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Allegato B
Seduta n. 52 del 12/10/2006
TESTO AGGIORNATO AL 17 OTTOBRE 2006
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
COSTA e TREPICCIONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la Società ATEL Energia S.r.l. in nome e per conto di «Atel centrale elettrica Magliano Alpi» (ACEMA S.r.l.) in data 18 dicembre 2002 depositava presso il comune di Magliano Alpi e gli altri enti preposti copia di un progetto per la costruzione di una centrale termoelettrica a gas naturale a ciclo combinato della potenza di 1.100 MWe da realizzare in località Beinale del comune di Magliano Alpi;
in data 7 febbraio 2003 veniva indetta la conferenza dei servizi nel corso della quale di fronte alle perplessità emerse in merito alla approvazione, la società proponente chiedeva la sospensione del procedimento. In data 13 gennaio 2004 la stessa ditta depositava presso il comune di Magliano Alpi un diverso progetto di centrale termoelettrica a ciclo combinato da 500 MWe;
la popolazione dei territori limitrofi il sito, nei comuni di Magliano Alpi, Trinità, Carrù, S. Albano Stura, Rocca de'Baldi, Bene Vagienna a più riprese manifestava un forte dissenso verso l'opera, promuovendo anche un comitato per la tutela ambientale della località Beinale;
moltissimi consigli comunali della provincia di Cuneo, il consiglio provinciale ed il consiglio regionale del Piemonte, unanimemente, prendevano posizione nettamente contraria rispetto all'opera;
la regione Piemonte esprimeva parere negativo alla domanda di insediamento con delibera n. 8-12420 del maggio 2004 considerando non sussistenti i presupposti per la sostenibilità ambientale del progetto nel contesto individuato;
in data 30 settembre 2004 veniva espresso il parere positivo con prescrizioni dalla commissione VIA del ministero dell'Ambiente e in data 31 maggio 2005 il parere positivo dalla preposta commissione del Ministero per i beni e le attività culturali;
con comunicazione Prot. DSA-206-0017047 del 26 giugno 2006 la direzione generale per la salvaguardia ambientale, divisione III, del Ministero dell'ambiente sollecitava la regione Piemonte - «considerato
il tempo trascorso e gli eventuali nuovi elementi intervenuti che potrebbero aver contribuito a mutare il quadro di riferimento...» - a confermare o meno il parere negativo già espresso con DGR n.8-12420 del 3 maggio 2004;
la regione Piemonte con comunicazione del Settore programmazione e risparmio in materia energetica della direzione tutela e risanamento ambientale prot. n. 9626 nel mese di agosto 2006 ribadiva che «le motivazioni di carattere programmatico correlate al quadro di riferimento relativo alle componenti ed ai fattori ambientali interessati che erano alla base del parere negativo espresso con deliberazione della giunta regionale n. 8-12420 del 3 maggio 2004 sono rimaste immutate» riconfermando il parere negativo preventivamente espresso;
la giunta regionale del Piemonte, nel frattempo, con delibera n. 76-2950 del 22 maggio 2006 approvava la Zona di protezione speciale Altipiano del Beinale, con la quale è definitivamente stata riconosciuta la notevole valenza ambientale del sito di progetto, ricadente nella suddetta ZPS -:
se il Ministro sia a conoscenza della forte opposizione al progetto espressa, sempre unanimemente, dai comuni, dalla provincia di Cuneo, dalla regione Piemonte;
se non ritenga di ricevere i rappresentanti delle Istituzioni locali, delle associazioni di categoria, del comitato per la difesa del Beinale, al fine di verificare l'impatto negativo che una simile opera potrebbe avere sul territorio;
se non ritenga di provvedere ad un immediato rigetto dell'istanza della ditta Atel, in mancanza del quale le popolazioni che abitano sul sito interessato, già compromesso da opere altamente impattanti, non sarebbero definitivamente tranquillizzate.
