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Allegato B
Seduta n. 54 del 18/10/2006
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
con la decadenza del decreto-legge 251/06 in materia di conservazione della fauna selvatica è tornata in vigore la deliberazione del Comitato Nazionale delle Aree protette del 2 dicembre 1996 che include i siti della Rete Natura 2000 (ZPS e SIC/ZSC) nell'elenco delle aree protette
e quindi estende ad essi le misure di salvaguardia previste dalla legge 394 del 1991;
il TAR del Lazio prima, ed il Consiglio di Stato poi, hanno sospeso il decreto del 25 marzo 2005 del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio che annullava la deliberazione del 1996 e prevedeva per i siti di Rete Natura 2000 non più lo status di area protetta, con le relative tutele, ma un regime di tutela più blando;
i medesimi TAR Lazio e Consiglio di Stato hanno ordinato che, a proposito dei siti di Rete Natura 2000, le misure di salvaguardia e tutela previste dalla legge 394/1991, in combinato con la citata Delibera del Comitato nazionale delle aree protette, non possano essere sostituite con norme meno stringenti, rigorose ed adeguate di quelle attualmente vigenti, per evitare che i siti in questione subiscano danni gravi;
tra le norme attualmente vigenti a salvaguardia di questi siti, contemplate all'articolo 6 comma 4 e all'articolo 11 della legge 394 del 1991, sono previsti, tra gli altri, i divieti assoluti di caccia, disturbo alle specie animali, immissione di specie estranee, introduzione di armi eccetera;
a partire dal 19 ottobre 2006, in assenza di interventi urgenti che informino i vari soggetti dei divieti sopraggiunti con la decadenza del decreto-legge 251/2006, la stagione venatoria si svolgerà in regime di gravissime difformità dalle norme vigenti, con danni all'ambiente e pesanti risvolti penali -:
quali iniziative si intendano urgentemente intraprendere per affrontare la situazione evidenziata; in particolare per allertare gli organi di vigilanza, a cominciare dal Corpo forestale dello Stato, le associazioni di categoria, le amministrazioni locali, in relazione al sopraggiunto divieto di caccia nei siti di Rete Natura 2000, onde evitare situazioni illecite e danni al patrimonio naturale protetto;
quali iniziative, anche normative, si intenda mettere in atto per tutelare compiutamente, e in modo efficace ed armonico, la Rete Natura 2000 in ottemperanza alle Direttive comunitarie 79/409 CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici e 92/43 Habitat.
(2-00186) «Francescato, Fundarò, Bonelli, Balducci, Boato, Cassola, De Zulueta, Lion, Pellegrino, Camillo Piazza, Poletti».
Interrogazione a risposta scritta:
GREGORIO FONTANA e JANNONE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto sperimentale per la Cerealicoltura di Bergamo è una sede che si caratterizza per ricerche innovative che non vengono svolte da altre sezioni all'interno del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) e la cui competenza non è trasferibile. Le ricerche della sezione di Bergamo coinvolgono direttamente anche il rapporto con attività imprenditoriali non riguardanti al settore agricolo (chimico, tessile, farmaceutico, ambientale) e che sono d'importanza strategica per la ripresa economica italiana agendo sull'innovazione tecnologica trasversale. Tale diversa operatività rappresenta un elevato valore aggiunto per l'intero CRA e la provincia di Bergamo che dispongono al loro interno di una realtà di ricerca trasversale al settore agricolo-industriale strategicamente importante per l'accrescimento della competizione nazionale nei diversi settori d'interesse sopra citati;
attualmente il centro svolge attività di ricerca prevalentemente indirizzata:
al miglioramento genetico del mais;
al miglioramento della qualità della granella e della pianta intera per alimentazione umana e zootecnica e per impieghi energetici;
a costituzioni di varietà competitive con quelle estere; migliore valutazione delle produzioni, innovazione scientifica e tecnologica;
all'utilizzazione dei marcatori molecolari del DNA nel miglioramento genetico del mais;
all'analisi dei meccanismi genetici e molecolari per la sintesi delle proteine di riserva del seme di mais;
all'ottimizzazione di colture cellulari in vitro e tecniche di trasformazione genetica ad esse applicabili, per piante di interesse agrario di difficile manipolazione;
la sede di Bergamo dell'Istituto sperimentale per la Cerealicoltura:
possiede competenze scientifiche e strutture (2000 mq di laboratori, 1000 mc di serre, 25 ha di campi sperimentali, capannoni, officine e depositi), idonei ad accogliere, con un modesto intervento di ristrutturazione, la crescita di dinamici gruppi di ricerca;
ha la possibilità di ulteriore espansione (3X); è infatti dotata di edifici idonei a permettere successivi ampliamenti; permettendo l'inserimento di altri gruppi di ricerca;
è oggetto di attenzione politica e di sostegno economico da parte della regione Lombardia, degli enti locali bergamaschi e delle più importanti realtà economiche della città (banche);
è geograficamente sita in uno degli ambienti più accessibili ai partners di ricerca europei, data la vicinanza agli aeroporti di Linate, Orio al Serio, Malpensa e all'autostrada Milano-Venezia;
è collocata in un'area strategica della produzione agricola nazionale, la Pianura Padana, dove l'agricoltura soddisfa più di altre aree agricole la domanda di derrate alimentari; in questa area l'agricoltura è intensiva, altamente produttiva: si producono 10 milioni di tonnellate di mais: colonna portante della zootecnia nazionale per produzioni ad alto valore aggiunto (latte, carni e derivati);
