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Allegato A
Seduta n. 47 del 4/10/2006
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(Sezione 7 - Realizzazione di una centrale elettrica nel comune di Aprilia)
MIGLIORE, FALOMI, DEIANA, PROVERA e CACCIARI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società Energia spa, in data 15 aprile 2002, integrata in data 7 maggio 2002, ha attivato, presso il ministero delle attività produttive, l'istanza per la costruzione e l'esercizio di una centrale a ciclo combinato della potenza elettrica di circa 750 megawatt lordi, da ubicare nel
comune di Aprilia (Latina), in località Campo di Carne, e, con la pubblicazione dell'avviso pubblico su due quotidiani (in data 28 e 30 aprile 2002), la richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale del progetto, ai sensi della legge 8 luglio 1986, n. 349, come previsto dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 7, convertito dalla legge 9 aprile 2002, n. 55, concernente «Misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale» (cosiddetto «decreto sblocca-centrali»);
il parere n. 563 formulato in data 9 ottobre 2003 dalla Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale, a seguito dell'istruttoria sul progetto presentato dalla Energia spa, ha preso atto delle caratteristiche generali dell'impianto, così come dichiarate dal proponente;
la centrale termoelettrica a ciclo combinato alimentata con gas naturale ha una potenza elettrica prodotta di circa 750 megawatt netti complessivi, per due 2 sezioni da circa 375 megawatt elettrici ciascuna, e prevede 2 camini con altezza di 55 metri, diametro interno pari a 6 metri e velocità di uscita dei fumi pari a circa 25 metri al secondo a temperatura di emissione di 100 gradi centigradi;
la superficie totale dell'insediamento occupa circa 78.081 metri quadri e tra le opere connesse è previsto l'allacciamento ad un gasdotto Snam di prima specie, tramite la costruzione di un nuovo metanodotto di lunghezza di circa 10 chilometri e la realizzazione di un elettrodotto per una lunghezza di circa 1,2 chilometri con cavo aereo di circa 140 metri;
per quanto riguarda l'assetto idrogeologico, su tutta l'area di intervento insiste un vincolo idrogeologico, ai sensi dell'articolo 1 del regio decreto-legge 30 dicembre 1923, n. 3267, «Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani»; una porzione del territorio risultava interessata da vincolo paesaggistico;
per quanto riguarda il quadro di riferimento ambientale, il territorio in cui ricade l'area di intervento, di morfologia prevalentemente pianeggiante e solcato da numerose incisioni prodotte dai corsi d'acqua, è caratterizzato da un significativo impatto antropico, sia per l'estrema diffusione delle attività agricole, sia per le presenze insediative industriali e residenziali, che si snodano lungo l'asse viario della strada statale n. 207 e nelle sue vicinanze;
in sede di valutazione di impatto ambientale, nel gennaio 2004 sono stati rilevati, per quanto riguarda l'ozono, superamenti del limite di 110 milligrammi per metro cubo (media mobile dei valori su 8 ore a protezione della salute umana), nonché del limite posto a protezione della vegetazione;
relativamente alla componente ambiente idrico, il proponente ha previsto di prelevare l'acqua industriale direttamente dalla falda e quella per usi civili dall'acquedotto;
nell'area vasta direttamente interessata dall'intervento è presente una zona sic (codice IT6030044), posta a meno di 3 chilometri in linea d'aria dal sito della centrale;
relativamente alla componente salute pubblica, i potenziali impatti sulla salute pubblica dovuti alla realizzazione della centrale e delle opere connesse sono di fatto riconducibili all'eventuale esposizione dei residenti ad inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico;
in data 22 gennaio 2004 ulteriori prescrizioni, oltre a quelle espresse dal ministero per i beni e le attività culturali-soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico del Lazio e dalla soprintendenza per i beni archeologici del Lazio, sono state poste come condizione per la positiva valutazione in sede di giudizio di compatibilità ambientale, di cui all'articolo 6 della legge n. 349 del 1986, dal ministero dell'ambiente e della tutela dei territorio;
il comune di Aprilia ha espresso parere contrario in merito alla realizzazione dell'opera, in quanto in contrasto con le previsioni del piano di lottizzazione convenzionata di comparto per insediamenti produttivi; tale parere è stato confermato in data 5 marzo 2003 dallo stesso comune di Aprilia; in data 18 novembre 2003 è pervenuta ulteriore nota dal comune di Aprilia, che richiedeva la revisione della pronuncia favorevole di compatibilità ambientale, con riferimento allo studio redatto dall'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Centro nazionale delle ricerche di Bologna ed alla deliberazione della giunta regionale 1o agosto 2003, n. 767, della regione Lazio, in cui Aprilia viene classificata fra i comuni nei quali la concentrazione di pm10 ha un valore compreso tra il limite previsto dalla normativa e il suddetto limite aumentato del margine di tolleranza ed è quindi inserita nella lista di comuni per i quali devono essere predisposti piani di azione, nonché della segnalazione della presenza in prossimità del sito individuato per l'ubicazione della centrale, della Fitoformula s.r.l. (ora Isagro), industria a rischio di incidente rilevante ai sensi del decreto legislativo n. 334 del 1999 e successive modificazioni;
