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Allegato B
Seduta n. 51 dell'11/10/2006
...
ECONOMIA E FINANZE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
da quanto si evince dal quotidiano Il Mattino del 28 settembre 2006, sembrerebbe che sia intenzione del Governo prevedere la soppressione delle Direzioni Provinciali dei Servizi Vari e delle Ragionerie Provinciali dello Stato, con attribuzione delle relative funzioni e del personale ad uffici di livello regionale o interregionale;
da quanto si evince dall'articolo, pare che sia stato redatto un documento da parte di lavoratori appartenenti ad Uil, Cgil, Cisl e RDB/CUB, nel quale si evidenzia «... che la riorganizzazione prospettata pregiudica anche, in maniera irreparabile, i diritti e le esigenze degli utenti e delle amministrazioni destinatarie delle funzioni e dei servizi erogati dalle strutture provinciali, impedendo di fatto il loro rapporto diretto con gli uffici presenti sul territorio, in violazione dei principi costituzionali della sussidiarietà e del decentramento amministrativo...»;
le Ragionerie provinciali dello Stato costituiscono il terminale della rete di rapporti della Ragioneria Generale dello Stato con le amministrazioni statali periferiche;
da quanto testualmente affermato nell'articolo pubblicato sul Quotidiano della Calabria in data 21 settembre 2006, pare che con tale operazione «si tornerebbe al tanto deprecato accentramento di funzioni, caratteristico di un Governo centralizzato, con una pubblica amministrazione sempre più lontana dai cittadini» -:
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, quale sia la motivazione politica che spinge il Ministero dell'Economia e delle Finanze a sopprimere le Direzioni Provinciali dei Servizi Vari e delle Ragionerie Provinciali dello Stato;
se non ritenga opportuno modificare la propria decisione di sopprimere le Direzioni Provinciali dei Servizi Vari e delle Ragionerie Provinciali dello Stato.
(2-00176) «Murgia».
Interrogazione a risposta in Commissione:
TOLOTTI e FINCATO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 28 agosto 2006 sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee i bandi di gara relativi alle nuove procedure di selezione per l'affidamento in concessione dell'esercizio dei giuochi pubblici di cui all'articolo 38, commi 2 e 4 del decreto-legge 4 luglio 2006, n.223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248;
le predette procedure di selezione intervengono radicalmente nel settore dei giochi pubblici, sostituendo l'attuale consolidato modello di distribuzione delle reti di vendita con un sistema del tutto nuovo di offerta al pubblico dei prodotti gioco;
esse sembrano trovare la loro base giuridica unicamente nei commi 2 e 4 dell'articolo 38, in aperto contrasto - secondo gli interroganti - con quanto previsto dal comma 1 del medesimo articolo 38 che dispone innanzitutto l'emanazione entro il 31 dicembre 2006 di regolamenti generali di riordino dell'intera materia, quindi l'adozione di provvedimenti amministrativi a firma del direttore generale dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) coerenti con i criteri predeterminati dalla legge e solo in ultimo le caratteristiche dei punti vendita evidentemente propedeutiche all'approvazione e pubblicazione dei bandi di gara per la selezione degli operatori interessati alla gestione del giuochi pubblici;
tali provvedimenti, preordinati al riordino dell'intera materia, avrebbero dovuto, per espressa previsione legislativa, definire altresì modalità, di salvaguardia al fine di evitare ingiustificate penalizzazioni a danno di tutte le migliaia di operatori che hanno, nel corso di svariati decenni, contribuito alla formazione ed alla crescita costante dell'odierno mercato del gioco legale, sostenendo i costi e gli investimenti richiesti dalle stesse istituzioni nazionali in antitesi a quanti sia dall'Italia che dall'estero hanno praticato il gioco illegale;
l'avvio delle procedure di selezione in assenza dei citati provvedimenti assume secondo gli interroganti aspetti di gravità nei riguardi dell'intero mercato, in notevole crescita negli ultimi anni, con evidenti e concreti rischi di conseguenze negative sul piano della raccolta futura del gioco e danni conseguenti all'attività delle migliaia di aziende impegnate nel settore, con immaginabili ripercussioni anche sul piano dell'occupazione -:
