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Allegato B
Seduta n. 44 del 28/9/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
MELLANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel maggio 2001 la Commissione Europea ha indicato nella perdita del suolo e nella diminuzione della fertilità la minaccia principale allo sviluppo sostenibile;
il Sesto programma di azione in materia di ambiente della Comunità europea comprende una strategia tematica per la protezione del suolo incentrata sui fenomeni di erosione, deterioramento, contaminazione e desertificazione;
il 16 aprile 2002 è stata emanata una comunicazione (COM(2002)179 def) della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni dal titolo: «Verso una strategia tematica per la protezione del suolo», in cui si richiamava la necessità di sviluppare una Strategia tematica sul suolo, anche con la possibilità di utilizzo dello strumento della «direttiva quadro»;
la nuova Politica agricola comunitaria, all'interno della cosiddetta «condizionalità», prevede azioni di salvaguardia del suolo, mentre gli Stati membri dovranno approvare entro breve i nuovi Piani di sviluppo rurale (PSR);
il 22 settembre scorso è stata ufficialmente resa pubblica dalla Commissione europea la «Strategia tematica per la protezione del suolo» (Com(2006)231) insieme alla proposta di Direttiva europea
(232 del 2006) che sarà a breve approvata e che diverrà di obbligatoria applicazione per i 25 stati membri;
il suolo rappresenta uno dei principali «contenitori» di carbonio e quindi riveste una particolare importanza per ciò che riguarda il contenimento dell'anidride carbonica in atmosfera, secondo quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto;
la legislazione italiana non prevede alcuna norma di protezione del suolo in quanto tale, dalle minacce che su questo elemento ambientale incombono (erosione, salinizzazione, compattazione, contaminazione, impermeabilizzazione, inondazioni, perdita di sostanza organica e di biodiversità) ma si parla sempre genericamente di «difesa del suolo» intesa come difesa territoriale dai dissesti idrogeologici -:
se ed entro quali tempi si preveda l'emanazione di una normativa in merito alla «protezione del suolo» secondo quanto descritto nella strategia tematica di recente approvata dalla Commissione europea;
se non si ritenga di iniziare sul tema un'attività di monitoraggio per verificare, a livello degli enti locali (regioni e province innanzitutto), degli istituti di ricerca nazionali e regionali, delle Università, quali siano le conoscenze acquisite e quali le necessità per l'immediato futuro;
se non ritenga sia necessario, sul modello di quanto accade in altri stati a cominciare dagli USA, adottare iniziative normative finalizzate alla creazione di «servizi dei suoli» che abbiano il compito di monitorare e studiare la risorsa, al contempo provvedendo ad indicare le soluzioni migliori per limitare le minacce in atto.
(4-01111)
MELLANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 4 marzo 2006, il giorno successivo è entrata in vigore la legge 6 febbraio 2006, n. 66 «Adesione della Repubblica italiana all'Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell'Africa-Eurasia (AEWA), con Allegati e Tabelle, fatto a L'Aja il 15 agosto 1996»;
con riferimento, tra l'altro, al tema della tutela degli uccelli selvatici acquatici dalla mortalità indotta dal saturnismo (determinata dal rilascio di grandi quantitativi di pallini di piombo, accidentalmente ingeriti - ad esempio - dagli esemplari di molte specie di anatidi), l'articolo 4.1.4 del testo dell'Allegato III dell'Accordo, che costituisce parte integrante della legge, stabilisce: «Le Partifanno il possibile per eliminare l'uso della graniglia di piombo da caccia nelle zone umide entro il 2000.»;
sia pure con grave ritardo, anche l'Italia, dovrà aggiungersi ai molti Paesi europei ed extraeuropei che hanno bandito i pallini di piombo nella caccia praticata nelle zone umide, contrastando in tal modo il saturnismo e la mortalità indiretta di migliaia di uccelli acquatici indotta dalle grandi quantità di pallini che, a causa dell'attività venatoria, rimangono per molti anni nei fondali di stagni, paludi, lagune ed acquitrini -:
se risultino al Governo i motivi per cui le regioni, che hanno predisposto i calendari venatori per la corrente stagione di caccia 2006/07, con particolare riferimento a quelle che ospitano significative estensioni delle residue zone umide quali Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Puglia e Sardegna, non stiano tenendo conto dei suggerimenti formulati dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica in ordine all'opportunità di prevedere l'impiego di munizioni atossiche (come le cartucce a pallini d'acciaio) durante lo svolgimento della caccia nelle zone umide;
se non si ritenga opportuno adottare iniziative ad hoc affinché dalla prossima stagione venatoria sia espressamente vietata la caccia con impiego di cartucce contenenti pallini di piombo durante l'attività venatoria presso stagni, laghi, paludi,
lagune ed acquitrini, come previsto dall'Accordo in questione e come già avviene da diversi anni in molti Paesi europei (come Danimarca, Olanda e Regno Unito, Norvegia, Svezia, Finlandia) nonché in Canada, Usa, Nuova Zelanda ed Australia.
