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Allegato B
Seduta n. 59 del 25/10/2006
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
gli articoli 11 e 12 del decreto legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 (Nuovo Codice della Strada) stabiliscono che agli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, siano essi Ufficiali o Agenti di Polizia Giudiziaria, spetta, in relazione ai compiti di istituto, l'espletamento dei servizi di Polizia Stradale di «prevenzione ed accertamenti delle violazioni in materia di circolazione stradale» e di «rilevazione degli incidenti stradali»;
in concreto invece la Polizia Penitenziaria non espleta il servizio di Polizia Stradale perché, a quanto risulta ai sottoscrittori del presente atto, dal 1992, l'Amministrazione Penitenziaria non ha approntato la modulistica necessaria, non ha attivato un conto corrente postale, non ha istituito un reparto che a livello centrale gestisse e dirigesse tale importante attività;
a livello locale accade che laddove intercorrano buoni rapporti con la Polizia di Stato, gli operatori di Polizia Penitenziaria ne utilizzano la modulistica ed il conto corrente, ma ultimamente l'Amministrazione degli interni pare scoraggi tale spontanea sinergia;
i corsi di formazione per gli Agenti di Polizia Penitenziaria contemplano diverse ore di studio sulle attribuzioni di Polizia Stradale;
non si rilevano, allo stato attuale, ostatività all'assunzione delle iniziative dovute affinché alla Polizia Penitenziaria venga consentito di svolgere un'attività voluta dal Legislatore già con la legge 22 marzo 2001, n. 85, articolo 2, comma 1, lettera e) (Delega al Governo per la revisione del Nuovo Codice della Strada),
impegna il Governo:
affinché, nell'ambito del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, venga istituita un'unità operativa che si occupi dello studio dell'attività in questione, venga aperto il conto corrente postale sul quale versare i proventi, si appronti e distribuisca la modulistica necessaria;
affinché in attesa del perfezionamento della suddetta procedura possa essere utilizzata la modulistica del Ministero dell'interno ed accettato il versamento dei proventi sul relativo conto corrente.
(1-00044)
«Picano, Satta, Affronti, Capotosti, Cioffi, D'Elpidio, Li Causi, Giuditta, Morrone, Rocco Pignataro».
Risoluzione in Commissione:
La IX Commissione,
premesso che:
il bilancio consolidato del 2005 si è chiuso per il Gruppo Alitalia con una perdita di 167,5 milioni di euro;
il bilancio del primo semestre 2006 si è chiuso con una perdita di 221,4 milioni di euro contro 124,7 milioni dello stesso periodo del 2005;
i ricavi netti consolidati nel primo semestre 2006 sono diminuiti di 36 milioni di euro;
il personale del Gruppo è diminuito di circa 3.000 unità;
i costi relativi al personale sono diminuiti di 184 milioni di euro (a fronte di una precedente diminuzione di 427 milioni di euro del 2005 sul 2004);
nonostante questo si è proceduto alla cessione di ramo d'azienda per i settori informatici ed amministrativi che dovrebbero confluire in società fuori dal
perimetro del gruppo, fatto contrario a tutti gli accordi fin qui sottoscritti con le organizzazioni sindacali;
lo stesso piano industriale, già discutibile, è stato largamente disatteso secondo i proponenti e non vi è traccia di azioni volte a far uscire Alitalia dalla condizione precaria sul mercato nazionale e di isolamento sul piano internazionale (necessità di una stretta alleanza strategica);
l'offerta di Alitalia non risulta coerente con l'enorme sviluppo del traffico nel nostro paese, che anzi il volume di attività di Alitalia continua non crescere in maniera proporzionale alla crescita del mercato e risultano difficilmente comprensibili alcune scelte in materia di destinazioni servite;
si aggrava il rischio che gruppi stranieri acquistino sempre maggiore peso nel settore, come è evidenziato dai recenti casi verificatisi nell'handling e nelle gestioni aeroportuali;
il principale azionista rimane il Ministero dell'economia e delle finanze al quale spetta il compito di verifica dell'azione del management e di indirizzo politico dell'azienda e del settore nella prospettiva di garantire al paese un trasporto aereo adeguato alla sua funzione ed importanza a livello internazionale;
è il sistema del trasporto aereo italiano a essere secondo i proponenti in una situazione confusa e pericolosa per la mancanza di una programmazione nel settore; in questo senso va anche la mancanza di una seria politica degli aeroporti, la loro proliferazione e gli incentivi degli enti locali alle compagnie low cost;
in particolare in altri paesi la compagnia di bandiera è funzionale alla politica economica ed estera ed in questo senso si è operato (vedi lo sviluppo dei rapporti con la Cina e l'estremo oriente); in Italia si è proceduto solo con l'ossessione della riduzione dei costi;
impegna il Governo
ad intervenire presso l'Alitalia a formulare indirizzi, per quanto riguarda l'Alitalia, nelle seguenti direzioni:
elaborare una nuova missione per Alitalia al servizio del turismo e a sostegno delle imprese italiane nel mondo; in questo senso va sviluppato il settore intercontinentale ed internazionale: la politica degli hub deve essere coerente con la missione; dentro questo quadro va risolto il dualismo irrazionale di Fiumicino e Malpensa;
riconquistare quote del traffico interno;
ripensare le alleanze a partire da quelle con compagnie con l'estremo oriente e adeguare le politiche con il medio oriente;
ripensare le alleanze europee al fine di evitare che l'Alitalia sia utilizzata unicamente per il suo bacino interno ed infine fagocitata, risultando ridimensionata nei settori strategici per una compagnia di bandiera, con il risultato finale, particolarmente negativo per il turismo, che i flussi dei passeggeri vengono convogliati verso il paese della compagnia alleata piuttosto che il nostro;
riordinare la catena del valore nel settore del trasporto aereo (riduzione dell'IVA sui vari servizi, delle royalties aeroportuali); per le implicazioni di queste misure su Alitalia risultano coinvolti anche i servizi e gli effetti che vanno oltre il sedime aeroportuale: turismo, lavoro; in questo senso l'Alitalia dovrebbe aprirsi a sinergie con le Ferrovie, con le Poste ed altri operatori nazionali alfine di meglio collocare il «prodotto Alitalia» ed il «prodotto paese»;
riconsiderare l'opportunità di mantenere l'unicità del gruppo, contrastando le ipotesi di cessione di pezzi importanti del patrimonio aziendale (amministrazione, manutenzione, servizi informatici, handling) che ha il solo obiettivo di fare cassa;
recuperare relazioni industriali e criteri di gestione del personale che motivino i lavoratori a produrre uno sforzo eccezionale per salvare il gruppo, dismettendo quelle che i proponenti giudicano pratiche intimidatorie e persecutorie;
rinnovare il gruppo dirigente, riaffermando il principio della responsabilità sociale del management e la necessità di conferire caratteri di integrità morale e valutazione dei risultati effettivamente conseguiti soprattutto nelle aziende di interesse pubblico;
introdurre contratti collettivi nazionali di lavoro per tutto il settore e una clausola sociale di garanzia dell'impiego per i lavoratori la cui attività venga ceduta ad altra azienda, alfine di contrastare forme di concorrenza che si traducono in un vero «dumping sociale»;
costruire un polo manutentivo di eccellenza europea nell'area di Fiumicino che venda i propri servizi anche a terzi;
predisporre un piano di riordino del sistema aeroportuale italiano individuando attraverso scelte di politiche nazionali, gli aeroporti strategici per il traffico interno e quello internazionale.
(7-00066)
«Mario Ricci, Locatelli, Olivieri».