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Allegato B
Seduta n. 44 del 28/9/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta orale:
GOISIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il centro storico di Padova somiglia sempre più ad una Casbah: extracomunitari spacciatori e criminali la tengono in ostaggio;
la cosiddetta zona della Stanga è divenuta «zona off limits» della città di Padova;
il muro antispaccio eretto dalla Giunta comunale di centro sinistra per isolare via Anelli e dintorni, luogo di extracomunitari spacciatori e malavitosi,
che lo hanno scelto come base operativa per i loro traffici, è diventato un caso mediatico e sociologico, tanto da attirare l'attenzione di una televisione di Stato tedesca che sta girando un documentario su questo quartiere definito «il bronx della città del Santo»;
nel quartiere di via Anelli e all'interno delle palazzine del residence «Serenissima» convivono numerose etnie di immigrati, per lo più d'origine nigeriana e maghrebina;
l'amministrazione padovana di centro-sinistra ha eretto un muro di lamiera lungo quasi 100 metri per tutelare i residenti dagli immigrati malavitosi che da mesi minano la sicurezza del quartiere, provvedendo anche allo sgombero di alcune palazzine, chiudendo 150 alloggi, spostando 120 nuclei familiari (330 persone) in altre zone della città, proponendosi di chiuderne altre quattro; si tratta di immobili degradati occupati abusivamente da extracomunitari irregolari o con regolare permesso di soggiorno, ma che non possono pagare un canone d'affitto superiore ai 600 euro;
via Anelli è divenuta una sorta di ghetto-bunker, controllata da tre check point, vigilata da telecamere collegate alle centrali operative delle forze dell'ordine, i cui varchi possono essere attraversati dai residenti dotati di appositi telecomandi: una vera sfida all'immaginazione del creatore del fumetto «Diabolik»;
da alcune dichiarazioni rilasciate dalle autorità locali emergerebbe che tali interventi siano stati necessari per evitare che gli spacciatori di droga continuassero ad «aggirare i blocchi delle forze dell'ordine»;
dalla metà degli anni '90 gli edifici delimitati dal «muro dell'impotenza» risultano occupati abusivamente. Alcuni consiglieri regionali hanno accennato agli innumerevoli appelli degli attivisti di Razzismo Stop e dei volontari della Parrocchia San Pio X che hanno cercato di informare le autorità preposte sul degrado del complesso abitativo in parola e sulle difficoltà di vita sociale dei residenti illegali di via Anelli; non a caso il Comitato dei residenti del quartiere, costituito anche da italiani, ha preso significativamente il nome «Per il superamento del ghetto»;
a giudizio dell'interrogante la stragrande maggioranza dei malavitosi che spacciano nella zona in parola, pur non risiedendo in via Anelli, non può non contare su appoggi logistici e complicità da parte di extracomunitari irregolari e malavitosi;
l'assessore all'immigrazione del comune di Padova avrebbe avallato l'iniziativa privata di istituire ronde notturne di vigilantes extracomunitari;
la proposta di alcune forze politiche locali per la realizzazione di politiche sociali, edilizie e patrimoniali che creino soluzioni alternative abitative per i residenti di via Anelli, è ammirabile sotto il profilo sociologico, ma richiede un processo di media e lunga durata che, evidentemente, non potrebbe risolvere il problema della sicurezza, continuando a ghettizzare i residenti italiani ed extracomunitari regolari;
il Sindaco di Padova ha dichiarato sulla stampa l'intenzione di abbattere il muro-antispaccio, per evitare ulteriori disordini causati nella giornata di ieri dai No-Global -:
se non ritenga opportuno avviare un'indagine per verificare quali misure siano state attuate dal 1990 ad oggi dagli Uffici territoriali competenti per lo sgombero dei citati alloggi fatiscenti di via Anelli, occupati abusivamente da extracomunitari;
se risponda al vero che l'assessore all'immigrazione del comune di Padova avrebbe avallato l'iniziativa privata di istituire ronde notturne di vigilantes extracomunitari;
se non ritenga necessario verificare che l'annunciato abbattimento del muro- antispaccio venga di fatto attuato e, nel
caso, se non ritenga necessario rafforzare i controlli delle forze di polizia, prevedendo eventualmente la militarizzazione dell'intera area, sede di spacciatori di droga di diverse etnie;
verificare che i 150 «sfrattati» di via Anelli siano lavoratori regolari e rispettosi delle leggi dello Stato italiano;
adoperarsi affinché il piano relativo all'individuazione delle zone della provincia di Padova per la costruzione di abitazioni alternative da destinare agli extracomunitari sfrattati dalla zona della Stanga, non preveda la costruzione di complessi abitativi all'interno di piccole comunità della provincia padovana, con il rischio di riprodurre la situazione del «ghetto» di via Anelli.
