Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 42 del 26/9/2006
DIFESA
Interrogazioni a risposta immediata:
GALANTE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il progetto di raddoppio della base statunitense di Vicenza, con la prevista costruzione di una seconda struttura militare presso l'area dell'aeroporto Dal Molin, sta suscitando molteplici interrogativi, tanto in sede locale quanto in sede nazionale;
sono posti in discussione benefici eventuali, costi sicuri, rischi crescenti dell'esposizione della popolazione vicentina all'aumento quantitativo e al mutamento qualitativo dell'occupazione militare statunitense di una più ampia porzione del territorio, destinata a diventare il «cervello» della proiezione bellica in Medio Oriente e, di conseguenza, secondo l'interrogante, anche il bersaglio di una probabile reazione;
esistono peraltro, soprattutto sul terreno militare e politico, ancora numerosi punti, sia di merito che di metodo, oscuri alla pubblica opinione, che non le consentono un'adeguata valutazione dell'impatto che l'attuazione del progetto militare statunitense avrebbe sulla sicurezza del territorio veneto e su quella nazionale;
in particolare, le responsabilità di chi ha partecipato al percorso decisionale e le stesse eventuali decisioni non sono ancora pienamente note;
il sindaco di Vicenza Enrico Hullweck, in una lunga e articolata intervista al quotidiano Il Gazzettino del 23 settembre 2006, ha affermato, tra l'altro, di essere stato convocato al ministero della difesa il 6 luglio 2006 «davanti a militari Usa e italiani», in assenza di qualsiasi esponente civile («neanche un Sottosegretario, un funzionario, solo militari»), i quali avrebbero rifiutato di dirgli sia se il Governo fosse a conoscenza della riunione, sia chi l'avesse organizzata («Sono cose che non possiamo dire»), ribadendo, inoltre, che soltanto essi militari erano i «responsabili» in tema di decisioni concernenti la nuova base militare a Vicenza -:
se la riunione del 6 luglio 2006 abbia avuto effettivamente luogo, con le modalità e i contenuti indicati sotto la sua responsabilità dal sindaco Enrico Hullweck, in caso di risposta affermativa, totale o parziale, se il Governo fosse effettivamente a conoscenza della riunione, chi fossero i militari italiani presenti, e in che veste, chi fossero i militari statunitensi presenti, e in che veste, perché si siano trincerati dietro motivazioni di segretezza incomprensibili ai più, compreso l'interrogante, in particolare che fondamento giuridico e\/o fattuale abbia la pretesa dei suddetti militari di arrogarsi la responsabilità di scelte, che, viceversa, sono prerogativa esclusiva del Governo e del Parlamento, se risulti che si siano esercitate, o si stiano esercitando, sulle autorità civili pressioni di qualsiasi tipo da parte di soggetti militari, italiani o stranieri, al fine di ottenerne l'assenso al progetto di raddoppio della base militare statunitense di Vicenza, e, infine, se, per sgombrare il campo da ogni dubbio o equivoco, il Governo intenda esercitare pienamente le proprie prerogative nei confronti sia delle autorità locali sia delle autorità militari e, assumendo fino in fondo la responsabilità decisionale finale che compete soltanto a esso, deliberare in coerenza con la mobilitazione popolare in corso a Vicenza di respingere un progetto, che, secondo l'interrogante, non corrisponde agli interessi né della popolazione coinvolta, né della sicurezza nazionale, né della pace nel mondo.
(3-00254)
TRUPIA, FINCATO, SERENI, BRESSA, GIACHETTI e QUARTIANI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
apprendiamo dal settimanale l'Espresso (n. 38 settembre 2006) che il progetto di costruire a Vicenza presso l'aeroporto Dal Molin una seconda base americana
prevederebbe la completa riconversione della strategia e della dislocazione delle forze armate Usa in Europa e che la riunificazione della 173a brigata aerotrasportata triplicherebbe la forza e gli organici di quella ora divisa tra la città veneta e le basi tedesche di Bamberga e Schweinfurt, facendo di Vicenza la sede della più potente base statunitense in Europa;
oltre al rafforzamento dell'organico previsto con l'arrivo di oltre 1.800 militari, la brigata avrebbe come dotazioni: 55 tank M1 Abrams, 85 veicoli corazzati da combattimento, 14 mortai pesanti semoventi, 40 jeep humvee con sistemi elettronici di ricognizione, due nuclei di aerei spia telecomandati Predator, una sezione di intelligence, due batterie di artiglieria con obici semoventi, i lanciarazzi multipli a lungo raggio Mrls;
nel marzo 2005 il generale James L. Jones, comandante delle forze annate Usa in Europa, pronunciò davanti al Senato americano le seguenti parole: «la 173a brigata aerotrasportata sarà ampliata in brigade combat team e rimarrà in Italia, in prossimità della base aerea di Aviano, suo centro di impiego primario. Usareur ha piani per espandere impianti e infrastrutture nell'area di Vicenza, includendo le strutture militari americane all'aeroporto Dal Molin, favorendone la crescita attraverso la ristrutturazione»;
il Governo Berlusconi, insieme alle istituzioni locali, aveva dato il suo benestare all'operazione;
il sindaco di Vicenza, secondo gli interroganti, non ha coinvolto la città chiarendo in modo trasparente la realtà degli accordi intercorsi e, seppur sollecitato dal Governo attuale, si è finora rifiutato di prendere una decisione;
il Governo, più volte interpellato dai parlamentari veneti dell'Unione, attraverso il Presidente del Consiglio dei ministri Prodi e i Ministri Rutelli, Chiti e Parisi, ha ribadito che non sono intercorsi accordi di carattere internazionale, né militare;
il Ministro interrogato smentisce quanto riportato dal settimanale l'Espresso -:
quale sia l'orientamento del Governo in proposito.
