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Allegato B
Seduta n. 38 del 20/9/2006
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
ZACCHERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in pressoché tutte le carceri italiane sono attive le mense per il personale, ma ad esse sembra poter accedere solo il personale in turno di servizio escludendo quanti - per gli orari applicati - cambiano
turno proprio nel momento in cui normalmente si pranza o cena e che quindi sono tenuti al pagamento del pasto;
secondo quanto risulta all'interrogante, in molti casi (e la segnalazione vale soprattutto per il Piemonte e la Valle d'Aosta) vengono segnalate comunque situazioni incresciose nello stato delle mense di servizio accolte in locali spesso molto disadorni o inadeguati;
anche la qualità del cibo è spesso molto modesta, tenuto anche conto che l'Amministrazione paga per questi pranzi la somma di 3 (tre) euro a persona, somma con la quale in un bar non si acquista neppure un panino;
il ticket-restaurant che viene poi comunque generalmente considerato per i dipendenti statali ad un valore di 7,65 euro, ma alla Polizia Penitenziaria - quando si concede l'utilizzo del ticket - per esso viene considerato un valore di soli 4,65 euro con una evidente discriminazione nei confronti di altri dipendenti pubblici -:
se l'Amministrazione non ritenga di dover effettuare una accurata ispezione per verificare la condizione di tutte le mense esistenti negli istituti di detenzione e pena del Piemonte e Valle d'Aosta al fine di verificarne le condizioni igienico-sanitarie;
se non si ritenga corretto permettere comunque il consumo di un pasto gratuito giornaliero a tutto il personale che svolga un normale turno di lavoro;
se non si ritenga doveroso quantificare tale buono-pasto con un ticket economicamente valutato come tutti gli altri dipendenti pubblici, dando facoltà poi al personale di Polizia Penitenziaria di poter optare - tenuto anche conto delle esigenze di servizio - tra l'utilizzo di un ticket e di conseguenti servizi esterni o il consumo all'interno del posto di lavoro;
se più in generale non si ritenga necessario considerare queste primarie necessità ottenendo nella prossima legge finanziaria 2007 maggiori dotazioni finanziarie a vantaggio del Corpo della Polizia Penitenziaria che svolge un delicato ed indispensabile lavoro prezioso per l'intera comunità nazionale.
(4-00997)
CRAPOLICCHIO e FERDINANDO BENITO PIGNATARO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 180/2003, di conversione del decreto-legge n. 112/2003, recante modifiche urgenti alla disciplina degli esami di abilitazione alla professione forense, è attualmente fortemente contestata sia da parte dell'Associazione italiana giovani avvocati, sia dal Consiglio nazionale forense;
la suddetta legge, infatti, pur avendo eliminato il cosiddetto «turismo forense», attraverso l'introduzione del sorteggio degli abbinamenti fra i candidati e la sede della Corte di appello ove ha luogo la correzione degli elaborati scritti, non ha certamente reso più omogenea la percentuale dei promossi fra le varie sedi di esame;
ed invero nonostante l'indicazione di criteri per la valutazione degli elaborati scritti e delle prove orali, che la Commissione istituita presso il Ministero della giustizia detta a tutte le sottocommissioni, non appare che sia stata ancora raggiunta l'uniformità di giudizio auspicata dalla riforma;
peraltro, come risulta dai dati forniti dal Sole-24 Ore, le disuguaglianze colpiscono principalmente le sedi di esame del meridione, già afflitto da gravi problemi occupazionali, rendendo, in tal modo, ancora più complicato l'accesso alla libera professione di avvocato da parte degli aspiranti avvocati del sud;
da un confronto dei dati relativi alla differenza dei promossi fra l'anno 2003 ed il 2004, si evince, chiaramente, che la percentuale è notevolmente diminuita in alcune città rispetto ad altre;
ed infatti, avendo riguardo ai dati pubblicati su Italia Oggi del Sole-24 Ore,
che mette a confronto la percentuale dei promossi nel 2004 e quella registrata nel 2003 nelle varie sedi di esame in Italia, si evidenzia quanto segue;
nella città di Bari nel 2004 superavano la prova scritta il 46,69 per cento dei candidati, mentre nel 2003 erano stati ammessi il 70,03 per cento; pertanto si registra una diminuzione dei promossi di ben il 23,34 per cento;
il dato che maggiormente colpisce è quello relativo alla città di Catanzaro, dove si registra una diminuzione dei promossi di ben il 49,84 per cento;
ed infatti mentre nell'anno 2004 erano ammessi all'esame il 35,04 per cento dei candidati, nel 2003 erano, invece, stati ammessi l'84,88 per cento;
non differisce di molto dai dati precedenti il risultato registrato nella città di Salerno, dove si rileva una diminuzione dei promossi di ben il 41,75 per cento;
ma anche altre sedi di esame, pur avendo una differenza meno marcata rispetto a quelle evidenziate precedentemente, registrano dei dati importanti in tal senso;
ad esempio nella città di Messina la percentuale dei promossi nell'anno 2004 rispetto al 2003 è diminuita di ben il 34,74 per cento;
nella città di Reggio Calabria si rinviene una diminuzione di candidati ammessi del 36,96 per cento;
anche la città di Perugia registra una forte diminuzione, con una percentuale di variazione del 38,78 per cento;
in conclusione, tra le sedi di esame del meridione le uniche città che, in seguito all'introduzione della riforma di cui alla legge n. 180 del 2003, non abbiano registrato una diminuzione di ammessi, risultano essere le città di Caltanisetta e di Cagliari, con una percentuale di promossi rispettivamente dell'1,33 per cento e del 7,22 per cento più alta nel 2004 rispetto al 2003, che, comunque restano percentuali di poco rilievo;
avendo, invece, riguardo alle città del nord Italia, risulta evidente che tutte, ad eccezione delle città di Trento e di Bolzano a cui, peraltro, non si applica la riforma in esame, registrano un aumento della percentuale dei promossi;
dai dati appena esposti, appare, pertanto, evidente che l'introduzione della legge n. 180 del 2003 ha notevolmente danneggiato i candidati che si presentano nelle sedi di esame del meridione rispetto alle sedi del nord Italia -:
quali iniziative intenda intraprendere per garantire un criterio uniforme di correzione degli elaborati scritti, onde eliminare la significativa disomogeneità tra le percentuali dei promossi tra le varie sedi d'esame.
(4-01000)