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Allegato B
Seduta n. 44 del 28/9/2006
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TRASPORTI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dei trasporti, il Ministro delle infrastrutture, per sapere - premesso che:
dal 1o Rapporto ACI-Eurispes sulla Qualità della Mobilità nelle province italiane emerge che l'Italia è un Paese incapace di soddisfare la richiesta di mobilità dei propri cittadini, costretti a privilegiare (in assenza di valide alternative) l'uso indiscriminato dell'auto, nonché un Paese privo di un sistema adeguato di trasporto pubblico e delle infrastrutture necessarie per far fronte all'inevitabile aumento del traffico veicolare;
tale rapporto mette in luce tre punti nevralgici per il sistema italiano della mobilità: la scarsa pianificazione territoriale, l'incidentalità stradale e l'inadeguatezza del trasporto pubblico locale, che è
la causa primaria della congestione e dell'inquinamento delle nostre città e la cui conseguenza è l'uso abnorme del mezzo privato;
il Rapporto classifica 103 province italiane sulla base dell'IQM (Indice di Qualità della Mobilità), calcolato per ogni città attraverso una serie di indicatori statistici, e propone un'indagine condotta su 3.500 cittadini sull'uso dell'auto e del mezzo pubblico;
per quanto concerne l'IQM, sebbene nessuna delle province si avvicina allo standard ideale, Aosta si colloca al primo posto della classifica ACI-Eurispes per Qualità della Mobilità, seguita da Siena, Parma, Pisa e Terni, mentre detiene il primato negativo Foggia, seguita agli ultimi posti della graduatoria da Caltanissetta, Agrigento, Bari, Siracusa, Trapani;
l'indagine campionaria ha rilevato l'opinione degli intervistati rispetto al gradimento circa l'efficienza della rete infrastrutturale stradale, al livello di fruibilità dei servizi offerti all'automobilista, alla soddisfazione circa i tempi e le modalità di raggiungimento del proprio posto di lavoro;
per circa il 58 per cento la mobilità è legata soprattutto al lavoro, che rappresenta la ragione principale degli spostamenti e, senza dubbio, l'auto privata è senza dubbio il mezzo di trasporto privilegiato;
tra le ragioni del ricorso prevalente al mezzo di trasporto privato vi è innanzitutto la rapidità degli spostamenti, in quanto, secondo gli intervistati, i tempi medi di spostamento risultano sensibilmente inferiori rispetto a quelli dichiarati da quanti optano per un mezzo di trasporto pubblico;
sebbene la mobilità privata consenta maggiore rapidità, autonomia e comodità, tra le critiche connesse a questo tipo di scelta vi è innanzitutto il traffico, seguito dal problema dello smog e dalla difficoltà di trovare parcheggio;
l'insufficienza del servizio pubblico rappresenta il problema più sentito (30 per cento) dal campione degli intervistati, soprattutto dai cittadini residenti nelle città metropolitane e nelle isole, il 23 per cento invece considera più grave la mancanza di percorsi alternativi e/o servizi di informazione a contrasto del traffico;
a tal proposito, se il 35 per cento per evitare il traffico non si sposta durante le ore di punta, la maggioranza (52,5 per cento) riconosce l'utilità dei servizi telematici e di controllo/gestione della mobilità (varchi elettronici, display luminosi, eccetera);
dalle interviste effettuate dall'ACI-Eurispes ad opinion leader e ad esperti di settore è emersa la necessità di cambiare le modalità di approccio al tema della mobilità, conferendo centralità alle specificità territoriali e agli elementi di sostenibilità finanziaria e ambientale dei progetti -:
se non si ritenga opportuno procedere ad un monitoraggio atto a determinare standard qualitativamente alti per la mobilità cittadina, mettendo in campo proposte indispensabili all'incremento di fruizione del trasporto pubblico con auspicabile miglioramento della qualità dell'ambiente e della vivibilità dei tessuti urbani;
per quanto concerne le misure atte a contrastare l'impatto negativo del traffico sull'ambiente, se non ritenga conveniente, anziché utilizzare misure tampone ed emergenziali, adottare una politica programmatica di lungo periodo, che consenta un cambiamento strutturale del modello di mobilità vigente.
(2-00154) «D'Agrò».