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Allegato B
Seduta n. 42 del 26/9/2006
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta immediata:
BUEMI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dalle vicende legate a scandali giudiziari più o meno recenti fino al paventato coinvolgimento dei servizi segreti nella sconcertante vicenda delle intercettazioni illegali Telecom si sta realizzando un vero e proprio attentato alla vita democratica del nostro Paese;
tramite i controlli incrociati che mettono ogni cittadino in condizione di essere intercettato, con palese violazione della propria libertà, e le pubblicazioni dei risultati delle intercettazioni stesse, a causa delle quali molte persone sono state date in pasto all'opinione pubblica ancor prima che ne venisse accertata l'eventuale responsabilità penale, si realizza una gravissima violazione del diritto alla privacy di ogni cittadino, nei fatti praticamente annullato da un uso-abuso dello strumento delle intercettazioni telefoniche, informatiche, telematiche o ambientali;
i principi fondanti di una democrazia debbono avere, da parte della classe politica e del Governo, la giusta attenzione e il giusto controllo, affinché non vengano travalicati e messi in discussione i diritti costituzionali che sono alla base di ogni Stato di diritto;
non si contano più gli interventi del Garante per la protezione dei dati personali, che, pur possedendo mezzi limitati,
ha richiamato sia gli editori sia le stesse autorità giudiziarie a non violare la riservatezza, la dignità e l'identità personale, nonché il diritto alla protezione dei dati personali;
vi è ormai un amplissimo consenso trasversale sul provvedimento istitutivo di una commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle intercettazioni illegali approdato all'esame della Commissione giustizia della Camera dei deputati -:
quali misure abbia adottato o intenda adottare al fine di accertare i mille aspetti oscuri di un fenomeno che ha ormai assunto dimensioni preoccupanti e al fine di evitare per il futuro nuove lesioni del diritto alla riservatezza dei cittadini.
(3-00250)
BALDUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la società Telecom gestisce e fornisce il cosiddetto servizio universale, i suoi responsabili sono soggetti incaricati di un pubblico servizio; tale particolarità distingue Telecom da tutti gli altri operatori di telefonia presenti sul mercato nazionale;
in un'intervista rilasciata al settimanale l'Espresso nell'agosto 2006, il signor Tavaroli ha dichiarato che il suo settore di competenza in Telecom, ovvero il settore security, è composto da circa 500 collaboratori;
appare sempre più indifferibile intervenire sulla materia delle intercettazioni disciplinata dal codice di procedura penale, ove si registrano dei punti estremamente critici, quali, ad esempio, l'articolo 268, comma 3-bis, del codice di procedura penale che prevede la possibilità di conferire a privati l'incarico di eseguire intercettazioni, norma introdotta in via «eccezionale», ma che è diventata la regola da troppi anni, con tutte le conseguenze che ne sono derivate e che il ministero della giustizia conosce, soprattutto per gli eccessivi costi sostenuti;
in questa esplosiva materia è intervenuto da ultimo il decreto-legge n. 259 del 2006, che prevede la distruzione di materiale relativo al traffico telefonico e telematico illegalmente formato o acquisito;
l'interrogante si chiede quali garanzie possano avere i clienti, i dipendenti e tutti i cittadini se nel settore della security Telecom ci sono ancora persone che hanno avuto fino a pochi giorni fa rapporti diretti ed organici con soggetti attualmente sottoposti ad indagini -:
alla luce di quanto accaduto, se il Ministro interrogato ritenga che, al di là degli accertamenti di competenza della magistratura ordinaria, esista ancora un rischio per la collettività di subire intercettazioni ed ascolti illegali di conversazioni (ovvero conferenza a tre persone all'insaputa dei colloquianti) mirati esclusivamente a scopi informativi, quali iniziative intenda intraprendere il Ministro interrogato a tutela non solo dei clienti Telecom, ma di tutti i cittadini italiani, e se sia intenzione del Ministro interrogato predisporre un tavolo tecnico con il Garante per la protezione dei dati personali, al fine di coordinare tutte le eventuali e necessarie iniziative da adottare in tema di affidabilità e sicurezza dei sofisticati sistemi informatici di Telecom.