(3-00268)
NESPOLI e CASTIELLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a decorrere dal 18 settembre 2006 sono stati impegnati circa trecento militari della Guardia di Finanza nelle Prefetture - U.T.G. con compiti connessi allo Sportello Unico per l'Immigrazione, di cui all'articolo 18 della legge 30 luglio 2002 modificativo dell'articolo 22 del Testo Unico per l'immigrazione (decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286);
ai medesimi compiti si è provveduto negli anni scorsi a mezzo di ordinanze, con l'impiego di lavoratori a tempo determinato;
l'impiego di personale esterno per assicurare la funzionalità dello Sportello Unico per l'immigrazione è finalizzato a sopperire alle carenze di organico del personale dell'Amministrazione Civile dell'Interno, istituzionalmente preposto allo svolgimento delle predette attività;
è necessario fornire una adeguata formazione professionale al personale esterno adibito ai compiti in questione;
l'impiego del personale militare, analogamente al personale di polizia parimenti interessato in molti casi allo svolgimento di compiti non d'istituto, comporta un costo maggiore per l'erario rispetto al personale civile, tenuto conto dei maggiori oneri retributivi pro capite;
le accresciute necessità operative dello Sportello Unico per l'immigrazione non rivestono carattere emergenziale ma sono oramai una conseguenza del fenomeno strutturale dell'immigrazione;
l'iniziativa di assumere personale della Guardia di Finanza è stata adottata senza alcuna forma di partecipazione sindacale delle organizzazioni sindacali rappresentative del personale civile del Ministero dell'interno, considerati gli innegabili riflessi sull'organizzazione del lavoro nell'ambito delle Prefetture -:
se, alla luce di quanto sopra esposto, non ritenga opportuno potenziare l'organico del Personale Civile del Ministero dell'interno in modo da sopperire stabilmente alla suddetta necessità;
se non ritenga, altresì, opportuno convocare le Organizzazioni Sindacali rappresentative del personale del Ministero dell'interno ai fini dell'attivazione delle previste forme di partecipazione.
(3-00271)
Interrogazioni a risposta scritta:
CREMA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 26 settembre 2006 sul quotidiano di Padova Il Gazzettino veniva riportata la notizia che, a Padova, a seguito degli scontri di domenica 24 settembre scorso, in via Anelli si è verificato un'inquietante episodio di violenza nei confronti del Presidente del Comitato Stanga 6, Paolo Manfrin, da anni in prima linea nella lotta per la bonifica di via Anelli;
Manfrin, mentre stava recandosi a piedi in Questura, dove era atteso per depositare la denuncia nei confronti del leader dei Dissidenti padovani, Max Gallob, per la precedente aggressione subita nei suoi confronti durante la manifestazione di domenica in cui Gallob lo aveva assalito
e fatto finire all'ospedale, è stato avvicinato da un giovane che gli «consigliava» di cambiare città e che aveva a disposizione tutti gli elementi per «venirlo a prendere» e che dopo le ulteriori intimidazioni subite, lo aveva oltraggiato sputandogli in volto -:
se e quali iniziative il Ministro abbia intrapreso o intenda adottare al fine di riportare un clima di tolleranza e di non violenza per evitare che altri cittadini come il signor Paolo Manfrin vengano aggrediti e minacciati per il solo fatto di esprimere le proprie idee e al fine di ripristinare la sicurezza e la legalità nella città di Padova.
(4-01102)
PICANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Gaeta fin dalla seconda metà del secolo scorso, l'allora Corpo Nazionale dei vigili del fuoco istituiva un distaccamento terrestre con competenza per la parte meridionale della Provincia di Latina ed un distaccamento marittimo competente per il porto petrolifero di Gaeta e l'intero litorale pontino, isole di Ponza e Ventotene comprese;
dal mese di gennaio 2006 veniva soppresso presso il distaccamento terrestre dei VV.FF. di Gaeta il centralino chiamate di soccorso 115 ed accorpato al comando provinciale di Latina, e contestualmente venivano indetti da parte delle organizzazioni sindacali dei VV.FF. scioperi e manifestazioni per protestare contro la carenza del personale dei presidi di Gaeta;
risulta all'interrogante che la procedura di soppressione presso il distaccamento dei VV.FF. di Gaeta del centralino chiamate di soccorso 115 e l'accorpamento al comando provinciale di Latina sono avvenuti senza darne preventiva informazione al Sindaco di Gaeta ed ai sindaci degli altri Comuni del Comprensorio del Golfo;
le autorità competenti non davano seguito all'o.d.g. consiliare di cui alla deliberazione n. 20/06 con il quale si richiedevano alle stesse l'immediato ripristino del centralino chiamate di soccorso 115 presso il distaccamento terrestre dei VV.FF. di Gaeta oltreché il potenziamento di personale e mezzi dei presidi;
attualmente il distaccamento terrestre dei VV.FF. di Gaeta deve coprire anche il presidio di Castelforte e servire una popolazione residente di oltre 100.000 abitanti, popolazione che aumenta considerevolmente nel periodo estivo trattandosi di località di rilevante interesse turistico, storico, artistico, termale;
il porto di Gaeta risulta classificato fin dal 1974 scalo commerciale internazionale con un traffico annuale di oltre 800.000 tnl di merci secche e 2.000.000 di tnl di prodotti petroliferi altamente pericolosi che riforniscono i depositi costieri privati e militari -:
quali iniziative intenda adottare il signor Ministro per far sì che il Comprensorio del Golfo di Gaeta e del territorio retrostante abbia un'idonea copertura di validi ed efficaci presidi terrestri e marittimi dei VV.FF., che funzionino anche da protezione civile.
