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Allegato B
Seduta n. 53 del 17/10/2006
TESTO AGGIORNATO AL 24 OTTOBRE 2006
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
la Regione Lombardia ha realizzato, negli ultimi anni, una politica di interventi mirata a rafforzare l'uso razionale dell'energia, che ha consentito un rilevante incremento delle iniziative di teleriscaldamento, con sensibili benefici per l'ambiente e che pertanto non si rilevano motivi per un'azione che appare ingiustamente punitiva nei confronti di una regione virtuosa;
con comunicazione del 6 ottobre 2006 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha rappresentato l'intenzione di revocare il finanziamento di 10 milioni di euro per rifinanziare interventi di teleriscaldamento a favore della Regione Lombardia con l'intenzione di destinare suddette risorse ad altra finalità;
rilevato che, dopo apposita verifica presso la Regione, l'attuazione dell'APQ non risulta in grave ritardo e che la Regione Lombardia non è mai stata informata
del rifinanziamento pari a 10 milioni di euro come da articoli 18 e 20 dell'atto integrativo -:
quale iniziativa intenda assumere il Ministro per mantenere l'impegno relativo all'attuazione dell'accordo quadro sottoscritto il 2 febbraio 2001 in modo che in futuro si evitino modalità così irrituali nel rapporto tra Ministero e Regione.
(2-00183) «Lupi, Gelmini, Casero, Craxi, Valducci, Romani, Bernardo, Colucci, Aprea, Pecorella, Bocciardo, Rivolta, Palmieri, Gregorio Fontana, Catone, Jannone, Ravetto, Paroli, Berruti, Uggè, Garnero Santanchè, Saglia, Zanetta, Testoni, Moroni, Verro, Airaghi, Gamba, Angelino Alfano, Bonaiuti, Bondi, Brancher, Campa, Galli, Lenna, Rosso, Paolo Russo, Tremonti, Valentini, Zorzato, Volontè».
Interrogazioni a risposta immediata:
BOCCI, MARGIOTTA, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, BENVENUTO, CALGARO, FADDA, FARINONE, GRASSI, IANNUZZI, MANTINI, MERLONI, NANNICINI, OLIVERIO e PEDULLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la corretta gestione dei parchi naturali rappresenta uno degli aspetti di maggiore qualificazione della politica ambientale, tema centrale del programma di governo;
la maggioranza di centrodestra nella XIV legislatura, attraverso la nomina di commissari e presidenti degli enti parco, effettuata quasi sempre, secondo gli interroganti, sulla base di volontà lottizzatorie, anziché di attenta valutazione dei curricula, ha determinato sull'intero territorio nazionale le condizioni per un'amministrazione errata e distorta degli stessi, accompagnata spesso da sperpero di denaro pubblico;
occorre procedere rapidamente alla nomina di: presidenti e consigli di amministrazione, ove siano ancora in carica i commissari; dei nuovi presidenti e consigli, ove siano scaduti, o nei parchi di nuova istituzione;
è necessario che si giunga a tali nomine in modo organico e complessivo, attraverso il pieno coinvolgimento delle regioni -:
quali azioni intenda svolgere il Governo al fine di accelerare tali nomine e quali criteri intenda utilizzare per le designazioni.
(3-00339)
PELLEGRINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Mattino del 14 ottobre 2006 ha pubblicato la notizia secondo la quale in pieno Parco nazionale del Vesuvio, a Terzigno, ci sono un deposito di rifiuti dimenticato, con 200 ecoballe, ed otto container pieni di immondizia;
l'area fu individuata come sito di stoccaggio provvisorio dei rifiuti nel 2001 e da allora mai bonificata;
l'emergenza rifiuti diventa, purtroppo, sempre più grave, soprattutto in Campania, e sembrerebbe coinvolgere drammaticamente anche i comuni del Parco del Vesuvio, ma non deve assolutamente arrivare a coinvolgere l'area protetta -:
se non si intenda adottare iniziative perché si verifichi l'eventuale esistenza di altre discariche in una zona, come quella del Parco del Vesuvio, che deve essere invece tutelata, se non si intenda promuovere e utilizzare le nuove teconologie finalizzate alla gestione dei rifiuti e alla tutela ambientale, potenziando lo strumento della raccolta differenziata, e se non si ritenga importante mettere in atto
iniziative che tendano a tutelare maggiormente le aree protette dal problema dell'emergenza rifiuti.
