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Allegato B
Seduta n. 47 del 4/10/2006
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
MANCUSO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
gli operatori di Polizia penitenziaria ed i dipendenti della struttura del Carcere di Novara, stanno attraversando un periodo di malessere professionale a causa delle condizioni di lavoro all'interno della struttura;
i problemi derivano, principalmente, dalla Direttrice dell'istituto di pena tanto che alcune associazioni sindacali operanti in loco hanno indetto sit-in di protesta e prodotto al Prefetto della Città per chiederne la rimozione;
alla Direttrice viene imputato, in particolare, una concezione eccessivamente burocratica della dirigenza, senza collegamenti significativi con il personale di Polizia penitenziaria creando, conseguentemente, una mancata valorizzazione delle professionalità;
secondo quanto risulta all'interrogante, all'interno della Casa circondariale novarese risulterebbe mancante una progettualità definita e una inadeguatezza nel proporre chiaramente una politica direttiva che qualifichi significativamente ogni operatore secondo finalità diffusamente condivise -:
un che modo intenda il Governo agire per porre termine alla situazione di disagio lavorativo all'interno del Carcere di Novara, considerato il fatto che la struttura ospita detenuti «eccellenti» sottoposti a 41-bis;
se non ritenga opportuno pensare ad un avvicendamento al vertice del Carcere novarese.
(4-01153)
LUCCHESE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere:
se sia a conoscenza che dal giugno scorso ai giudici di pace non viene corrisposta l'indennità mensile loro spettante;
se sia a conoscenza dello stato di disagio in cui si trovano ad operare i giudici di pace a Roma e cioè in locali non idonei, ove si sovrappongono nella stessa giornata udienze diverse con giudici diversi;
quali iniziative ritenga di adottare per evitare il crollo anche della giustizia minore, che finora aveva dato buoni risultati.
(4-01159)
EVANGELISTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la casa circondariale di Prato è, in ordine di grandezza, il secondo dei 19 istituti della Toscana dopo quella di Sollicciano a Firenze;
la struttura si presenta con: 2 sezioni di alta sicurezza, 1 padiglione circondariale per imputati in attesa di primo giudizio, 1 padiglione per reati sessuali, una sezione di studenti;
nella struttura vengono svolte attività di pulizia e cucina, di agricoltura gestita
da cooperative, di raccolta differenziata secondo progetto con A.S.M., nonché attività scolastica estesa alla scuola media superiore, si è, inoltre in attesa di nuove commesse per attività lavorative su richiesta esterna;
dal punto di vista organizzativo nella struttura sono presenti 2 psicologi, 1 criminologo, 4 educatori con un responsabile all'educazione, assistenti sociali che sono disponibili tre volte a settimana, 284 agenti ed ispettori su un organico previsto di 354 elementi oltre all'assistenza sanitaria di base;
allo stato attuale sono presenti 385 detenuti, prima dell'indulto l'istituto ne ospitava oltre 600 e la situazione era disastrosa, ma si prevede che tra breve la situazione ritornerà allo stato quo ante;
la dirigenza, pertanto, ritiene l'organico attualmente presente, seppure valutato di ottima professionalità e supportato da circa 400 unità di volontari, insufficiente in previsione dell'aumento notevole di detenuti -:
se il Ministro, onde evitare il ritorno al sovraffollamento degli istituti di pena con le conseguenti gravi difficoltà, non ritenga necessario adottare iniziative normative perché vengano emanati opportuni provvedimenti che prevedano pene sostitutive per i reati minori;
se, inoltre, non reputi necessario provvedere affinché vengano erogati contributi alle strutture penitenziarie per la manutenzione e per il potenziamento del personale.