se siano stati attentamente valutati gli effetti e le possibili conseguenze di una tale e profonda revisione del mercato dei giuochi pubblici, che stravolge un modello di offerta al pubblico consolidato e collaudato nel tempo, sostituendolo con uno del tutto nuovo;
se siano state prese in considerazione eventuali ipotesi di contrazione del gettito erariale derivante da possibili inefficienze, carenze o sovrapposizioni della nuova rete di distribuzione dei prodotti di gioco;
se non si ritenga necessario garantire il pieno rispetto delle previsioni legislative contenute nell'articolo 38 del decreto-legge n. 223/2006, al fine di assicurare l'effettiva salvaguardia dell'attività degli operatori in essere, tra cui le svariate migliaia di piccole e medie aziende rappresentate dai ricevitori italiani, che da decenni contribuiscono alla distribuzione dei gioco legale in Italia e che corrono il serio rischio di essere cancellate dal mercato;
se ai fini di quanto sopra, non si ritenga che il provvedimento della AAMS debba precisare che i bandi di gara già pubblicati riguardano esclusivamente la nuova rete aggiuntiva per la raccolta delle scommesse ippiche e sportive, e che tale nuova rete sia da intendersi come aggiuntiva e non sostitutiva di quella già esistente;
se non si ritenga pertanto opportuna una modifica dei termini del bando di
gara, al fine di consentire la preventiva adozione dei citati regolamenti.
(5-00295)
Interrogazione a risposta scritta:
MURGIA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
tra le tante attività finanziate da Sviluppo Italia è di particolare interesse quella relativa al settore della bonifica dei siti inquinati, con particolare riferimento a quelli di «interesse nazionale», ovvero a quelli la cui competenza cade in mani di Pubbliche Amministrazioni;
tra i siti definiti di «interesse nazionale» vi è quello di un ex insediamento industriale denominato SMEB, ubicato nella città di Messina in Sicilia dove Sviluppo Italia Aree Produttive ha sostanziato un accordo in convenzione con l'allora Commissario Delegato all'Emergenza rifiuti e la tutela delle Acque della Regione Sicilia, oggi Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque, alfine della gestione delle bonifiche della Regione Sicilia;
in data 24 marzo 2005 Sviluppo Italia ha indetto un bando di gara europeo del valore di 4.579.605.00 oltre Iva per bonificare il sito SMEB di Messina;
nel successivo mese di giugno 2005 è risultata vincitrice del predetto bando la società TESECO SpA di Pisa;
all'atto della presentazione dell'offerta, dopo aver superato la fase di prequalifica espletata nel mese di aprile dello stesso 2005, la società Teseco SpA ho fornito alcuni requisiti tecnici ed economici che sono stati valutati idonei da Sviluppo Italia. Tra tali requisiti vi era quello della disponibilità di più impianti di trattamento con specifica accettazione alla ricezione dei rifiuti presenti nell'Area Smeb;
sembrerebbe che i soggetti, pubblici e privati, (agenzia regionale per i rifiuti e le acque, sviluppo Italia aree produttive e Teseco SpA) intervenuti in questa operazione di bonifica dell'area SMEB di Messina, abbiano recentemente raggiunto un accordo per il rifinanziamento per circa 10.000.000,00 per la bonifica dell'area Smeb. Il suddetto rifinanziamento sembrerebbe dovuto alla impossibilità di un impianto siciliano a ricevere i predetti rifiuti presenti nell'ex insediamento industriale da bonificare e che tali rifiuti oggi debbano essere destinati all'estero e precisamente in Danimarca con un costo di trasporto e smaltimento pari a circa il triplo di quanto previsto dal bando di gara europeo del 24 marzo 2005 prima richiamato -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare con particolare riferimento alla possibilità di smaltire i rifiuti provenienti dal sito SMEB di Messina in impianti ubicati in Italia affinché sia evitato l'evidente spreco di denaro pubblico che pare sia in atto.
(4-01245)