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Allegato B
Seduta n. 43 del 27/9/2006
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta scritta:
NICCHI e VIOLA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per le politiche per la famiglia, al Ministro della solidarietà sociale, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a partire dal disastro di Chernobyl (aprile 1986), l'Italia si è trovata in prima linea per offrire il proprio sostegno e il proprio aiuto ai bambini che vivono in quelle zone: 2 milioni di cittadini italiani hanno ospitato in questo periodo più di 300.000 bambini e molte associazioni e comuni italiani hanno «adottato» gli istituti dai quali provengono i bambini ospitati, con l'unico obiettivo di portare sollievo alla parte più debole della società di quel paese, ancora oggi in grande difficoltà economica e in forte ritardo nello sviluppo sociale dopo la fine dell'Unione Sovietica;
le famiglie con il tempo non si sono limitate ad offrire semplicemente un periodo di soggiorno terapeutico. Nella quasi totalità dei casi, esse hanno finito per prendersi realmente carico del minore, soprattutto nel caso in cui questi in patria era orfano o senza una famiglia in grado di assisterlo, destinato ad un futuro incerto. Con il tempo, le cure si sono trasformate in vero affetto filiale che in alcuni casi ha dato l'avvio alla presentazione di domande di adozione;
il coordinamento delle famiglie adottanti in Bielorussia rileva che nell'ottobre 2004 le domande di adozione di oltre 150 bambini, i cui dossier sono completi di tutti i documenti, sono congelate negli uffici e nei ministeri di Minsk. Oltre 400 bambini rimangono con le famiglie italiane ad attendere la riapertura degli sportelli del consolato bielorusso per il deposito delle nuove domande di adozione, pronte e tradotte già dall'inizio dell'anno;
dopo intensi contatti diplomatici, anche sotto la spinta di tutte le famiglie italiane coinvolte, solo alla fine del 2005 viene firmato un protocollo tra Italia e Bielorussia per la riapertura delle adozioni. Le prime 150 adozioni congelate sembrano sbloccarsi ma, nel 2006, solo un numero esiguo di bambini (ad oggi poco meno di 30) fa il suo ingresso in Italia, e le ulteriori 400 domande rimaste in sospeso non vengono tuttora ancora accolte;
in questo contesto va inserito il caso di Maria e la scelta dei coniugi Giusto, i quali hanno deciso di nascondere la bambina, che avevano in affidamento per il periodo estivo ormai da diversi anni;
le notizie di stampa riportano l'esistenza di certificazioni mediche che attestano il grave stato di salute psico-fisico della bambina, per i ripetuti maltrattamenti e violenze subite nell'istituto che la ospita nel suo paese di origine, fino al tentativo di suicidio. Tutto ciò assieme all'impossibilità di adottarla o avere concesso da parte delle autorità l'affidamento in tempi brevi per curarla in maniera adeguata, hanno spinto la famiglia Giusto a questa drammatica scelta;
l'Ambasciata di Minsk a Roma, parla esplicitamente di sequestro di persona e la Bielorussia ha di conseguenza bloccato di fatto tutte le altre iniziative coinvolgenti bambini provenienti da quei territori (adozioni, permanenza per motivi di studio eccetera);
si è preso atto del tentativo di mediazione svolto dal sottosegretario Daniela Melchiorre avente l'obiettivo di tutelare in primis la persona di Maria e nel contempo di evitare gravissime ritorsioni da parte del Governo di Minsk nei confronti del sistema delle adozioni, sancito da un protocollo d'intesa del 12 dicembre 2005 tra Italia e Bielorussia, e di tutte quelle forme
di tutela e solidarietà che molte associazioni italiane hanno svolte a favore dei minori in Bielorussia -:
quali iniziative abbia intrapreso e intenda intraprendere il Governo italiano al fine di:
a) risolvere questa delicata vicenda nell'interesse di Maria tenendo conto della Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo, stipulata a New York nel novembre 1989 e sottoscritta sia dall'Italia che dalla Bielorussia che impegna gli stati parti a «proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e violenza sessuale. A tal fine, gli Stati adottano in particolare ogni adeguata misura a livello nazionale, bilaterale e multilaterale»;
b) dare certezze alle tante famiglie e associazioni italiane che da ormai 20 anni si preoccupano di dare sostegno morale e materiale a chi subisce ingiustamente gli effetti della drammatica crisi politica e sociale che colpisce quel Paese;
c) attuare una stretta vigilanza sul rispetto del nuovo termine indicato dalla Bielorussia (1o dicembre 2006) per l'esito delle 150 domande di adozione sospese dal 2004 con garanzia di conclusione positiva anche per le domande rigettate a livello locale;
d) prendere i necessari accordi con le istituzioni bielorusse per stabilire dettagliatamente i termini di realizzazione delle ulteriori adozioni che verranno richieste dalle famiglie italiane sulla base della nuova normativa bielorussa in vigore dal gennaio 2005;
e) favorire un reale clima di collaborazione positiva con il governo bielorusso, per incrementare relazioni commerciali e culturali tra Italia e Bielorussia, anche attraverso l'integrazione e il miglioramento dell'accordo firmato il 12 dicembre 2005 tra i due stati coinvolgendo anche l'UE;
f) adoperarsi per assicurare - per quanto di competenza del Governo - a tutti i bambini bielorussi che ne hanno bisogno la possibilità di continuare a beneficiare dei soggiorni nelle famiglie italiane ospitanti e, in particolare, se si potesse avviare da subito la realizzazione degli affidi preadottivi ai bambini chiesti in adozione ed a quelli che hanno, già instaurato significativi legami affettivi con le famiglie italiane;
g) far sì che si assicuri - per quanto di competenza del Governo - a tutti i bambini bielorussi che ne hanno bisogno, la possibilità di continuare a beneficiare dei soggiorni nelle famiglie italiane ospitanti.
(4-01098)