(4-01162)
EVANGELISTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
per quanto riguarda il carcere di Livorno, l'approvazione dell'indulto ha determinato la messa in libertà di 152 tra uomini e donne che si trovavano dietro le sbarre delle «Sughere» e la popolazione carceraria, da 401 persone è scesa a 249 determinando una diminuzione del 37 per cento a cui bisogna aggiungere altre 250 persone che erano agli arresti domiciliari o affidate ai servizi sociali;
la città di Livorno rappresenta un esempio di quanto probabilmente è accaduto in tutte le strutture penitenziarie del territorio nazionale dove da 60.710 detenuti siamo scesi a 37.524 (diminuzione di oltre il 38 per cento);
l'indulto deve essere accompagnato da una approfondita riflessione sulla odierna condizione carceraria nel nostro paese;
nel carcere di Livorno sussiste il problema della carenza di personale, infatti a fronte di una pianta organica di 240 persone gli effettivi in servizio sono 212;
molti di coloro che hanno avuto la libertà grazie all'indulto si sono spesso trovati improvvisamente fuori dal carcere senza avere alcun sostegno, tranne quello prestato da associazioni di volontariato e senza una occupazione e questo ha concorso ad aumentare il rischio di commettere nuovamente reati;
di conseguenza, si prevede che, tra breve, la situazione riguardante il numero dei detenuti ritornerà allo stato quo ante e con l'aumento delle persone ospitate dalle carceri si riprodurranno le stesse condizioni disastrose a carico dei carcerati, ma anche del personale;
nel carcere di cui all'oggetto, secondo fonti attendibili, ci sarebbero a disposizione per la manutenzione, per il 2006, solo 2.500 euro;
le conseguenze di tale cifra, a giudizio dell'interrogante, ridicola si ripercuotono sulla sicurezza stessa delle strutture non solo per l'insufficienza del personale, ma anche per le dotazioni indispensabili come i fari e i cancelli -:
se, prima del determinarsi di nuove emergenze e per arginare la situazione già drammatica, il Ministro non ritenga necessario intervenire perché vengano emanati opportuni provvedimenti che prevedano un contributo per lo stanziamento di
fondi per la manutenzione delle strutture carcerarie e per il potenziamento del personale.
(4-01163)
PAROLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i Giudici di Pace hanno indetto uno sciopero dal 9 ottobre al 13 ottobre astenendosi dalle udienze e paralizzando l'attività giurisdizionale;
lo stato di disagio dei giudici di pace ha raggiunto punte paradossali, basti pensare che da maggio ad oggi non sono state pagate le indennità mensili spettanti loro e che, al di là di verbali promesse, non hanno ottenuto in concreto nessun vantaggio rispetto alle trattative da tempo portate avanti -:
se non intenda intervenire per evitare un grave blocco della giustizia e se inoltre sia a conoscenza della carenza assoluta di aule per gli uffici del Giudice di Pace di Roma ove le udienze spesso sono fatte in aule anguste che ospitano due o tre giudici.
(4-01166)
MANCUSO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
presso la Casa circondariale di Novara, la situazione del personale dipendente risulta essere del tutto insoddisfacente sul piano professionale per il modo con il quale vengono gestite le competenze degli operatori;
il Carcere di Novara è una struttura adibita ad ospitare reclusi «eccellenti» ed alcuni ricadono sotto regime di «41-bis»;
la direzione della struttura, a detta delle associazioni sindacali locali, pare non voler applicare il comma 3 dell'articolo 12 del Contratto di lavoro (decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 18 giugno 2002);
proprio a causa delle insoddisfacenti condizioni di lavoro è stato indetto un sit-in di protesta da parte dei dipendenti ed operatori del Carcere di Novara -:
se il Governo abbia intenzione di verificare e risolvere la situazione delle persone operanti nella struttura carceraria novarese;
in quale modo intenda risolvere il problema della non applicazione del sopracitato comma 3 articolo 12 del Contratto di lavoro;
se non sia opportuno trovare un altro Direttore della struttura penitenziaria, maggiormente capace di coinvolgere i dipendenti nelle scelte organizzative.
(4-01168)