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Allegato B
Seduta n. 40 del 22/9/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere - premesso che:
la Palmera, importante azienda in Sardegna di trasformazione nel comparto agroalimentare, è l'unica vera industria italiana di medio grande calibro nella filiera del tonno, con produzioni di alta qualità e un marchio rinomato. Nasce ad Olbia nel 1963 e da subito diventa il più grande gruppo italiano nella trasformazione integrale del tonno dalla pesca al consumo. Nel periodo di massimo splendore aveva alle sue dipendenze 458 unità di lavoro fisse e ogni anno circa 80 dipendenti stagionali;
nel corso dell'anno 2005 non sono stati confermati oltre 200 contratti di Formazione Lavoro che erano stati attuati in prospettiva del rafforzamento dell'Azienda, obiettivo mancato, a giudizio degli interpellanti, per la responsabilità del Management. Nel settembre dello stesso anno viene firmata la Cassa integrazione, per 12 mesi, per un massimo di 140 operai;
nell'accordo firmato dalle OO.SS., l'azienda presentava un piano di risanamento dove si prevedeva una duplice tipologia di interventi, da una parte, una riduzione dei costi, dall'altra, una diversificazione dei siti produttivi e un incremento e miglioramento qualitativo della produzione. In particolare:
le produzioni classiche Palmera a basso valore aggiunto dovevano essere gradualmente allocate in paesi terzi. Infatti, negli ultimi anni, sono state quelle che hanno risentito maggiormente della concorrenza
delle grosse multinazionali, che già da tempo avevano trasferito la loro produzione in paesi dove il costo del lavoro era nettamente più basso;
le produzioni relative a «Private Labels» e nuove linee di prodotto create dall'Azienda e caratterizzate da un contenuto di materie prime di provenienza locale, con significativo valore aggiunto, avrebbero dovuto essere prodotte presso lo stabilimento di Olbia;
tale piano di risanamento stenta a realizzarsi, mancando adeguati investimenti per innovazione produttiva e per la politica commerciale dell'azienda;
pochi giorni fa, l'azienda ha presentato la richiesta di CIGS (avvio procedura giorno 15 settembre 2006) per ristrutturazione senza alternative sostanziali, con la prospettiva di un progressivo disimpegno della Proprietà e con un ridimensionamento della Forza occupativa da 230 a 80 unità;
le OO.SS., preoccupate per la mancanza di chiarezza nelle prospettive della Azienda e soprattutto interessate a capire se proprietà e azionisti vogliono continuare a fare business oppure se incontrano difficoltà ad improntare una strategia di aggressione nel mercato per la mancanza di fondi, chiedono di capire la reale volontà per definire una linea comune;
le OO.SS. non ritengono allo stato attuale consentire nessun ridimensionamento dello stabilimento in assenza di piani e progetti d'investimento che valorizzino e mettano a frutto il grande patrimonio di risorse umane e materiali -:
se il Governo, alla luce di quanto sopra, non ritenga urgente convocare un tavolo tecnico operativo con la partecipazione dell'Azienda Palmera, della Regione Sardegna, della Provincia, del Comune di Olbia, dei Rappresentanti degli Industriali e delle OO.SS, affinché venga definita una linea d'azione comune per il rilancio dell'attività aziendale e sia intrapresa un'iniziativa forte, qualificante e incisiva, al fine di tutelare il posto di lavoro dei dipendenti e di garantire la permanenza dell'azienda ad Olbia.
(2-00138) «Satta, Fabris».
Interrogazione a risposta in Commissione:
ATTILI, SANNA, SCHIRRU e FADDA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con la convenzione tra Stato e Regione Sardegna del 2001 si è avviato il piano di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili provenienti dai progetti relativi al Parco Geo minerario della Sardegna;
le attività per il funzionamento del Parco sono state affidate alle imprese Ifras, Intini, Servizi globali, individuate dal Ministero del lavoro;
i lavoratori stanno svolgendo una importante opera di recupero ambientale monitorata dal Ministero dell'ambiente;
le imprese hanno assunto 482 lavoratori socialmente utili;
i Ministeri e la Regione con la sottoscrizione della convenzione si sono impegnati a finanziare con propri fondi le attività nella seguente misura:
Ministero per i beni e le attività culturali euro - 7.746.853,49;
Ministero delle attività produttive euro - 4.131.655,19;
con l'ulteriore impegno di definire l'ammontare delle maggiori risorse finanziarie necessarie al completamento del piano;
allo stato attuale gli impegni non sono onorati;
ciò comporta rischi per il completamento del piano e per l'occupazione -:
quali siano le cause che hanno impedito ai Ministeri di trasferire le risorse così come previsto dalla convenzione sottoscritta;
se non si ritenga di sanare rapidamente questa situazione di inadempienza.
