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Allegato B
Seduta n. 44 del 28/9/2006
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
STUCCHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le forze dell'ordine svolgono un ruolo di protezione e di sicurezza del Paese, rischiando ogni giorno la propria vita per salvaguardare quella di tutti gli altri;
nell'espletamento delle loro funzioni riportano spesso danni fisici che procurano loro infermità temporanee o permanenti, con la conseguente necessità di sottoporsi a cure mediche, e in alcuni casi ad applicazioni di protesi e a ricoveri ospedalieri;
il pagamento di tali spese sanitarie arriva anche a superare le centinaia di euro mensili, che si ripercuotono sul bilancio famigliare degli stessi agenti;
con la legge n. 266 del 2005 (legge Finanziaria 2006), sono state abrogate le norme che prevedevano il diritto di ricevere il rimborso di tali spese -:
se la S.V. non ritenga doveroso ed urgente assumere iniziative, anche normative, per ripristinare la precedente normativa.
(4-01110)
CANNAVÒ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'embargo di armi alla Cina è stato deciso dalla Comunità europea il 27 giugno del 1989 all'indomani del massacro di piazza Tiananmen;
il 17 novembre 2004 il Parlamento europeo ha riconfermato a stragrande maggioranza tale provvedimento con una risoluzione nella quale si invita il Consiglio Ue e gli Stati membri a non indebolire le restrizioni attualmente in vigore sulla vendita di armi fino a quando la Cina non avrà compiuto passi concreti verso un miglioramento della situazione dei diritti umani nel paese;
l'organizzazione internazionale per i diritti umani Amnesty International ha più volte denunciato in vari dossier tali violazioni;
nonostante l'embargo della UE negli ultimi anni sono state autorizzate da parte del Governo italiano, esportazioni di armi alla Cina. Sembrerebbe addirittura che la Repubblica popolare cinese sia il terzo acquirente delle armi italiane;
la legge n. 185 del 1990, sebbene sia stata depotenziata nella precedente legislatura, dispone vari divieti nell'autorizzare l'esportazioni delle armi. In particolare l'articolo 1 della legge citata stabilisce alcuni criteri che vietano i trasferimenti a paesi coinvolti in conflitti, responsabili di accertate violazioni di convenzioni internazionali che tutelino i diritti dell'uomo e nei confronti di Paesi, beneficiari di aiuti per la cooperazione allo sviluppo italiana e che destinino risorse eccessive alle spese militari;
il programma elettorale dei partiti che hanno sostenuto la coalizione dell'Unione prevedeva, in materia di commercio di armi, l'impegno affinché vi sia trasparenza e un più cogente rispetto delle disposizioni che impediscono il commercio delle armi in paesi che violano i diritti umani o che siano collocati in aree di conflitto;
nel recente viaggio organizzato dal Governo italiano in Cina e finalizzato all'incremento delle relazioni economiche e commerciali con il nostro Paese il Presidente del Consiglio Romano Prodi, così come riportano i quotidiani nazionali del
19 settembre 2006, ha esplicitamente rilanciato l'ipotesi di revocare l'embargo delle armi in Cina -:
se siano cambiati gli orientamenti di fondo del Governo italiano rispetto ai principi sanciti dal programma dell'Unione in tema di commercio di armi;
se le relazioni commerciali che stanno alla base della nuova collaborazione tra Italia e Cina e che dovrebbero costituire un ulteriore input per la ripresa economica del nostro Paese si basino anche sulla possibilità di aumentare in modo consistente la vendita di armi alla Cina.
(4-01116)