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Allegato B
Seduta n. 38 del 20/9/2006
INTERNO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in merito alle espulsioni dal territorio nazionale ed in particolare da Bologna di quattro (4) cittadini tunisini sospettati di essere collegati con settori dell'estremismo islamico, l'interpellante condivide la tempestività e l'efficienza delle forze dell'ordine -:
se la rete delle convivenze sia più estesa di quanto riportato dai giornali e se, sulla base degli elementi acquisiti, si possa ritenere «sotto controllo» il fenomeno del collateralismo presente a Bologna e se proteste come quella che anche recentemente ha coinvolto il CPT di via E. Mattei possono essere ricondotte agli espulsi o persone loro vicine.
(2-00134) «Garagnani».
Interrogazione a risposta orale:
RONCONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Direzione generale degli istituti di formazione della Polizia di Stato avrebbe redatto un piano per la soppressione e riconversione di alcune scuole e accademie;
già nel 2005 sono state soppresse le scuole di Bologna, Duino e Genova e sembrerebbero in via di chiusura anche le scuole di Bolzano, Foggia, Senigallia e Vicenza;
anche la scuola di Polizia di Spoleto sembrerebbe essere a rischio di chiusura -:
se tale notizia corrisponda al vero e, qualora confermasse tale decisione, se non ritenga opportuno rinviare la soppressione della scuola di Spoleto che rischia di aggravare una situazione occupazionale già pesantemente a rischio per le recenti crisi delle industrie metalmeccaniche presenti sul territorio spoletino.
(3-00235)
Interrogazioni a risposta scritta:
ANTONIO PEPE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la città di Foggia sta vivendo, nell'ultimo periodo, una emergenza criminalità legata all'aumento di reati contro le cose e le persone;
alcune filiali di banca, nell'ultima settimana, sono state rapinate da malviventi armati e si sono registrati anche due stupri ai danni di cittadine polacche perpetrati ad opera di uomini di nazionalità africana;
in particolare desta non poca preoccupazione la presenza in condizioni di degrado assoluto di un altissimo numero di extracomunitari e neocomunitari dell'est Europa che attirati dalla campagna di raccolta dei prodotti agricoli locali soggiornano in numero sproporzionato, rispetto alla capacità di accoglienza del territorio, nella provincia di Foggia;
le forze dell'ordine sono encomiabili per lo sforzo che profondono sul territorio in difesa della legalità, ma a causa di una strutturale carenza di organico e mezzi sono nella condizione di non poter far fronte in modo sufficiente al notevole numero di reati compiuti;
la città di Foggia a causa della situazione di profondo malessere sociale ed economico derivante dal pericolo criminale vede il suo sviluppo rallentato e frenato;
la città capoluogo e l'intera provincia rischiano di scivolare ulteriormente verso una situazione di disagio con il rischio che anche le aree sane lentamente degradino e si marginalizzino -:
che cosa intenda fare per far fronte alla grave situazione sopra descritta e se, in tempi rapidissimi, non intenda dislocare
ulteriori uomini e mezzi sul territorio di Capitanata per invertire la rotta del declino sociale e per permettere alla popolazione una situazione di convivenza degna di un paese civile.
(4-00984)
ANTONIO PEPE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
qualificati organi di stampa locale hanno riportato, negli ultimi giorni, la notizia della possibile soppressione della Scuola Allievi Agenti di Polizia di Foggia;
qualora le notizie paventate trovassero conferma l'intera Capitanata subirebbe un danno notevole: la soppressione, infatti, di una istituzione che da anni è apprezzata sul territorio e che costituisce un simbolo di legalità e di prevenzione contro il crimine, sarebbe un impoverimento della presenza delle forze dell'ordine ed un segnale di disimpegno su un territorio che, invece, necessita di forti azioni per impedire una recrudescenza dei fenomeni di illegalità -:
se le notizie di cui sopra corrispondano al vero e se ciò fosse confermato con quali motivazioni di ordine organizzativo si possa giustificare una iniziativa tanto dannosa per il territorio della Capitanata.
