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Allegato B
Seduta n. 50 del 10/10/2006
TESTO AGGIORNATO AL 12 OTTOBRE 2006
...
DIFESA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:
ZACCHERA, ASCIERTO e GAMBA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
si fa sempre più difficile la situazione in Afghanistan e che le risorse economiche destinate per la missione italiana sono obiettivamente ristrette ed anche condizionate da interventi per altre missioni di pace -:
se si ritengano sufficienti i fondi oggi destinati alle diverse iniziative italiane in Afghanistan al fine di dare sicurezza al personale impegnato nel caso di potenziali attacchi da diversa provenienza.
(5-00288)
BRICOLO e CAPARINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la Lombardia vanta una gloriosa tradizione di adesione e fattiva partecipazione al corpo militare degli alpini il cui sacrificio e spirito di abnegazione è universalmente riconosciuto e attestato dal Labaro Nazionale sul quale sono appuntate 211 Medaglie d'Oro;
la prima fase di reclutamento dei volontari ha ridotto la partecipazione delle popolazioni locali residenti nell'arco alpino storicamente fonte principale del reclutamento di leva. È da cogliere l'opportunità di mantenere la presenza di truppe alpine nelle località che tradizionalmente le hanno ospitate e dove in passato hanno operato sin dalla prima guerra mondiale. È necessario mantenere il forte legame identitario che le contraddistingue e per assecondare le esigenze di addestramento che solo questi territori possono garantire;
negli ultimi anni, nonostante l'attaccamento mostrato a questo corpo, la Lombardia è stata privata delle maggiori rappresentanze militari che operavano sul territorio;
il 10 marzo 2000 il consiglio regionale della Lombardia ha approvato un ordine del giorno poi il 29 maggio 2000 trasformato in mozione che impegna la Regione ad individuare un'area per l'insediamento di una caserma degli Alpini;
il 19 febbraio 2001 il Presidente della regione Lombardia Formigoni convoca una riunione con i presidenti delle province Brescia e Bergamo, i sindaci dei comuni capoluogo di Brescia e Bergamo, i consiglieri regionali e il Presidente Associazione Nazionale Alpini Pedrazzini per redigere un protocollo per la definizione delle modalità operative dell'iniziativa, i requisiti e le caratteristiche tecniche che l'infrastruttura dovrà avere al fine di valutare le candidature sul piano della fattibilità;
il 28 marzo 2001 il Tenente Generale Giulian Ferrari inoltra il documento con le caratteristiche tecniche e i parametri di riferimento dell'infrastruttura;
il 9 maggio 2001 il protocollo d'intesa predisposto dal Generale Silverio Vecchio firmato dal presidente della regione Lombardia Formigoni e dal presidente A.N.A. Parazzini è trasmesso ai sindaci di Brescia e Bergamo oltre che ai presidenti dei relativi consigli provinciali. La scelta di queste due province è condivisa dall'A.N.A. in quanto tradizionalmente aree di maggior reclutamento alpino della regione Lombardia;
l'11 giugno 2001 il Presidente della regione Lombardia Formigoni scrive ai presidenti delle province di Brescia e Bergamo e ai rispettivi sindaci dei capoluoghi sollecitando l'individuazione dei possibili siti per l'insediamento dell'infrastruttura militare;
il 6 maggio 2002 il Presidente Nazionale e il Vice Presidente Vicario dell'A.N.A. incontrano il Ministro della difesa Martino formalizzando la richiesta di istituzione di un reparto Alpino in Lombardia;
nel maggio 2002 in occasione della sfilata nazionale del corpo degli alpini tenutasi a Catania il Ministro della difesa e il presidente dell'A.N.A. concordano la disponibilità dello Stato Maggiore Esercito di studiare la fattibilità per la realizzazione di una caserma per un reparto Alpino;
il 17 maggio 2002 viene inviata al Vice Capo di Gabinetto del Ministro della difesa Brig. Gen. Biagio Abrate la documentazione illustrativa delle modalità per la collaborazione tra lo Stato Maggiore Esercito e A.N.A.;
il 28 maggio 2002 l'A.N.A. certifica la formale richiesta scritta al Ministero della difesa;
il 3 luglio 2002 il Ministro della difesa comunica all'A.N.A. di aver inoltrato allo Stato Maggiore della difesa la richiesta per il motivato parere tecnico;
la proposta operativa della regione Lombardia è quella dell'istituzione di un tavolo con i presidenti delle province Brescia e Bergamo, i sindaci dei comuni capoluogo Brescia e Bergamo, i responsabili dell'A.N.A. e una rappresentanza del Ministero della difesa per la stesura di un accordo ex articolo 15 della legge n. 241 del 1990 che coinvolga i soggetti interessati con il finanziamento della regione Lombardia tramite i fondi della legge sulla montagna e un DOCUP apposito per le aree depresse qualora il comune interessato rientrasse in tali ambiti agevolativi;
