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Allegato B
Seduta n. 38 del 20/9/2006
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta orale:
BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la società Cronos Italia di Pomezia che svolge attività di call center in outsourcing per il gruppo Telecom, ha siglato un accordo con le organizzazioni sindacali più di un anno e mezzo fa per la trasformazione
di 131 contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, man mano che i primi giungevano a scadenza;
la Cronos ha totalmente disatteso tale accordo tanto che, nel mese di agosto, sono state licenziate circa 100 dipendenti e si teme la stessa sorte per le dipendenti residuali;
in data 5 settembre 2006, la Ugl ha chiesto al ministero del lavoro la verifica della corretta applicazione della legge Biagi;
la Cronos giustifica il mancato rispetto dell'accordo con i sindacati con l'improvvisa mancanza di commesse;
le motivazioni addotte fanno sorgere gravi perplessità anche perché la Cronos negli ultimi mesi ha continuato ad assumere nuovo personale e prorogato contratti;
i licenziamenti previsti sono soltanto per le lavoratrici disattendendo così ogni norma di tutela e ponendo in essere un vero e proprio atteggiamento discriminatorio;
per il 14 settembre l'UGL la previsto un sit-in di protesta;
la Cronos non tiene in alcuna considerazione il rispetto delle norme che tutelano il sindacato fino al punto di giungere al licenziamento di una sindacalista;
a quanto risulta all'interrogante, alcuni sindacalisti della UGL avrebbero denunciato all'autorità di pubblica sicurezza minacce se ancora attivi nella funzione di tutela sindacale;
secondo quanto risulta all'interrogante, periodicamente nei locali della società utilizzati come call-center appaiono cittadine straniere, in particolare dell'est Europa, che effettuano dei veri e propri corsi di apprendimento dell'attività e che, dopo breve permanenza, si allontanano definitivamente. Tale pratica fa legittimamente supporre che la Cronos stia predisponendo un'azione per il trasferimento delle attività all'estero ove i costi sono infinitamente inferiori -:
quali provvedimenti si intendano assumere per evitare che si determini una ulteriore crisi occupazionale soprattutto a carico di lavoratrici che si vedrebbero ancora una volta discriminate.
(3-00236)
FUGATTI e FILIPPI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
alcuni organi di informazione hanno riportato la notizia che il piano di ristrutturazione del gruppo Telecom sarebbe stato approntato dalla società Goldman Sachs e poi fatto passare attraverso la Presidenza del Consiglio;
il Sottosegretario all'Economia Dott. Massimo Tononi era, prima della nomina, dipendente della Goldman Sachs;
già in data 15 giugno 2006 l'interrogante ha presentato al Presidente del Consiglio dei Ministri un'interrogazione chiedendo se fosse vero che il Dott. Tononi avesse contribuito alla campagna elettorale di Romano Prodi con un finanziamento di 100 mila euro e che nessuna risposta ad oggi è giunta all'interrogante -:
se quanto riportato dalla stampa corrisponda al vero;
se corrisponda al vero che il Dott. Tononi ha contribuito alla campagna elettorale di Romano Prodi con un finanziamento di 100 mila euro;
se e quanti altri «finanziatori» del centro sinistra hanno avuto incarichi nell'attuale compagine governativa.
(3-00237)
PICANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
le attività per la salvaguardia di Venezia e della laguna di competenza dello Stato vengono realizzate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - il
Magistrato alle Acque di Venezia, tramite il Consorzio Venezia Nuova che opera secondo obiettivi definiti in un piano generale degli interventi articolato secondo linee d'azione distinte ma in reciproca relazione: la difesa delle acque alte; la difesa delle mareggiate e la difesa ambientale;
il Piano generale degli interventi di competenza dello Stato è stato formulato sugli indirizzi emessi dal Comitato ex articolo 4 legge speciale 798/84 e contiene le conclusioni di anni di confronti, di studi e di progettazioni generali con i quali sono state esaminate alternative diverse ed è stata valutata la fattibilità delle opere con riguardo alla loro compatibilità ambientale;
il summenzionato Piano è stato approvato dal Comitato Tecnico del Magistrato delle Acque, dallo stesso Comitato ex articolo 4 nel 1991 e dal Parlamento che lo ha richiamato, nella legge speciale n. 139 del 1992, come riferimento per lo sviluppo e il finanziamento degli interventi programmati, realizzati e tuttora in corso;
il sistema Mose per la difesa delle acque è «il cuore» di questo vastissimo piano di interventi di salvaguardia, da anni in corso di attuazione in laguna e negli abitati lagunari, che nel suo insieme si configura come uno tra i più grandi impegni dello Stato italiano nell'ambito della difesa e della tutela dell'ambiente;