(5-00305)
Interrogazioni a risposta scritta:
ANGELO PIAZZA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997 e successive modifiche emanato in «Attuazione delle direttive 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio» prevede all'articolo 18 che spetta allo Stato «l'individuazione delle iniziative e delle azioni anche economiche per favorire il riciclaggio ed il recupero di materia prima di rifiuti, nonché per promuovere il mercato dei materiali recuperati dai rifiuti ed il loro impiego da parte della pubblica amministrazione e dei soggetti economici» ed all'articolo 19 comma 4 che «entro il 31 marzo 2002 le regioni, sulla base delle metodologie di calcolo e della definizione di materiale riciclato stabilite da apposito decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con i Ministeri delle attività produttive e della salute, sentito il Ministro per gli affari regionali, adottano le disposizioni occorrenti affinché gli uffici e gli enti pubblici, e le società a prevalente capitale pubblico, anche di gestione dei servizi, coprano il fabbisogno annuale dei manufatti e beni, indicati nel medesimo decreto, con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato non inferiore al 30 per cento del fabbisogno medesimo»;
il decreto ministeriale 8 maggio 2003, n. 203 recante «Norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30 per cento del fabbisogno medesimo» ha individuato quali destinatari delle disposizioni in materia di acquisti di manufatti con materiale riciclato gli uffici ed enti pubblici nonché società a prevalente capitale pubblico;
lo stesso decreto ministeriale 8 maggio 2003, n. 203 all'articolo 7 ha stabilito
che le regioni individuano ed aggiornano l'elenco dei destinatari di competenza delle rispettive aree geografiche, dandone comunicazione all'Osservatorio nazionale dei rifiuti, mentre per quanto riguarda i destinatari di dimensione nazionale l'individuazione è a cura dell'Osservatorio medesimo;
l'Osservatorio nazionale dei rifiuti in attuazione della norma da ultimo richiamata ha indicato le seguenti categorie delle Amministrazioni pubbliche destinatarie del decreto ministeriale n. 203 del 2003: Amministrazione diretta dello Stato. Amministrazione indiretta dello Stato, Enti pubblici autarchici locali ed Organismi di diritto pubblico -:
quali siano i dati relativi all'attuazione delle normative richiamate in premessa, sia per quanto attiene ai compiti degli organi dello Stato dipendenti o vigilati dal Governo, sia per quanto riguarda le attribuzioni affidate alle regioni dal Governo;
quali misure il Governo intenda assumere affinché gli uffici pubblici governativi e le società a prevalente capitale pubblico, partecipate o controllate dall'esecutivo, coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30 per cento del fabbisogno medesimo.
(4-01267)
POTTINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
sono in stato di valutazione due progetti di impianti di rigassificazione da insediare nel Golfo di Trieste;
nonostante l'Italia abbia un'evidente necessità di aumentare la propria indipendenza energetica, e la strada dei rigassificatori è senza dubbio una di quelle percorribili, ciò deve avvenire in contesti idonei, che tengano sempre in prioritaria considerazione la salvaguardia dell'ambiente, della salute, della sicurezza dei cittadini e del turismo e siano compatibili con l'economia locale;
i sopraccitati progetti sono stati presentati da due società spagnole, rispettivamente la Gas Natural e l'Endesa, quest'ultima già proprietaria della centrale elettrica di Monfalcone;
a quanto risulta all'interrogante tra i due progetti in itinere, sembra avanzare più celermente quella di Endesa, il cui presidente si è incontrato di recente con il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, e si è detto poi convinto di ottenere l'autorizzazione del progetto entro nove mesi;
tale ottimismo può essere alimentato dal fatto che i vertici di Friulia, nominati proprio dal presidente Illy, hanno annunciato l'ingresso (con il 10 per cento) della società finanziaria regionale nella società per la realizzazione dell'impianto ed il presidente stesso ha più volte rilasciato dichiarazioni che, limitandosi al mero aspetto economico-finanziario e al generico richiamo al bisogno di energia e senza entrare nel merito, sembravano favorevoli al terminal Endesa;
l'impianto di Endesa, una sorta di ecomostro alto oltre 30 metri e lungo più di 200 metri, dovrebbe sorgere non in posizione defilata ma in mezzo ad un golfo chiuso e stretto, come quello di Trieste, creando un impatto visivo, ambientale e turistico, che è facilmente immaginabile, tanto che, a quanto risulta all'interrogante, persino le popolazioni di Monfalcone, Grado e Duino e di località balneari come Lignano stanno esprimendo tutta la loro preoccupazione ed indignazione e così anche la vicina Slovenia che ha espresso timori per il futuro del suo turismo;
a ciò si aggiungono le preoccupazioni, più che giustificate, legate ai danni che il traffico di navi gasiere in arrivo e in partenza provocherebbe alle attività portuali e, soprattutto, a quel settore della nautica da diporto che è in forte espansione e sta diventando importante realtà economica in Friuli Venezia Giulia;
a giudizio dell'interrogante, tale situazione denota una posizione contraddittoria della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia che da un lato dichiara di voler incentivare il turismo e dall'altro sembra invece voler compromettere ogni vocazione di sviluppo del settore con scelte che rischierebbero di trasformare il Friuli Venezia Giulia in polo energetico -:
quale sia la posizione del Ministro in merito al progetto del rigassificatore che la società Endesa chiede di realizzare che, peraltro, si troverebbe ad appena una decina di chilometri dal parco naturale dell'Isola della Cona.
(4-01272)