(4-01107)
SPERANDIO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Presidente dei Consiglio dei Ministri, in data 15 novembre 2001, è stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della città di Venezia, in relazione al traffico acqueo lagunare;
con ordinanza del 27 dicembre 2001 n. 3170 del Ministro dell'interno, delegato al coordinamento della Protezione Civile, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2 gennaio 2002, modificata dall'ordinanza di Protezione Civile 12 aprile 2002 n. 3196, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 92 dei 19 aprile 2002, il sindaco di Venezia è stato nominato Commissario delegato ai sensi dell'articolo 5, comma 4,
della legge 24 febbraio 1992, n. 225, per far fronte all'emergenza determinatasi nella città di Venezia e nella sua laguna, compresi i canali marittimi, a causa dei moto ondoso provocato dall'intenso traffico acqueo;
l'azione del Commissario delegato al Traffico Acqueo nella Laguna di Venezia, ai sensi dell'ordinanza 3170/2001, si inquadra nella «necessità di disporre l'attuazione immediata di interventi straordinari per fronteggiare la situazione di emergenza determinatasi a causa del moto ondoso provocato dalle imbarcazioni a motore circolanti nella città di Venezia, e nella sua laguna compresi i canali marittimi»;
al Commissario delegato, per svolgere la sua azione, in deroga alla normativa vigente, «sono attribuite tutte le competenze connesse al traffico acqueo e relative alla disciplina ed alla sicurezza della navigazione nell'ambito di cui al precedente comma 1, esercitate in via ordinaria dalla capitaneria di porto, dall'ispettorato di porto, dal magistrato delle acque, dai comuni interessati, dalla provincia di Venezia e dalla regione Veneto»;
tali competenze devono essere esercitate «limitatamente allo svolgimento di tutte le iniziative volte al superamento della situazione di emergenza»;
il Commissario delegato ha approvato, con disposizione di autorizzazione n. 24/2006, del 30 giugno 2006, (protocollo n. 249/2006), un progetto definitivo di modifica della riva e del territorio adiacente ad essa del Canale di San Giuliano, a Mestre, prevedendo la realizzazione di nuovi capannoni per 18 ditte di trasporto acqueo che dovevano essere dimesse o traslocate in altra area perché incompatibili con realizzazione di un parco cittadino, così come stabilito dal piano delle opere del Parco di San Giuliano e dal relativo e preordinato Piano Guida approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 15 del 19 gennaio 1996 e che tale provvedimento, proprio perché riqualifica e amplia gli attuali capannoni, tende a favorire l'ulteriore incremento del traffico acqueo e del conseguente moto ondoso nella laguna di Venezia;
il progetto per la realizzazione del Parco di San Giuliano, il più importante intervento di riqualificazione urbana e ambientale in corso di attuazione nel Comune di Venezia per realizzare uno dei più grandi parchi urbani europei, viene gravemente alterato dal succitato provvedimento del Commissario delegato in quanto consolida la presenza, purtroppo sino ad oggi tollerata, di attività economiche e produttive, a giudizio dell'interrogante, incongrue con la destinazione generale delle aree a «verde urbano attrezzato-parco», mentre in origine se ne prevedeva la dismissione e la sostituzione con una passeggiata pedonale e ciclabile tale da creare un efficace rapporto con l'acqua anche sul lato sud-occidentale del Parco, costituito dal Canale di San Giuliano;
considerate le finalità per le quali sono state conferite al sindaco di Venezia le funzioni di Commissario delegato al Traffico Acqueo nella Laguna di Venezia -:
in ragione di quali determinazioni il Commissario straordinario ha approvato il progetto succitato, considerato che dallo studio sulla Logistica della Laguna di Venezia, indicato nell'ordinanza commissariale, emerge che è possibile favorire sensibilmente la diminuzione del traffico acqueo e del moto ondoso solo in presenza di un complesso e articolato intervento di razionalizzazione e riorganizzazione della logistica lagunare e che i terminal costituiscono uno snodo determinante esclusivamente se sono realizzati nell'ambito di un sistema unitario che ne determinano le caratteristiche progettuali e gestionali;
se il Commissario delegato, ai fini dell'approvazione del provvedimento su richiamato, abbia acquisito compiuta conoscenza, anche attraverso studi e analisi aggiornati, degli effetti che gli interventi di riqualificazione delle infrastrutture utilizzate dalle società di trasporto ubicate nel canale di San Giuliano produrranno sul traffico acqueo e il moto ondoso;
se non ritenga necessario revocare, quantomeno sospendere, il provvedimento approvato dal Commissario delegato in attesa della realizzazione di puntuali verifiche in merito all'impatto che tale intervento, se realizzato, produrrebbe sul traffico acqueo e il moto ondoso;
se intende intervenire per verificare se l'impatto ambientale del progetto approvato dal Commissario delegato sia tale da compromettere radicalmente e irrimediabilmente il progetto di riqualificazione urbana che il Comune di Venezia sta attuando con la realizzazione del Parco di San Giuliano e, in tale caso, se come intende operare al fine di garantirne la realizzazione secondo quanto stabilito dal piano delle opere e dal relativo e preordinato Piano Guida approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 15 del 19 gennaio 1996.
