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Allegato A
Seduta n. 48 del 5/10/2006
...
(Sezione 7 - Mancata impugnazione, da parte del Governo, della legge approvata dal Consiglio regionale della Puglia che estende i servizi sociali alle coppie di fatto)
G)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 30 giugno 2006 il consiglio regionale della Puglia ha approvato la legge regionale «Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia»;
con questa legge, già al comma 1 dell'articolo 1, si stabiliscono principi e diritti soggettivi per una platea di persone molto vasta, tra cui, oltre alle famiglie, anche i cosiddetti «nuclei di persone»;
in particolare, il comma 2 dell'articolo 2 prevede che: «la Regione promuove
la tutela e il potenziamento delle risorse di solidarietà della famiglia, attraverso il sostegno alla formazione di nuove famiglie, attraverso la valorizzazione dell'associazionismo familiare, attraverso l'integrazione tra strutture pubbliche, strutture di privato sociale e reti parentali»;
il comma 2 dell'articolo 27 prevede che: «Il sistema integrato dei servizi destinati alla famiglia, diversi da quelli individuati al comma 2 dell'articolo 22, sono estesi ai nuclei di persone legate, così come previsto all'articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente), da vincoli di parentela, affinità, adozione, tutela e da altri vincoli solidaristici, purché aventi una coabitazione abituale e continuativa e dimora nello stesso comune. Salvo che per le persone legate da parentela o affinità, per coabitazione abituale e continuativa s'intende quella tra due o più persone che perduri da almeno due anni»;
con l'approvazione di questa legge sono state compiute due scelte, una tecnica, l'altra ideologica: tecnica perché la regione Puglia, stabilendo nuovi diritti soggettivi e aumentando la platea dei destinatari, di fatto è ora obbligata a garantire quei diritti e la legge in oggetto non ha sufficiente copertura finanziaria; ideologica perché questa legge estende i diritti già tutelati dalle leggi nazionali e regionali precedenti anche ai nuclei solidaristici, quindi non solo a coppie di fatto, ma anche a unioni omosessuali;
si apprende da notizie di stampa (Il Corriere della Sera, la Repubblica, La Gazzetta del Mezzogiorno del 9 settembre 2006) che nel corso della riunione del Consiglio dei ministri dell'8 settembre 2006, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ha proposto di impugnare la legge pugliese, affermando, come si legge a pagina 23 de la Repubblica del 9 settembre 2006, che «la parte sui vincoli solidaristici ha delle difformità sia rispetto alla Costituzione che alle leggi nazionali. In pratica quella definizione "vincoli solidaristici" definita "troppo larga" potrebbe ampliare così tanto il numero dei beneficiari dei nuovi servizi da creare seri problemi di bilancio»;
si apprende sempre dalla stampa che la proposta del Ministro Lanzillotta ha acceso un vero e proprio scontro nel Governo, con i Ministri Pecoraro Scanio, Bindi, Pollastrini e Ferrero contro la proposta della Lanzillotta e il Vicepresidente Rutelli a favore, quindi contro la legge;
sempre in base a quanto riportato dalla stampa, grazie alla mediazione del Presidente del Consiglio dei ministri, il Governo avrebbe deciso di non mettere ai voti la proposta del Ministro Lanzillotta e, quindi, di «salvare» la legge pugliese -:
se non ci siano motivazioni di «colore politico» dietro la leggerezza con cui si è ritenuto di non mettere neanche ai voti la proposta del Ministro Lanzillotta, che sollevava dubbi etici e di costituzionalità sulla legge pugliese;
se non ritenga quantomeno inopportuno che su temi etici quale quello del riconoscimento delle coppie di fatto (quindi dei pacs) si apra una sorta di mercanteggiamento tra Ministri, senza tuttavia approfondire le questioni di costituzionalità e copertura finanziaria;
se non ritenga di aver «forzato la mano» e di essersi assunto una grande responsabilità, evitando di mettere ai voti la proposta del Ministro Lanzillotta;
se il Governo abbia assunto la decisione di non impugnare la legge pugliese in seguito ad una corretta e scrupolosa verifica della sua compatibilità con la Costituzione e con le leggi nazionali e, se sì, quale sia stato l'esito di tale verifica;
se il Governo abbia assunto la decisione di non impugnare la legge pugliese dopo aver verificato l'effettiva copertura finanziaria rispetto alla platea di diritti soggettivi stabiliti dalla legge stessa;
se non ritenga che, piuttosto, in Consiglio dei ministri la legge pugliese sia stata «utilizzata» come banco di prova della tenuta politica della maggioranza, propedeutico alla prossima discussione e approvazione di una legge nazionale che riconosca i pacs.
(2-00158) «Fitto, Leone, Bruno, Carlucci, Di Cagno Abbrescia, Franzoso, Lazzari, Licastro Scardino, Mazzaracchio, Sanza, Vitali».
(3 ottobre 2006)