il consiglio regionale del Lazio nella seduta del 10 dicembre del 2003 approvò all'unanimità la mozione 456, che impegnava la giunta a sospendere la realizzazione della centrale proprio in ordine alla necessità di valutare in modo approfondito la ricaduta ambientale, paesaggistica e sanitaria dell'impianto in progetto;
il 16 maggio 2006, in uno dei suoi ultimi adempimenti dopo lo svolgimento delle elezioni e prima dell'insediamento del nuovo Governo, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio ha ritenuto di rilasciare al proponente, ai sensi del decreto legislativo del 18 febbraio 2005, n. 59, l'autorizzazione integrata ambientale, esaurendo di fatto l'iter autorizzativo previsto dalla normativa vigente, con la conferenza di servizi che ha preso atto delle valutazioni tecniche espresse;
il 19 settembre 2006 nella conferenza dei servizi presso il ministero dello sviluppo economico si sono acquisite le intese necessarie, tra cui quella della regione Lazio, deliberata il 18 settembre 2006, ed il parere contrario sulla realizzazione dell'impianto è stato confermato dal comune di Aprilia;
un vigoroso movimento di protesta popolare si è mobilitato fino a determinare gravi interruzioni del traffico sulla strada statale n. 148 Pontina, con grave danno per la viabilità di tutto il Lazio Sud;
a seguito della pressione popolare e delle prese di posizione di numerose amministrazioni comunali interessate per contiguità territoriale, che stanno esprimendo con atti ufficiali la loro contrarietà alla conclusione dell'iter autorizzativo, il consiglio regionale del Lazio ha stabilito una convocazione straordinaria per il giorno 19 ottobre 2006 per discutere del problema;
con legge n. 120 del 2002 l'Italia ha ratificato il protocollo di Kyoto ed è attualmente in corso l'aggiornamento del piano nazionale emanato in attuazione del protocollo stesso, contenente le misure concrete volte all'abbattimento delle emissioni, nonché la revisione delle deliberazioni Cipe per la riduzione delle emissioni dei gas serra, secondo una linea volta a indirizzare l'offerta verso la promozione delle fonti rinnovabili;
al 31 gennaio 2006 sono 44 i nuovi impianti per la produzione di energia elettrica, autorizzati all'esercizio sul territorio nazionale, per un incremento potenziale dell'offerta energetica pari a circa 20.000 megawatt elettrici, vale a dire la produzione di energia elettrica nel Lazio;
l'impianto, avente le caratteristiche suddette, verrebbe a collocarsi in una regione che ha fatto registrare costantemente una produzione di energia elettrica superiore ai consumi regionali, fatta eccezione nell'ultimo biennio, il cui deficit è però connesso alle opere di riconversione e ripotenziamento delle centrali Enel di Civitavecchia e Tirreno Power di Torre Valdaliga Sud;
attualmente nel Lazio si producono circa 9.000 megawatt, a fronte di un fabbisogno di circa 4.500. Con 12 richieste pendenti di nuove centrali, si arriverebbe a quasi 14.000 megawatt di energia prodotta, pari ad un surplus di 10.000 megawatt: da sola la regione Lazio coprirebbe, quindi, quasi un quinto dell'intero fabbisogno nazionale, con ciò contraddicendo evidentemente le esigenze di una razionale e sostenibile localizzazione degli impianti -:
se non si ritenga necessario, alla luce del bilancio della produzione energetica della regione Lazio ed essendo prerogativa delle regioni la definizione di piani energetici regionali ed i conseguenti relativi piani attuativi, che l'autorizzazione dell'impianto e la sua realizzazione vengano sospesi nelle more dell'approvazione del piano energetico regionale e degli strumenti di programmazione dell'offerta, coinvolgendo a tal fine gli enti locali interessati e i ministeri concertanti, in linea con gli obiettivi della proporzionalità tra fabbisogno e offerta, del risparmio e dell'efficienza energetica, dell'uso responsabile delle risorse naturali e dell'incentivazione all'utilizzo delle fonti rinnovabili, di cui all'articolo 2 della direttiva 2001/77/CE, prevista dal documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011, realizzando, nel contempo, prima della definitiva conclusione dell'iter di legge, un supplemento di valutazione dell'impatto ambientale della centrale, con particolare riferimento alle polveri sottili e ultrasottili tipicamente emesse dalle centrali a gas, in quanto la produzione del particolato primario e secondario a determinati livelli di concentrazione è suscettibile di provocare effetti nocivi per la salute dell'uomo, approfondendo, inoltre, l'effetto combinato della emissione di ossidi di azoto (NOx), che andrebbe ad incidere su un territorio regionale già saturo per le attività urbane, agricole ed industriali presenti. (3-00283)
(3 ottobre 2006)