(4-01113)
PELLEGRINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 15 aprile 2005, con delibera n. 504 la Giunta Regionale della Campania, ha approvato la scheda di fattibilità dell'intervento inerente il porto di Marina di Puolo, dichiarando la compatibilità con le «Linee programmatiche per lo sviluppo del Sistema Integrato della Portualità Turistica» di cui alla delibera di G.R. 5490 del 15 novembre 2002;
nella richiamata scheda di fattibilità si parla erroneamente della presenza a Marina di Puolo di 135 posti barca, mentre in realtà come risulta dalla stessa scheda allegata alle Linee Guida Regionali (allegato 2) e dalle Pagine Azzurre, i posti barca sono 30 (al gavitello);
a giudizio dell'interrogante, non si comprende come la Regione in contrasto con i vincoli gravanti sul territorio abbia approvato la scheda di fattibilità;
il territorio di Marina di Puolo rientra nell'area marina protetta denominata Punta della Campanella, ricade in un sito di interesse comunitario (cod. IT80300011 «Fondali di Punta Campanella e Capri»), è vincolata dal PRG di Massalubrense, è sottoposta ai vincoli paesaggistici-ambientali ed archeologici e soggiace a vincolo idrogeologico;
l'area inoltre è compresa nel Piano Urbanistico Territoriale della penisola Sorrentino-Amalfitana (zona territoriale 1b di tutela dell'ambiente naturale di 2o grado) che prescrive l'inedificabilità assoluta sia pubblica che privata -:
se e in che termini si sia espressa la sovrintendenza sul progetto in esame.
(4-01121)
IACOMINO e DE CRISTOFARO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il CIPE nell'ambito della finanziaria 2006 ha, Stanziato 330 milioni di euro per i Comuni delle otto regioni del Meridione che hanno affidato il Servizio idrico integrato ad un gestore privato, come previsto dalla legge Galli del '94;
alla Campania sono stati assegnati 72 milioni di euro, ma di questi fondi ne usufruiranno soltanto alcuni Comuni del Salernitano (Ambito territoriale ottimale 4) e della provincia di Napoli (Ambito territoriale ottimale 3);
il CIPE, in rapporto al numero di abitanti, ha stanziato soltanto 20 milioni di euro rispetto ai 72 assegnati, premiando quei Comuni che hanno affidato ad un privato il servizio idrico integrato e che potranno essere utilizzati esclusivamente per spese finalizzate all'adeguamento delle infrastrutture e del livello dei servizi legati all'ambiente e cioè acqua e rifiuti. Solo i Comuni che hanno intrapreso la strada della privatizzazione dell'acqua beneficeranno dei fondi CIPE;
la Campania perde 52 milioni di euro seppur assegnati ed il capoluogo Napoli ed importanti Città medie Meridionali come Portici, Castellammare di Stabia e Pomigliano d'Arco perdono rispettivamente 16 milioni di euro, 716 mila euro, 812 mila, 499 mila solo per citare i maggiori -:
se rientri nella politica del Governo e nel programma della maggioranza la privatizzazione del servizio idrico integrato;
se non ritenga indispensabile il recupero dei restanti 52 milioni di euro assegnati e non stanziati;
se non ritenga opportuno intervenire al fine di ammettere allo stanziamento i Comuni della Campania che hanno deciso
la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato come i Comuni di Napoli, Portici, Castellammare di Stabia, Pomigliano d'Arco e altri minori.
(4-01122)