le aree individuate sono in grado di offrire i necessari spazi per le esercitazioni e, in base alle specifiche richieste dal Ministero della difesa, consentirebbe la realizzazione di una cittadella militare con i requisiti dei moderni reparti operativi. La collocazione in prossimità delle grandi vie di comunicazione (stradali e ferroviarie) includerebbe non solo il corpo della caserma, ma anche gli edifici amministrativi e le aree di addestramento e di supporto per la protezione civile;
il 7 settembre 2004 il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno 9/4233/14 Caparini, Olivieri che lo impegna ad integrare le dotazioni organiche
delle unità dipendenti dal Comando delle truppe alpine assegnandovi in priorità i giovani volontari provenienti dalle zone tipiche di reclutamento alpino;
il 27 febbraio 2005 durante l'assemblea provinciale dell'Associazione Nazionale Alpini è stata data la notizia della decisione del capo di stato maggiore dell'esercito che un reparto di Alpini sarà attivato in Lombardia, con sedi a Bergamo e a Brescia. Inoltre è stata comunicata che una delegazione dello stato maggiore dell'Esercito verificherà con il sindaco Roberto Bruni e il presidente della Provincia Valerio Bettoni, la possibile individuazione di una caserma a Bergamo come sede per il reparto;
il reperimento di un'infrastruttura militare, anche in considerazione della consistente disponibilità di aree ed immobili demaniali presenti sul territorio lombardo, non solo consentirebbe l'utilizzo ed il ripristino di edifici che attualmente giacciono in un deprecabile stato di abbandono, ma costituirebbe il giusto e meritato riconoscimento alla dedizione che da sempre gli Alpini hanno nutrito verso il nostro Paese attestata da unanimi apprezzamenti per la generosità e la professionalità testimoniate in tutto il mondo -:
quali atti intenda adottare per dare rapida attuazione all'istituzione dell'infrastruttura militare autorizzando lo Stato Maggiore Esercito interessati ad operare di intesa con gli Enti locali competenti e l'A.N.A.
(5-00289)
COSSIGA, VALENTINI e CICU. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
le Forze Armate degli Stati Uniti d'America hanno formalizzato, ai primi di settembre, un contratto per la fornitura urgente di circa 4.000 apparati elettronici, in grado di interdire l'attivazione a distanza degli ordigni improvvisati, così frequentemente impiegati dai terroristi in Iraq ed Afghanistan;
la società assegnataria del contratto è una controllata di Selex Communications, un'azienda Finmeccanica -:
cosa abbia sin qui impedito alle Forze Armate italiane di dotarsi di simili dispositivi, prodotti come detto da un'azienda sotto controllo Finmeccanica, indispensabili per assicurare adeguata protezione ai reparti impiegati in Afghanistan.
(5-00290)
RAO, ZELLER, BRUGGER e WIDMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 33 decreto del Presidente della Repubblica n. 574 del 1988 nel reclutamento del personale statale non soggetto alla cosiddetta proporzionale vigente nella provincia autonoma di Bolzano, e quindi anche di quello dell'Arma dei carabinieri, deve essere riservata, in base al fabbisogno del personale occorrente per l'espletamento dei compiti, una aliquota di posti per candidati che abbiano adeguata conoscenza della lingua italiana e di quella tedesca da certificare con il cosiddetto patentino di cui all'articolo 4 decreto del Presidente della Repubblica n. 752 del 1976;
l'articolo 4 decreto del Presidente della Repubblica n. 752 del 1976 prevede 4 tipi di attestato riferiti al titolo di studio prescritti per l'accesso ai predetti corpi nelle varie qualifiche funzionali: A) diploma di laurea; B) diploma di istruzione secondaria di secondo grado (maturità); C) diploma di istituto di istruzione secondaria di primo grado (terza media); D) licenza di scuola elementare -:
quanti appartenenti dell'Arma dei carabinieri, attualmente in servizio nella provincia di Bolzano, siano in possesso del patentino di bilinguismo, se il patentino posseduto corrisponda al titolo di studio prescritto per l'accesso alla relativa funzione, con indicazione della percentuale rapportata al totale della relativa categoria e dei partecipanti ai concorsi riservati per i bilingui di cui all'articolo 33 decreto del
Presidente della Repubblica n. 574 del 1988 dichiarati idonei negli ultimi tre anni.
