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Allegato B
Seduta n. 54 del 18/10/2006
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nel mese di giugno del corrente anno il precedente Consiglio dei Ministri ha sciolto, per infiltrazione mafiosa, gli organi di gestione dell'A.S. (azienda sanitaria) n. 9 di Locri (Reggio Calabria) ed ha nominato una Commissione Straordinaria;
lo scioglimento degli organi di gestione dell'A.S. (azienda sanitaria) di Locri, prima in Italia in questo settore, si è reso necessario in seguito al contenuto della coraggiosa relazione predisposta
dalla Commissione d'accesso, da cui è emersa una preoccupante infiltrazione della 'ndrangheta all'interno del settore sanitario di quel territorio;
dalla relazione, in parte mantenuta inopportunamente segretata, sono emerse collusioni con le cosche locali della 'ndrangheta per quanto riguarda nomine di primari, assunzioni, società di servizi, società sanitarie esterne e società di forniture sanitarie e generiche;
a pagina 95 della citata relazione d'accesso viene richiamata la ditta «Fleur Garden», la quale nel 2005 ha ottenuto dall'A.S. (azienda sanitaria) n. 9 di Locri il pagamento di un acconto per una parcella di 56.000 euro per la fornitura di piante e fiori, senza che «fosse stata fatta nessuna verifica sulla procedura di pagamento»;
la ditta «Fleur Garden» risulta essere di proprietà di Pasquale Barillà, arrestato per associazione a delinquere, traffico d'armi, ricettazione, porto e detenzione di armi;
Pasquale Barillà risulta essere molto vicino alla cosca Cordì, famiglia di 'ndrangheta alla quale appartengono Domenico Novella e Bruno Piccolo, i due pentiti dell'inchiesta sull'omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale calabrese, dottor Francesco Fortugno;
nonostante la gravità e la veridicità del contenuto della relazione di accesso sull'A.S. (azienda sanitaria) n. 9 di Locri stranamente non c'è stato fino ad oggi alcun intervento giudiziario per colpire i responsabili dei reati commessi all'interno della stessa;
nei giorni scorsi, in occasione del primo anniversario dell'omicidio Fortugno, il Presidente del Consiglio dei Ministri si è recato presso il Presidio Ospedaliero di Locri dove è stato accolto ed applaudito da tutto il personale, sanitario e parasanitario, di quel presidio e, pertanto, ha ricevuto gli applausi, probabilmente, anche di parte del personale colluso con le principali famiglie della 'ndrangheta della Locride;
l'accoglienza del Presidente del Consiglio è stata anche abbellita da fiori e piante, affittate per l'occasione per la modica cifra di 7.000 euro dalla ditta «Fleur Garden» di Pasquale Barillà, citata a pagina 95 della relazione d'accesso -:
quale motivazione giustifica la visita del Presidente del Consiglio dei Ministri nel Presidio Ospedaliero di Locri, pur in assenza di provvedimenti giudiziari, utili ad allontanare presenze malavitose da quell'ambiente;
se non ritengano necessario ed urgente desegretare la relazione d'accesso sull'A.S. (azienda sanitaria) n. 9 di Locri;
se al Governo risultano elementi informativi che possono evidenziare moventi dell'omicidio Fortugno interni a quell'Azienda Sanitaria.
(2-00191) «Angela Napoli».
Interrogazione a risposta orale:
PEDRIZZI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito nella legge 4 agosto 2006, n. 248 (meglio noto come «decreto Bersani»), è stato dato avvio ad un'ampia riorganizzazione dell'intero mercato dei giochi pubblici incentrato sul progetto di una nuova rete di distribuzione da adottare sull'intero territorio nazionale;
le previsioni normative contenute nel predetto decreto richiamano espressamente l'adozione di un regolamento di riordino della materia, nonché l'adozione di apposite misure di salvaguardia volte a tutelare l'attività di quanti, nel corso di oltre mezzo secolo, hanno operato contribuendo allo sviluppo del moderno mercato dei giochi legali;
il decreto ha generato forti preoccupazioni in tutte le categorie che operano
nel settore, soprattutto tra i numerosi gestori delle ricevitorie, molti dei quali vedranno cancellate le loro attività costruite e sviluppate nel corso di decenni;
i rappresentanti delle categorie interessate hanno più volte sollecitato l'apertura di un dialogo con i vertici dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato e con il Ministero dell'economia e delle finanze;
il Governo, sebbene abbia più volte annunciato, con molta enfasi, di voler agire in un'ottica di concertazione con le categorie interessate dai provvedimenti di riforma, ha adottato misure di straordinaria gravità nei confronti di un settore vitale per l'economia nazionale, rigettando qualsiasi ipotesi di dialogo con i soggetti interessati;
tale atteggiamento di assoluta chiusura, in un settore particolarmente delicato per la, sicurezza e l'ordine pubblico e per le stesse finanze dello Stato, dimostra secondo l'interrogante quali siano le reali modalità di attuazione dell'azione politica riformatrice di questo Governo;
il disegno di riorganizzazione della rete di distribuzione dei giochi legali in Italia, voluta dal Ministero dell'economia e delle finanze, pone serie preoccupazioni per la sorte di migliaia di operatori che operano in questo settore, considerato che già in un recente passato provvedimenti analoghi hanno provocato danni rilevanti al mercato nel suo insieme e gravi ripercussioni sulle stesse entrate erariali;
