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Allegato B
Seduta n. 36 del 2/8/2006
TESTO AGGIORNATO AL 19 SETTEMBRE 2006
...
INFRASTRUTTURE
Interrogazione a risposta orale:
PEDULLI, BRANDOLINI, VICHI e CHICCHI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il corridoio di viabilità Autostradale dorsale Mestre-Orte-Civitavecchia: tratta E/45-E/55 (Orte-Mestre), è compreso tra le infrastrutture strategiche di interesse nazionale, definite dalla Legge «Obiettivo» 21 dicembre 2001 n. 443, ed in particolare è inserito nel Primo Programma delle Infrastrutture Strategiche emanato con deliberazione CIPE 21 dicembre 2001 n. 121;
in data 11 novembre 2004 tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e le Regioni Lazio, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna è stato sottoscritto l'Atto Integrativo per la programmazione compiuta del Corridoio;
nell'allegato Infrastrutture al DPEF 2006/2011, del luglio 2006, detto Corridoio è confermato nella sua valenza strategica di carattere nazionale;
l'auspicata rapidità di realizzazione della grande opera, non può in alcun modo portare ad una sottovalutazione e all'interzia - come è avvenuto negli ultimi 5 anni - rispetto ai problemi emergenziali e urgenti esistenti;
nell'Assemblea straordinaria indetta al valico E/45 di Piantrebbio in data 29 luglio 2006, formata dai rappresentanti delle istituzioni locali interessate al problema (Comuni di Verghereto, Bagno di Romagna, Sarsina, Mercato Saraceno, Sogliano al Rubicone, Roncofreddo, Cesena, Comunità Montana Cesenate, Provincia di Forlì-Cesena, per la parte romagnola; Comuni di Pieve Santo Stefano, S. Sepolcro, Comunità Montana Valtiberina, Provincia di Arezzo, per quella Toscana; Comuni di S. Giustino e Città di Castello, per quella Umbra), è stata evidenziata e rilanciata con forza la drammaticità della situazione esistente sull'attuale Superstrada E/45, in particolare sulla tratta montana, a cavallo fra Emilia-Romagna e Toscana;
nella tratta della E/45 fra i Comuni di Bagno di Romagna e Pieve Santo Stefano, sono chiuse carreggiate senza cantieri aperti e in altre tratte sono presenti cantieri che risultano funzionare a scartamento ridottissimo, con pochi mezzi meccanici e personale;
tale situazione va superata con tutta l'urgenza del caso, ottemperando, da parte di ANAS e del Ministero delle Infrastrutture, agli impegni in tal senso più volte presi e ribaditi;
desta viva preoccupazione lo stato di notevole esasperazione, evidenziato anche nell'Assemblea del 29 luglio, fra le popolazioni residenti, che potrebbe sfociare in manifestazioni spontanee e incontrollabili, evitate nell'occasione dell'Assemblea anche grazie all'intervento dei rappresentanti delle istituzioni presenti;
l'Assemblea di Piantrebbio ha approvato un ordine del giorno e si è costituita in Comitato Permanente, coordinato dai Sindaci di Pieve Santo Stefano e di Verghereto, al fine di monitorare continuamente la situazione e di promuovere tutte le azioni utili a portare avanti i gravi problemi posti, dandosi appuntamento per il mese di settembre 2006, per verificare lo stato e l'evolversi delle cose -:
quali iniziative immediate intenda assumere per l'accelerazione dei lavori in
tutti i cantieri già aperti, sul tratto appenninico romagnolo della E/45;
come intenda intervenire con atti, anche a carattere straordinario, considerato lo stato di emergenza in atto, per la piena e garantita agibilità di tutte le carreggiate della tratta ricordata;
quali misure intenda assumere per garantire condizioni di sicurezza adeguata in tutta l'attuale E/45.