(5-00291)
Interrogazioni a risposta scritta:
SATTA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la categoria dei docenti civili di materie non militari delle Scuole Sottoufficiali della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena è legata all'Amministrazione della Difesa, senza soluzione di continuità, da tantissimi anni, per mezzo di convenzioni, previste dai Decreti Ministeriali 20 dicembre 1971 e 3 gennaio 1995 n. 165 emanati dal Ministero della Difesa;
nonostante i tantissimi anni di servizio alle dipendenze della suddetta Amministrazione (per alcuni anche più di 30 anni), gli insegnanti in questione hanno sempre vissuto in uno stato di precarietà storica che non trova eguali in nessun'altra categoria di dipendenti dello Stato. A questa condizione di incertezza del lavoro si è aggiunto il disagio economico, derivante dal fatto che gli stessi non hanno maturato alcuna anzianità di servizio, per cui sono sempre stati retribuiti con quanto previsto per gli insegnanti della Pubblica Istruzione di prima nomina;
con il recepimento da parte del Governo della direttiva europea sul lavoro a tempo determinato (1998/70/CEE), si è sperato in una possibilità di conversione delle convenzioni a termine in rapporti a tempo indeterminato, cosa che non si è verificata, per cui la tanto attesa stabilizzazione del rapporto di lavoro è rimasta una mera illusione. Inoltre, l'Amministrazione ha assunto la decisione, per far fronte alle nuove e mutate esigenze didattiche, di affidare gli incarichi di insegnamento a docenti appartenenti a scuole private, che, attraverso gare di appalto, si sono aggiudicate la possibilità di svolgere attività di insegnamento all'interno degli Istituti militari;
lo scorso anno, i rispettivi comandanti delle Scuole Sottoufficiali di Taranto e La Maddalena hanno comunicato che, a causa della riduzione degli stanziamenti, ad un numero cospicuo di insegnanti (15 su 39 a Taranto e 5 su 17 a La Maddalena) non sarebbe stata rinnovata la convenzione, per cui avrebbero perso il posto di lavoro. Gli insegnanti hanno intrapreso, quindi, alcune iniziative, volte ad evitare il licenziamento, ma con conseguente riduzione delle retribuzioni pari ad un terzo dello stipendio, poiché le convenzioni sono state rinnovate per tutti ma a 12 ore, contro le normali 18 ore di lezione settimanali. Attualmente essi percepiscono uno stipendio che si aggira intorno a 800 euro che, come si può ben capire, sono assolutamente insufficienti a provvedere al fabbisogno di qualsiasi famiglia. Il disagio in cui vivono detti insegnanti è gravissimo, sia per quanto attiene la sfera della dignità personale e professionale, sia per quanto attiene la sfera puramente economica;
a La Maddalena, il comandante ha preso immediatamente in esame la possibilità di distribuire i carichi didattici in maniera equa tra gli incaricati, attivando la Direzione degli Studi;
a Taranto, grazie all'iniziativa congiunta degli insegnanti e di alcune organizzazioni sindacali, il 5 gennaio 2006 si è giunti alla stipula di un accordo con i rappresentanti dell'Ente Difesa, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e dal comandante delle Scuole Sottoufficiali di Taranto, in cui, in via del tutto temporanea, si procedeva al rinnovo delle convenzioni a tutti i docenti alle condizioni su indicate (12 ore settimanali);
la scorsa legislatura, per sanare tale situazione di precariato pluriennale, è stata approvata la legge n. 79 del 20 febbraio 2006, che prevede l'immissione negli organici del personale civile della difesa di detti insegnanti -:
se il Ministro interrogato intenda attivarsi, affinché sia promosso un intervento presso lo Stato Maggiore della Marina Militare, volto al ripristino delle 18 ore
settimanali e se ritenga urgente intervenire, al fine di risolvere definitivamente il problema della precarietà che colpisce i docenti civili di materie non miliari delle Scuole Sottoufficiali della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena.