(4-00986)
PEDRIZZI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel mese di agosto nella città di Latina ed in tutta la provincia pontina si è verificata una escalation di fenomeni criminosi quali furti, gambizzazioni, rapine, destando allarmismo e preoccupazione nella cittadinanza;
oltre alla microcriminalità, fenomeni riguardanti la criminalità organizzata dedita allo spaccio di stupefacenti, riciclaggio, usura ed estorsione, sembrano assumere un pericoloso trend di crescita;
i cittadini reclamano un maggior controllo nel territorio ed auspicano che al più presto siano assicurate, dalle Autorità competenti, le condizioni di sicurezza e di serenità di vita e siano assicurati alla giustizia gli esecutori di questi reiterati reati;
a Latina e in provincia c'è una palese carenza quantitativa di mezzi e uomini in grado di vigilare sull'intero territorio pontino e sulla sua popolazione sempre più numerosa;
vi sono patrimoni e flussi finanziari, oltre che presenze storiche della criminalità organizzata ormai inseriti stabilmente nel tessuto produttivo e sociale della provincia, come dimostra l'uccisione di un uomo, vicino agli ambienti della camorra, avvenuta a Napoli il 3 settembre 2006 che da anni risiedeva a Latina;
occorre un impegno coordinato e mirato delle Forze dell'ordine, preposte alla salvaguardia della legalità e della sicurezza dei cittadini;
nella provincia di Latina occorre un adeguamento degli organici della Polizia Stradale in base alle mutate esigenze di ordine pubblico e di contrasto alla criminalità, con lo scopo di recuperare maggiore presenza fisica sul territorio con l'impegno di più moderne tecnologie insieme ad una più elevata professionalità degli operatori di polizia;
a seguito dell'approvazione dell'indulto, nel Lazio duemila persone hanno lasciato il carcere, e per fronteggiare tale situazione, a quanto risulta all'interrogante, la Regione ha messo a disposizione dei fondi per consentire il reinserimento sociale dei beneficiari di tale provvedimento, assegnando alla Provincia di Latina 7.500 euro per 23 detenuti usciti dal carcere di Latina. Una somma modesta, che non coprirà neanche le spese di prima necessità di ciascuno di loro, senza contare che l'emergenza è destinata nel breve termine ad aggravarsi ulteriormente perché il numero dei detenuti, che messi in libertà torneranno nella provincia di origine, sarà di oltre cinquanta soggetti;
sempre in merito all'indulto si è chiesto all'Amministrazione Provinciale di Latina uno sforzo economico non rientrante nelle sue specifiche competenze e che non può affatto rappresentare la soluzione della grave emergenza venutasi a creare -:
se i Ministri in indirizzo non ritengano di fornire chiarimenti in merito a quanto esposto, anche alla luce del preoccupante incremento della criminalità con elementi che di recente hanno beneficiato del provvedimento dell'indulto, e non ritengano doverosa la messa a punto di strategie e misure repentine, atte a sortire effetti positivi a brevissimo termine;
quali concrete ed urgenti iniziative intendano assumere per fronteggiare la grave situazione determinatasi, predisponendo un sensibile aumento degli organici delle Forze dell'ordine e attivandosi per definire interventi di emergenza con l'eventuale utilizzo del CIO (Compagnia Impiego Operativo) dei Carabinieri e del Nucleo prevenzione crimine della Polizia di Stato, in modo da vigilare attentamente sul territorio pontino.