(3-00194)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
IANNUZZI, BURTONE, OLIVERIO, MATTARELLA, MARGIOTTA, SUPPA, LARATTA, LAGANÀ FORTUGNO, SQUEGLIA, CESARIO, CARDINALE, TUCCILLO e DUILIO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la realizzazione della rete dell'Alta Velocità - Alta Capacità Ferroviaria (TAV) è di straordinario rilievo per il sistema di mobilità e delle comunicazioni e per i processi di sviluppo economico e produttivo dell'intero Paese;
opere di così grande valenza strategica come la linea dell'Alta Velocità/Alta Capacità Ferroviaria - che inevitabilmente suscitano rilevanti problemi e forti ripercussioni in territori intensamente antropizzati ed urbanizzati, come succede in tante aree del nostro Paese - vanno progettate e realizzate ricercando il massimo coinvolgimento ed il più ampio accordo possibile con le comunità locali interessate;
rilevante, pertanto, è l'estensione della rete TAV nel Mezzogiorno da Napoli verso Salerno, Battipaglia, Reggio Calabria e fino alla Sicilia, anche quale parte integrante ed essenziale del corridoio europeo 1 «Berlino-Milano-Bologna-Napoli-Palermo»;
in questa prospettiva occorre - anche alla luce delle opere previste nel Piano decennale dei Trasporti e della Logistica approvato alla fine della XIV Legislatura - un programma generale ed organico di interventi sulle infrastrutture ferroviarie meridionali nel loro complesso;
infatti è fondamentale la modernizzazione della rete ferroviaria nel Mezzogiorno e in Sicilia, il cui potenziamento ed adeguamento tecnologico e velocizzazione sono obiettivi irrinunciabili;
il prolungamento della rete TAV implica un costo complessivo, lungo l'asse Salerno-Reggio Calabria-Catania-Palermo, di circa 30 miliardi di euro;
in questo contesto strategico è il progetto di quadruplicamento della linea «Salerno-Battipaglia» quale primo segmento del progetto di prolungamento della rete TAV verso la Campania, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia -:
quale sia la volontà del Governo rispetto al progetto di estensione della rete dell'Alta Velocità/Alta Capacità Ferroviaria dal nodo napoletano di Afragola verso Salerno-Battipaglia-Reggio Calabria-Catania-Palermo, nonché rispetto all'obiettivo strategico del potenziamento e dello sviluppo della rete ferroviaria nel Mezzogiorno ed in Sicilia.
(5-00160)
MARGIOTTA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi è stato sottoscritto un accordo tra Governo, regione Campania, regione Puglia per il potenziamento della direttrice ferroviaria Napoli-Bari;
il tracciato previsto dallo Studio di fattibilità passa a Nord della regione Basilicata, escludendo dunque il territorio lucano, pur confinante con quelli pugliese e campano, da tale importante asse di sviluppo;
ciò impedisce alla Basilicata di poter svolgere il ruolo di regione cerniera, per cui essa è vocata, come peraltro affermato dallo stesso Ministero in una risposta ad una precedente interrogazione del sottoscritto;
comunque, l'importante infrastruttura di cui sopra potrebbe esercitare effetti positivi anche in Lucania se fossero programmati, concretamente, i seguenti investimenti:
ammodernamento ed elettrificazione della linea ferroviaria Foggia-Potenza, che rappresenta un corridoio nodale preferenziale, lungo il quale il settore ferroviario può svolgere un ruolo non trascurabile nell'ambito della mobilità regionale;
completamento e realizzazione dell'itinerario ferroviario Ferrandina-Matera-Altamura al fine di integrare e chiudere con lo stesso la relazione ferroviaria Napoli-Potenza;
allocazione gravitazionale della città di Matera, unica città capoluogo non ancora collegata e servita da Trenitalia, sul nodo ferroviario di Altamura, in modo da consentire l'inserimento della stessa nella rete ferroviaria di livello nazionale di R.F.I. -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di evitare, attraverso il finanziamento dei predetti interventi, che la Basilicata rimanga estranea all'importante processo di potenziamento del sistema ferroviario nel Mezzogiorno avviato dal Governo Prodi.
