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Allegato B
Seduta n. 43 del 27/9/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta orale:
MELLANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
un numero altissimo di uccelli selvatici, fino a 25 milioni ogni anno in Italia, muore per le conseguenze dell'impatto contro vetrate e superfici trasparenti, tra le quali i pannelli fonoassorbenti collocati lungo strade, autostrade e ferrovie;
applicando sulle superfici sagome adesive per «avvisare» del pericolo gli uccelli in transito è possibile ridurre il fenomeno del 90 per cento, percentuale
che può arrivare al 100 per cento inserendo sui pannelli stessi alcune strisce verticali;
in una recente ricerca effettuata dalla LIPU-BirdLife Italia nel modenese, gli uccelli vittime dello schianto fatale contro pannelli fonoassorbenti sono stati centinaia e appartenevano a ben 23 specie, tra le quali Merlo (25 per cento), Passera d'Italia (15 per cento), Tortora dal collare (11,3 per cento) e Verzellino (10 per cento), ma anche specie rare e di interesse conservazionistico, quali Sparviere, Martin pescatore e Rondine;
quegli uccelli che riescono a sopravvivere all'impatto, in realtà sono paralizzati o intontiti finendo vittime dei predatori, delle intemperie o dello stesso traffico stradale;
nonostante siano già stati effettuati alcuni interventi, soprattutto al Centro e al Nord, l'Italia è ancora in forte ritardo su questo tema;
se il Governo non intenda assumere urgenti iniziative nell'ambito della proprie competenze per fermare questa grave perdita di biodiversità, applicando le soluzioni disponibili che, come si può verificare, non pregiudicano la funzionalità delle strutture, sono valide sotto il profilo estetico, relativamente economiche e di rapida esecuzione.
(3-00263)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VIII Commissione:
STRADELLA, GIUDICE, UGGÈ, DI CENTA e BIANCOFIORE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con un atto di indirizzo approvato dalla Camera nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 223 del 2006, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, il Governo è stato sollecitato ad adottare misure idonee allo scopo di evitare il licenziamento di 130 operai di cui attualmente si avvale, con contratto a tempo determinato, il Parco nazionale dello Stelvio per la realizzazione di numerosi progetti ed iniziative di notevole importanza;
il licenziamento interverrebbe qualora si applicassero in termini eccessivamente restrittivi le disposizioni in materia di contenimento della spesa per l'utilizzo di personale a tempo determinato da parte di amministrazioni pubbliche, di cui all'articolo 1, comma 187, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per il 2006) -:
quali iniziative abbia adottato, conformemente all'atto di indirizzo già approvato alla Camera, e quali misure intenda assumere per scongiurare il licenziamento di 130 operai stagionali impiegati presso il Parco nazionale dello Stelvio anche al fine di evitare di pregiudicare l'operatività del Parco.
(5-00220)
DUSSIN e CAPARINI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Parco nazionale dello Stelvio è gestito sotto forma di consorzio, al quale fanno capo lo Stato, la Regione Lombardia e le due province autonome di Trento e Bolzano. Questa forma particolare trova sostegno nel decreto del Presidente della Repubblica n. 279/1974 quale norma di attuazione dello Statuto speciale del Trentino-Alto Adige e nell'Intesa di Lucca del 27 marzo 1992 tra le medesime parti;
il Parco in questione si distingue dagli altri parchi nazionali italiani anche per quanto riguarda la gestione finanziaria e che le risorse economiche sono classificate, in entrata e in uscita, per fonti di provenienza. I fondi sono di provenienza statale, regionale o provinciale;
il parco nazionale dello Stelvio si vede fortemente penalizzato dall'applicazione delle disposizioni sul contenimento della spesa pubblica contenute in questo
decreto e nella legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006);
il comma 187, articolo 1 della legge finanziaria per il 2006 reca aspetti problematici per il Parco, lasciando peraltro non infondate perplessità sull'interpretazione fornita dal Ministero dell'economia e delle finanze con nota dell'8 maggio 2006 dato che prescinde dall'autonomia finanziaria del Parco. In particolare, l'applicazione indifferenziata del taglio del 40 per cento delle spese sostenute per l'assunzione di personale a tempo determinato avrebbe come conseguenza diretta il licenziamento di 130 operai attualmente impiegati per la realizzazione di numerosi progetti ed iniziative;