(4-00988)
LEONI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella città di Roma sono, ormai da decenni, attivi significativi sodalizi di stampo mafioso come quello riconducibile ad Enrico Nicoletti e ai suoi figli; la relazione di minoranza della commissione parlamentare antimafia della XIV legislatura, a tal proposito, evidenziava: «non c'è solo il peso crescente della criminalità straniera (russa, albanese, ucraina, romena e cinese) a preoccupare. Formazioni criminali si ricostituiscono intorno a gruppi come Nicoletti, Fasciani, Terribile e Casamonica rafforzati anche da esponenti di organizzazioni criminali delle regioni meridionali»;
nella provincia di Roma e in particolare nelle città di Anzio e Nettuno opera da decenni il clan Gallace-Novella mentre numerose inchieste contro il traffico di stupefacenti hanno portato ad individuare pericolosi sodalizi criminali guidati da esponenti locali della malavita organizzata come Franco D'Agapiti e Romano Malagisi;
lo scioglimento del consiglio comunale di Nettuno per accertato condizionamento mafioso, con deliberazione del Consiglio dei ministri del 24 novembre 2005, ha confermato come la criminalità organizzata nel Lazio si sia già infiltrata in una amministrazione locale;
giova rilevare che, secondo quanto affermato nel recente rapporto dell'osservatorio per la legalità e la sicurezza della regione Lazio nella sua relazione del luglio 2006, nel 2005 alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma sono arrivati ben 204 procedimenti di competenza. Se si tiene conto che a Palermo sono giunti 380 procedimenti, 269 a Catania, 189 a Reggio Calabria e a Milano 161, si comprende che in realtà il Lazio è prima tra le regioni dove vengono commessi reati di mafia seconda solo a quelle di tradizionale insediamento mafioso; precede statisticamente perfino il distretto della Lombardia dove storicamente è stato considerato più forte l'insediamento di organizzazioni criminali;
presso la DDA della procura di Milano risultano in servizio 13 sostituti e un procuratore aggiunto per un bacino d'utenza di 6.083.967 residenti, in quella di Torino sono in servizio quindici sostituti e un procuratore aggiunto con un bacino d'utenza di 4.252.188 residenti mentre risultano in servizio presso la DDA della procura di Roma sei sostituti procuratori e un procuratore aggiunto con un bacino d'utenza di 7.425.570 abitanti -:
se i Ministri competenti siano a conoscenza dei fatti suesposti, e se non ritengano, al fine di contrastare l'aggressione da parte della criminalità organizzata di stampo mafioso riconducibile alla procura di Roma, di dover adottare iniziative volte a potenziare gli organici della DDA di Roma.
(4-00991)
FOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2006, riferisce che «il Consiglio ha stabilito che, visti i prioritari e impegnativi compiti che le Forze di polizia sono chiamate attualmente a svolgere (criminalità estiva, esiti dell'indulto e sorveglianza di obiettivi sensibili), esse non potranno essere impegnate nell'esecuzione dei decreti di sfratto»;
il lancio delle 14.46 dell'agenzia Adnkronos riferisce lo stesso giorno quanto segue: «il Governo ha dato indicazione ai Prefetti di bloccare nel periodo estivo l'esecuzione degli sfratti. Lo ha riferito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta» -:
quale sia e quali contenuti abbia l'atto con il quale il Governo ha fornito ai Prefetti le direttive di cui sopra.
(4-00992)
LEONI e AMICI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Latina, secondo quanto emerso nelle relazioni semestrali al Parlamento presentate dalla Direzione investigativa antimafia, operano agguerrite consorterie mafiose quali il clan Bardellino, attivo nelle zone di Formia e il clan dei casalesi presente in tutta la provincia;
questa presenza è stata valutata con preoccupazione anche nella Relazione conclusiva di minoranza della Commissione parlamentare antimafia della XIV Legislatura, dove si legge testualmente, «A Fondi, Formia e Gaeta, si è registrata la presenza di nuclei affiliati ad organizzazioni campane e calabresi attivi nel traffico di stupefacenti, estorsioni e riciclaggio: i gruppi familiari Bardellino e Tripodo, i casalesi, i clan casertani Iovine, Schiavone e La Torre. Le loro attività illecite nel corso degli anni hanno provocato il progressivo inquinamento del tessuto sociale. Sono stati riscontrati tentativi di condizionare consultazioni elettorali nelle zone di infiltrazioni in settori della pubblica amministrazione»;
i segnali di una presenza mafiosa, peraltro, erano rilevabili sin dal 1o marzo 2002, quando la Squadra Mobile di Latina eseguiva 9 ordinanze di custodia cautelare a carico di diversi soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al compimento di estorsioni nel MOF, associazione capeggiata da Carmelo Tripodo dell'omonimo clan calabrese collegato con la criminalità organizzata di Casal di Principe (Caserta), vicenda rappresentata nella Relazione al Parlamento della DIA del secondo semestre 2002;