(5-00161)
COTA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
le opere di adeguamento dell'Autostrada Torino-Milano, e i continui restringimenti dell'arteria a causa dei cantieri aperti, ne rendono difficoltosa la percorribilità provocando ripetuti incidenti stradali;
il numero dei cantieri aperti, da una parte, e la mancata effettuazione dei relativi lavori, dall'altra, rendono palese una situazione di stasi con evidenti ritardi nell'esecuzione delle opere;
le recenti dichiarazioni del Ministro sulla mancanza di fondi per la realizzazione dei lavori infrastrutturali evidenziano una situazione di incertezza circa i finanziamenti ed i tempi occorrenti per il completamento dell'opera -:
come il Ministro intenda affrontare la situazione critica dell'Autostrada Torino-Milano, tenendo presente che si tratta della percorribilità di un'arteria di fondamentale importanza per tutto il Nord e per l'intero Paese che mette a rischio la sicurezza dei cittadini.
(5-00162)
PICANO e FABRIS. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il 1832 fu inaugurato il ponte pensile sul Garigliano, opera lodata per la novità del congegno del pendolo, posto in cima agli appoggi a mantenere equilibrate le forze delle catene di ritenuta e di sospensione, e si ammira per la bellezza della forma e per la bontà del lavoro;
il ponte sul Garigliano rimane il primo esempio italiano di ponte sospeso e uno dei primi del mondo;
il ponte venne distrutto il 14 ottobre 1944 dalle truppe tedesche;
da decenni vanno avanti i lavori di ripristino da parte dell'ANAS -:
quando saranno terminati i lavori e quando si prevede l'inaugurazione del bel ponte storico, che potrebbe diventare un richiamo turistico eccezionale.
(5-00172)
Interrogazioni a risposta scritta:
MANCUSO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
l'autostrada A4, nel tratto tra Torino e Milano è da lungo tempo interessata da lavori di ammodernamento per rendere adeguato al flusso di traffico l'infrastruttura stessa;
è notizia recente che la data di fine lavori sia slittata di un anno (fine 2008, anziché fine 2007);
in particolare il tratto tra Novara e Torino è interessato in entrambe le direzioni da una serie innumerevole di cantieri aperti che causano notevole disagio agli automobilisti e rendendo pericoloso il tragitto tra le due località;
il tempo di percorrenza risulta notevolmente rallentato a discapito dei lavoratori che quotidianamente percorrono l'autostrada in oggetto -:
se sia intenzione del Governo farsi promotore di un'accelerazione dei lavori sulla tratta Torino-Novara dell'autostrada A4;
se non si ritenga opportuno che sia ridotto il pedaggio, tra Novara e Torino, alla luce dei gravi disagi che la infinita serie di cantieri costantemente aperti, causerà ancora per quasi due anni.
