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Allegato B
Seduta n. 54 del 18/10/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
la crisi del settore dell'occhialeria, al quale era dedita buona parte della popolazione lavorativa del Cadore e del Comelico, aree montane del territorio della provincia di Belluno, ha coinvolto da tempo le fondamentali strutture di sostentamento della popolazione locale;
si è suggerita una riconversione del settore produttivo già dedito all'occhialeria verso il turismo;
del comparto turistico del Cadore fa parte il lago del centro Cadore;
peraltro, si tratta di un lago al quale non viene garantito il normale livello di invaso, essendo soggetto a prelievi molto consistenti che ne abbassano indiscriminatamente il livello soprattutto nelle più apprezzabili stagioni turistiche (estate ed inverno);
questa situazione determina un quadro paesaggistico desolante e l'impossibilità di utilizzare le aree limitrofe al lago a fini turistici, pregiudicando sensibilmente un'economia già da tempo in fase di delicata recessione;
l'ENEL è stata invano sensibilizzata al problema;
le esigenze di prelievo dell'acqua per i territori di pianura debbono essere adeguatamente bilanciate con le esigenze di sopravvivenza turistica, se non di indispensabile potenziamento del settore, del territorio bellunese, con peculiare riferimento all'area del centro Cadore;
il mantenimento del livello attuale del lago, assolutamente irrisorio e desolante, non può più essere accettato in silenzio dalla popolazione locale -:
che cosa intenda fare:
1) per assicurare al lago del centro Cadore, in provincia di Belluno, un adeguato livello di invaso, in modo che non vi siano situazioni di pregiudizio al congruo sfruttamento turistico del territorio limitrofo;
2) per contemperare adeguatamente e nel rispetto delle esigenze della popolazione bellunese la volontà di prelievo dell'acqua a favore dei territori di
pianura con la necessità di uno sviluppo del turismo, del quale il lago è indispensabile strumento, per l'area del Cadore (Belluno);
3) per evitare che l'ENEL gestisca in modo così indiscriminato ed insensibile alle esigenze del Cadore, a danno del territorio bellunese, un patrimonio turistico essenziale come il lago del centro Cadore.
(2-00187) «Paniz».
Interrogazione a risposta scritta:
GREGORIO FONTANA. - Al Ministro dello sviluppo economico, Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in data 2 agosto 2006 è stato approvato definitivamente il decreto-legge n. 223 del 2006 (legge 4 agosto 2006, n. 248 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale»);
l'articolo 4 della sopraccitata legge recante «Disposizioni urgenti per la liberalizzazione dell'attività di produzione del pane» che ha liberalizzato le aperture dei panifici, è stato emendato con le modifiche richieste dalla Federazione Italiana Panificatori volte alla salvaguardia della professionalità degli operatori, della qualità del prodotto, della specificità del comparto e alla tutela del consumatore;
il Governo si è impegnato (Articolo 4/2-ter) a disciplinare, in conformità al diritto comunitario:
1. la denominazione di «panificio» da riservare alle imprese che svolgono l'intero ciclo di produzione del pane, dalla lavorazione delle materie prime alla cottura finale;
2. la denominazione di «pane fresco» da riservare al pane prodotto secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata delle materie prime, dei prodotti intermedi della panificazione e degli impasti, fatto salvo l'impiego di tecniche di lavorazione finalizzate al solo rallentamento del processo di lievitazione, da porre in vendita entro un termine che tenga conto delle tipologie panarie esistenti a livello territoriale;
3. l'adozione della dicitura «pane conservato» con l'indicazione dello stato o del metodo di conservazione utilizzato, delle specifiche modalità di confezionamento e di vendita, nonché delle eventuali modalità di conservazione e di consumo -:
se i Ministri, con i poteri che gli sono propri, vista l'importanza della materia in esame ed in considerazione dell'impegno assunto dal Governo per giungere ad una corretta regolamentazione del settore, non ritengano di tenere aperto un costante e permanente confronto con le categorie interessate;
in che tempi e secondo quali modalità tale regolamentazione verrà effettuata.
(4-01308)