(4-01112)
LUSSANA e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a dispetto delle nuove norme contenute nella legge 31 luglio 2005, n.155, approvata dal Parlamento all'indomani degli attentati londinesi del 7 e 21 luglio 2005, che dispongono l'inasprimento delle sanzioni previste nei confronti di chi si rende irriconoscibile dall'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, alcune prefetture continuano a permettere l'uso pubblico del burqa rifacendosi ad un parere espresso dal ministero dell'interno in data 18 ottobre 2004, cioè antecedentemente al varo del cosiddetto «Pacchetto Pisanu»;
secondo il predetto parere il burqa in questione non sarebbe assimilabile «ad una maschera né ad un qualsiasi travestimento atto ad alterare i tratti somatici della persona», dovendosi piuttosto considerare «quale segno esteriore di una tipica fede religiosa» -:
quale sia l'opinione del Governo circa l'effettiva pericolosità di indumenti che rendono impossibile il riconoscimento della persona e facilitano altresì l'occultamento di armi ed esplosivi; e quale sia l'opinione del Governo in merito all'opportunità di informare con un nuovo parere gli Uffici Territoriali del Governo del significato delle disposizioni relative al celamento dell'identità quali risultano dall'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, come modificato dalla legge 31 luglio 2005, n. 155.
(4-01115)
BENEDETTI VALENTINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
risulta che il comune di Perugia abbia presentato ufficialmente un atto per l'approvazione in consiglio del bilancio consuntivo 2005, nel quale verrebbe ammessa, per gli anni 2002-2003-2004, una «dilatazione» delle entrate per oltre 11,5 milioni di euro, tant'è che la stessa cifra risulterebbe cassata dal rendiconto 2005;
nello stesso bilancio 2005 risulterebbe ignorata una anticipazione fatta dalla SORIT al comune, ammontante, al 2005, a quasi 11 milioni di euro;
appare, inoltre, che siano stati conteggiati come effettivamente esigibili 4,7 milioni d'Euro relativi a multe, per codice della strada, già cassate nei bilanci precedenti;
in ragione delle predette considerazioni, si discute se il «buco» reale nel consuntivo 2005 sia di 3,8 milioni come ammesso dalla giunta comunale, oppure, piuttosto, di oltre 19 milioni;
alcuni consiglieri comunali hanno presentato sul problema un esposto alla Procura della Corte dei conti;
l'amministrazione comunale ha ritenuto di sollevare dai loro incarichi ben due dirigenti, titolari rispettivamente dei servizi finanziari e dei tributi;
non si può far a meno di osservare che, se si vertesse in fatto di società di capitali, potrebbero emergere fattispecie tali da interessare la giustizia penale, specialmente nei casi di fallimento, né è da
escludere che la stessa Magistratura penale venga ad occuparsi anche del caso di che trattasi;
addirittura uno dei tre revisori dei conti del Comune di Perugia non ha ritenuto opportuno firmare il parere obbligatorio sul consuntivo 2005, rendendone esplicita motivazione -:
quali iniziative ufficiali e concrete il Governo ritenga di adottare nei confronti dell'amministrazione comunale di Perugia, come conseguenza del fatto che comunque qualsiasi «buco» di bilancio ricade per la copertura a danno dei cittadini, e posto che il bilancio permetta di classificare i comuni tra i «virtuosi» o «non virtuosi» per la fruizione dei benefici e delle misure premiali, assai importanti, accordati dal Governo nazionale;
in particolare se non ritenga di promuovere la procedura di dichiarazioni di dissesto dell'ente.
(4-01120)