con frequenza sempre crescente Venezia viene invasa dall'acqua e le zone più basse, che sono generalmente quelle più antiche e preziose, subiscono ormai allagamenti quasi quotidiani, specie nei mesi invernali; mentre è sempre presente il rischio di un evento pericoloso per la città, come quello che si verificò nel 1966;
la causa dell'intensificarsi della frequenza e dell'entità degli allagamenti è dovuta alla perdita relativa di quota del suolo rispetto al mare di oltre 23 cm che è avvenuta nell'ultimo secolo a causa dell'azione congiunta della crescita del livello del mare (eustatismo) e dell'abbassamento del suolo (subsidenza);
per la difesa completa di Venezia e degli abitati lagunari delle acque alte di qualunque livello anche in previsione di un aumento del livello del mare, è stato elaborato un sistema combinato di tipologie di opere che prevede la chiusura temporanea di tutte le tre bocche di porto, attraverso un sistema di «opere mobili» integrati da una serie di «opere complementari», congiuntamente a interventi di difesa locale delle aree urbane più basse dell'acqua, per le maree che determinano gli allagamenti più frequenti;
il via al sistema Mose è stato dato nell'aprile del 2003 dal Comitato ex articolo 4 L. 798/84;
alle tre bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia, sono in corso complessivamente 11 cantieri;
il Sistema Mose prevede che la realizzazione delle opere avvenga contemporaneamente alle tre bocche di porto, con sviluppo per fasi della progettazione esecutiva e della conseguente realizzazione dei lavori; il termine delle attività relative alla costruzione dell'opera è previsto entro il 2012 per complessivi otto anni di lavoro; sono state completate le opere complementari consistenti nell'esecuzione di dighe foranee nello specchio marino prospiciente due delle tre bocche di porto;
la prima fase, già in avanzato stato di realizzazione, consiste nella esecuzione di una serie di interventi propedeutici all'installazione delle barriere mobili (campi prove per il consolidamento dei fondali, indagini subacquee per rilevare eventuali presenze archeologiche, bonifiche degli ordigni bellici);
la seconda fase, anch'essa in corso di attuazione, prevede la costruzione delle opere di spalla e delle strutture di sostegno delle barriere, oltre alle opere connesse (per esempio la conca di navigazione di Malomocco);
la terza e ultima fase del lavoro, consiste nella realizzazione delle barriere,
cioè nella costruzione delle strutture di alloggiamento in calcestruzzo e delle paratoie, e nella loro installazione;
in data 6 settembre 2006 il Ministro dell'ambiente l'On. Alfonso Pecoraro Scanio ha dichiarato alla stampa nazionale che il Governo dovrebbe approvare una grande e vera variante al progetto dell'opera Mose perché «il progetto così come è non va e rischia di essere dannoso e irreversibile» e ancora che mancherebbero «dati sul progetto del Mose, sul suo impatto ambientale e sulla sua manutenzione»;
il progetto del Mose è il frutto di decenni di studi e comparazioni tra progetti alternativi;
i governi succedutisi nel tempo hanno sempre sostenuto la realizzazione del Mose, anche sulla base dei ripetuti pareri del Collegio di esperti internazionali, incaricati dal primo Governo Prodi di esaminare tutti gli studi, verificarne l'attendibilità e vagliare l'adeguatezza della soluzione progettuale prescelta, nonché la compatibilità ambientale dell'opera;
il Governo Amato ha, con delibera 15 marzo 2001, definitivamente dato il via alle attività progettuali ed esecutive;
il Comitato ex articolo 4 della Legge 798/84 si è positivamente pronunciato in ordine allo sviluppo delle attività;
in ossequio a quanto previsto dall'articolo 3 comma 4 della Legge 139/92 il Comitato ex articolo 4 della Legge 798/84 ha acquisito i pareri della Regione Veneto e dei Comuni di Venezia, Chioggia e Cavallino-Tre Porti e conseguentemente ha deliberato in data 3 aprile 2003 che si procedesse allo sviluppo della progettazione esecutiva e alla realizzazione delle opere per stralci;
la magistratura amministrativa si è definitivamente pronunciata in ordine alla legittimità dell'iter approvativo del progetto e, pertanto, relativamente a tutti gli atti amministrativi adottati nel corso della lunga procedura autorizzativa, ivi compresa la compatibilità ambientale dell'intervento (sentenze Tar Veneto 2480-2481-2482-2483/2004 e Cons. Stato 1152/2004);
il costo del sistema Mose per la difesa di Venezia e della laguna delle acque alte è pari a 4.271 milioni di euro;
le leggi finanziarie precedentemente affrontate hanno finanziato il sistema Mose con 112 milioni di euro; la prima delibera CIPE del novembre 2002 ha finanziato l'opera con 450 milioni di euro; la seconda delibera CIPE del dicembre 2004 ha finanziato l'opera per 638 milioni di euro; la terza delibera CIPE del marzo 2006 ha finanziato l'opera con 380 milioni di euro;
