tasso di recessione più alto con conseguenze sociali pericolose e devastanti -:
quali iniziative intenda promuovere il Governo per rilanciare lo sviluppo e l'occupazione al Sud ed evitare la fuga di personale qualificato nel settore della telefonia ed in generale delle telecomunicazioni;
se non ritenga opportuno ed urgente promuovere il mantenimento ed il rilancio di investimenti e occupazione nel settore delle telecomunicazioni attraverso piani di investimenti ed innovazione tecnologica rivolti in particolare al meridione.
(4-00842)
MANCINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
singoli cittadini, associazioni produttive e amministrazioni locali in molti comuni del cosentino della zona dei Savuto e delle Serre da più tempo segnalano alle aziende concessionarie la necessità di fornire un vasto territorio che in parte è anche sede di un distretto industriale, collegamenti internet più competitivi;
a fronte di tante reiterate richieste, accompagnate da prese di posizione pubbliche dei Sindaci (da ultimo si segnalano quelle di Dipignano, Mendicino e Carolei) e da raccolte di firme di migliaia di cittadini ancora non si è provveduto all'attivazione nonostante sembrerebbe che molte centrali presenti sul territorio siano già dotate di quelle tecnologie che renderebbero possibile in tempi rapidi una risposta positiva alle tante sollecitazioni -:
se e quali iniziative di competenza dei suo dicastero intenda prendere per sollecitare le aziende telefoniche ad attivare in tempi rapidi la linea adsl nei comuni dei cosentino.
(4-00869)
MEREU. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'ondata di calore di questi giorni rallenta l'efficienza delle centrali elettriche e spinge condizionatori e ventilatori ai massimi livelli di consumo, con il rischio in molte zone del Paese di un blackout;
nelle scorse settimane un guasto improvviso in una centrale Enel ha lasciato al buio buona parte della Sicilia, con gravi conseguenze per le imprese della regione, in particolare dell'industria dei microprocessori ST di Catania, la cui produzione si svolge a ciclo continuo e i cui danni sarebbero superiori ai diecimila milioni di euro, con una ricaduta sul marginale operativo lordo del terzo trimestre di circa mezzo punto percentuale;
per non sovraccaricare ulteriormente la rete, Terna, il gestore della trasmissione nazionale di energia elettrica, ha fatto ricorso nei giorni scorsi ad una serie di interruzioni temporanee di fornitura nei confronti di alcune aziende del Nord Italia;
i distacchi sono stati volutamente distribuiti tra i titolari di «contratti interrompibili», ossia imprese che ottengono sconti sulle forniture energetiche in cambio di una disponibilità alle interruzioni;
tali sospensioni hanno colpito inizialmente molte imprese del Trentino Alto Adige e della Lombardia, con tagli per circa 220 megawatt, alle quali si sono aggiunte successivamente interruzioni nei confronti di alcune importanti industrie friulane, tra le quali stabilimenti siderurgici e acciaierie, che sono rimaste senza elettricità per quasi due giorni interi e che sono state costrette a ridurre l'attività o addirittura a sospenderla;
nonostante si tratti di clienti interrompibili, che quindi già mettono in preventivo eventuali sospensioni, queste sono state così massicce da causare gravi danni alle aziende coinvolte;
molti imprenditori del Nord est si sono rivolti direttamente all'Autority per
l'energia chiedendo le ragioni di tali sospensioni che, nonostante le forniture di energia elettrica a queste aziende siano regolate da contratti interrompibili, non appaiono determinate da quelle situazioni di emergenza o di particolare rilievo che contrattualmente dovrebbero giustificarle, ma si ripetono anche in condizioni di sostanziale normalità;
per far fronte al notevole aumento delle forniture elettriche ai clienti domestici per combattere il grande caldo, sono circa 800 i megawatt di potenza che Terna ha dovuto tagliare nei giorni scorsi al fine di mantenere i consumi nazionali al di sotto della soglia critica di 55.900 megawatt, che avrebbe segnato il nuovo record storico italiano rispetto ai 55.600 Mw raggiunti a fine giugno, rischiando seriamente di mandare in tilt una rete ancora in corso di ripotenziamento;
nonostante i superconsumi privati per mitigare l'afa, i gestori di Terna assicurano che la situazione non è cosi critica essendo al primo livello nella scala della pericolosità elettrica nazionale, ben lontano dal cosiddetto «allarme rosso» che prevede un ricorso massiccio alle interruzioni senza preavviso o, addirittura, ad un razionamento con interruzioni a rotazione anche alle utenze domestiche;
la società di distribuzione elettrica nazionale sostiene altresì che le centrali e la rete lavorano con relativa tranquillità, a parte momentanei incidenti, affermando che rispetto al 2003 (anno delle interruzioni programmate e del blackout nazionale di settembre) sono entrate in servizio o sono state ripotenziate centrali elettriche a gas e che la rete ha triplicato il suo margine teorico di riserva -:
quali provvedimenti intenda intraprendere per evitare il susseguirsi di ulteriori massicce sospensioni che costituiscono un duro colpo per l'operatività e la competitività delle imprese, nonché per la tenuta occupazionale;
quali iniziative intenda adottare per evitare che il forte aumento di consumo domestico nella stagione estiva non solo possa mettere in crisi le industrie italiane, ma anche determinare il rischio di mandare in tilt la rete nazionale e causare un blackout generale.
