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Allegato B
Seduta n. 59 del 25/10/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
FASCIANI, CRISCI, CIALENTE e MARIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 22 agosto 2006 il Gran Sasso d'Italia è stata interessato da un evento franoso che ha comportato la caduta di circa 30 mila metri cubi di terriccio e detriti da quota 2.700 metri del Corno Grande, interessando un fronte di 80 metri di larghezza e 200 di lunghezza;
tale materiale si è staccato dal quarto pilastro della via «Iannetta», nei pressi dell'abitato di Casale San Nicola, frazione di Isola di Gran Sasso (Teramo), zona prospiciente del Traforo del Gran Sasso e quindi non distante dall'Autostrada A24 Roma-L'Aquila-Teramo;
l'evento franoso presumibilmente rientra nei fisiologici effetti naturali di «crioclastismo», come dichiarato dai geologi dell'Ente Parco nazionale Gran Sasso-Monti della Laga, ovvero la frantumazione delle rocce con formazione di «clasti» per effetto dell'aumento di volume dell'acqua che gela nelle fessure delle rocce;
dai sopralluoghi e monitoraggi effettuati dal servizio protezione civile della Regione Abruzzo e dal Parco Forestale dello Stato l'evento risulta sotto controllo -:
se corrisponda al vero che i 30 mila metri cubi di detriti e rocce si siano depositati a 1.300 metri di quota su una barriera naturale costituita da una cresta rocciosa che protegge il sottostante abitato di Casale San Nicola;
se il peso notevole del materiale sia sopportato da tale cresta e se in tale senso siano state effettuate le opportune valutazioni;
se l'imminente arrivo della stagione fredda, con le conseguenti piogge possa prefigurare ulteriori frane e pregiudicare la stabilità della cresta suddetta;
se e quali misure si stiano adottando per la messa in sicurezza della zona interessata dall'evento franoso.
(4-01396)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) rappresenta la zona più importante dell'olivicoltura calabrese, con ulivi centenari, la cui specie non è rintracciabile in altre zone del mondo;
l'interrogante già nella precedente legislatura, aveva provveduto e segnalare la preoccupante notizia sulla tratto di ulivi secolari calabresi;
nei giorni scorsi alcune notizie riportate su stampa regionale calabrese, hanno riferito della preoccupante compravendita delle secolari piante di ulivi della Piana di Gioia Tauro;
ulivi sradicati da quel territorio senza alcuna regola vengono trasferiti in proprietà private di regioni dei centro-nord Italia, creando gravi scompensi ambientali nel territorio;
nel corso del corrente anno, così come denunziato dalla Confederazione Italiana Agricoltori Calabria, sono notevolmente aumentate le compravendite in questione;
nella Piana di Gioia Tauro è, peraltro, imperante la presenza di importanti cosche della 'ndrangheta calabrese, il che potrebbe anche far presupporre che dietro il busynes degli ulivi secolari posso essere rintracciabile anche la mano della criminalità organizzata;
purtroppo non esiste alcuna legge che possa tutelare e valorizzare il patrimonio di ulivi secolari di questa parte dei territorio italiano -:
quali urgenti iniziative normative intendano attuare al fine di tutelare il patrimonio degli ulivi secolari della Piana di Gioia Tauro;
se risulti avviata un'opportuna attività di indagine per verificare eventuali «anomale» presenze dietro la citata compravendita degli ulivi secolari;
se non ritengono in particolare di adottare idonee iniziative utili ad istituire nella Piana di Gioia Tauro il «parco degli Ulivi», giacché quelle piante rappresentano uno specie unica al mondo e la relativa mancanza di salvaguardia finirebbe col creare gravi danni ambientali nel contesto territoriale.
(4-01397)