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Allegato B
Seduta n. 51 dell'11/10/2006
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
nel testo originario della Legge Finanziaria2007 all'articolo 200, secondo comma (interventi di solidarietà sociale) era previsto lo stanziamento di un contributo di euro 250.000 per ciascuno degli anni 2007-2008 a favore della Fondazione «Istituto per il Lavoro» istituita con legge della Regione Emilia Romagna 6 aprile 1998, n. 10, da erogarsi da parte del Ministero della Solidarietà Sociale;
il Comitato Scientifico della Fondazione è stato nominato, come prevede lo Statuto, dalla Regione Emilia-Romagna;
la Regione Emilia-Romagna ha ridotto progressivamente il suo contributo annuale all'Istituto da euro 516.000 nel 2002 ad euro 464.000 nel 2003-2005 e ad euro 344.000 nel 2005;
il Consigliere regionale Ubaldo Salomoni ha definito l'Istituto «un eccezionale mangiasoldi», che non produce niente o
pochissimo e la cui attività si sovrappone a quella di numerosi altri soggetti che fanno fondamentalmente la stessa cosa;
è stata costituita a Modena la Fondazione Universitaria Marco Biagi ai sensi dell'articolo 59, comma III della legge 23 dicembre 2000, n. 388 e del Regolamento approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 2001, n. 254;
tale Fondazione è un centro di eccellenza a livello europeo, che opera in coerenza con gli obiettivi della programmazione universitaria -:
se il Governo non intenda rinunciare ad un incomprensibile contributo sotto forma di solidarietà sociale all'Istituto per il Lavoro della Regione Emilia-Romagna e non ritenga di proporre l'utilizzazione degli stessi fondi a favore della Fondazione Marco Biagi.
(2-00178) «Giovanardi».
Interrogazioni a risposta scritta:
FRANCO RUSSO, DE SIMONE e ROCCHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
da alcuni giorni tre esponenti dei Cobas Scuola stanno facendo uno sciopero della fame davanti al ministero della pubblica istruzione per rivendicare il diritto di indire assemblee nelle scuole in orario di lavoro, con la possibilità per i lavoratori e lavoratrici interessati/e di potervi partecipare nell'ambito del monte ore a tal fine stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto;
la normativa attualmente vigente riconosce tale diritto, di cui a giudizio degli interroganti sono titolari i lavoratori e le lavoratrici, in via esclusiva alla rappresentanza sindacale unitaria e alle organizzazioni sindacali considerate maggiormente rappresentative;
la stessa normativa, frutto del recepimento legislativo di un accordo con le organizzazioni sindacali cui era già riconosciuto il requisito della rappresentatività, presenta evidenti e gravi limiti democratici laddove si consideri che lo stesso diritto attribuito alle organizzazioni sindacali, di cui non si contesta la legittimità, non viene riconosciuto, per esempio, alla totalità dei dipendenti di una scuola che decidessero di esercitarlo, non essendo neanche previsto un meccanismo di sfiducia nei confronti della RSU;
a giudizio degli interroganti, la situazione assume contorni paradossali dal momento che alle organizzazioni sindacali cosiddette non rappresentative è impedito anche di indire assemblee nella fase di preparazione delle elezioni della RSU, come è accaduto nelle due tornate elettorali precedenti, i cui risultati sono determinanti proprio per la misura della rappresentatività;
la civile protesta dei rappresentanti dei Cobas Scuola merita tutta l'attenzione di quanti hanno a cuore il rispetto autentico dei principi di democrazia posti a fondamento della nostra Carta Costituzionale -:
quali iniziative intendano assumere per far sì che l'esercizio dei diritti sindacali sia garantito, senza preclusione alcuna, a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici così come alle loro organizzazioni;
quali iniziative intendano assumere per fare in modo, nell'immediato, che tutte le organizzazioni sindacali che partecipano con propri candidati/e alle imminenti elezioni delle RSU possano godere di parità di condizioni nello svolgimento della campagna elettorale, senza le quali la costituzione della rappresentanza e la misura della rappresentatività risulterebbero irrimediabilmente inficiate da procedure non democratiche.