(3-00340)
ELIO VITO, NICOLA COSENTINO, PAOLO RUSSO, CESARO, GIOACCHINO ALFANO, AZZOLINI, BRUSCO, CARFAGNA, FASOLINO, LAURINI, MARIO PEPE e ALFREDO VITO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nella regione Campania l'emergenza ai fini della gestione ordinata del ciclo dei rifiuti urbani perdura - caso unico al mondo - da circa 13 anni;
a più riprese tutti i partiti politici, le associazioni ambientaliste ed unanimemente anche la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti hanno chiesto di porre fine, quanto prima, alla gestione commissariale di tale settore;
da ogni parte viene reiterato il fermo invito ad organizzare e praticare una seria raccolta differenziata dei rifiuti;
i livelli di raccolta differenziata in Campania rappresentano solo circa l'8 per cento dei rifiuti prodotti e se dal calcolo fossero sottratte le uniche due aree che la praticano dignitosamente (l'area del nolano e il comune di Mercato San Severino) la percentuale crollerebbe ad un imbarazzante 5 per cento;
dal dibattito svoltosi presso la menzionata commissione parlamentare d'inchiesta era emersa, con estrema chiarezza, la strada da seguire attraverso la rescissione del contratto Fibe e la ridefinizione di un nuovo, adeguato e moderno piano regionale di smaltimento dei rifiuti;
il commissario Bassolino, secondo gli interroganti, ostinatamente e inspiegabilmente, ha ritenuto di non cambiare alcunché, sostenendo pervicacemente un piano obsoleto e impraticabile, risultato fallimentare e inadeguato per i profili finanziari, impiantistici, tecnologici ed anche con riferimento alla sua constatata inidoneità a garantire la tutela della salute;
ben 2300 lavoratori, assunti dal commissariato di governo per attuare la raccolta differenziata, secondo gli interroganti, fantomatica, ancora oggi vagano tra i vari consorzi privi di direttive circa l'attività da svolgere in concreto e sprovvisti di mezzi e strumenti adeguati;
può affermarsi, sulla base delle attività di intelligence e di investigazione preventiva, nonché alla luce delle numerose indagini della magistratura, peraltro ancora in corso, che le organizzazioni criminali, la camorra in particolare, accrescono i loro affari illeciti nel perdurare della situazione emergenziale del ciclo dei rifiuti, rinvenendovi ulteriori occasioni di infiltrazione e condizionamento, lucrando sui noli a freddo, sui fitti e sulla compravendite di aree e di mezzi meccanici e, soprattutto, inserendosi nel settore dei trasporti;
ad oggi sono decine di migliaia le tonnellate di rifiuti impropriamente abbandonati per strada, malamente stoccati in impianti di fortuna o ancora sistemati alla men peggio perfino o sugli stessi autocompattatori;
il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti è chiamato a redigere il nuovo piano, tenendo conto della necessità di un'equa distribuzione tra i vari territori delle province campane e del doveroso riparto in ambiti sub-provinciali per la provincia di Napoli;
vi è il gran rischio di infiltrazioni affaristiche della criminalità organizzata nelle nuove attività;
è necessaria un'opera di moralizzazione e, più in concreto, una attività di censimento, controllo, rendicontazione e verifica alla luce delle severe reprimende della magistratura contabile, del ministero dell'economia e delle finanze e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, per porre fine allo sconcertante spreco di risorse, secondo gli interroganti, addebitabile alle gestioni commissariali, con incarichi, consulenze e progetti mai
utilizzati e per sanzionarne le relative responsabilità -:
se lo smaltimento delle ecoballe (rivelatesi sostanzialmente «rifiuto tal quale», ossia rifiuto triturato non differenziato) nelle cave dismesse, da effettuarsi da parte del commissario delegato con procedura di somma urgenza, sia compatibile con il puntuale adempimento di tutte le prescrizioni normative connesse al ciclo dei rifiuti e alla messa in sicurezza, se l'utilizzazione delle cave come discariche sia compatibile con la normativa europea in tema di rifiuti e di protezione della salute dei cittadini e dell'ambiente e quando il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dichiarerà terminato lo stato di emergenza ed il commissariamento in Campania.