(4-00810)
BONELLI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lo sviluppo urbanistico e demografico dei comuni attraversati dalla via Flaminia e del viterbese è in costante, vertiginoso aumento, soprattutto a causa dell'emigrazione dalla città verso la provincia di persone che mantengono i propri interessi a Roma;
una maggiore efficienza della tratta snellirebbe l'affluenza di mezzi privati all'interno della città di Roma, con una conseguente riduzione del traffico urbano e relative emissioni di gas inquinanti;
il tratto extraurbano adiacente alla ferrovia è costituito in gran parte da parchi regionali e suburbani protetti che andrebbero salvaguardati, tra l'altro, anche con lo sviluppo ferroviario per disincentivare l'uso dell'automobile per lo spostamento quotidiano casa-lavoro;
purtroppo la qualità del servizio è decisamente inferiore alle esigenze e si registrano frequentemente forti ritardi e soppressioni delle corse senza alcun preavviso;
nello scorso mese di giugno i disagi si sono ulteriormente intensificati, con ritardi fra i venti e i quaranta minuti e un numero di soppressioni, tra urbane ed extra urbane, vicino alle venti giornaliere, senza alcuna informazione nei confronti dell'utenza;
al di là dei guasti e dei ritardi va registrata l'inadeguatezza dei mezzi e dell'infrastruttura, con tempi di percorrenza decisamente insufficienti;
la linea ferroviaria rappresenta l'unica soluzione davvero praticabile alla crescente domanda di mobilità da e verso la Capitale ed è assolutamente necessario provvedere al suo ammodernamento -:
quali provvedimenti intenda porre in essere il Governo affinché si realizzi il necessario adeguamento infrastrutturale della linea ferroviaria Roma-Viterbo, garantendo così un sistema di collegamento efficiente e funzionale che consenta di trasferire una quota significativa di mobilità dalla strada alla ferrovia, contribuendo così alla riduzione della congestione e dell'inquinamento nella più vasta area metropolitana d'Italia.
(4-00848)
GIULIETTI, STRAMACCIONI, BOCCI e GALEAZZI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la strada statale Perugia Ancona è in costruzione dagli anni 60;
tale opera risulta essere fondamentale per il collegamento tra i due capoluogo di Regione, ma anche e soprattutto per i collegamenti merci dall'Umbria al porto di Ancona;
il primo tratto dell'opera Lidarno Pianello è stata da tempo completata;
il 6 lotto, vede completato il secondo stralcio Schifanoia Valfabbrica, mentre, il primo stralcio, relativo al tratto Valfabbrica Fosso Calvario è bloccato;
le ragioni di tale blocco risiedono nella progettazione carente che non ha tenuto conto degli aspetti legati alla stabilità
dei versanti e alla necessità di messa in sicurezza delle gallerie previste in appalto;
tale situazione necessita di nuove perizie e varianti in corso d'opera che, nei fatti, hanno determinato un contenzioso tra Anas compartimentale e l'azienda operante sul cantiere;
da oltre un anno assistiamo a questo balletto di responsabilità, che oltremodo sta determinando nelle comunità locali e tra i lavoratori del cantiere grande incertezza e preoccupazione;
precisiamo che i lavori di cui sopra esulano dal cosiddetto progetto «quadrilatero» -:
se non ritenga di convocare urgentemente una riunione con tutti soggetti interessati per derimere questa situazione.
(4-00865)
GIULIETTI, STRAMACCIONI e BOCCI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la strada statale S.S. 219 Pian D'Assino, attraversa in molte sue parti le frazioni della Città di Gubbio;
sulla 219 si riversa grata parte del traffico pesante legato ad aziende leader nel settore del cemento con stabilimenti di produzione in Gubbio;
sulla 219 sono occorsi nel tempo decine di incidenti mortali, per questo le comunità locali hanno dato vita a varie manifestazioni anche con blocchi del traffico;
dopo una serie di incontri di carattere istituzionale tra Regione dell'Umbria, Anas nazionale e compartimentale, Comune di Gubbio e parlamentari della passata legislatura eletti all'interno di qual territorio, si giunse alla definizione di un percorso che prevedeva la progettazione esecutiva dell'opera, impegno mantenuto, progetto approvato, anticipazione dei fondi necessari da parte della Regione dell'Umbria, stazione appaltante Anas compartimentale, bando i gara in tempi brevi;
ci si chiede dunque, a fronte del fatto che la Regione ha anticipato i fondi necessari,come mai i lavori non partano -:
se non ritenga di dover convocare al più presto un tavolo Istituzionale per chiarire aspetti perlomeno singolari che, pur in presenza di progetto e copertura finanziaria, vedono ad oggi ancora bloccati i lavori.