gli enti locali e i parlamentari sottoscrittori l'ordine del giorno hanno proposto al Governo l'applicazione del taglio alla spesa previsto dal comma 187 articolo 1 della legge n. 266 del 2005 ai soli fondi di provenienza statale. In tal modo l'amministrazione del Parco non dovrebbe procedere ai licenziamenti scongiurando le evidenti negative ricadute sul territorio. Esso quindi non si troverebbe nella situazione assurda di predisporre da un lato delle necessarie risorse economiche grazie alle modalità di finanziamento sopra menzionate, ma dall'altro di non poterle adoperare per la realizzazione dei suoi compiti istituzionali;
il 2 agosto 2006 il Parlamento ha impegnato il Governo con ordine del giorno n. 9/1475/21 a «predisporre urgentemente una soluzione per il personale stagionale assunto a tempo determinato e con contratti di collaborazione a progetto dal Parco nazionale dello Stelvio che faccia sì che i 130 contratti in questione scadano al termine della stagione in itinere e che analoghe difficoltà non si realizzino in futuro, tenuto in debito conto la forma di gestione consortile e l'autonomia finanziaria del Parco stesso». Ordine del giorno in cui è stata sottolineata l'urgenza di un intervento non più prorogabile per la drammatica situazione dei lavoratori e delle loro famiglie;
il 20 settembre 2006 presso il Ministero dell'ambiente sono stati ricevuti dal direttore generale del Ministero dell'ambiente Aldo Cosentino il Presidente e del Direttore del Parco dello Stelvio, degli amministratori locali e dei rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil per trovare uno sbocco all'impasse che dall'11 agosto 2006 costringe a casa senza salario e senza lavoro i 130 dipendenti stagionali dell'area protetta che si estende sulle province di Brescia, Sondrio, Trento e Bolzano;
la Fai Cisl e la Flai Cgil hanno diffuso un documento nel quale denunciano «la situazione di grave crisi occupazionale, rimasta senza esito positivo da oltre un mese» e fonti giornalistiche denunciano il rischio di fermo cantieri all'interno del Parco per un importo pari a 14 milioni di euro di lavori già appaltati o in fase di realizzazione -:
quali azioni il Governo intende intraprendere in relazione alla situazione occupazionale che interessa i lavoratori stagionali del Parco Nazionale dello Stelvio e all'ordine del giorno approvato il 2 agosto dalla Camera dei Deputati.
(5-00221)
NUCARA, ZELLER, BRUGGER, WIDMANN, BEZZI e NICCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Parco nazionale dello Stelvio è gestito sotto forma di consorzio, al quale fanno capo lo Stato, la regione Lombardia e le due province autonome di Trento e Bolzano. Questa forma particolare trova sostegno nel decreto del Presidente della Repubblica n. 279 del 1974 quale norma di attuazione dello Statuto speciale del Trentino-Alto Adige e nell'Intesa di Lucca del 27 marzo 1992 tra le medesime parti;
il Parco in questione si distingue dagli altri parchi nazionali italiani anche per quanto riguarda la gestione finanziaria e le risorse economiche sono classificate, in entrata e in uscita, per fonti di provenienza. I fondi sono di provenienza statale, regionale o provinciale;
il parco nazionale dello Stelvio si vede fortemente penalizzato dall'applicazione indiscriminata delle disposizioni sul contenimento della spesa pubblica contenute nella legge 266/2005 e nel decreto legge 223/2006;
il comma 187, articolo 1 della legge finanziaria per il 2006 reca aspetti problematici per il Parco, lasciando peraltro non infondate perplessità sull'interpretazione fornita dal Ministero dell'Economia con nota dell'8 maggio 2006 dato che prescinde dall'autonomia finanziaria del Parco. In particolare, l'applicazione indifferenziata del taglio del 40 per cento delle spese sostenute per l'assunzione di personale a tempo determinato aveva come conseguenza diretta il licenziamento di 130 operai impiegati per la realizzazione di numerosi progetti ed iniziative già nella prima metà di agosto;
con l'applicazione del taglio di cui al comma 187, articolo 1 della legge 266/05, ai soli fondi di provenienza statale, l'amministrazione del Parco non sarebbe dovuta procedere ai licenziamenti con le evidenti gravi ricadute sul territorio. Il parco ora non si troverebbe nella situazione assurda di predisporre da un lato delle necessarie risorse economiche grazie alle modalità di finanziamento sopra menzionate da parte delle regioni e delle province autonome, ma dall'altro di non poterle adoperare per la realizzazione dei suoi compiti istituzionali;
nell'ambito della conversione in legge del decreto-legge n. 223/2006 il Governo ha accolto l'ordine del giorno n. 9/1475/21, con il quale si chiedeva una soluzione urgente per il personale stagionale assunto a tempo determinato e con contratti di collaborazione a progetto dal Parco nazionale dello Stelvio -:
se il Governo intenda predisporre una soluzione al problema illustrato nel disegno di legge finanziaria per il 2007, anche al fine di garantire che analoghe difficoltà non si realizzino in futuro, tenuto in debito conto la forma di gestione consortile e l'autonomia finanziaria del Parco stesso.