più specificatamente, il bando di gara relativo ai cosiddetti «punti di gioco ippici» appare destinato ad un clamoroso, quanto pericoloso, flop, considerata la scarsa «appetibilità» di alcuni di essi e, quindi, l'elevata onerosità imposta dallo stesso bando di gara, con prevedibili conseguenze negative anche sull'intero movimento ippico;
il modello di riorganizzazione della rete di distribuzione dei giochi pubblici non tiene conto dell'attività svolta in questi anni, a vario titolo, da tutti i soggetti coinvolti, i quali hanno operato a difesa del gioco legale contro l'offerta di gioco clandestino proveniente dall'Italia e, negli ultimi anni, ancor più all'estero;
in questo modo viene imposta al mercato una nuova rete di distribuzione dell'offerta che potrebbe favorire - senza alcun necessario bilanciamento - quanti, soprattutto, dall'estero, hanno operato, in questi anni, in palese violazione della normativa nazionale sul gioco, arrecando danni all'economia nazionale, agli operatori legali, ai giocatori italiani e alle stesse casse dello Stato, come evidenziato dal documento conclusivo approvato all'unanimità dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato nel corso della XIV legislatura -:
quali concrete iniziative gli interpellati intendano adottare per evitare che disegni di riorganizzazione di interi settori dell'economia nazionale vengano imposti al mercato, senza alcuna forma di concertazione con i soggetti interessati, nonché in violazione delle normative vigenti;
se il Governo, ed in particolare il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dell'economia e delle finanze, abbiano valutato approfonditamente l'impatto che tale riorganizzazione del settore avrà su migliaia di piccole aziende a conduzione familiare, nonché sull'erario dello Stato;
se non si ritenga, attesa l'urgenza, di intervenire immediatamente per dare effettiva e concreta attuazione a tutte le previsioni legislative contenute nell'articolo 38 del «decreto Bersani», ivi comprese quelle che impongono la tutela e la salvaguardia degli operatori già in attività, ovvero se non si ritenga opportuno procedere al ritiro del citato bando di gara ed alla sua nuova pubblicazione nel rispetto dei criteri normativi imposti dal medesimo articolo 38.
(3-00347)
Interrogazione a risposta scritta:
URSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
in data 11 ottobre il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato che «Alitalia vive il momento più difficile della sua storia. La situazione è completamente fuori controllo e non vedo paracadute»;
Prodi ha aggiunto che si è vicini «alla crisi irreversibile» e ha chiesto ai sindacati di «dare una mano fino a gennaio» perché se non si trova «una soluzione concordata» si andrebbe al «fallimento»;
il premier si è dato tre mesi di tempo per trovare una soluzione;
il quotidiano il Corriere della Sera di mercoledì 11 ottobre 2006 ha pubblicato un'articolo dal titolo «Il blitz del Premier, il destino di Cimoli e quell'asse tra Rutelli e Veltroni» secondo cui il premier «ha raggiunto il suo scopo: bloccare per ora il piano del vicepremier Rutelli, concordato con il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che punta tutto sulla priorità di Fiumicino a scapito di Malpensa e sull'ingresso di alcuni privati già presenti nel business degli aeroporti»;
il Corriere della Sera del 12 ottobre 2006 ha pubblicato un'articolo secondo cui «ieri il titolo della compagnia ha chiuso in perdita del 2, 3 per cento dopo l'allarme lanciato dal premier sul rischio di fallimento di Alitalia»;
sempre nell'articolo si legge testualmente che «dall'Ue arriva uno stop a qualsiasi ipotesi di ricapitalizzazione della compagnia»;
secondo l'interrogante ancora una volta le sconsiderate parole di Prodi hanno avuto come effetto quello di far cadere il titolo Alitalia con gravi danni per gli azionisti;
sempre secondo l'interrogante ancora una volta gli interessi generali diventerebbero strumento di una faida interna alla sinistra per il controllo di un'azienda e di un settore vitale per la nostra economia;
secondo alcune agenzie diramate il 12 ottobre 2006 «l'Alitalia a picco a Piazza Affari, risentendo dei timori per il futuro della compagnia di bandiera. Le azioni, che sono arrivate ad accusare una perdita del 9 per cento, adesso arretrano del 5,5 per cento attestandosi a 0,76 euro. Sono state le dichiarazioni del Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, a innescare la pioggia di vendite che ha colpito le azioni dell'aviolinea» -:
se corrisponda al vero quanto riportato dal Corriere della Sera, secondo cui l'intervento di Prodi celerebbe la volontà di bloccare una cordata promossa dal vice presidente del consiglio, Francesco Rutelli e dal sindaco di Roma, Walter Veltroni, per favorirne un'altra, evidentemente più vicina al Presidente del Consiglio;
se vi sia e quale sia la strategia politica del Presidente del Consiglio - che non può non essere a conoscenza dei meccanismi della borsa -, a fronte di un allarme che ha procurato la caduta del titolo e, nel caso in cui una strategia vi sia, quali ne siano gli obiettivi;
se il premier intenda spiegare al Parlamento quale sia il piano elaborato di cui tanto si parla per il rilancio dell'Alitalia e per quali motivi ci vorrebbero tre mesi per evitare il crac allorquando i sindacati si sono dichiarati contrari al lungo tempo di attesa.
(4-01321)