(3-00251)
MARONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, COTA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI, POTTINO e STUCCHI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 241 del 2006 in tema di indulto, che ha prodotto già la scarcerazione di oltre 20.000 detenuti, al ritmo di 1.000 al giorno, è stato il risultato di una precisa volontà politica della maggioranza di Governo, determinata dalla volontà di
applicare il beneficio ad un ampio ventaglio di persone, più esteso rispetto al passato;
questa legge, che opera per tutti i reati compresi nell'indulto commessi fino al 2 maggio 2006, ha prodotto lo svuotamento delle carceri ed è destinata a produrre effetti sui processi penali in corso, dato che molti di questi, che riguardano reati coperti da indulto, si concluderanno con una sanzione penale poi coperta dall'indulto medesimo;
fin dai primi giorni di applicazione della legge le cronache dei giornali hanno segnalato un alto tasso di reiterazione del reato da parte di coloro che hanno usufruito del provvedimento di clemenza -:
quale sia il numero esatto di coloro che, avendo usufruito del beneficio dell'indulto, hanno nuovamente commesso un reato e se risponda a verità che vi sono moltissimi processi in corso per i reati coperti da indulto, che si concluderanno con una sanzione penale poi coperta dall'indulto medesimo, per cui si vorrebbe evitare di celebrare tali processi e, attraverso un provvedimento di amnistia, azzerare anche questa pletora di procedimenti penali in corso, ripartendo da zero.
(3-00252)
CIOFFI, FABRIS e SATTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è sempre più frequente il ripetersi di episodi di violenza fisica e sessuale nei confronti delle persone e, in particolare, delle donne, come da ultimo a Bologna, dove nella giornata del 24 settembre 2006 una studentessa di 26 anni, che aveva passato la serata con un ragazzo che conosceva da tempo, è stata aggredita e picchiata a casa di lui;
una ricerca Istat, pubblicata alla fine del 2004, attesta che ogni giorno in Italia sette donne in media subiscono una violenza sessuale. I dati si riferiscono ovviamente ai casi che vengono denunciati alle autorità; alcuni studi stabiliscono che questi rappresentano soltanto l'8 per cento degli episodi effettivi di violenza sessuale. Il restante 92 per cento delle vittime, dunque, decide per motivi diversi (vergogna o «copertura» del molestatore, soprattutto se all'interno del contesto familiare) di non denunciare la violenza subita alla polizia o ai carabinieri;
nel corso dell'estate 2005, una serie di episodi conosciuti che si sono susseguiti in pochi giorni hanno dato l'impressione che il fenomeno degli stupri sia in crescita;
tale impressione potrebbe avere origine solo da una maggiore attenzione che i media stanno riservando al fenomeno, ma potrebbe anche essere il segnale di un malessere sociale crescente, che si trasforma in violenza ed aggressività;
dalla lettura dei dati riportati nella citata ricerca dell'Istat si scopre che solo nell'8,6 per cento dei casi la violenza sessuale viene praticata in un luogo pubblico. Più spesso gli stupri avvengono nella propria abitazione (31,2 per cento), in automobile (25,4 per cento) o nella casa dell'aggressore (10 per cento). Da tali dati si evince che nella stragrande maggioranza dei casi l'aggressore è una persona ben conosciuta dalla vittima, che può essere il marito o convivente (20,2 per cento dei casi), un amico (23,8 per cento), il fidanzato (17,4 per cento), un conoscente (12,3 per cento); solo il 3,5 per cento dei violentatori non ha mai visto la sua vittima prima dello stupro;
secondo alcuni analisti, tali dati confuterebbero la tesi per la quale l'aumento degli stupri è da collegare alla crescente presenza extracomunitaria nel nostro Paese -:
se il Ministro voglia adottare iniziative urgenti volte ad inasprire sensibilmente tutte le pene previste dal codice penale nei casi di violenza sessuale perpetrata ai danni di persone e, in particolare, nei confronti di minori.
(3-00253)