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Allegato A
Seduta n. 36 del 2/8/2006
INTERPELLANZE URGENTI
(Sezione 1 - Iniziative per contrastare l'emergenza idrica nel territorio del delta del Po)
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il Po è il maggiore fiume italiano, con i suoi 652 chilometri di lunghezza, e il suo bacino idrografico occupa un'area di circa 71.000 chilometri quadrati, da cui se ne deduce che ogni problema riguardante questo fiume diviene una questione ad interesse nazionale;
il cuneo salino, che è la quantità di acqua di mare che risale le foci dei fiumi mescolandosi con acqua dolce, è fenomeno normale che interessa tutti i corsi d'acqua nei pressi del loro sbocco al mare;
il fiume Po, a seguito dei periodi di secca sempre più ricorrenti, che hanno portato alla diminuzione del suo livello idrotermico a -7,25 metri rispetto alla media di riferimento, ha visto, però, trasformarsi il normale manifestarsi del suddetto fenomeno, noto come cuneo salino, in una possibile minaccia per l'agricoltura ed il turismo nei territori attorno all'area deltizia;
l'acqua salata, infatti, data la scarsa portata del volume di acqua dolce, è riuscita a penetrare dalla foce fino ad elevare in modo insostenibile il grado di salinità del liquido destinato all'irrigazione;
il sale nuoce oltremodo all'irrigazione, provocando la morte delle coltivazioni, e risulta, pertanto, impossibile utilizzare le normali fonti di approvvigionamento per consentire l'irrorazione di acqua nei campi;
la mancanza di irrigazione porta, in ogni caso, a danni gravissimi all'agricoltura che, priva di acqua, vede perdere quantità ingenti della produzione per l'arsura e la conseguente siccità;
nello specifico le coltivazioni più colpite, al momento, sembrano quelle del riso, colpite in una superficie che si aggira nei 25mila ettari, che costituivano fonte economica di sostentamento per molti agricoltori del Delta;
la produzione del «Riso del Delta», che ha ottenuto di recente il marchio IGP, vede così vanificati gli investimenti finanziari e l'impegno dei risicoltori che attivamente si erano impegnati per lo sviluppo di questa coltura;
sembra che molti dei motivi per cui si è prodotta la suddetta situazione siano imputabili al prelievo di acqua dalle centrali idroelettriche lungo il corso del fiume, che ne riducono drasticamente la portata, così come viene indicato dai Consorzi di Bonifica;
l'acqua trattenuta dagli invasi dei circa 270 bacini idroelettrici destinati alla
produzione di energia nell'area a ridosso della Pianura Padana non sarebbe, peraltro, giustificata da criteri produttivi;
nonostante la neve in montagna dell'inverno e le piogge di questi giorni, parrebbe non essere ragionevole prevedere un aumento delle preoccupanti portate di questi giovani, che si aggirerebbero nei 270 metri cubi al secondo registrati presso Pontelagoscuro, nei pressi della foce, e pertanto la situazione parrebbe lontana da una via di soluzione;
l'acqua, fonte primaria di vita, dovrebbe essere destinata, in periodi di carenza, in primo luogo all'uso umano ed in secondo luogo all'uso agricolo, dato che un'eventuale penuria idrica nel primario produrrebbe danni insanabili e cui difficilmente si potrebbe porre rimedio;
esistono, oggigiorno, 1.600 milioni di euro resi disponibili dal piano irriguo nazionale, che risultano ai sottoscrittori attualmente bloccati da incomprensibili cavilli burocratici, che servirebbero a porre in essere misure d'emergenza e ad approntare soluzioni a medio lungo termine che facciano fronte ai problemi del cuneo salino e della diminuzione della portata delle acque del Po, quali, ad esempio, la modernizzazione degli impianti di irrigazione, la sostituzione dei sistemi a scorrimento con quelli a goccia, la realizzazione di serbatoi e di impianti di stoccaggio che diano modo all'agricoltura di attingere acqua senza gravare sul fiume in secca;
con i suddetti fondi sarebbe, altresì, possibile migliorare il sistema di dighe lungo il corso del fiume e approntare più efficienti forme di controllo e gestione che sappiano dare una risposta effettiva alle emergenze connesse al fiume;
è invocata da più parti l'istituzione di una cabina di regia permanente costituita dall'Autorità di Bacino, dall'Associazione Nazionale Bonifiche Italiane, dalle Regioni e dai gestori idroelettrici che riuscirebbe ad agire in modo più puntuale rispetto all'Agenzia Interregionale per il Po, che dispone di poteri limitati, per far fronte ad emergenze quale quella che sta intervenendo in questi giorni;
una più attenta politica per il Po, tramite una riorganizzazione delle autorità preposte al suo controllo e alla sua gestione, diviene indispensabile anche a fronte di possibili pericolose piene nel periodo autunnale che, a fronte dell'incuria nel mantenimento dell'alveo, potrebbero divenire devastanti, come già avvenne nelle alluvioni del 1994 e, prima ancora, del 1951 -:
quali misure concrete di propria competenza intenda adottare affinché si possa provvedere ad incrementare, con ogni mezzo, la portata d'acqua del fiume Po, al fine di consentire l'irrigazione delle zone limitrofe;
se sia intenzione del Governo promuovere l'avvio di analisi per verificare eventuali responsabilità legate alla diminuzione della portata del corso d'acqua che attraversa la Pianura Padana;
quale strategia di medio lungo periodo intenda formulare affinché l'Italia possa dotarsi di fonti energetiche a basso impatto ambientale;
quali azioni il Governo intenda intraprendere riguardo ai fondi ora bloccati del piano irriguo nazionale, che ammontano a 1600 milioni di euro e che potrebbero essere utilizzati per fornire risposte tempestive all'attuale crisi idrica e ambientale che interessa il corso del fiume;
se intenda avviare, in seno al Governo, delle iniziative anche normative volte all'introduzione di una cabina di regia che coinvolga autorità di bacino, enti locali, Associazione Nazionale di Bonifica e produttori di energia idroelettrica, in modo di dotare il sistema di controllo del fiume Po di un organismo decisionale maggiormente efficiente ed effettivo;
se non ritenga urgente un cambiamento nella normazione delle calamità naturali dato che la fattispecie in questione
non può essere determinata compiutamente come tale essendo definibile come «calamità naturale indotta dall'intervento umano».
(2-00095)
«Bellotti, Ulivi, Mazzocchi, Proietti Cosimi, Porcu, De Corato, Frassinetti, Moffa, Contento, Patarino, Giulio Conti, Briguglio, Alberto Giorgetti, Lamorte, Bono, Pezzella, Leo, Landolfi, Murgia, Holzmann, Migliori, Benedetti Valentini, Salerno, D'Agrò, Gamba, Giorgio Conte, Mancuso, Lo Presti, Airaghi, Garnero Santanchè, Pedrizzi, Lisi, Buontempo, Gasparri, Nespoli, Siliquini, Angela Napoli, Menia, Antonio Pepe».
(1o agosto 2006)