(5-00207)
Interrogazioni a risposta scritta:
RAISI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
si apprende dalla stampa che nelle settimane passate è stato firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 199 del 28 agosto 2006, il Regolamento che disciplina l'Istituto dell'Indennizzo diretto nell'ambito dei danni derivanti dalla circolazione stradale;
risulta difficilmente comprensibile come il Governo Prodi, dopo aver lungamente agitato il vessillo della «concertazione» abbia assunto questa importante decisione senza nessun confronto con le Organizzazioni di rappresentanza (CNA e Confartigianato) delle imprese che esercitano l'attività di riparazione auto;
infatti spesso si dimentica che, nella pratica quotidiana, i soggetti coinvolti nelle procedure di accertamento, quantificazione del danno non sono soltanto la compagnia di assicurazione e l'automobilista ma anche il riparatore di fiducia del danneggiato, che di fatto è quello che riattiva il veicolo;
il sistema dell'indennizzo diretto presenta dei rischi: il primo dei quali è quello che riguarda il sistema di accertamento e liquidazione del danno previsto dal regolamento attuativo. La nuova normativa conferisce alle compagnie di assicurazione una sorta di «potere assoluto» nei momenti di determinazione, quantificazione e liquidazione del sinistro;
il rischio reale è quello che si determini una situazione paradossale dove la compagnia di assicurazione compie queste operazioni in condizioni di «assoluta» libertà di azione, non potendosi, obiettivamente, considerare il cliente assicurato una figura in grado di valutare tecnicamente l'importo dei danni subiti, ed eventualmente di interloquire, anche in contraddittorio, sulla perizia fatta;
in altre parole, si rischia concretamente di ledere i diritti del danneggiato con un ingiusto risarcimento per il danno subito;
a questo proposito non si riterrebbe garanzia sufficiente, per il consumatore, il ruolo previsto dal perito tecnico in materia assicurativa: infatti, a differenza di altri paesi, in Italia la sua figura non è super partes. In Italia i periti sono certamente dei liberi professionisti, ma pagati dalle compagnie di assicurazione ed incaricati in via esclusiva da queste. Ne deriva, quantomeno, una situazione di sudditanza economica del perito nei confronti della Compagnia di assicurazione, dovendone curare gli interessi; pertanto la stima del danno, affidata ad un perito incaricato dalla Compagnia e da essa pagato, non risponde ai criteri di una corretta procedura di risarcimento del danno prevista dal codice civile;
un secondo rischio, riguarderebbe la possibilità di inserire nei contratti di assicurazione responsabilità civile auto, clausole recanti il risarcimento del danno in forma specifica; ciò infatti offrirebbe alle compagnie di assicurazione un'ampia facoltà di scegliere preventivamente, ed imporre al cliente, le cosiddette carrozzerie «fiduciarie» - od addirittura crearne delle proprie - in aperta violazione del principio del libero mercato e della libera concorrenza fra le imprese di autoriparazione e di libera scelta da parte dell'automobilista;
questo stato di cose potrebbe determinare come effetto un scadimento della qualità, affidabilità e sicurezza delle riparazioni dovuto al fatto che secondo l'interrogante, l'impresa assicuratrice, nella determinazione del costo del sinistro e quindi del risarcimento cerca il massimo risparmio, spesso a scapito della qualità della riparazione stessa -:
se il Governo, analizzando le motivazioni sopra enunciate, non intenda
aprire un dialogo tra tutte le parti coinvolte al fine di rivedere la disciplina giuridica dell'indennizzo diretto;
se il Governo, attraverso l'espletamento delle necessarie procedure legislative, non ritenga opportuno attivarsi per prevedere l'istituzione della figura del «perito terzo» con la quale si potrà ottenere l'imparzialità della perizia, in tal modo raggiungendo il duplice scopo di garantire il danneggiato di assicurare l'indipendenza economica delle imprese di riparazione auto e la loro sopravvivenza nel mercato.
(4-01036)
MORRONE. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la centrale di produzione di energia elettrica dell'ENEL, ubicata nel territorio del Comune di Rossano, località S. Irene, contrada Cutura, è entrata in funzione verso la fine degli anni 70 e per alcuni decenni ha dato lavoro e tranquillità a molte famiglie, oltre che a creare un indotto che viveva e si alimentava intorno all'attività della centrale stessa;
con l'evolversi della tecnologia innovativa e per esigenze di mercato, dagli anni 90 in poi, la centrale ha registrato un forte calo di manodopera, con conseguenti licenziamenti di personale e diminuzione delle ore lavorative di quello ancora assunto. Successivamente, nell'intervallo di tempo compreso tra gli anni 1995 e 1996, l'aggiunta di ulteriori unità turbogas ha ripotenziato alcune sezioni di lavoro, determinando però nel contempo la sostituzione di parte della manodopera specialistica ivi impiegata;
a tutt'oggi, la capacità produttiva a ciclo continuo della centrale è stata interrotta dall'azienda che, per le proprie finalità, voleva riconventirla a carbone; a seguito di sommossa della popolazione, dei sindacati e anche di alcune forze politiche, la centrale non è stata riconvertita, ma la sua dismissione ha inevitabilmente portato ad una serie di licenziamenti di manodopera e ad una drastica riduzione dell'indotto;
gli operai dell'indotto hanno indetto nei giorni scorsi una manifestazione di protesta davanti ai cancelli dell'ENEL, ubicata in contrada Cutura di Rossano -:
se i Ministri interrogati, alla luce di quanto sopra, non ritengano urgente intraprendere le opportune iniziative, al fine di garantire il posto di lavoro ai dipendenti dell'azienda in questione e di assicurare lo sviluppo del territorio su cui insiste il complesso industriale stesso.
(4-01037)