(4-00866)
ALESSANDRI e FAVA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la stampa locale reggiana e mantovana in questo periodo ha riportato l'allarme delle popolazioni e delle aziende residenti in tali zone per l'annunciata prossima chiusura completa del Ponte sul Po tra le località di Boretto (Reggio Emilia) e Viadana (Mantova), dove sono in corso lavori per circa 3 milioni di euro;
la manutenzione al Ponte in oggetto è già in corso da almeno due mesi e sta comportando gravi disagi per i cittadini e le aziende usufruenti del passaggio, anche per le lunghe code di auto che si vanno continuamente creando sul tratto, in una situazione tale da supporre che i lavori appaltati non stiano procedendo secondo un normale svolgimento organizzatorio e un adeguato cronoprogramma che tenga in massima evidenza e priorità l'interesse dei cittadini;
potrebbero essere necessari ancora undici mesi di notevoli disagi perché sia conclusa la prima parte di lavori e probabilmente dovranno trascorrere ancora dodici mesi almeno per vedere conclusa l'opera;
in questi giorni le Amministrazioni locali di entrambe le Province stanno affrontando l'argomento senza però che a
tutt'oggi sia possibile avere serie e puntuali rassicurazioni per le popolazioni interessate;
questo importante collegamento interessa una vastissima area di transito pendolare e lavorativo giornaliero che verrebbe a subire ancora pesanti ritardi ed enormi disagi, non ulteriormente sottovalutabili;
per la risfaltatura del manto stradale servirebbe almeno un altro mese e sembra sia necessario ulteriore tempo, non precisamente quantificabile, per procedere alle riprese, alle impermeabilizzazioni e alle successive risistemazioni del tratto, con conseguenti ulteriori ritardi ed enormi difficoltà per le zone interessate;
le soluzioni prospettate, della chiusura, legata addirittura alla «fortuna di reperire ditte disponibili» nel periodo dal 10 al 20 agosto, ovvero dell'ulteriore dilazione nel tempo, con predisposizione intanto di sensi unici alternati, comporterebbero entrambe disagi impressionanti, come dimostrato anche da analoghi lavori eseguiti negli anni scorsi;
il Ponte in territorio reggiano si trova a ridosso dell'argine maestro del Po su cui insiste la SS 62; la stessa ad oggi è completamente chiusa per lavori in località Baccanello di Guastalla e sta provocando già numerosi disagi e congestionando giornalmente il traffico in località Gualtieri -:
quali iniziative intenda assumere in merito a queste problematiche al fine di interloquire con le pubbliche amministrazioni coinvolte e garantire adeguate risposte ai cittadini circa uno svolgimento dei lavori che abbia a priorità il maggior contenimento possibile dei disagi;
quali siano le valutazioni del Governo e quali comunque le intenzioni generali e specifiche per risolvere il problema della viabilità nella zona indicata, oggettivamente ora sottoposta ad eccessive difficoltà.