nella città di Latina, poi, risulta presente la famiglia di nomadi stanziali Ciarelli pesantemente coinvolta nel mercato illegale dell'usura e del racket come attestano le indagini di polizia denominate Cabriolet 1 e 2, nonché alcuni procedimenti di prevenzione patrimoniale attivati presso la competente Autorità Giudiziaria negli anni 2000, 2001, 2002;
in un quadro siffatto non sono mancati gli omicidi: il 7 luglio 2003 in località Capo portiere esplodeva un autobomba che provocava il decesso del pregiudicato Di Silvio;
la grave situazione della criminalità organizzata nel basso Lazio è stata denunciata in un documento presentato alla Commissione parlamentare antimafia dal SILP CGIL, dall'associazione coordinamento antimafia Anzio Nettuno e dall'associazione regionale antimafia Caponnetto;
l'8 marzo del 2005 Il Mattino di Caserta dava conto del suddetto documento, mentre la stampa locale continuamente riferisce fatti e vicende legati alle attività criminali dei gruppi mafiosi presenti sul territorio;
da ultimo, il 2 marzo 2006, la Squadra Mobile della Questura di Latina ha eseguito ordinanze di custodia cautelare a carico di diversi soggetti vicini alla famiglia
D'Alterio per una serie di estorsioni compiute nel MOF e per delitti di bancarotta -:
quali misure il Governo intenda adottare per contrastare l'espandersi dell'offensiva criminale di stampo mafioso nel territorio di Latina, segnalata dai fatti suesposti;
se ritengano i Ministri di sollecitare le forze di Polizia ad un programma di attività adeguato al livello dell'aggressione in atto nel Basso Lazio, area geografica oggetto di costante infiltrazione della vicina criminalità campana;
se intendano verificare l'adeguatezza delle risorse materiali e personali assegnate alle forze dell'ordine impegnati a Latina e nel basso Lazio, disponendo l'adozione di un piano di attività volte al rafforzamento degli apparati di contrasto e, in particolare, se ritenga utile e necessaria l'istituzione a Latina di una sezione della Direzione Investigativa Antimafia, con competenza estesa su tutto il basso Lazio.
(4-00996)
RUSCONI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per le politiche per la famiglia, al Ministro della solidarietà sociale, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel 1994, nel corso della Guerra Civile in Rwanda, il Governo Italiano autorizzava l'ingresso nel nostro Paese di un numeroso gruppo di cittadini rwandesi minorenni, al fine di sottrarli a probabile morte;
la maggior parte di essi erano bambini di età inferiore ai 10 anni ed alcuni di loro erano portatori di handicap;
il missionario che li aveva raccolti in territorio africano e poi condotti in Italia - più precisamente a Vercelli - tornò dopo pochi mesi in terra di missione e, le uniche indicazioni circa l'identità ed i dati anagrafici dei minori furono forniti dallo stesso sacerdote e dai bambini;
sulla base di tali incerti elementi, i legali rappresentanti delle strutture presso cui i bambini furono successivamente affidati, ottennero certificati d'identità - non validi per l'espatrio - e Permessi di Soggiorno per «ragioni di affidamento»;
secondo quanto risulta all'interrogante, nulla, nonostante le insistenze dei Tutori è stato fatto per il recupero delle documentazioni anagrafiche dal Paese d'origine dei minori, nonostante la Convenzione dell'Aja del 5 ottobre 1961 (ratificata con Legge N.742/80 in vigore dal 1995) imponga alle Autorità variamente coinvolte nella protezione dei minori di «comunicare tra loro» (Artt. 4,6, 10), di guisa che i minori non godono a tutt'oggi:
del diritto di espatrio;
dell'esenzione dalle spese sanitarie non urgenti;
degli emolumenti e delle facilitazioni riconosciute ai portatori di handicap, nonostante alcuni di essi siano stati ritenuti Invalidi civili dalle competenti Commissioni territoriali;
a causa della mancanza di tale identificazione originaria certa, sono preclusi a questi ragazzi, ora maggiorenni:
l'accesso alla procedura di adozione;
l'espatrio anche a fini scolastici;
la possibilità di ottenere la Carta di Soggiorno;
al compimento del 21o anno, molti di loro, rischiano di essere espulsi dall'Italia per la mancata sussistenza dei presupposti di cui al combinato disposto degli Artt. 32 e 25 della Legge N.189/02;
a quanto risulta all'interrogante è risultato impossibile ottenere il recupero della detta documentazione (certificato di nascita, stato di famiglia, certificato eventuale di morte dei genitori o attestazione
della loro esistenza in vita e luogo di residenza) attraverso le Autorità Consolari -:
quali misure urgenti ed indifferibili intenda porre in essere l'attuale Governo al fine di concretizzare:
l'acquisizione della documentazione anagrafica o di documentazione equipollente, senza oneri a carico delle famiglie e/o degli Enti affidatari;
semplificare la procedura di concessione della cittadinanza a detti soggetti.