(4-01239)
MARAN. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in un articolo apparso sul numero 40-41 del settimanale economico Il Mondo
con il titolo «Tps dà l'ok a Fincantieri in Borsa», si sostiene che «per la quotazione di Fincantieri a Piazza Affari è cominciato il conto alla rovescia»;
secondo quanto risulta a Il Mondo, «il ministero dell'economia, che controlla la società guidata dall'amministratore delegato Giuseppe Bono, ha fatto partire le procedure che dovrebbero portare all'ipo entro il prossimo mese di giugno»;
stando al settimanale «la privatizzazione dovrebbe avvenire in parte con la vendita di azioni proprie, in parte sotto forma di aumento di capitale» e «permetterebbe così di assicurare entrate fresche al Tesoro (che detiene il 98,8 per cento di Fincantieri attraverso Fintecna, il residuo 1,2 per cento è in portafoglio a Citybank) e, nel contempo, di irrobustire i polmoni finanziari della società»;
le segreterie nazionali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uim, hanno rivolto il 22 giugno scorso una richiesta di incontro urgente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - senza ricevere finora alcuna risposta - per conoscere gli orientamenti e le decisioni del Governo in merito al progetto di privatizzazione in Borsa di Fincantieri Cantieri navali italiani S.p.A. -:
se le notizie riportate dal settimanale economico Il Mondo corrispondano al vero;
quali siano gli orientamenti e le decisioni del Governo in merito al progetto di privatizzazione in Borsa di Fincantieri Cantieri navali italiani S.p.A.
(4-01240)
PILI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per lo sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel luglio 2003 la Regione Sardegna firmò con l'allora Governo Berlusconi un accordo di programma quadro propedeutico alla stipula di contratti di programma con le aziende destinate ad insediarsi nelle zone industriali di Ottana, Porto Torres (Sassari) e Macchiareddu (Cagliari) che aveva stanziato complessivamente oltre 300 milioni di euro per la reindustrializzazione della Sardegna a seguito della grave crisi che ha colpito il comparto chimico sardo;
l'attuale Governo ha proposto la revocaditali contratti di programma, sottraendo ingenti risorse che il Cipe aveva già destinato per la Sardegna centrale, con la deprecabile conseguenza di bloccare il processo di reindustrializzazione avviato con l'accordo di programma per la chimica;
a causa dell'intendimento del Governo verrebbero cancellati tutti quei contributi destinati a finanziare cinque imprese dell'area industriale di Ottana, in tutto 18 milioni di euro già deliberati dal Cipe per la reindustrializzazione della Sardegna centrale; e conseguentemente le stesse risorse finanziarie relative ai siti di Porto Torres e Macchiareddu;
ciò costituisce una vera e propria umiliazione di dure lotte dei lavoratori sardi con particolare riferimento a quelli di Ottana, e mette in ginocchio le attese di centinaia di lavoratori che da quelle iniziative aspettavano una risposta occupazionale dopo tanti licenziamenti e fallimenti;
la revoca dei contratti di programma della Sardegna centrale già approvati comporterà, cosi come preannunciato, la perdita di ingenti risorse e con la riduzione delle agevolazioni potrebbe provocare il definitivo abbandono di quelle aziende che avevano già deciso di insediarsi nelle zone industriali oggetto dell'intervento dell'accordo Stato-Regione del 2003;
il Governo si sta muovendo non tenendo in alcun conto la concertazione e l'accordo raggiunto con tutte le parti sociali del nuorese e dell'intera Sardegna;
se tale intendimento del Governo, di cancellare tutti i contratti approvati dal Cipe, dovesse essere messo in atto risulterebbe
un attacco al sud senza precedenti considerato che sarebbero oltre 26 i contratti revocati -:
quali siano le ragioni che hanno spinto il Governo ad adottare un provvediemento tanto lesivo per lo sviluppo industriale della Sardegna centrale;
se il Governo non ritenga opportuno un immediato ripensamento di tale intenzione fortemente lesiva degli interessi del sud Italia e della Sardegna in particolar modo.
(4-01257)
OSVALDO NAPOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
voci e indiscrezioni reiterate su diversi mezzi di informazione annuncerebbero l'esistenza di un piano volto a favorire una riduzione del numero di agenzie di stampa favorendone l'accorpamento;
le stesse fonti attribuiscono l'iniziativa di questo piano al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria;
lo stesso sottosegretario avrebbe agito per mandare a effetto un piano di semplificazione della pluralità di voci informative;
a giudizio dell'interrogante, l'esistenza di tale piano è da ritenersi gravemente lesiva della libertà di informazione e di stampa;
la diffusione di tali voci, e l'esistenza di un tale piano, in coincidenza di una dura stagione di confronto fra editori e giornalisti, appare all'interrogante come un tentativo improprio di esercitare pressioni indebite e illecite nel libero confronto sindacale;
una presa di posizione netta e limpida sarebbe un atto dovuto nei confronti delle agenzie di stampa, dei giornalisti e di quanti lavorano nel mondo dell'informazione -:
se tale piano sia frutto di un'iniziativa autonoma del sottosegretario medesimo ovvero se ne sia a conoscenza lo stesso Presidente del Consiglio.
(4-01261)