(3-00341)
LOCATELLI, ZIPPONI e PROVERA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la società mineraria australiana Metex resources ltd ha comunicato, in data 18 settembre 2006, di aver presentato presso la regione Lombardia un progetto, denominato Novazza uranium project, per assicurarsi i diritti esclusivi in materia di esplorazione ed estrazione di uranio nelle miniere di Novazza, comune di Valgoglio, provincia di Bergamo;
il Novazza uranium project, che si estende per 291 ettari, prevede l'estrazione di 870.000 tonnellate di materiale per ricavare 1.300 tonnellate di ossido di uranio, per un valore complessivo di oltre 120 milioni di euro;
l'estrazione dell'uranio provoca gravi danni sanitari causati dal radon, un gas radioattivo prodotto dal decadimento dell'uranio;
la presenza di elementi radioattivi nel minerale sono in grado di contaminare l'ambiente a diversi chilometri di distanza;
l'attività estrattiva può sprigionare e diffondere gas radioattivo, che metterebbe a rischio di contaminazione i lavoratori addetti e la popolazione circostante;
a seguito della presentazione del progetto, l'amministrazione comunale di Piateda (provincia di Sondrio) ha espresso le sua preoccupazioni relative alla miniera di Valvedello, visto che, secondo stime fatte dall'Agip in una ricerca effettuata negli anni tra il 1977 e il 1984, la stessa potrebbe avere una capacità di 6 mila tonnellate di ossido di uranio, il quadruplo di quello di Novazza;
secondo notizie apprese dalla stampa, il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare avrebbe trasmesso la domanda di autorizzazione alla regione Lombardia, senza che la popolazione e gli enti locali ricevessero adeguata informazione, informazioni che, invece, sono state diffuse dalla stessa società Metex resources ltd;
il referendum del 1987 ha sancito la fine dei progetti di utilizzo del nucleare in Italia;
il programma dell'Unione prevede chiaramente la «non proponibilità del ritorno al nucleare e la ricerca di fonti alternative» -:
se non ritenga di doversi esprimere negativamente in sede di valutazione di impatto ambientale sul progetto in questione.
(3-00342)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
ADOLFO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il comune di Breil Sur Roya (Francia), e precisamente in località Piena Alta ai confini con il comune di Olivetta S. Michele, intende realizzare un centro di raccolta e smaltimento dei rifiuti all'interno del Dipartimento delle Alpi Marittime;
l'area è ricca di corsi d'acqua che defluiscono nel torrente Bevera, maggiore affluente del Roya;
la zona interessata costituisce una zona di particolare pregio paesaggistico-ambientale, sito protetto in ragione della vegetazione esistente;
il comune di Olivetta S. Michele e l'Amministrazione provinciale hanno già espresso parere negativo anche in ordine ai possibili rischi geologici -:
di intervenire nei confronti del collega francese, manifestando la contrarietà al progetto di realizzazione del centro di stoccaggio di rifiuti, che contrasta con il contesto geologico, idrogeologico e ambientale dell'area.
(5-00310)
DI CAGNO ABBRESCIA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 (recante Attuazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti) e il decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005 (recante Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica) rappresentano la normativa nazionale relativa alla gestione delle discariche e riguardano sia i rifiuti urbani sia quelli industriali;
tali provvedimenti contengono specifiche disposizioni circa i nuovi criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e prevedono nuovi limiti che in alcuni casi - se adottati come previsto in modo definitivo dal 1o gennaio 2007 -, a giudizio dell'interrogante, rischiano di rendere di fatto inaccessibile lo smaltimento in discarica per rilevanti flussi di rifiuti (ad esempio i fanghi biologici da depurazione acque reflue urbane; gli scarti e i sovvalli del trattamento dei rifiuti urbani, eccetera) per i quali comunque sino ad oggi la discarica ha rappresentato la più importate soluzione ambientalmente sicura a costi adeguati;
con riferimento alla normativa richiamata si segnalano talune criticità;
in primo luogo, si fa riferimento al divieto di conferimento in discarica dei rifiuti con potere calorifico superiore a 13.000 kj/kg, introdotto dall'articolo 6 del citato decreto legislativo n. 36 con decorrenza 1o gennaio 2007. Tale limitazione, non prevista dalla direttiva 1999/31/CE, viene giustificata in relazione alla necessità per l'Italia di potenziare il recupero energetico dei rifiuti attraverso processi di termovalorizzazione (inceneritori);
con riferimento a tale norma, si segnalano i possibili problemi operativi, connessi alla carenza di strutture impiantistiche di termovalorizzazione adeguate per gestire il conseguente carico aggiuntivo di rifiuti; ad avviso dell'interrogante, posto che tale divieto non è previsto a livello comunitario, sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità di prorogarne l'operatività di almeno 5 anni;