(4-00870)
CAMILLO PIAZZA. - Al Ministro delle infrastrutture, Al Ministro dei trasporti, Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Ministero dell'ambiente 29 novembre 2000, «Criteri per la predisposizione, da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore» (Gazzetta Ufficiale n. 285 del 6 dicembre 2000), ha stabilito i criteri tecnici per la predisposizione dei piani di intervento per il contenimento ed abbattimento del rumore prodotto dagli effetti negativi operati dalle infrastrutture di trasporto sull'ambiente, che rientrano nella Valutazione di impatto ambientale (VIA) cui tali infrastrutture sono soggette;
il progetto di intervento più comune, già realizzato su diversi tratti delle autostrade italiane, è costituito dall'installazione di barriere antirumore che consistono in pannelli trasparenti;
le barriere antirumore possono però costituire un ostacolo pericoloso per l'avifauna, poiché, non essendo ben visibili in determinate condizioni di luce, possono causare la morte degli uccelli che vi sbattono contro. Ad esempio, è stato riscontrato che le barriere installate a Modena nelle aree PEEP di Via S. d'Acquisto e di Via M. Capitani, lunghe rispettivamente 600 m e 350 m, sono state causa del decesso, in meno di cinque mesi dalla posa in opera, di 85 esemplari di uccelli appartenenti a 19 specie diverse;
per evitare questo pericolo in alcune regioni (ad esempio in Lombardia), e comunque in pochi tratti autostradali, è stato adottato l'espediente di applicare sulle lastre sagome adesive di uccelli rapaci a scopo dissuasivo;
nel mese di luglio 2006 la LAC - Lega per l'abolizione della Caccia - ha lanciato una «Campagna» e-mail per chiedere alle società e agli enti gestori di
strade e autostrade che vengano prese delle misure volte ad impedire che i volatili rimangano feriti o addirittura uccisi a causa dell'impatto sulle barriere antirumore che si stanno realizzando sulle autostrade italiane, chiedendo che, come in altri paesi europei, i pannelli trasparenti siano dotati di sagome di uccelli adesive, che inducano i volatili a cambiare direzione e a non impattare sulle strutture antirumore;
oltre ad essere un segno di civiltà, questa è anche una misura molto semplice che, con un costo minimo, potrà salvare la vita ad una parte non indifferente del patrimonio faunistico nostrano;
secondo le associazioni animaliste, questa soluzione risulterebbe comunque insufficiente a garantire l'incolumità dell'avifauna nel caso di strutture ad elevato sviluppo lineare. Soluzioni più valide, sotto questo profilo, risultano essere l'impiego di lastre colorate o con motivi (strisce, quadrati, ecc.) realizzati in fabbrica mediante serigrafia o spazzolatura. Allo scopo di rendere visibile una barriera trasparente risultano utili anche i filamenti neri di poliammide che possono essere inglobati nelle lastre di metacrilato, con funzioni di dissipazione di energia d'urto e di collegamento dei frammenti in caso di rottura;
quale sia ad oggi la reale applicazione del decreto ministeriale del 29 novembre 2000, ed in particolare il progetto sulle barriere antirumore nell'intero territorio nazionale -:
se il Governo, alla luce delle conseguenze derivate dalla realizzazione delle barriere antirumore con i pannelli trasparenti, e seguendo le indicazioni delle associazioni ambientaliste, non ritenga opportuno stabilire criteri tecnici più dettagliati e studiare soluzioni adatte ad evitare la morte degli uccelli.
(4-00877)
CACCIARI e ZANELLA. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nell'iter realizzativo dei progetti relativi alla salvaguardia di Venezia, in particolare per quanto riguarda le dighe mobili Mo.S.E., sono emerse varie problematicità;
nel settembre 2005 una istruttoria dell'Ufficio Urbanistica del Comune di Venezia aveva riscontrato una serie di difformità con le norme urbanistiche comunali (Prg) e regionali (Palav);
la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione perché alcuni cantieri sono stati aperti in aree SIC di interesse comunitario (San Nicolò e Alberoni) senza rispettare le necessarie procedure autorizzative;
la Soprintendenza ai beni archeologici dello Stato ha dovuto chiedere l'intervento dei Nuclei specializzati dei Carabinieri per evitare danneggiamenti a reperti archeologici sottomarini;
infine, una recente comunicazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico di Venezia e Laguna, a firma della Soprintendente pro tempore arch. Renata Codello, inviata al Comune di Venezia, fa intendere che i numerosi (28) cantieri aperti dalle imprese concessionaria non abbiano avuto una completa e integrale autorizzazione -:
se il Governo non ritenga di intervenire, anche secondo quanto proposto dalla Commissione Ambiente del Senato e dall'Amministrazione Comunale di Venezia, al fine di verificare l'idoneità dei cantieri in corso e se il Governo non ritenga altresì opportuno attivarsi perché siano sospesi i lavori in corso, per il tempo necessario alla citata verifica tecnica e all'istruttoria delle proposte alternative presentate dal Comune di Venezia.
(4-00884)