(4-01001)
FORGIONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 22 febbraio 2006 il prefetto di Roma nominava una commissione d'accesso presso il comune di Ardea (Roma) al fine di verificare eventuali collegamenti degli ex e degli attuali amministratori comunali con la criminalità organizzata;
nel corso delle indagini della polizia sarebbero emerse delle compromissioni con la criminalità organizzata da parte dell'Ente che minerebbero nella sostanza i principi di libertà, di autodeterminazione degli organi elettivi, di buon andamento, di trasparenza e di regolare funzionamento dei servizi e delle funzioni dell'ente locale interessato;
la suddetta commissione d'accesso, dopo una proroga, completava i suoi lavori con la presentazione di una relazione al prefetto di Roma, dottor Achille Serra;
in data 2 agosto 2006 il prefetto di Roma inviava una diffida, relativa alle risultanze della commissione di accesso, al sindaco di Ardea;
nella diffida si affermava che: «...sono emersi concreti elementi di giudizio relativi alla percorribilità dell'ipotesi di scioglimento di codesto ente locale per gravi e persistenti violazioni di legge...»;
la commissione d'accesso evidenziava una diffusa illegalità nel comune di Ardea e, segnatamente, nel settore della gestione degli appalti;
il sostituto procuratore di Velletri, dottor Giuseppe Travaglini, in data 5 maggio 2006 notificava a 17 persone di Ardea e Pomezia un avviso di conclusione delle indagini preliminari;
il sostituto procuratore, Giuseppe Travaglini, nell'avviso di conclusione delle indagini ipotizzava il reato di cui all'articolo 416 del codice penale nei confronti di Enzo Traietti, responsabile dell'ufficio tecnico di Ardea, del figlio, Andrea Traietti direttore dei lavori della società DMD, di Domenico D'Amario, comandante della Polizia Municipale di Ardea e socio della società MOD nonché amministratore di fatto della società DMD (formalmente amministrata dal figlio Massimiliano D'Amario), di Massimiliano Orakian, ex dipendente dell'Ufficio tecnico del comune di Ardea e amministratore della MOD, di Marcello Orakian padre di Massimiliano Orakian;
in data 3 agosto 2006 organi di stampa riferivano delle indagini avviate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli riguardanti il riciclaggio di denaro sporco nel comune di Ardea;
in data 31 agosto 2006 organi di stampa riferivano che: «... il gip del Tribunale di Velletri convalidava il sequestro di uno stabile di 7000 mq in via dei Platani, località Lido dei Pini (Roma) di proprietà dell'ex sindaco di Ardea, Mariano Amici...»;
nella città di Ardea risulterebbero presenti diversi soggetti ascrivibili ad organizzazioni criminali e, precisamente, Achille Longo, imprenditore di cui risulta aver patteggiato una condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito del procedimento denominato «Cobra», procedimento contro il clan Rinzivillo; Vincenzo Magliulo colpito da un provvedimento restrittivo per il reato di estorsione emesso dal GIP di Latina il 2
marzo del 2006 nell'ambito delle indagini sul racket al Mercato Ortofrutticolo di Fondi (Latina);
nell'ambito del procedimento denominato «Cobra» contro il clan gelese Rinzivillo, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, sarebbe emerso il concreto interessamento della mafia per la gestione degli appalti nella città di Ardea;
il GIP distrettuale di Roma, dottoressa Simonetta D'Alessandro, nell'ordinanza a carico di Crocifisso Rinzivillo e altri scriveva che: «... il 20 giugno 2000, quattro personaggi siciliani - due dei quali pregiudicati per gravi reati ed uno figlio di un capomafia dell'agrigentino - giungono appositamente dalla Sicilia ospiti di Salvatore Rinzivillo che li aveva sollecitati a partecipare ad una riunione a Roma in piazza Ungheria 6 presso l'avvocato Franz Russo. In concomitanza dell'incontro, al quale partecipano Rinzivillo Antonio, Rinzivillo Crocifisso, Rinzivillo Salvatore, una persona anziana, verosimilmente identificata nel padre dei Rinzivillo, Russo Nicola, Canale Piero ed i quattro personaggi giunti dalla Sicilia, veniva predisposto un servizio mirato ad identificare questi ultimi che, pertanto, venivano intercettati da una pattuglia dei Carabinieri sulla via Laurentina in direzione di Ardea. All'interno della