(4-01223)
ASCIERTO e MARTINELLI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
attualmente vengono incorporati 99.000 allievi V.F.P.1 (volontari in ferma prefissata a un anno) sul territorio nazionale suddivisi in 6 blocchi;
i centri vestizione dove vengono attualmente accolti ed addestrati (si fermano 7 settimane prima di essere trasferiti ai reparti operativi) sono: 1o Rgt. «S. Giusto» a Trieste; 85o Rgt. «Verona» a Montorio Veronese; 78o Rgt. «Lupi di Toscana» a Firenze; 57o Rgt. «Abruzzi» a Sulmona; 123o Rgt. «Chieti» a Chieti; 91o Rgt. «Lucania» a Potenza; 80o Rgt. «Roma» a Cassino; 231o Rgt. «Piceno» a Ascoli Piceno (inc. femminile); 47o Rgt. «Ferrara» e 17o Rgt. «Acqui» a Capua;
in passatoesisteva, una programmazione sulla eventuale soppressione o trasformazione di un reggimento (Rgt) e la si conosceva con un certo anticipo di tempo (almeno un anno prima);
attualmente il 5o blocco/2006 (che sarà incorporato il prossimo 18 e 23 ottobre) non prevede, improvvisamente, l'afflusso di allievi presso il Rgt. di Firenze (78o Rgt. «Lupi di Toscana») reparto fiore all'occhiello per le operazioni di vestizione che si distingue per la velocità ed efficienza incorporando e vestendo in soli due giorni 350-400 allievi -:
come mai con un preavviso di soli dieci giorni si decida di non alimentare più un Reggimento così efficiente sebbene solo qualche settimana prima fosse stato garantito l'afflusso per il 2007 di 400 allievi a blocco;
quale sia l'orientamento del Governo in merito ai Centri di reclutamento ed addestramento degli allievi V.F.P.1;
se corrisponda al vero l'esistenza di una volontà di concentrare tutti gli incorpori in un solo centro e nella fattispecie in quello di Capua.
(4-01226)
EVANGELISTI. - Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
oltre 10.000 militari italiani e appartenenti ai corpi militarmente ordinati, dal 1969 ad oggi, morti o gravemente infortunati in servizio non hanno ricevuto gli indennizzi previsti dalla legge n. 280 del 1991 (che modificò la legge n. 308 del 1981) a causa di una virgola presente nel testo della legge approvato dal Parlamento e sparita nel nulla in quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L'errore fatale e incredibile ha così tagliato fuori dalle categorie dei beneficiari delle norme quella dei volontari e di carriera, ossia tutto il personale non «di leva»;
mentre nell'articolo 1 della legge approvata dalle Camere tra i destinatari degli indennizzi viene menzionata la categoria degli «allievi delle scuole e collegi militari», separata con una virgola dalla categoria dei «volontari o trattenuti», nel testo della Gazzetta Ufficiale del 29 agosto 1991 la virgola è stata omessa, creando, per così dire, una sorta di categoria unica (anche se priva di senso reale) comprendente «gli allievi delle scuole e collegi militari volontari o trattenuti». È così stata eliminata, tra quelle dei beneficiari, la categoria «volontari o trattenuti». Di conseguenza gli indennizzi verrebbero a spettare solo al personale della categoria di leva, che non esiste più;
tenendo conto di quanto è deducibile dalla statistiche, solo per quanto riguarda
il personale delle forze armate, è da ritenersi che dal 1969 ad oggi il numero di infortuni gravi, compresi quelli che hanno portato a decessi, tra il personale volontario di carriera, sia nell'ordine delle 10.000 unità, in questa categoria vi sono anche quei ragazzi possibilmente contaminati da uranio impoverito, anche loro ingiustamente privati dei risarcimenti;
dell'errore ha avuto occasione di accorgersi solo recentemente l'Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti attraverso la rilettura degli atti parlamentari e dopo anni di ostinate battaglie con il Ministero della Difesa che ha sempre negato gli indennizzi al personale infortunato o deceduto in servizio permanente in barba ad una precisazione del Consiglio di Stato del 1993 che stabiliva come aventi diritto oltre ai militari di leva anche quelli in servizio permanente dopo un caso sollevato da un vigile del fuoco;
peraltro, oltre alla virgola mancante, in tutti questi anni è stato ignorato anche il titolo della legge che è abbastanza esplicito: «Modifiche ed integrazione alle legge 3 giugno 1981, n. 308 recante norme in favore dei militari di leva e di carriera appartenenti alla forze armate, ai corpi armati ed ai corpi militarmente ordinati, infortunati o caduti durante il periodo di servizio e dei loro superstiti»;
alla questione è altresì interessato oltre al personale delle Forze Armate, anche quello della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale -:
se non ritenga necessario che venga corretto l'errore della Gazzetta Ufficiale del 29 agosto 1991;
se non ritenga opportuno erogare gli indennizzi, oggetto di precedenti inchieste, negati dal Ministero della Difesa, rettificando le risposte fornite e disponendo un elenco di coloro che durante il servizio hanno subito gravi infortuni.
(4-01229)