in secondo luogo, si fa riferimento alla limitazione del parametro DOC (Carbonio organico disciolto), per il quale i nuovi criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, previsti dal decreto ministeriale 3 agosto 2005, sanciscono dei limiti molto restrittivi. Detto parametro analitico, sino ad oggi, non era previsto dalle specifiche tecniche per l'ammissione dei rifiuti in discarica. Inoltre, non sono state ancora indicate in modo definitivo le metodiche analitiche di riferimento per la sua determinazione. L'applicazione della nuova normativa potrà creare dei rilevanti problemi di smaltimento per rifiuti che da molti anni trovano collocazione in discarica senza particolari profili problematici quali ad esempio i fanghi da depurazione acque reflue urbane (CER 190805) e i fanghi da depurazione acque reflue industriali (CER 190814 e CER 060503), nonché gli scarti (CER 191212) provenienti dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti sia urbani che speciali. Tali rifiuti peraltro potrebbero non trovare facile collocazione in altri impianti di trattamento o di smaltimento. Ad avviso dell'interrogante,
è necessario prendere in considerazione la necessità di definire al più presto (e comunque entro il 31 dicembre 2006) la lista positiva di rifiuti non pericolosi ammissibili in discarica senza caratterizzazione analitica, in conformità a quanto previsto dall'articolo 6 comma 1) punto b del Decreto ministeriale 3 agosto 2005;
al di là delle segnalate questioni specifiche, in termini più generali si segnala che l'applicazione della nuova normativa, senza che contestualmente vengano adottati adeguati interventi correttivi, rischia di creare difficoltà di smaltimento per i produttori dei rifiuti (e quindi per tutte le attività produttive italiane) sia in termini di nuovi costi che di logistica, con il rischio di creare rilevanti disparità operative e gestionali da regione a regione;
al fine di gestire al meglio la fase transitoria, ad avviso dell'interrogante sarebbe opportuno conoscere, con il massimo anticipo possibile, l'orientamento del Ministro circa la possibilità di proroga del termine di applicazione del decreto ministeriale 3 agosto 2005 attualmente previsto dal 1o gennaio 2007 -:
quali siano le valutazioni del Ministro in ordine alle questioni prospettate ed, eventualmente, se intenda porre in essere opportune iniziative normative per affrontare i profili di criticità segnalati in premessa.
(5-00311)
Interrogazioni a risposta scritta:
GREGORIO FONTANA e JANNONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da numerosi anni la regione Campania è afflitta da problemi di smaltimento dei rifiuti;
in data 6 ottobre 2006 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge contenente «Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania»;
tale decreto-legge consente al commissario delegato di disporre, «in via eccezionale», e d'intesa con i presidenti delle regioni interessate, il trasferimento di «parte dei rifiuti prodotti» fuori regione;
il trasferimento delle circa 50 mila tonnellate di rifiuti accatastate nella regione Campania non è stato ancora definito nel dettaglio e non si esclude la possibilità che tali rifiuti siano spediti in un paese estero -:
quale sia la destinazione e quali regioni saranno coinvolte nel piano di smaltimento dei rifiuti;
quali saranno i tempi e i costi necessari al completo smaltimento delle tonnellate di rifiuti della regione Campania.
(4-01286)
BENEDETTI VALENTINI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
si apprende con molto sconcerto che la Presidente della Giunta regionale dell'Umbria avrebbe dato il consenso ad accogliere nella discarica «Le Crete» di Orvieto un ulteriore quantitativo di 5.000 tonnellate di rifiuti provenienti dalla regione Campania;
già in passato la Giunta regionale umbra ha autorizzato l'afflusso di ingentissimi quantitativi di rifiuti dalla Campania, determinando una pressione esorbitante sul sito orvietano già in crisi, con l'aggravante che Orvieto è rimasta creditrice nei confronti di Napoli per oltre due milioni di Euro che nessuno paga;
il sindaco di Orvieto denuncia che tale credito insoddisfatto concorre al serio buco di bilancio di quel Comune, che sembra essere di oltre 6 milioni di euro;
la Giunta regionale dell'Umbria, così pronta a ricevere massicce quantità di
rifiuti dalla regione campana la cui Giunta registra uno dei suoi massimi fallimenti in materia di rifiuti, è non solo politicamente omogenea a quella campana, ma destinataria di vaste e circostanziate polemiche proprio per i suoi errori e le sue omissioni più clamorosi nel delicato settore dello smaltimento dei rifiuti;
si sta determinando un ampio movimento di protesta nell'opinione pubblica dell'orvietano e dell'Umbria, intera che vede in particolare la pregiata area di Orvieto, contemporaneamente alla conca ternana, diventare letteralmente e senza alcuna proporzione solidaristica, pattumiera d'Italia -:
se non ritenga la situazione di tale allarmante rilievo interregionale e nazionale da intervenire presso il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti della Campania per bloccare ulteriori afflussi di rifiuti extraregionali nella discarica di Orvieto, anche tenendo conto che già si attivarono in precedenza interventi della magistratura e affinché lo stesso si attivi perché venga pagato il credito pregresso al Comune di Orvieto.
(4-01303)