(5-00222)
CHIANALE e MARIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Parco nazionale del Gran Paradiso è stato penalizzato dalla riduzione di organico disposta dall'articolo 1, comma 93, della legge finanziaria 2005; l'applicazione di tale previsione ha di fatto discriminato il Parco, rispetto alle altre aree protette nazionali, in quanto la sorveglianza è svolta da personale alle dirette dipendenze del Parco e non dal Corpo forestale dello Stato, competente per la vigilanza nelle aree protette nazionali, che ha beneficiato di una deroga rispetto all'applicazione della legge finanziaria 2005, ai sensi del comma 94 del citato articolo 1;
la situazione precedentemente evidenziata ha creato una vera e propria emergenza nello svolgimento delle attività di monitoraggio e di controllo del Parco, atteso che la riduzione di organico di cinque unità e l'impossibilità di far fronte al turn over se non con la mobilità interna impedisce all'Ente Parco di svolgere le proprie funzioni istituzionali;
il Parco, inoltre, a motivo dell'applicazione dell'articolo 1, comma 23, della legge n. 266 del 2005, che vieta alle amministrazioni pubbliche l'acquisizione di immobili per un importo superiore alla spesa media per gli immobili acquisiti nel precedente triennio, non può acquisire immobili e, in questo momento si trova pertanto a dover ricercare una sede individuando soluzioni alternative alla proprietà -:
come intenda il Governo far fronte alle problematiche rilevate in premessa, anche nella prospettiva della prossima manovra di finanza pubblica.
(5-00223)
Interrogazione a risposta scritta:
COSENZA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la società Snam ha redatto un progetto per la realizzazione di un metanodotto che dovrebbe attraversare per circa venti chilometri i castagneti alle falde dell'Irpinia, in un tracciato che da Serino arriva fino alla zona industriale di Salerno;
tale progetto ha ottenuto l'approvazione del Ministero delle Attività Produttive, a giudizio dell'interrogante, senza considerare che l'impianto attraversa il Parco dei Monti Picentini e alcune zone idrogeologicamente pericolose;
secondo quanto risulta all'interrogante, esiste uno studio sulle risorse idriche del massiccio del Terminio, in base al quale si evidenzia che il metanodotto può creare danni alle importanti risorse idriche del territorio;
l'area è classificata dalla protezione civile ad alto rischio incendi, con il pericolo di distruzione di interi versanti boschivi;
a parere dell'interrogante la realizzazione del progetto comporterà un vero e proprio scempio ambientale che potrebbe far esplodere la rabbia delle popolazioni locali -:
quali siano le disposizioni legislative che hanno portato all'approvazione del progetto nel parco dei monti Picentini e se siano stati tenuti nella giusta considerazione i rischi per il territorio e i danni che ne potrebbero derivare in una zona ad alta vocazione turistica;
se non ritenga opportuno individuare un tracciato alternativo per il metanodotto.
(4-01070)