(4-00875)
TOMASELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi dieci anni circa la Unione europea ha promosso in diversi paesi comunitari lo strumento della cosiddetta «Sovvenzione Globale», quale sistema di sostegno finanziario alle aree di crisi industriale mediante l'utilizzo mirato di fondi strutturali volti ad attuare iniziative di sviluppo regionale;
in Italia molte regioni e province, specie del Mezzogiorno, hanno usufruito dello strumento della Sovvenzione Globale; in Puglia, ad esempio, tale intervento ha riguardato le aree di crisi industriale delle province di Brindisi e Taranto e di Manfredonia (Foggia);
nella provincia di Brindisi fu promossa la società consortile per azioni «Pacchetto Localizzativo Brindisi» che, in qualità di soggetto intermediario nei confronti della Unione europea, ha ottenuto la gestione di una Sovvenzione Globale Monofondo concessa dalla Commissione europea con decisione C(97) 3770 del 19 dicembre 1997, a valere sulle risorse FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) per un importo originariamente determinato in 25 milioni di euro;
tale importo fu, peraltro, integrato da circa 12,5 milioni di euro tramite apposito stanziamento del Fondo per lo Sviluppo (legge n. 236 del 1994) da parte del Ministero del lavoro;
con tali fondi, mediante apposito bando pubblico e successiva istruttoria bancaria, furono selezionate circa 50 imprese a cui furono concessi contributi in conto capitale in relazione ai progetti di investimento programmati e realizzati;
il contratto di finanziamento stipulato tra «Pacchetto Localizzativo Brindisi SCpA» e le singole imprese beneficiarie stabiliva, tra gli impegni a carico delle imprese, l'assunzione di un determinato numero di dipendenti da mantenersi al lavoro in maniera continuativa per il periodo di almeno tre anni a partire dalla data di assunzione;
negli ultimi anni la Provincia di Brindisi ha conosciuto una crisi economica che ha investito tutti i settori produttivi, con una complessiva perdita di competitività del sistema produttivo locale, crisi industriali sia nella grande che nella piccola e media impresa, crescita del numero di disoccupati, nel quadro di una generale situazione di crisi dell'intero Mezzogiorno, come sancito dal recente Rapporto Svimez 2005 che segnala un +0,3 per cento nell'andamento del PIL rispetto all'anno precedente;
tale situazione di crisi ha inciso oggettivamente in modo negativo sulla capacità di una parte consistente delle imprese beneficiarie della Sovvenzione Globale di mantenere l'impegno assunto con il contratto di finanziamento stipulato in merito agli incrementi occupazionali;
il Ministero delle attività produttive il 27 aprile 2006, ha emanato il decreto n. 215 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 139 del 17 giugno 2006, recante «Regolamento concernenti ulteriori disposizioni per l'erogazione delle agevolazioni relativi ai contratti d'area ed ai patti territoriali»;
l'articolo 2 del suddetto decreto prevede nuove norme circa la revoca, parziale o totale, delle agevolazioni per il mancato raggiungimento dell'obiettivo occupazionale;
le modalità di selezione delle imprese beneficiarie, nonché i parametri di valutazione degli investimenti ed, infine, i criteri di funzionamento dei soggetti intermediari o soggetti responsabili sono sostanzialmente omogenei tra gli strumenti sopra citati, Sovvenzione globale, Patti territoriali e contratti d'area, tutti assimilabili alla casistica della cosiddetta programmazione negoziata -:
se le norme contenute in tale articolo 2 del decreto n. 215 del 2006 siano da ritenersi esplicitamente applicabili alla Sovvenzione Globale, oppure se il Ministro interrogato intenda procedere, con apposita iniziativa, all'estensione della citata norma anche a questo strumento finanziario.
(4-00878)