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Allegato B
Seduta n. 46 del 3/10/2006
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta orale:
FALOMI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
sul settimanale L'Espresso di questa settimana è stato pubblicato un articolo, a firma di Primo Di Nicola, con il quale si denunciano eventuali sperperi di denari pubblici da parte dell'Unione nazionale per incremento delle razze equine dell'Unire;
questi sperperi sarebbero tutti riconducibili alle eccessive spese per effettuare i controlli antidoping, ai costosi incarichi attribuiti a giornalisti ed esponenti politici, ma soprattutto ai crediti non riscossi presso le agenzie ippiche per le trasmissioni tv delle corse e per i minimi garantiti sulle scommesse;
tutto questo potrebbe spiegare inequivocabilmente le ragioni del profondo rosso di bilancio dell'Unire, pari a 129 milioni di euro, secondo le voci più allarmistiche;
la Commissione istituita dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, che per due mesi ha indagato, sempre come denunciato dall'articolo de Espresso, sembrerebbe aver realizzato un documento, con il quale spiega le ragioni del deficit e illustra una serie di irregolarità, così corposo da minare la credibilità dell'intero sistema ippico;
la parte iniziale della suddetta relazione affronterebbe il problema del doping, che è la vera piaga delle corse italiane. Per risolvere il problema del doping nel 2003 si era costituita una società la Unirelab, che avrebbe dovuto consentire all'Unire di risparmiare sui controlli e di disporre di analisi sicure. Ma risulterebbe che i risparmi si sono rilevati una chimera, mentre sono cresciute le perplessità sulle tariffe della nuova società. I costi definiti nella convenzione Unire-Unirelab risulterebbero
sovrastimati rispetto a quelli effettivi, spiega la relazione, che fa un confronto: fino al 2001 l'associazione allevatori effettuava le analisi al costo di 44 mila lire a campione, corrispondenti a 22,7 euro, adesso Unirelab pretenderebbe ben 222 euro;
inoltre la Commissione affronterebbe anche il problema della credibilità delle analisi: Unirelab le realizza con grandi ritardi e, per di più, con laboratori sprovvisti del necessario accreditamento internazionale che certifica le procedure. In assenza di questo requisito, sentenziano i commissari, l'Unire non avrebbe dovuto affidare a Unirelab il compito di eseguire le analisi;
la relazione entrerebbe anche nel campo finanziario evidenziando anche per il 2005 un deficit di 129 milioni di euro per i più pessimisti mentre per i vertici dell'Unire sono solo 89 milioni di euro. La relazione non scioglie questo dilemma ma rimanda il tutto alla pubblicazione del bilancio in corso di certificazione. In compenso elenca le cause del dissesto. Per cominciare i mancati incassi dell'Unire per i canoni della propria tv non riscossi dalle agenzie, circa 74 milioni di euro, poi ci sono le mancate entrate relative ai minimi garantiti dalle agenzie sulle scommesse, altri 190 milioni di euro;
infine, il pozzo senza fondo delle consulenze assegnate a politici e giornalisti, alcune già oggetto di sanzioni da parte della Corte dei Conti;
bisogna evidenziare anche che alcuni esponenti politici, in carica e non, sarebbero stati indagati e alcuni anche condannati al risarcimento per le consulenze facili;
inoltre si evidenzia che il mondo dell'ippica è un settore in cui l'Italia ha primeggiato fino a pochi anni fa e che ha un importante rilievo occupazionale, ma che oggi versa in uno stato di profonda crisi. Si tratta di un comparto importante, strategico, che garantisce allo Stato incassi notevoli. Dobbiamo, pertanto, vigilare sulle attività inerenti al settore ippico e impegnarci a fondo per risollevare la sua economia -:
se corrisponda al vero quanto denunciato e riportato dal settimanale L'Espresso;
se non intenda intervenire immediatamente nel caso in cui tali notizie risultassero fondate per conoscere realmente come vengono spesi i soldi pubblici destinati all'Unire e per l'individuazione degli eventuali responsabili;
se non intenda comunque intervenire presso Unire affinché siano riviste, anche attraverso lo strumento della rescissione, tutte le consulenze e collaborazioni dell'Unire.
(3-00277)