è vicina ad ambienti imprenditoriali potenzialmente più ricettivi all'avvio di attività economiche legate all'innovazione;
è collocata all'interno di un'area ad altissima dinamica di sviluppo economico-industriale e dove esiste una alta concentrazione di industrie chimiche, di trasformazione agro-alimentare che sono le prime beneficiarie delle innovazioni prodotte dalle ricerche;
è all'interno della massima concentrazione nazionale di R&S: nel raggio di 50 Km è presente 1/3 della ricerca italiana pubblica e privata, una fitta rete di centri di ricerca universitari e del CNR. Molti di tali Enti sono attivi nel campo della genetica, della biochimica e delle biotecnologie vegetali; con essi, pertanto, è possibile sviluppare sinergie importanti a livello nazionale e locale;
è inserita nell'area del Parco scientifico tecnologico (Progetto Kilometro Rosso) e del Polo per l'innovazione tecnologica (Servitec di Dalmine) promossi dalla provincia, dalla Camera di commercio, comune di Bergamo, e dalle organizzazioni imprenditoriali bergamasche nel quadro di un accordo di programma con la regione Lombardia. Tale Parchi hanno tra le loro finalità di fungere da incubatore per la creazione di industrie innovative, enti e società di servizio scientifico e tecnico, centri di ricerca applicata; inoltre ospita la Facoltà di ingegneria dell'Università di Bergamo e distaccamenti dell'Università di Milano (Dipartimenti di fisica, biologia, scienze della terra);
gli enti locali, in particolare la Camera di commercio industria artigianato agricoltura di Bergamo, la provincia di Bergamo e l'Università di Bergamo sono attivamente interessati al rilancio delle attività del centro bergamasco. L'interessamento degli enti sopraccitati ha portato ad un intervento finanziario di 500 mila euro per
sostenere l'attività del centro mediante l'acquisto di nuove e moderne attrezzature tecnico-scientifiche, l'allestimento di una moderna serra e lo sviluppo di un centro per la conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche del mais, intervento che ha visto anche un significativo contributo finanziario dell'Assessorato all'agricoltura della regione Lombardia;
a giudizio degli interroganti, occorrerebbe potenziare il centro di Bergamo, al fine di conseguire i seguenti obiettivi:
dotare il territorio di una struttura di ricerca trasversale ai comparti produttivi sopra citati che si differenzia nettamente con l'attività di parchi tecnologici ed affini non sovrapponendosi alla loro attività;
sostenere l'innovazione del comparto maidicolo accrescendone la competitività sui mercati internazionali con produzioni d'alta qualità, d'elevato valore aggiunto e d'utilità a settori produttivi finora secondari, ma strategici per la ripresa economica nazionale. Si sottolinea che:
il mais è il cereale di maggiore interesse per l'agricoltura italiana (1,4 milioni di ha; plv cari a 1,9 miliardi di euro) per l'elevata potenzialità produttiva della coltura e per l'alto valore nutritivo del foraggio. È convinzione generale che la specie troverà ulteriore sviluppo nei progetti di «chimica verde» e come risorsa energetica rinnovabile;
il mercato del seme del mais (150 milioni di euro in Italia, 1,7 miliardi di euro a livello europeo) veicola oggi l'innovazione e tale attività fa da traino ad altre iniziative quali ad esempio soia, frumenti, orticole. Nella scelta degli indirizzi agricoli dettati dalla nuova politica agraria della UE;
è certa, oggi più che mai, la necessità di ulteriori perfezionamenti tecnici per migliorare e valorizzare le produzioni maidicole e soprattutto per ridurre i costi di produzione in funzione delle prospettive della nuova Politica agraria comunitaria e della globalizzazione dei mercati e per un continuo aggiornamento delle particolarità da perseguire in rapporto all'evoluzione dell'ambiente, alle esigenze di mercato e di trasformazione agricola (latte e derivati, carni e derivati, semole) e industriale (industrie chimiche, farmaceutiche, tessili e combustibili rinnovabili);
fornire soluzioni tecniche volte prevalentemente al controllo a fini qualitativi e produttivi del genoma vegetale, impiegando a questo scopo sia la selezione assistita da marcatori molecolari sia interventi mirati di modificazione genetica dei caratteri, senza peraltro ricorrere a soluzioni transgeniche;
predisporre piattaforme specializzate per la selezione assistita di varietà innovative e la loro tipicizzazione molecolare e per la valorizzazione del germoplasma maidicolo;
promuovere la creazione di piante-molecole-metodi che facilitino l'uso della biologia in maiscoltura con l'obiettivo di rendere quest'attività più sostenibile;
sviluppare attività di R&S di biocarburanti (bioetanolo e biogas) e relative tecnologie, quest'ultime in collaborazione con altri Istitutuzioni, per sostenere le direttive comunitarie 2003/30/Ce sulla promozione dell'uso di biocarburanti e di altri carburanti rinnovabili nei trasporti e gli obiettivi espressi dalla UE di diversificare le produzioni aziendali ai fini energico industriali e creare opportunità alternative di reddito per le imprese agricole -:
se il Ministro, con i poteri che gli sono propri, non intenda sostenere il potenziamento ed il rilancio della sede di Bergamo per promuovere l'innovazione in un settore strategico per l'agricoltura italiana.
(4-01310)