Stazione dei Carabinieri di Ardea, i militari provvedevano ad identificare i quattro soggetti in: Collura Angelo, nato a Castronovo di Sicilia (Palermo) il 13 agosto 1956, pregiudicato per omicidio, socio della "Collura & C. s.r.l." con sede in Castronovo di Sicilia (Palermo), via Fonte Regio n. 43 [...], Collura Vitale Salvatore, nato a Castronovo di Sicilia (Palermo) il 12 giugno 1952, socio ed amministratore della predetta società; Gentile Mariano, nato a Castronovo di Sicilia (Palermo) il 18 gennaio 1953 ed ivi residente in località Carracchia di Sopra, pregiudicato per detenzione di esplosivi, estorsione, danneggiamento, reati contro la religione, omicidio, truffa e socio della Beton Strade s.r.l. [...], Longo Angelo, nato a Cammarata (Agrigento) il 26 luglio 1963 ed ivi residente in via Sardo n. 33, incensurato, socio della predetta società, figlio di Longo Luigi, indicato quale capomafia di San Giovanni Gemini (Agrigento). Nel corso del controllo, i predetti riferivano ai militari di trovarsi ad Ardea perché dovevano partecipare ad una gara di appalto indetta dalla Idrogas, società che gestisce l'erogazione dell'acqua e la manutenzione delle rete fognaria per conto del Comune di Ardea, dal momento che i lavori per acquedotti e fognature rientrano nell'oggetto sociale della "Collura & C. s.r.l" e che, qualora avessero vinto l'appalto, avrebbero subappaltato i lavori di rifacimento del manto stradale alla Beton di Longo e Gentile [...]. Gli indagati si sono, dunque, accordati per partecipare alla gara d'appalto indetta dalla Idrogas, quale concessionaria per la rete fognaria del Comune di Ardea (Roma), per il completamento della rete fognante - primo lotto Nuova Florida - per un importo complessivo di tre miliardi di lire, avendo evidentemente ricevuto assicurazione dal Canale circa la possibilità di pilotare la relativa gara...»;
la Commissione Parlamentare Antimafia, nella precedente legislatura, nella sua relazione conclusiva scriveva che: «...ad Anzio e Nettuno si può segnalare la sfera d'influenza dell'organizzazione criminale facente capo alla famiglia Gallace originaria di Guardavalle (Catanzaro), insediatasi nel vicino comune di Nettuno (Roma) e dedita prevalentemente al traffico internazionale di sostanze stupefacenti ed al riciclaggio, riconducibile a cosche mafiose di area criminale calabrese (...); ...il contesto investigativo ha evidenziato nella sfera della pubblica amministrazione della zona interessata l'inquinamento tipico delle organizzazioni mafiose (...); ...gli accertamenti svolti [...] hanno confermato che le tentacolari radici che la criminalità organizzata ha da tempo costituito nella zona di Nettuno influenzavano pesantemente l'attività del Comune, finalizzandola al favoreggiamento di soggetti collegati direttamente o indirettamente con ambienti malavitosi. Sono infatti emersi rapporti di contiguità, parentele,
frequentazioni e cointeressenze di natura economica di taluni pubblici amministratori e dipendenti del Comune con soggetti gravitanti nell'ambito della criminalità organizzata. La gravità e la diffusione di tali ingerenze inducevano il Consiglio dei ministri, su richiesta del Ministero dell'interno, a deliberare lo scioglimento del Consiglio comunale di Nettuno e l'affidamento della gestione del Comune a una commissione straordinaria, decretati con provvedimento del Presidente della Repubblica in data 28 novembre 2005.»;
la contiguità territoriale tra Ardea e Nettuno e tra Ardea, Ostia e Pomezia indurrebbe a pensare che tutta la zona del litorale pontino e dell'entroterra pontino sia in verità un vero e proprio crocevia di interessi criminali; tant'è vero che molteplici inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Roma hanno evidenziato la presenza di agguerrite consorterie criminali operanti a Pomezia e dintorni -:
se il Ministro dell'Interno sia al corrente dei fatti suddescritti;
quali iniziative si intenda intraprendere per contrastare la criminalità organizzata nel litorale e nell'entroterra a sud di Roma;
se si intenda avviare un supplemento d'indagine sul consiglio comunale di Ardea;
quali iniziative il Ministro dell'Interno vorrà intraprendere in ordine alla diffida di scioglimento del consiglio comunale di Ardea per gravi violazioni di legge.
(4-01005)