(3-00255)
DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sul settimanale l'Espresso del 22 settembre 2006 si legge: «Il pugno di combattimento, come lo chiamano al Pentagono, di un ipotetico conflitto con Teheran. Il cuore e il cervello della risposta bellica di pronto intervento sull'intero scacchiere mediorientale, Iraq e Afghanistan inclusi. Dove? A Vicenza nel cuore della città. Alla caserma Ederle, dove già sono in 6 mila e un'intera nuova base da costruire entro l'area dell'aeroporto Dal Molin»;
sempre secondo le notizie riportate dal settimanale, nascerebbe a Vicenza la prima superbrigata aviotrasportata, che trasformerebbe l'attuale 173a brigata in un brigade combat team, con una forza di fuoco impressionante e la capacità di venire paracadutata in pochi giorni in qualunque zona del Medio Oriente, del Mediterraneo e del Caucaso. La super brigata disporrebbe di quasi cinquemila paracadutisti, oltre 50 carri armati pesanti tank M1 Abrams e 85 veicoli blindati da combattimento, 14 mortai pesanti semimoventi, 40 jeep humvee con sistemi elettronici da ricognizione, due nuclei di aerei spia telecomandati Predator;
si riporta, infine, nell'articolo citato, il discorso pronunciato davanti al Senato americano dal generale James L. Jones, comandante delle forze Usa in Europa nel 2005, in cui anticipava queste linee programmatiche, prevedendo che: «Usareur (U.S. Army Europe) ha piani per espandere impianti ed infrastrutture nell'area di Vicenza, includendo le strutture militari
americane all'aeroporto Dal Molin, favorendone la crescita attraverso la ristrutturazione»;
da alcuni mesi nel nostro Paese, in particolare nel territorio vicentino, è controversa la questione relativa alla ipotesi di concessione in uso alle forze armate statunitensi di parte dell'area civile dell'aeroporto Dal Molin;
su tale argomento è stata presentata dall'interrogante, insieme ad altri deputati del gruppo, un'interrogazione (la n. 3-00099), rispetto alla quale il Governo, per il tramite del Ministro Chiti, rispondeva: «Secondo quanto pervenuto dall'amministrazione del ministero della difesa, non vi sono ulteriori elementi rispetto alle motivazioni della richiesta statunitense, oltre a quelle che risiedono nell'esigenza, fatta presente dagli Stati Uniti, di fornire un'idonea sistemazione logistica alla 173a brigata paracadutisti nella sua nuova configurazione e per soddisfare le esigenze collegate di protezione delle forze. Quanto alla preoccupazione legata al tipo di materiali che verrebbero stoccati nell'area richiesta, non risultano previsioni stoccaggio. L'area verrebbe utilizzata per il supporto tecnico delle forze e per la realizzazione di un complesso residenziale ad uso del personale militare e civile americano e delle rispettive famiglie. Tuttavia, ribadisco una precisazione. Da un lato, l'ipotesi di concessione in uso dell'area è stata portata avanti con l'interessamento attivo delle autorità locali, dalle quali non risulta siano stati sollevati particolari elementi ostativi. Dall'altro, attualmente, con gli Stati Uniti non sono stati sottoscritti accordi, ma è stata manifestata una disponibilità di massima per tale concessione (ripeto: disponibilità di massima, non accordi formali)» -:
se le informazioni contenute nell'articolo citato, riguardanti una scelta strategica di tale importanza, che prospetterebbero un avanzato stato del progetto, corrispondano al vero.
(3-00256)