il totale dei finanziamenti ammonta a 1.580 milioni di euro, di cui impegnati e spesi 1.067 milioni di euro;
l'avanzamento è del 25 per cento e l'occupazione diretta delle tre bocche è attualmente di circa 700 persone -:
se il Ministro interrogato non concordi nel ritenere che il Mose sia un'opera che proprio per il suo stato di avanzamento dei lavori, pari al 25 per cento, non dovrebbe essere messo ancora una volta in alcun modo in discussione;
se il Ministro interrogato non concordi nel ritenere che quanto dichiarato dal Ministro dell'Ambiente, l'On. Alfonso Pecoraro Scanio, in data 6 settembre 2006, circa la opportunità di approvare un vera e grande variante del progetto dell'opera Mose, se attuato comporterebbe inevitabilmente la interruzione dei lavori per molti mesi o anni con un notevolissimo incremento dei costi sino ad oggi sostenuti, nonché la perdita immediata di posti di lavoro;
se e quali provvedimenti saranno assunti dal Governo per escludere modifiche formali e sostanziali anche minime del progetto tese a riaprire la fase di autorizzazione e quindi la valutazione di impatto ambientale dell'opera, con il rischio di avviare lunghe sperimentazioni che sospenderebbero per molto tempo la realizzazione
in atto del Mose, mettendo nel frattempo in pericolo la città di Venezia;
se il Ministro interrogato non concordi nel ritenere che il rischio di una sospensione della realizzazione dell'opera non prevista nel Programma con cui l'attuale maggioranza si è presentata al voto nelle ultime politiche, metterebbe a repentaglio la tenuta e la credibilità dell'intero Governo, trattandosi il Mose di un'opera, la più importante che si dovrebbe realizzare nella Regione Veneto, i cui finanziamenti sono stati già stanziati e impegnati da anni.
(3-00238)
Interrogazione a risposta in Commissione:
BENVENUTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 14 settembre 2006 si è abbattuta sulla Liguria una pioggia di forte intensità che ha provocato ingentissimi danni nel ponente della regione colpendo l'agricoltura, la rete commerciale, le opere pubbliche e i beni dei privati e creando gravissima preoccupazione tra la popolazione interessata delle province di Imperia e Savona -:
quali azioni intenda intraprendere per garantire la necessaria opera di ripristino delle opere pubbliche danneggiate e quali misure intenda mettere in campo per il ristoro degli ingenti danni alle imprese e ai privati.
(5-00192)
Interrogazione a risposta scritta:
RAISI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con il decreto del Presidente della Repubblica 21 maggio 2001 è istituito il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano;
il Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano persegue finalità di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, di difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici ed idrogeologici, di promozione sociale ed economica in conformità agli indirizzi contenuti nel documento programmatico per lo sviluppo sociale ed economico approvato dal Comitato istituzionale di coordinamento;
la Legge Quadro sulle Aree Protette stabilisce che il presidente è nominato con decreto del Ministro dell'ambiente d'intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale;
nei giorni scorsi è iniziato l'iter per la nomina del nuovo presidente: il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ha firmato il decreto d'intesa con cui accoglie la proposta di nomina, avanzata dal ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio, dell'ex senatore di Reggio Emilia, Fausto Giovannelli;
secondo l'interrogante l'ex senatore designato avrebbe come caratteristica peculiare quella di essere un senatore non ricandidato dai democratici di sinistra alle ultime elezioni e quindi in attesa di collocazione;
secondo l'interrogante la scelta delle persone da inserire all'interno dei consigli di amministrazione dei parchi e soprattutto alla presidenza del parco dovrebbe essere guidata solo dal criterio della grande competenza rispetto alla materia e alle problematiche che in tale ambito dovranno essere affrontate;
secondo l'interrogante, invece, la scelta è stata soprattutto dettata dalla volontà di «riciclare» un uomo politico della sinistra non rieletto in Parlamento -:
se il presidente Romano Prodi sia a conoscenza dell'intesa tra il presidente Vasco Errani e il ministro Alfonso Pecoraro Scanio;
come venga valutata oggi la scelta di proporre l'ex senatore Fausto Giovannelli, in considerazione del fatto che nei mesi scorsi la Regione aveva contestato diversi nomi proposti dal centro-destra per la presidenza del Parco, accusando l'allora ministro Altero Matteoli di scegliere persone appartenenti all'area politica che sosteneva il Governo Berlusconi;
se il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenga opportuno ritirare il proprio sostegno alla candidatura dell'ex senatore.
(4-01008)